Massimo Morroni |
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VOCABOLARIO DEL DIALETTO OSIMANO
Bibliografìa osimana
Testi
Alessandro Riccioni, traduzione in osimano della nona novella della prima giornata del Decamerone di Boccaccio, in Giovanni Papanti, I parlari italiani in Certaldo alla festa del V centenario di messer Giovanni Boccacci, Livorno, 1875, p. 84 s. (della stessa novella, C. Grillantini riporta una diversa traduzione in Saggi e studi..., Pinerolo, 1966, p. 66 s. e in Osimo, Pinerolo, 1975, II.a ediz., parte seconda, p. 71). Leonello Spada, Sunettu, in Nozze Crocioni-Ruscelloni, Reggio Emilia, 1908, p. 7. Leonello Spada, Musa Dialettale Marchigiana, in Poesie dialettali e giornali che parlano di lui, s. d. (1912-1913?). Costantino Costantini, 'Ducaziò de strada, poesia in "Picenum", a. XI, fasc. I, Roma, 1914, p. 24. Cesare Romiti, Nunziata al tiatro Monologo in dialetto osimano, Osimo, 1921. Cesare Romiti, Nunziata nti guai Monologo in dialetto osimano, Osimo, 1921. Costantino Costantini, Pr'i viguli e pr'i campi Versi dialettali, Osimo, 1922. El fiu de Pietru (Benedetto Barbalarga), La battaja del porcu, Osimo, 1924 (altre edizioni: 1932, 1963, 1976, 1994). Costantino Costantini, Canti senza testa in vernacolo osimano con note e glossario, Osimo, 1924. Costantino Costantini, Popolaresca cantata per le nozze della nobile signorina Costanza B. Bellini con il principe d. Giulio Barberini Versi e canto di Costantino Costantini Concertazione del p. Ernesto Franciosi, Roma, 1927. Augusto Tappa, La moda stramuderna de le donne (...), Osimo, 1929. Attilio Moroni, Proverbi e variazioni intorno ogni mese dell'anno in dialetto osimano, in "Studia Picena", vol. VI, Fano, 1930, pp. 204-208 (non si tratta di dialetto stretto). Costantino Costantini, Una nonna osimana alla nova de Capurettu, poesia in "Terra picena", rivista quindicinale di vita marchigiana, a. I, n. 3, Roma, 1932, p. 9 s. Augusto Tappa, Ritmi antichi, Ascoli Piceno, 1933. (Libro V: Poesie in vernacolo osimano). Costantino Costantini, Bastianellu Caricatura in vernacolo osimano, Osimo, 1935. Donca (Carlo Grillantini), Cinquantatre sciapate in osimano (senza testa e sa la coda), Osimo, 1950. Carlo Grillantini, Tre quartine in osimano, Osimo, 1951. Carlo Grillantini, Guida storico-artistica di Osimo, Pinerolo, 1962. Benedetto Barbalarga, Scherzi dialettali, Ancona, 1963. Carlo Grillantini, Saggi e studi sul dialetto osimano e rievocazioni in lingua Poesie giocose e prose Folklore Grammatica e glossario Aneddoti e ricordi, Pinerolo, 1966. sta città, Osimo, 1966 (supplemento a "L'antenna"). Vittorio e Malvina Pizzichini, Traguardo, Ancona, 1972. Carlo Grillantini, Osimo, Pinerolo, 1975, II ediz. (la prima edizione è la succitata: Guida storico-artistica di Osimo, Pinerolo, 1962). Carlo Grillantini, Uomini, cose, avvenimenti di Osimo, Pinerolo, 1980. Armando Marra, Storia e storie d'Osimo, Casalecchio di Reno, 1980 (II ed.). Massimo Morroni, Tacita, s. 1., 1980. Massimo Morroni, Sturnamusce, in Camerano in versi, Camerano, 1982. Vittorio Pizzichini, varie poesie in Camerano in versi, Camerano, 1982. Gino Vinicio Gentili, Intorno a larola, Bologna, 1987. Giulio Ambrogetti-Pio Francesco Fantasia (a cura di), Umberto Graciotti, Falconara Marittima, 1987. Leonardo Mancino, La casa, la madre, il colle e l'orto, Fasano, 1989 (non si tratta di dialetto stretto). Elmo Cappannari Poeta della propria terra Raccolta completa degli scritti in vernacolo osimano, a cura di L. Egidi, Osimo, 1998. Gino Vinicio Gentili, Poesie in lingua e in dialetto osimano, Osimo, 1999. Massimo Morroni, La Banda del Pelo & C, Osimo, 2006. Sandro Mosca, Osimanità..., Osimo, 2007.
Periodici
L'antenna, mensile (Osimo, dal 1956): poesie e scritti di Fernanda Bellaspiga, Gino Vinicio Gentili, Vinicio Giuliodori, Umberto Graciotti, Carlo Grillantini, Armando Marra, Sandro Mosca, Augusto Tappa e vari, non tutti inediti. La meridiana, settimanale (Osimo, dal 1996): poesie e scritti di vari autori, non tutti inediti. Voci nostre, antologia di autori marchigiani (Ancona, dal 1968): poesie di vari autori.
Studi
Alessandro Niccoli, tesi universitaria sul dialetto osimano (non reperita). Rita Carla Bellaspiga, II dialetto di Osimo, tesi di laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Padova, a. a. 1954-55. Carlo Grillantini, Saggi e studi sul dialetto osimano e rievocazioni in lingua Poesie giocose e prose Folklore Grammatica e glossario Aneddoti e ricordi, Pinerolo, 1966. Carlo Grillantini, Osimo, Pinerolo, 1975 (II ed.). Carlo Grillantini, Storia di Osimo, 3.a ed., Recanati, 1985, parte IV "Folclore e dialetto". Massimo Morroni, II dialetto in funzione dell'identità culturale e storica: il caso di Osimo, in Deputazione di Storia Patria per le Marche, Atti e Memorie, 102. (1997), Ancona, 2001. Enzo Mengarelli, Valtri della Stazziò, in M. Morroni (a cura di), Abbadia Osimo Stazione storia, memoria e immagini. Osimo, 2005.
Raccolte di voci
Giuseppe Antonio Compagnoni, Raccolta di voci romane e marchiane..., Osimo, 1768 (rist. 1932). Costantino Costantini, Glossario, in Canti senza testa, Osimo, 1924 (contiene molte parole cadute in disuso). Carlo Grillantini, Glossario dialettale, in Osimo, Pinerolo, 1975. (II ed.). Franco Focante, Glossario osimano, dattiloscritto (fine sec. XX). Enzo Mengarelli, Dizionario stazionaro-italiano, in M. Morroni (a cura di), Abbadia Osimo Stazione storia, memoria e immagini, Osimo, 2005.
Bibliografìa non osimana
Dizionari dialettali
R. Bislani, II dialetto castellano, ined. P. Bugiolacchi, Il dizionario Castellà-Italiano, in La madre lengua. Il dialetto di Castelfidardo, Recanati, 1982. L. Gasparetti, Quanno a Filottrà ancò c'era u camì dea filandra, Iesi, 1999. G. Ginobili, Glossario dei dialetti di Macerata e Petriolo, Macerata, 1963. G. Ginobili, Appendice al Glossario dei dialetti di Macerata e Petriolo con aggiunta di soprannomi e patronimici. Macerata, 1965. G. Ginobili, Appendice seconda al Glossario dei dialetti di Macerata e Petriolo, Macerata, 1967. G. Ginobili, Appendice terza al Glossario dei dialetti di Macerata e Petriolo, Macerata, 1970. L. Longhi, Rigadì de casa, Iesi, 1968. C. Marcellini (a cura di), Dizionario dei dialetti dell'Anconetano, Ancona, 1996. G. Mariani, Il dialetto recanatese Dizionario Note linguistiche Modi di dire Proverbi, Recanati, 1991. A. Menarini, Vocabolario intimo del dialetto bolognese amoroso sessuale scatologico, Bologna, 2004. A. Napolitano, Una lingua di terra e di mare. L'Anconitano nei dizionari dello Spotti e del Toschi e negli scritti dei poeti dei secoli XIX e XX, Ancona, 1983. L. Palanca-A. Mordini (a cura di), Fàttu pe descùre 2, in "Potentia Archivi di Porto Recanati e dintorni", a. VII, n. 22, Speciale 2006, Recanati, 2006. M. Panzini, Dizionario del vernacolo anconitano, vol. I, Castelferretti, 1996; vol. II, ib., 2001. M. Scalabroni-L. Palanca, Fàttu pe descùre. Vocabolario dialettale purtannàru, Loreto, 1996. L. Spotti, Vocabolarietto anconitano-italiano, Ginevra, 1929. L. Toschi, Dizionario anconitano-italiano per uso delle scuole elementari e italiano-anconitano per uso dei cultori del vernacolo della Provincia d'Ancona, Castelplanio, 1889.
Dizionari italiani
Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, UTET, Torino, 1961-2002. Il grande dizionario Garzanti della lingua italiana, ediz. 1997. Tullio De Mauro, Grande dizionario italiano dell'uso, UTET, Torino, 1999. I nomi di persona in Italia Dizionario storico ed etimologico, UTET, Torino, 2005. Augusto Arthaber, Dizionario comparato di proverbi e modi proverbiali, Hoepli, Milano, 1981. Studi Francesco Bruni (a cura di), L'Italiano nelle regioni. Lingua nazionale e identità regionali, UTET, Torino, 1992. Francesco Bruni (a cura di), L'Italiano nelle regioni. Testi e documenti, UTET, Torino, 1994. Manlio Cortelazzo-Carla Marcato, I dialetti italiani. Dizionario etimologico, UTET, Torino, 1998. Manlio Cortelazzo-Carla Marcato-Nicola De Blasi-Gianrenzo P. Clivio (a cura di), I dialetti italiani. Storia Struttura Uso, UTET, Torino, 2002. Valeriu Rusu, Dialettologia generale, Zanichelli, Bologna, 1985.
Grammatiche
Luca Serianni, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria. Suoni forme costrutti, UTET, Torino, 1988. Maurizio Dardano-Pietro Trifone, La nuova grammatica della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 1997. Abbreviazioni
accez. accezione accr. accrescitivo affett. affettivo agg. aggettivo allus. allusivo ant. antico antifr. antifrastico appell. appellativo art. articolo avv. avverbio cong. congiunzione contr. contratto dim. diminutivo dimostr. dimostrativo dis. disusato escl. esclamativo, esclamazione espr. espressione estens. estensivo euf. eufemismo/eufemistico f. femm. fil. filastrocca fonos. fonosimbolo franc. francese fut. futuro imper. imperativo impers. impersonale imprecaz. imprecazione inf. infantile ingl. inglese intens. intensivo inter. interiezione interc. intercalare iron. ironico it. italiano lat. latino lett. letterario liturg. liturgico loc. locuzione loc. agg. locuzione aggettivale loc. avv. locuzione avverbiale loc. inter, locuzione interiettiva loc. prep. locuzione prepositiva loc. pron. locuzione pronominale loc. sost. locuzione sostantiva loc. verb. locuzione verbale m. maschile neg. negativo n. p. nome proprio num. numerale offens. offensivo ogg. oggetto onomat. onomatopeico p. pass, participio passato peggior. peggiorativo per anton. per antonomasia pers. personale pl. plurale pleon. pleonastico pref. prefisso prep. preposizione prov. proverbio rafforz. rafforzativo rur. rurale s. sostantivo scherz. scherzoso scolast. scolastico sin. sinonimo sing. singolare sostant. sostantivato spreg. spregiativo ted. tedesco term. termine v. verbo var. variante vd. vedi verb. verbale vezzegg. vezzeggiativo voc. vocativo volg. volgare
A
1a s. f. a (nome della prima lettera dell’alfabeto): nu i ha fattu dì mancu a, non lo ha lasciato parlare; nun fo in tempu a ddì a che ria lù, arriva all’improvviso; nun zza dì mancu a, non sa parlare. 2a prep. 1. a: a bbocca vanti, in avanti; a ddì ppogu, almeno; a ffà, a fare (esprime negazione: cu ci si ndadu a ffà?, non ci dovevi andare); a la lusce del zzole, apertamente; a lu scuru, al buio; a mmezza strada, a metà tra la partenza e l’arrivo; a ppendulò, penzoloni; a ppiedi, a piedi; a ppiombu, a piombo; a ppogu, a basso prezzo; a ppostu!, va bene!; a pprimi tempi, a primavera (cfr. il franc. printemps); a scroccu, a spese altrui; a scudulò, scivolando; a sfugge, di sfuggita; a seccu, improvviso; a stuffu, in abbondanza; a ttalpò, alla cieca; a ttempu de l'ua, quando si raccoglie l’uva; a ttempu mia, ai miei tempi; a ttempu perzu, nei momenti di non attività; a ttempu prima, nel passato; a ttera, sgonfio o abbattuto; a ttesta, per persona; a ttesta alta, con orgoglio; a ttraerzu o de traerzu o pe traerzu, di traverso; ai tempi del fasciu, durante il fascismo; al tempu!, aspetta!; al tempu de na ò, una volta; alla più llonga, al più tardi. 2. con alcuni verbi (cabì, guardà, menà, sentì, vede ecc.) introduce il compl. ogg. se questo è rappresentato da un essere animato: hu cabidu a tte, ti ho capito; hu vistu a llù, ho visto lui. Ha valore pleonastico anche con aggettivi: beadu a llù, beato lui. 3. per. 4. Prov. a pagà e murì viè sempre a ttempu, per pagare e morire c’è sempre tempo. 3a! inter. guarda! (forse da arda). aanti avv. e prep. (anche avanti) avanti: a bbocc’aanti, in avanti; aanti cu i anni, piuttosto anziano; avant’ieri, due giorni fa; fasse aanti, mettersi in prima fila; l'urulosgiu è aanti, l'orologio indica un'ora più avanzata; mannà aanti, amministrare; mette aanti, rinfacciare; ndà aanti, campare; purtà aanti, proseguire un lavoro; tirà aanti, vivere faticosamente; venì aanti, entrare. aaru agg. e s. m. 1. avaro. 2. Prov. la robba de i aari va nte le mà dei spregadori, ciò che è risparmiato dai prodighi, viene sciupato dagli spreconi. abbade s. m. abate. abbàlia loc. avv. 1. vd. spilla. 2. dà un fiolu abbalia, affidare un bambino ad una balia. 1abbassu avv. in basso: guarda abbassu, guarda in basso. 2abbassu inter. abbasso: abbassu l Mila, abbasso il Milan. abbede s. m. abete: l’abbede de Nadale, l’abete di Natale. abbidà v. abitare (più usato stà de casa). àbbidu s. m. abito (più usato vestidu). abbidùdine s. f. abitudine: c’ha l’abbidudine de ndà sempre n giru, ha l’abitudine di girovagare sempre. abbiede s. f. pl. bietole: te piasce l’abbiede?, ti piacciono le bietole? àbbisse s. m. (anche labbisse) lapis (matita): abbisse cuppiadiu, matita copiativa; me s’è sguzzadu l labbisse, la matita mi si è spuntata; pia l’abbisse e scrie, prendi la matita e scrivi. abbissinu s. m. e agg. abissino. Abbruzzu n. p. Abruzzo. abbunamentu s. m. abbonamento: l'hi fattu l’abbunamentu de la curiera?, hai pagato l’abbonamento dell’autobus? abbunnante agg. abbondante: è na settimana abbundante ch’è successu, è successo da più di una settimana. abbunnanza s. f. abbondanza. abe s. m. (anche abettu) Ape (Piaggio). aberidìu s. m. aperitivo. abettu s. m. vd. abe. abilidà s. f. abilità. abortu s. m. 1. aborto. 2. cosa o persona messa male. abreu s. m. e agg. 1. ebreo. 2. spreg. avaro: nun ffa l’abreu, non essere spilorcio. 3. soprannome. abrì v. (abertu) vd. aprì. abusà v. abusare. abusìu agg. abusivo. acàcciu s. m. acacia. acca s. f. 1. vacca: acca mungana, mucca. Nomi di vacche: Cimarè, Galantì, Garbadì, Maggiulì, Namurà, Palomba, Speranzì. 2. donna grossa o trasandata: si na acca, sei una cicciona! (offens.). accabu avv. a capo. accennu s. m. accenno. accentu s. m. accento. accessu s. m. ascesso: c’ho n accessu nti denti che me fa stride, ho un ascesso ai denti che mi dà molto dolore. acciarì s. m. acciarino. acciaru s. m. acciaio: è forte cume l’acciaru, è forte come l’acciaio. accidèmbuli! inter. accidempoli! 1accidente s. m. accidente: i ha presu n accidente, è morto all’improvviso (sin. di colpu); n accidente o un colpu che se lu spacca, un accidente che lo colpisce (cattiva risposta); piasse n accidente, sforzarsi molto; s’accidente, un poco di buono; te piasse o te venisse o te vienga n accidente!, ti prendesse un accidente. 2accidente inter. accidenti!: e n accidente o n accidenti!, accidenti! accidènziu s. m. rur. accidente. accigoria! inter. vd. cigoria. accinini! inter. accidenti!: e n’accinini! (euf. di accidenti!). 1accontu s. m. acconto. 2accontu avv. nell’espr. tenè accontu, conservare bene: tenè accontu i quadrì, risparmiare. accordu s. m. accordo: ndà d’accordu cume cà e ggatti, non andare affatto d’accordo. accriccu s. m. accrocco: cus’è s’accriccu?!, è un attrezzo che non funziona. accuienza s. f. accoglienza. accuiò inter. vd. cuiò. accuiombri inter. vd. cuiombru. acculina s. f. acquolina. accumpagnu s. m. corteo funebre. accure v. vd. uccore. accuscì avv. (anche cuscì) 1. così: se ffa ccuscì, si fa in questo modo 2. allora: accuscì su ndadu ia, allora sono andato via. accuscìntra rur. così. acqua s. f. 1. acqua: acqua de san Giuà, acqua con erbe e fiori, preparata la vigilia di San Giovanni, per togliere il malocchio; acqua de viscì o pizzighina, acqua frizzante (di Vichy); careggia l vì e bee l’acqua, lavora e non guadagna; fà n gocciu d’acqua o gambià l’acqua al canarì, urinare; nun è acqua che cure i fossi, non è una questione tanto importante; pià ll’acqua, bagnarsi con la pioggia; un dedu o un gocciu d’acqua, un po’ d’acqua. 2. Prov. celu a pegurelle, acqua a cadinelle, nuvole a bioccoli portano pioggia abbondante; i quadrì manna l’acqua per d’in zu, col denaro si fa tutto. acquà avv. rur. qua. acquadicciu s. m. acquaticcio (vinello allungato). Acquaìa s. f. fonte Acquaviva sulla via omonima. acquaràsgia s. f. acquaragia. acquarecciu s. m. rur. 1. piccolo canale. 2. zona umida: ede fattu n acquarecciu, avete bagnato tutto. acquarellu s. m. acquerello. acquariu s. m. acquario. acquazzò s. m. acquazzone. acquedottu s. m. acquedotto. acquetta s. f. pioggerella. acquistu s. m. 1. acquisto. 2. estens. arda che acquistu!, guarda che tipo! acqulina s. f. acquolina. acrubazzìa s. f. acrobazia. acudu agg. acuto. Adamu n. p. Adamo. addrentu avv. addentro: esse addrentu cun calchidù, aver confidenza con qualcuno. addiedrà v. arretrare. 1addiedradu s. m. arretrato (pagamento): ancò deu riscode i addiedradi, ancora devo riscuotere gli arretrati. 2addiedradu agg. arretrato: quantu sì addiedradu!, quanto sei arretrato! addiedru avv. indietro: buttà all’addiedru, respingere (detto di un cattivo odore); dà addiedru, fare retromarcia. addìu inter. addio (indica disappunto: addiu!, è ndada, è fatta!). addizziò s. f. addizione. addossu avv. e prep. addosso: fassela addossu, farsela sotto o avere molta paura; me se stregne i pagni addossu, mi diminuisce il tempo a disposizione; me te magnu cu i pagni addossu, ti mangio tutto (minaccia); mette i occhi addossu a calchidù, desiderare qualcuno; mette le mà addossu, colpire o toccare con desiderio sessuale; ndà addossu, investire; pisciasse addossu da llu ride, farsela addosso dalle risate; saltà addossu, aggredire; stà addossu, incalzare. addriàdigu agg. adriatico: l Curiere addriadigu, il Corriere adriatico. addubbà v. addobbare. adè avv. 1. adesso: è successu adè adè, è accaduto poco fa; fin’adè, fino ad ora. 2. oggi: le fie d’adè, le ragazze d’oggi. 3. dunque: adè cume ffai? stando così le cose, come ti comporterai? àdumu s. m. atomo. adurà v. adorare. adurazziò s. f. adorazione. aduttà v. adottare. aduzziò s. f. adozione. aè v. vd. avè. aemmarìa s. f. 1. Ave Maria. 2. estens. suono delle campane, specie alla sera: ce edemu dobu l’aemmaria, ci vediamo dopo il tramonto.aentura s. f. avventura. aèriu s. m. (anche aeriuplanu) aereo. aeriuplanu s. m. vd. aeriu. aerusòl s. m. aerosol. affa s. f. afa. affà loc. vd. fà. affannu s. m. affanno: sa salida m’ha mesu l’affannu, questa salita mi ha messo l’affanno. affaracciu s. m. (spreg.) affaraccio: fatte i affarracci tui, non ti interessare delle mie cose. affare s. m. 1. affare. 2. cosa generica: bell’affare hi cumbinadu, hai combinato un pasticcio. 3. membro virile: c’ho n affare ntra le mà, che se me se ndrizza, l primu bugu che tappu è l tuu, ho un affare in mano, che se si raddrizza, il primo buco che chiudo è il tuo (doppio senso); l’affare se ntosta, l’affare si ingrandisce (doppio senso). affittu s. m. affitto. Affriga n. p. Africa. affriganu agg. e s. m. africano. agàcciu s. m. acacia o gaggia. Agada n. p. Agata. agàrbu inter. 1. possibile?. 2. caspita! aggeggiu s. m. aggeggio. aggettìu s. m. aggettivo. aggià avv. (anche daggià) già: aggià è riadu?, è già arrivato?; daggià che, dal momento che. aghe s. m. caffè hag. àghene s. f. acne. agnellotti s. m. pl. agnolotti. agnellu s. m. 1. agnello: testarella o testulina d’agnellu, testicciola d’agnello, stupido. 2. Prov. la mmaladia de l’agnellu, cresce la panza e cala l’uccellu, la malattia dell’agnello, cresce la pancia e cala l’uccello. agone s. m. accr. di agu grosso ago. agostu s. m. 1. agosto. 2. Prov. acqua d’agostu rinfresca l boscu, la pioggia di agosto rinfresca il bosco; agostu, moie mia nun te cunoscu, ad agosto la moglie passa in subordine. agru agg. agro, aspro. agu s. m. ago: punte d’agu, tipo di minestra sottile; spuntà l'agu, spuntare l'ago. agudu agg. acuto. agùia s. f. vd. agura. àgura s. f. (anche aguia) aguglia (pesce). agùri s. m. pl. auguri. ah?! inter. equivale a "che cosa hai detto?". aia! inter. ahi! aiazziò s. f. aviazione: campu d'aiazziò, campo d’aviazione. aididà s. f. avidità. àidu agg. e s. m. avido. 1àiu s. m. aglio: aiu, oiu e peberuncì, aglio, olio e peperoncino (condimento per la pasta); cciacca l’aiu!, espr. che indica soddisfazione nei confronti di un altra persona; un cabu d’aiu, il bulbo dell’aglio. 2àiu! inter. ahi! aiudante s. m. aiutante. aiudu s. m. (anche iudu) aiuto: aiudu!, aiuto! alà avv. rur. là. albanacciu s. m. rur. tipo di albero. albergu s. m. 1. ristorante. 2. albergo: cus’è sta casa, n albergu?, si dice a chi non fa nulla in casa. alberu s. m. albero: alberu de la cugagna, albero della cuccagna. Albì n. p. Albino. àlbume s. m. album: l’albume delle fudugraffie, delle figurine. àlcule s. m. alcool (detto anche spiridu). alculizzadu agg. alcolizzato. Aldu n. p. Aldo. alè inter. forza! (forse dal franc. allez). alèncu s. m. elenco. alfabedu s. m. alfabeto. Alffiu n. p. Alfio. alìcuda s. f. aliquota. Alisce n. p. Alice. alìsciu s. m. alice: sì seccu cume n alisciu, sei molto magro. alleadu s. m. alleato: i alleadi, i Paesi alleati della seconda guerra mondiale. allegru agg. 1. allegro. 2. sbronzo. allessu s. m. (anche lessu) lesso. alloccu s. m. stupido. alluscì avv. (anche luscì) in quel modo. almancu avv. rur. almeno. alò! inter. ecco fatto! (forse dal franc. allons). alpinu agg. e s. m. alpino. altarì s. m. dim. di altare sotterfugio: scubrì i altarì, scoprire i sotterfugi. altrettantu avv. altrettanto. altrìde s. f. artrite. altronne, d’ loc. avv. d’altra parte. altrosi s. f. artrosi. altru agg. e pron. altro (vd. anche antru): (ce) mancheria altru, non può essere il contrario; l’altru ieri o avant’ieri, due giorni fa; più che altru, soprattutto; sumaru che nun sì altru, sei solo un somaro; va a mò de l'altri, non va a modo mio. altu agg. alto: a ttesta alta, con orgoglio; Pasqua bassa o alta, a seconda delle date in cui capita (marzo o aprile). altulà inter. altolà. altuparlante s. m. altoparlante. Alvìra n. p. Elvira. alzà v. 1. alzare: alzà la testa, ribellarsi; alzà la vosce, elevare il tono della voce; alzà le carte, nel gioco; alzà le mà, bastonare; chi se alza per primu, cumanna, rimprovero a chi vuol spadroneggiare; nun alzà la testa dal piattu, mangiare in fretta. 2. valere: quessu nun alza gnè, ciò non vale niente. alzada 1. l’alzare. 2. alzada d’ingegnu, alzata di testa (azione sconsiderata). 1alzasse v. svegliarsi: alzasse cu le galline, svegliarsi presto. 2alzasse v. aumentare d’altezza; alzasse su, sollevarsi: alzede su dal lettu, tirati su dal letto; s’alza l zole, si leva il sole. amà v. amare (più usato vulè bbè). amaru agg. amaro: amaru cume l fele, più amaro non si può; è cazzi amari, andrà molto male; ecce la bocca amara, essere molto nervosi. ambasciadore s. m. ambasciatore (dall’it. antico). ambu s. m. ambo. ambuladoriu s. m. ambulatorio.Ameriga n. p. America: cus’ì scubertu, l’Ameriga?, non hai detto niente di nuovo.ameriganu agg. vd. meriganu. amigasse v. amicarsi. amigu agg. e s. m. (pl. amighi) 1. amico: amigu miu!, non andiamo bene; è probiu un bell’amigu, è un cattivo amico. 2. amante: ecce l’amigu, avere l’amante. amiscizzia s. f. 1. amicizia. 2. Prov. patti chiari, amiscizzia longa, se i patti sono chiari, l’accordo è duraturo. ammadìna inter. vd. madina. ammàppede! inter. ammazzete! amme inter. e s. m. (anche ammene) amen: è l’ultimu cume amme, è proprio l’ultimo. ammene inter. e s. m. vd. amme. ammessu p. pass. di ammette concesso. ammette v. (ammessu) ammettere. ammidu s. m. amido. ammiraiu s. m. ammiraglio. ammiseria! inter. per la miseria! (anche è na mmiseria!). ammò avv. ormai (sin. di urmai): ammò c’ha presu gustu, ormai non smette più; ammò cù famu?, e adesso cosa facciamo? ammòdu avv. per bene: è gnente ammodu, è molto per bene. amore s. m. 1. amore: fà ll’amore cun calchidù, amoreggiare con una persona. 2. Prov. uccellu in gabbia, se nun canta d’amore, canta de rabbia, si dice di una persona in difficoltà. ampa s. f. (anche ampada) vampa: me pia certe ampe, mi surriscaldo. ampàda s. f. vd. ampa. amu s. m. amo. analise s. f. pl. analisi: ha fattu l’analise del sangue, ha fatto le analisi del sangue. ananàsse s. m. ananas. anarchigu agg. anarchico. ancò avv. (anche co, ncora e nco) ancora: ancò ce vai?, ancora ci vai? ancùdina s. f. incudine. ancunedà s. m. e agg. anconitano. àncura s. f. ancora. andà v. vd. ndà. andadura s. f. andatura. andazzu s. m. piega. ànedra s. f. anitra. anellu s. m. anello. anèmigu agg. anemico. anga s. f. rur. vanga. Angiòla n. p. Angelo. angiulu s. m. angelo: angiulettu, bambino piccolo. angulu s. m. angolo. Anida n. p. Anita. anidra s. f. anitra. anima s. f. anima: anima de Ddiu, bambino piccolo; anima in pena, persona preoccupata; anima longa, persona alta; bunanima, vd.; cagasse pure ll’anima, avere una forte dissenteria; l'anima de Bumbetta, espr. per spaventare i piccoli; le anime, gli spiriti; nun c’è n’anima, non c’è nessuno; pe ll’anima del cazzu, inutilmente; salvannuie ll’anima, senza volere che si danni l’anima. animalu s. m. rur. personaccia. animella s. f. interiora. ànisciu s. m. anice. anisone s. m. mistrà. annada s. f. annata. annimale s. m. 1. animale. 2. (spreg.) si n annimale!, sei una bestia! annu s. m. anno: aanti cu i anni, piuttosto anziano; annu, l’anno scorso; è anni, è molto tempo; finì i anni, compiere gli anni; l’annu del mai o l’annu del cazzu (e la visgilia di cuioni), mai; l'annu de lu sbaiu, l'anno sfortunato; me sa mmi anni, non vedo l’ora (da me sa mill’anni cioè “mi sembrano mille anni”); purtà mmale i anni, apparire più vecchio; st’annu, quest’anno; st’altr’annu, l’anno prossimo; un annu scì, un annu no, ad anni alterni. anpò inter. guarda un po’ (formato da a(rda) n pò). antibiodigu s. m. antibiotico. antìffena s. f. antifona (discorso allusivo): l’hi cabida l’antiffena?, hai capito quel che ti si voleva dire? antigu agg. 1. antico. 2. non aggiornato: quantu sì antigu!, come sei arretrato! 3. Prov. i antighi magnaene le scorse e buttaa ia i fighi, gli antichi erano primitivi. antirusgine s. f. antiruggine. antìscibu s. m. anticipo. Antò n. p. 1. Antonio. 2. Sant'Antò, sant'Antonio: purchettu de sant'Antò, onisco; rmane pe sant’Antò, restare zitella; fogu de sant'Antò, malattia cutanea; un pezzu de santantò, un uomo grosso. 3. Prov. Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno; Sant’Antò dalla barba bianca, u la nee u la malta, a Sant’Antonio o nevica o piove. antru agg. (anche altru, artru agg. e pron.) altro: è n antru discorsu, è una questione diversa; n’antra ò, un’altra volta; n antru pò de robba, altra roba. Antugnò soprannome. Antunella n. p. Antonella.Antunì n. p. dim. di Antò Antonino. anzia s. f. ansia. anzianu agg. e s. m. anziano. anziosu agg. ansioso. aò! inter. ehi! aòriu s. m. avorio. apertu p. pass. di aprì e agg. aperto. apòstruffu s. m. apostrofo. apostulu s. m. apostolo. apparecchiu s. m. aereo. appartamentu s. m. appartamento. appedidosu agg. appetitoso. appedidu s. m. appetito: l’appedidu nu iè manca, ha molto appetito. appellu s. m. appello. appenniscide s. f. appendicite. appiedi prep. al di sotto: appiedi al domu, all'inizio della salita del duomo. applausu s. m. applauso. appoggiu s. m. 1. appoggio. 2. persona influente. apprensìu agg. apprensivo. appruà v. approvare. appruazziò s. f. approvazione. appuntadu s. m. appuntato. appuntamentu s. m. appuntamento. aprì v. (apertu) (anche abrì) aprire: aprede celu!, esclamazione per rafforzare quello che si sta dicendo; aprì bbocca, parlare; aprì bbuttega, iniziare un’attività; aprì i occhi, svegliarsi; aprì le porte, rendere possibile una condizione migliore; aprì le recchie, ascoltare bene. apribudìe s. m. apribottiglie. aprilanti nel detto quattro aprilanti, quaranta giorni filanti, se il giorno 4 aprile piove, pioverà per altri quaranta giorni (voce it. obsoleta). aprile s. m. 1. aprile. 2. Prov. aprile, gni goccia un barile, il mese di aprile abbonda di pioggia; quannu la Pasqua è bassa, l freddu prestu lassa; ma sci casca più in là de mezz'aprile, nun va scalzu né l povru né l gentile, con la Pasqua bassa il freddo se ne va presto, ma se la Pasqua supera la metà di aprile, il freddo si fa sentire da tutti. apriscattule s. m. apriscatole. apu s. m. rur. Ape (Piaggio). apugalisse s. m. apocalisse. ar- pref. indica ripetizione dell’azione: ardecchelu, rieccolo; artorna, ritorna. ara s. f. aia.arà v. arare. arabu agg. e s. m. arabo. aradiu s. f. radio: hi sentidu l’aradiu?, hai ascoltato la radio?aradrisce s. f. macchina per arare. aradru s. m. aratro. arancia s. f. tipo di pera. aranciada s. f. aranciata. aranciò agg. arancione. aranciu s. m. arancia. arba s. f. alba. arbidrà v. dirigere una competizione sportiva. arbidru s. m. arbitro. arbru s. m. rur. albero. arcaà v. 1. ricavare. 2. cavare di nuovo. arcada s. f. arcata. archemuse s. m. alchermes. architettu s. m. architetto. architrae s. m. architrave. arcu s. m. arco: i Tre archi, Porta Vaccaro. arcubalenu s. m. arcobaleno. arcumparì v. (arcumparsu) ricomparire. 1ardà v. ridare: ardà ffora, vomitare. 2ardà v. (anche vardà) guardare: arda! (anche varda!, a), guarda!; arda a llù!, che cosa fa? arde v. (arsu) ardere: arde de sede, ardere di sete. ardecca avv. riecco (ardeccheme, ardecchede, ardecchelu e ardellu, ardecchesce, ardeccheve, ardeccheli): ardecc' a llù, riecco lui (da ar- e deccu). ardellu avv. vd. ardecca. arestu s. m. vd. restu. aretru avv. indietro. arfabeda s. m. analfabeta. arfabedu s. m. alfabeto. arffà v. vd. rffà. arffasse v. vd. rffasse. arffattu p. pass. di arffà e agg. vd. rffattu. argalettu s. m. garretto. argentu s. m. argento: nun possi mmischià l’oru cu l’argentu, non puoi confondere cose di diverso valore. arghenu s. m. argano. argumentu s. m. argomento: quessu è n argumentu che nun me piasce, è un discorso che non mi va (term. lett.). aria s. f. 1. aria: bbuccada d’aria, boccata d’aria; c’ha na faccia da delinguente che bbrusgia l’aria, ha un aspetto da delinquente molto evidente; filu d’aria, un poco d’aria; ndà per aria, fallire; per aria, in alto: a panza per aria, a pancia in su; ecce la testa ntra le gambe o ntra le nuule o per aria o su la luna, essere distratto. 2. Prov. chi spuda per aria, iè casca addossu, chi se la prende col cielo, ne pagherà le conseguenze. ariaccia s. f. spreg. di aria 1. aria cattiva. 2. tira n’ariaccia, è un momentaccio. ariede s. m. ariete. ariederci inter. arrivederci (anche cervedemu). arieggià v. arieggiare. arietta s. f. dim. di aria venticello piacevole. arìu s. m. arrivo. arlecchì s. m. arlecchino. arlottu s. m. rutto: ha fattu n arlottu che ha fattu tremà casa, ha ruttato molto forte. Armà n. p. Armando. armada s. f. armata. armadiu s. m. (anche armariu) armadio. armadura s. f. armatura (struttura edilizia). armane v. (armasu e armastu) (anche rmane) 1. rimanere: armane a seccu, restare senza benzina o denaro o altro; armane male, rimanere male; armane pe Sant’Antò, rimanere zitella; armane sciuccu, rimanere senza soldi; me rmastu mpressu, me lo ricordo bene; nu iè rimasti mancu l’occhi pe piagne, ha perduto tutto; nun c’è armastu tantu, c’è rimasto poco tempo o poca roba. 2. rimanere meravigliato: me ffa armane, mi meraviglia. 3. morire: c’è armastu, è mortu; ce pudessi rmane, imprecazione. Armannu n. p. Armando.armariu s. m. vd. armadiu. armasse v. armarsi. armellì s. m. ermellino (voce it. obsoleta). armenu avv. almeno. armistizziu s. m. armistizio. armuà s. m. rur. armadio. armunìa s. f. armonia: tra de lora c'è n'armunia!, tra di loro non c'è accordo. arnese s. m. arnese: arnese da galera, canaglia; che arnese!, che tipo! Arnestu n. p. Ernesto. arostu s. m. arrosto. arsenigu s. m. arsenico. Arsilia n. p. Ersilia. arsumìiu s. m. (anche rsumiu) ritratto: me su fattu n arsumiu, mi sono fatto una foto. arsuscidà v. (anche rsuscidà) risuscitare. arte s. f. 1. mestiere: senz'arte nè pparte, senza occupazione né mezzi. 2. fà tuttu n'arte, essere noiosi. 3. Prov. mpara l’arte e mettela da parte , impara un mestiere e fanne tesoro.; né de venere né de marte, nun se sposa, nun se parte, nun se dà princibiu all’arte, né di venerdì, né di martedì non ci si sposa, non si parte, non si iniziano lavori; Artè n. p. Artemio. arteriuscleròdigu agg. arteriosclerotico. artesgianu s. m. (anche artisgianu) artigiano. artierìa s. f. artiglieria. artiffisciale agg. artificiale. artigulazziò s. f. articolazione. artigulu s. m. 1. articolo. 2. tipo: arda che artigulu!, guarda che tipo! artisgianadu s. m. artigianato. artisgianale agg. artigianale. artisgianu s. m. vd. artesgianu. artista s. m. persona molto brava: sì n artista!, sei molto bravo! artistigu agg. artistico. artiu s. m. artiglio. artru agg. e pron. vd. antru. arturnà v. (anche rturnà e turnà) ritornare: i conti nun m'artorna, i conti non mi tornano. arturnasse v. tornare indietro (sin. di sturnasse). aruplanu s. m. aeroplano. aruportu s. m. aeroporto. Arzìlia n. p. Ersilia. arzillu agg. arzillo: è gnente arzillu!, è molto vivace. asca s. f. vasca. ascedellu s. m. acetello. ascididà s. f. acidità. ascedò s. m. acetone. ascedu s. m. aceto: sottascedu, sottaceto. asceme avv. rur. insieme. ascensiò s. f. ascensione (festa). àscenu s. m. acino: ha ccoltu su brodu e asceni, ha preso tutto senza distinguere. àsceru s. m. acero. ascessu s. m. ascesso. ascidisse v. inacidirsi. 1ascidu s. m. acido: ascidu muriadigu, l’acido muriatico (cloridrico). 2ascidu agg. antipatico: è cazzi ascidi o amari, le cose vanno male; quant'è ascidu!, quanto è antipatico! ascinellu s. m. dim. di ascenu. asculà agg. e s. m. ascolano. Asculi (Piscenu) n. p. Ascoli Piceno. asgenzia s. f. agenzia. asgidà v. agitare. asgidadu p. pass. e agg. agitato. asgidazziò s. f. agitazione. asillu s. m. asilo. asinu s. m. asino (meglio sumaru). asperu agg. aspro. Aspiu n. p. Aspio. aspru agg. aspro. aspu s. m. aspo. asse s. m. asso (nel gioco delle carte). assegnu s. m. assegno. assusciazziò s. f. associazione. àstigu! inter. esclamazione di sorpresa. astrunumia s. f. astronomia. asula s. f. asola. atleda s. m. atleta. atledigu agg. atletico. attaccu s. m. attacco: attaccu de nervi, attacco di nervi; attaccu de tosce, attacco di tosse. attentadu s. m. attentato. attente avv. (anche ttente, attenti) mette su l’attenti, far rigare dritto; stà ttente o bbadà a stà ttente, fare attenzione. attenzziò s. f. attenzione. atteraggiu s. m. atterraggio. attiidà s. f. attività. attimu s. m. attimo. attiu agg. attivo. attrezzadura s. f. attrezzatura. attrezzu s. m. attrezzo (sin. di urdegnu). attridu s. m. attrito. attu s. m. 1. atto. 2. gesto: ha fattu attu de menamme, ha minacciato di darmele. atumbulanza s. f. autoambulanza. augadu s. m. avvocato: mette n augadu, nominare un avvocato. auguri s. m. (solo pl.) auguri. avanti avv. e prep. v. aanti. avè v. (anche aè, è) 1. avere: è molto più usato ecce (vd.). 2. dovere: cù s’ha da ffà?, che cosa si deve fare?; cù vv’ho da dì?, che cosa vi debbo dire?; ha da venì, deve succedere; hi da sentì, sentirai che punizione; nun ha da esse, non deve succedere. avecce v. vd. avè. aventura s. f. avventura. avesse v. aversi: aessela a mmale o piassela, prendersela. aviadore s. m. aviatore. aviazziò s. f. aviazione. avvanzu s. m. avanzo, scarto: avvanzu de galera, cattivo soggetto; i avvanzi, gli scarti del mangiare. avvià v. iniziare, mettere in movimento. avviamentu s. m. scuola di avviamento professionale: sotta l'avviamentu, Via Michelangelo. avvisu s. m. avviso. avviu s. m. avvio. azzardu s. m. azzardo: è n azzardu, è un rischio. azzennà v. accennare. azzennu s. m. accenno. azzienna s. f. azienda. azziga s. f. istigazione: dà l'azziga, provocare. azzigà v. provocare, stuzzicare. azzigu s. m. richiamo nella caccia. azziò s. f. azione. azzòdu s. m. azoto. azzuru agg. azzurro.
B
bà voc. babbo. bàa s. f. bava: che bbaa!, che rottura!; è na baa, scì, è proprio una rottura. baarola s. f. (anche baarolu) bavaglino. baarolu s. m. vd. baarola. babà inter. inf. babbo. babbalò s. m. scemo. babbeu s. m. babbeo. babbu s. m. babbo: a babbu mortu, chissà quando; bàbbedu, tuo padre; bàbbessu, suo padre; babbu miu, mio padre o babbo mio (anche voc. ed escl.); coccu de babbu, cocco di babbo. babbuì s. m. 1. babbuino. 2. sciocco. baccinella s. f. (anche bascinella) bacinella. baccu s. m. (anche baioccu, baoccu e boccu) soldo: costa un boccu, costa molto; nun c’ho un baccu, non ho denaro; nun fa un boccu de dannu, non fa danno affatto. Bachicca soprannome. bacuccu agg. 1. molto vecchio: vecchiu bacuccu, vecchio rimbecillito (da Abacuc). 2. soprannome. badezzà v. battezzare. badezzu s. m. (anche battesemu) battesimo: piscià ntel badezzu, essere sfortunato; tenè a badezzu, fare da padrino o madrina. badoccu s. m. (anche badocculu) battaglio: sunà a bbadoccu, il suono delle campane nei funerali. badocculu s. m. vd. badoccu. badosta s. f. batosta. baduffulu s. m. batuffolo. badurlasse v. comportarsi in modo da perdere tempo inutilmente. badurlò s. m. perditempo. bàeru s. m. bavero. baffò s. m. uomo con baffi lunghi; per anton. Stalin. baffu s. m. 1. baffo: me fai un baffu!, non mi metti paura; ride sotta i baffi, ridere di nascosto. 2. Baffi de legnu soprannome. baffudu agg. 1. baffuto. 2. Prov. donna baffuda, sempre piasciuda, la donna con i baffi è sempre piaciuta. bagaiu s. m. bagaglio. bagalà s. m. 1. baccalà. 2. stupido. 3. soprannome. bagalide s. f. bachelite. bagarellu agg. nelle espr. lusce bagarella, luce fioca; occhiu bagarellu, occhio assonnato (forse da vagherello). bagarì s. m. bagarino. bagarozzu s. m. 1. bacherozzo (scarafaggio). 2. soprannome del prete. baghega s. f. bacheca. baghegu agg. languido: occhi bagheghi. bagnà v. bagnare (più usato mullà). bagnarola s. f. tinozza. bagnarulada s. f. contenuto di una tinozza. bagnì s. m. bagnino. bagnolu s. m. impacco: fà i bagnoli, fare gli impacchi. bagnu s. m. bagno: mette a bbagnu, mettere in ammollo; va ffa n bagnu, euf. per va ffa n culu. bagnumaria, a loc. avv. a bagnomaria. Bagonchi soprannome. baìcchia s. f. bava (da baa). baida s. f. baita. baioccu s. m. vd. baccu. baiucchettu s. m. dim. di baioccu. baiunetta s. f. baionetta. balcò s. m. balcone (più usato terazza). balcunada s. f. balconata. baldacchì s. m. baldacchino: l baldacchì del domu, il baldacchino del duomo (per citare una cosa grandiosa, ma inverosimile). Baldì n. p. dim. Ubaldino. Baldu n. p. Ubaldo. balena s. f. 1. balena. 2. donna grossa. balenu s. m. attimo: ha fenidu nt'un balenu, è stato molto veloce a finire. balìu s. m. nell'espr. fà baliu, marinare la scuola (scolast.) (sin. di fà seghì). ballà v. 1. ballare: cume me soni, te ballu, mi comporto in conseguenza del tuo comportamento. 2. Prov. quannu nun c’è l gattu, i sorci balla, quando non è presente il principale, i subordinati non lavorano. ballada s. f. ballata (giro di ballo). balladoiu s. m. ballatoio. ballarì s. m. 1. ballerino. 2. volubile: è un pò ballarì, cambia spesso opinione; nun me ffa’ l ballarì, parla schietto. 3. soprannome. bàlleru s. m. mollusco di mare. ballettu s. m. balletto. ballu s. m. ballo. balordu agg. balordo, strano. baluba s. m. persona rozza. baluscu agg. 1. ipovedente. 2. detto del tempo incerto. balusginà v. lampeggiare (del cielo). balza s. f. (anche bazza) 1. bazza (nel gioco delle carte). 2. estens. occasione favorevole. 3. episodio. balzamella s. f. vd. basgiamella. balzemu s. m. balsamo. balzu s. m. rur. intreccio di spighe. bambasgia s. f. bambagia: campà nte la bambasgia, vivere con comodità e senza pensieri. bambinellu s. m. per anton., Gesù Bambino: fai ncazzà pure l bambinellu, fai arrabbiare proprio tutti. Bambinu soprannome. bambocciu s. m. sciocco. bambula s. f. 1. bambola. 2. donna bella, ma senza personalità. bambulottu s. m. bambolotto. Bambuzzettu n. p. Benvenuto Bambozzi (1809-1875). banana s. f. 1. banana. 2. euf. per pene. banca s. f. 1. panca. 2. banca. bancherella s. f. bancarella. banchettu s. m. banchetto. bancò s. m. bancone (tavolo di artigiano o di vendita). bancu s. m. 1. banco. 2. (rafforz.) è più dura d’un bancu, non si riesce a fargliela capire; è seriu cum’un bancu, è molto serio; è sordu cum’un bancu, è molto sordo. 1banda s. f. (anche banna) banda musicale. 2banda s. f. grossa puzza: sente che bbanda!, senti che puzza! bandidu s. m. bandito. bandierola s. f. 1. bandierina. 2. voltagabbana: si pprobiu na bandierola, sei veramente un voltagabbana. bànghede inter. bang. banna s. f. vd. 1banda. banniera s. f. bandiera: banniera roscia, simbolo del movimento operaio. baoccu s. m. vd. baccu. baosu agg. 1. bavoso. 2. noioso. bapore s. m. vapore. bara s. f. 1. bara: la bara da mortu. 2. barra: na bara de feru. barà v. barare. Barabba soprannome. baracca s. f. baracca: bbandonu baracca e burattì, abbandono tutto e tutti. baracchì s. m. apparato ricetrasmittente amatoriale. baraccò s. m. baraccone. baraonna s. f. baraonda. barattà v. barattare. barattu s. m. baratto. barattulada s. f. colpo dato con un barattolo. barattulu s. m. barattolo. barba s. f. barba: barba di fradi, barba di cappuccino (erba); fà venì la barba, essere noioso; m’hi fattu na barba, mi hai stancato. barbabbiedula s. f. barbabietola. barbacà s. m. 1. barbacane (foro edilizio). 2. soprannome. barbàia s. f. doppio mento. barbàiu s. m. bargiglio (escrescenza degli uccelli). Barbaroscia n. p. Barbarossa. barbasgianni s. m. sciocco. Barbera n. p. Barbara. barberu agg. barbaro. barbì s. m. mento. barbieru s. m. barbiere. Barbina soprannome. barbò s. m. 1. uomo senza dimora. 2. uomo con la barba lunga. barbosu agg. barboso. barbudu agg. e s. m. barbuto. barbuiu s. m. rur. gorgoglìo. barca s. f. barca: ndà in barca, avere la testa che gira. barcalèa s. f. asta per fare il pagliaio della barcò s. m. 1. grossa barca. 2. rur. ammasso di covoni. bardascettu s. m. dim. di bardasciu bambino: me piasce cula bardascetta, mi piace quella ragazzina. bardasciada s. f. ragazzata. bardasciottu s. m. accr. di bardasciu bambinone. bardasciu s. m. bambino: bbadà i bardasci, sorvegliare i bambini; da bardasciu, da bambino; si probiu n bardasciu, ti comporti da bambino. bardottu s. m. bardotto. bare s. m. bar (più usato caffè). barìdunu s. m. baritono. bariera s. f. barriera. barò s. m. barone. Barone soprannome. Bartulumeu n. p. Bartolomeo. baru s. m. baro. barzottu agg. immaturo: mezzu barzottu, riuscito male, né carne né pesce. basasse v. basarsi. bascinella s. f. vd. baccinella. basciu s. m. baco. bascu s. m. basco. bascùia s. f. bascula. basettò s. m. 1. lunga basetta. 2. chi porta lunghe basette. basgì s. m. dim. di basgiu. basgià v. baciare. basgiamella s. f. (anche balzamella e besgiamella) besciamella. basgiu s. m. bacio: al basgiu, squisito; te lu magnerissi de basgi, è molto carino (riferito ad un bambino). basgiù s. f. abat-jour. Basì n. p. Basilio. basilligu s. m. basilico. bassu agg. 1. basso: paesi bassi, sedere. 2. Prov. quannu la Pasqua è bassa, l freddu prestu lassa; ma sci casca più in là de mezz'aprile, nun va scalzu né l povru né l gentile, con la Pasqua bassa il freddo se ne va presto, ma se la Pasqua supera la metà di aprile, il freddo si fa sentire da tutti. basta inter. basta: famu che basta, finiamola; punt’e bbasta, senza obiezioni. basta che loc. cong. purchè: basta che ce viene, purché ci venga. bastà v. bastare: famu che basta, finiamola; nu ie basta mai, non è mai soddisfatto. bastardu s. m. 1. bastardo. 2. carogna. Bastià n. p. Sebastiano. bastimentu s. m. bastimento. bastò s. m. bastone: bastò pe lu stracciu, bastone usato per pulire i pavimenti; mette i bastò ntra le rode, ostacolare. bastuncellu s. m. dim. di bastò (anche bastuncì) bastoncino. bastuncì s. m. dim. di bastò vd. bastuncellu. battaia s. f. battaglia: ha fattu più battaie la tua suttana che tutta la marina amerigana, inizio di uno stornello. battaiò s. m. battaglione. 1batte v. (battudu) 1. battere: batte le mà, battere le mani. 2. (sottint. l marciapiede) esercitare la prostituzione. 3. rur. trebbiare. 2batte s. m. rur. trebbiatura (sin. di battidura). battecca s. f. bacchetta: tenè a bbattecca, far rigare dritto. batteclò s. m. tazza del bagno (da water close). battecùlu s. m. batticulo (colpo preso battendo il sedere). battelardu s. m. tagliere. battemà s. m. battimano. battemuru s. m. gioco consistente nell’accostare il più possibile una moneta lanciata al muro. battepagni s. m. battipanni. battereccia s. f. battito. battescoba s. m. battiscopa. battesemu s. m. vd. badezzu. battestrada s. m. battistrada. batticore s. m. batticuore. batticulu s. m. colpo preso battendo il sedere per terra. battidu s. m. battito. battidura s. f. sin. di 2batte. battistangula s. f. crepitacolo (strumento che viene battuto nel periodo prepasquale, quando non suonano le campane). Battistu n. p. Battista. battona s. f. prostituta. battuda s. f. battuta. battudu s. m. (anche sbattudu) 1. trito di carne o altro; battudu pi sceguli, rimedio per grossi foruncoli. 2. soprannome. bau bau s. m. inf. cane. baulle s. m. baule. bazza s. f. vd. balza. Bazzarò soprannome. bazziga s. f. bazzica (gioco di carte). bazzigà v. bazzicare: bazziga male, va male. bazzottu agg. 1. bazzotto. 2. (estens.) tempu bazzottu, tempo incerto. bazzuga s. m. bazooka. bbacchià v. abbacchiare. bbada, a locuz. avv. tenè a bbada, badare. bbadà v. 1. badare: bbadà i bardasci, sorvegliare i bambini; bbadà le pegure, custodire le pecore; ma va’ a bbadà i porchi, cialtrone!. 2. fare attenzione: bbada a stà attente, cerca di fare attenzione; c'hu bbadadu tantu, ci ho posto molta attenzione. bbadessa s. f. badessa: madre bbadessa, un donna che comanda. Bbadia n. p. Abbadia. 1bbaià v. 1. abbaiare. 2. Prov. cà che bbaia, nun mocciga, una persona che urla, non fa del male. 2bbaià v. abbagliare. bbaiada s. f. abbaiata: è cume na bbaiada de cà, tanto rumore per nulla. bbandunà v. abbandonare: bbandonu baracca e burattì, abbandono tutto e tutti. bbassà v. abbassare. bbassamentu s. m. abbassamento. bbassasse v. 1. abbassarsi. 2. umiliarsi: nu mme bbassu a diie se robbe, non mi umilio a dirgli queste cose. bbastunà v. bastonare (più usato menà). bbastunada s. f. bastonata: fraccu de bbastunade, mucchio di bastonate; massagrà de bbastunade, dare tante botte. bbattesse v. (bbattudu) abbattersi. bbedì v. ubbidire. bbeerà v. abbeverare. bbellì v. abbellire. bbestia s. f. vd. bestia. bbi s. f. bi (lettera dell’alfabeto). bbidiente agg. ubbidiente. bbidienza s. f. ubbidienza. bbiduà v. abituare. bbiduadu part. pass. e agg. abituato. bbiduasse v. abituarsi. bbidudine s. f. abitudine. bbìduu agg. rur. abituato. bbiocca s. f. 1. chioccia. 2. sonno: m’ha presu na bbiocca, mi sto addormentando. bbiru s. m. biro: penn'a bbiru, penna a sfera. bbobba s. f. vd. sboba. bbotta s. f. 1. scoppola: a bbotta calda, subito; bbotta de culu, colpo di fortuna; de bbott’e cchioppu, all'improvviso; gunfià o scruscià de bbotte, bastonare molto; la bbotta del minchiò, fregatura; sentirai la bbotta se nun si sordu, ti accorgerai delle conseguenze. 2. volta: pe sta bbotta, per questa volta; tutta na bbotta o tuttu de na bbotta, all'improvviso; tuttu nte na bbotta, tutto insieme. bbottu s. m. 1. botto. 2. de bbottu o tuttu (nte) n bbottu o de bott’e cchioppu, all'improvviso. bbrunzasse v. abbronzarsi. bbrusgià v. bruciare: brusgià l’aria, rafforz., es. c’ha na faccia da delinguente che bbrusgia l’aria, ha un aspetto da delinquente molto evidente; iè bbrusgia, gli dà fastidio; iè bbrusgia l culu, ha molta fretta. bbrusgiadicciu agg. bruciaticcio. bbrusgiadore s. m. bruciatore. bbrusgiadura s. f. bruciatura. bbrusgiore s. m. bruciore. bbuccà v. entrare: fadelu bbuccà, fatelo entrare; bbocca drentu, entra; bbocca su (rur.), entra in casa; bbuccacce, entrarci (sin. di cabecce). 1bbuccada s. f. boccata: bbuccada d’aria, boccata d’aria. 2bbuccada s. f. entrata. bbuccadellu agg. gradevole: vì bbuccadellu, vino gradevole. bbuccadò s. m. manrovescio. bbuccalò s. m. (anche bugalò) boccalone (credulone). bbuffà v. bluffare nei giochi. bbuffasse v. abbuffarsi. bbugà v. (anche bbusgià, sbugà e sbugià) bucare: ho bbugadu, ho forato un copertone. bbugadu p. pass. di bbugà e agg. bucato: ecce l cervellu bbugadu, capire poco. bbugu agg. bucato: ecce le mà bbughe, spendere troppo. bbunà v. abbonare. bbunnante agg. abbondante. bbunnanza s. f. abbondanza. bbuscà v. prendere le botte. bbusgià v. vd. bbugà. bbussu s. m. vd. lisgiu. 1bè s. m. 1. bene: bè de Dddiu, abbondanza soprattutto di cibi; opra de bè, azione di carità; pasce e bbè (iron.), fate come volete, a vostra responsabilità; vulè bbè, amare. 2. Prov. nun fa l male, ch’è peccadu, nun fa l bè, ch’è spregadu, non fare il male, perchè è peccato, non fare il bene, perchè è inutile. 2bè avv. 1. bene: bè u mmale, in un modo o nell’altro; ben bè o multu bè o per bè, molto o molto bene: bruttu bè, molto brutto; buttà bè: andare bene; fà bè, fare bene alla salute; fà per bbè, comportarsi bene; fà u per bè u per gnente, agire bene o non agire affatto; fattu bè, benfatto; ha buscadu per bè, ne ha prese molte; ha piuudu per bè, è piovuto molto; hi rottu ben bè, hai scocciato molto; me sta bè, mi va bene; na perzona per bè, una persona distinta; pià bbè, reagire bene; purtà bbè, portare fortuna; purtà bbè i anni, apparire giovane; rompe ben bè, scocciare molto; stamme bè, arrivederci; su bè che su meiu (rur.), dunque; truasse bè, trovarsi a proprio agio; va bè, risposta che esprime consenso; venì bbè, risultare bene; vulè bbè o ben vulè, amare. 2. Prov. chi nu vole bè a le bestie, nu vole bè mancu ai cristià, chi non ama gli animali, non ama nemmeno le persone. 3bè v. vd. bèe. Beadrisce n. p. Beatrice. beadu agg. beato: beadu a tte, beato te. beanda s. f. bevanda. becca s. f. seme della zucca: giugà a le becche, gioco di bambini fatto tirando le becche. beccà v. 1. colpire col becco. 2. punzecchiare. 3. guadagnare. 4. Prov. gallina che nun becca, ha beccadu, chi non cerca una cosa, vuol dire che l'ha già trovata (spesso con riferimento all’attività sessuale). beccaccì s. m. berretto. beccada s. f. beccata. beccaffigu s. m. scemo. beccamortu s. m. (anche becchì) 1. becchino. 2. stupido. becchì s. m. vd. beccamortu. beccò s. m. beccone (sciocco). beccu s. m. becco: mette l beccu, intromettersi. beccucciu s. m. beccuccio (sporgenza del bordo di un recipiente). beda s. f. beta (lettera dell’alfabeto greco). Bedlemme n. p. Betlemme. bedollu s. m. rur. 1. tipo di albero. 2. stupido. 3. persona alta. beduì s. m. scemo. bèe v. (beudu) (anche bè) 1. bere: bee (o biastimà) cume n turcu, bere (o bestemmiare) molto; careggia l vì e bee l’acqua, lavora e non guadagna; te digu de scì, te pagu da bè, accetto pienamente. Sostant. l da bee, le bevande. 2. credere ingenuamente. bee fonos. verso della pecora: fà bee, belare. beerò s. m. rur. 1. brodaglia per gli animali. 2. bevanda disgustosa. 3. soprannome. beffana s. f. befana. Beffania n. p. 1. Epifania. 2. Prov. Nadale e Beffania, tutte le feste se porta ia, dopo Natale e l'Epifania le feste sono finite. beffolcu s. m. (anche sbeffolcu) bifolco (rozzo). begonzu s. m. stupido (da bigoncio, recipiente). begu agg. guercio. beidore s. m. bevitore. bel agg. vd. bellu. belà v. (anche sbelà) belare. belancia s. f. bilancia. belancià v. bilanciare. bellaìda, in loc. avv. poco vestito: scappà in bellaida, uscire poco vestito (da bella e ida). bellezza s. f. bellezza: è le sette bellezze, è molto bello; funziona che è na bellezza, funziona benissimo. 1bellì s. m. inf. giocattolo: se sti zittu, mamma te dà un bellì, se te la finisci, mamma ti fa un regalo. 2bellì agg. bellino (dim. di bellu). belligu s. m. ombelico: scioie l belligu, far morire il neonato (in tono minaccioso). bellimbustu s. m. bellimbusto. bellu (anche bel, ber) 1. agg. bello: bella cume l culu de la padella, (iron.) brutta; bellu da matti, molto bello; chi bellu vo cumparì, calche dulore ha da suffrì , occorrono sacrifici per ottenere risultati; fasse bellu, pavoneggiarsi; nun è bella pre gnente, la situazione è difficile. 2. Prov. chi è bellu, è permalosu, chi è bruttu, è dispettosu, chi è bello, è permaloso, chi è brutto, è dispettoso. 3. agg. sost. il bello: l bellu è che nun lu disce, il bello è che non lo dice. 4. (rafforz.) è bell'e fenidu, è quasi finito; è na bella pugnetta, è un bell’imbroglio; è na bella sciffra, costa un bel po’; è probiu un bell’amigu, è un cattivo amico; ha fattu n bel cristu, ha fatto un grosso capitombolo; me so bell’e ccortu, mi sono proprio accorto; un bel ppò, molto. Benedettu, san n. p. 1. san Benedetto. 2. Prov. a san Benedettu tutte le rondule sott’al tettu, per il 21 marzo le rondini sono ritornate. benedì v. benedire: ndà a ffasse bbenedì, andare in quel paese. benedizziò s. f. benedizione: i ha mannadu na benedizziò, gli ha mandato un accidente; - la santa benedizziò. – Diu te benediga. beneffiscenza s. f. beneficenza. beneulenza s. f. benevolenza. benfattu agg. benfatto. Beniamì n. p. Beniamino. Benidu n. p. Benito. benna s. f. benda. bennadu agg. bennato. bentruadu inter. bentrovato. benturnadu inter. bentornato. benvenudu inter. benvenuto. benvistu agg. stimato. benvulè v. (solo all'inf.) benvolere: pià a benvulè, prendere a benvolere. benvuludu agg. benvoluto. benzina s. f. benzina: fà bbenzina, acquistare la benzina. ber agg. (raro) bello: è un ber bardasciu, è un bel bambino. beretta s. f. (anche bretta) berretta. berettu s. m. (anche brettu) berretto. bersò s. m. pergolato. Bertoldu n. p. 1. Bertoldo. 2. persona rozza, ma furba. Bertu n. p. Alberto. berzaieru s. m. bersagliere. berzaiu s. m. bersaglio. berzò s. m. pergolato (dal franc. berceau). besaccia s. m. bisaccia. besacciò s. m. persona malandata. besciga s. f. vd. bisciga. bescigà v. (anche biscigà e mbiscigà) vescicare. besgiamella s. f. vd. basgiamella. bestia s. f. 1. animale: mancu le bbestie lu fanne, azione ignominiosa; pora bestia, povera bestia (riferito anche a persona). 2. Prov. chi nu vole bè a le bestie, nu vole bè mancu ai cristià, chi non ama gli animali, non ama nemmeno le persone. 3. rur. animali domestici da lavoro. bestiò s. m. accr. di bestia persona grande e grossa, ma di poco cervello. besugnà v. rur. bisognare. Bettu n. p. Benedetto. beuda s. f. bevuta. beudu p. pass. di bee. bì bì fonos. richiamo per il pollame. Biancanee n. p. Biancaneve. biancu agg. bianco: biancu o chiara de l’ou, albume; ndà in bbiancu, non realizzare un convegno amoroso; pà bbiancu, pane di grano; vì bbiancu, vino bianco. Bianculì n. p. di vacca. biancuspì s. m. biancospino. biardu s. m. biliardo. biasgetta s. f. fascia per neonati. Biasgiu n. p. Biagio. biastima s. f. bestemmia. biastimà v. bestemmiare: biastimà a bocca sotta, bestemmiare molto; biastimà cum'un porcu, bestemmiare molto; nun vedecce mancu a biastimà, non vederci affatto. Biba soprannome. bibbiudega s. f. biblioteca. biberò s. m. biberon. bibì s. m. inf. 1. pene. 2. piccolo animale. Bibia s. f. Bibbia. Bibiana, santa n. p. 1. santa Bibiana. 2. Prov. Santa Bibiana, quaranta dì e na settimana, se piove a Santa Bibiana (2 dicembre), l’inverno sarà piovoso. bibida s. f. bibita. bic tà loc. fonos. richiamo per polli. bicchiere s. m. bicchiere: culu de bicchiere, brillante falso o lente spessa; fasse un bicchiere, bere un bicchiere; un bicchiere colmu o rasu, un bicchiere pieno. bicchierì s. m. 1. bicchierino: s’è fattu n bicchierì, ha bevuto un bicchierino. 2. soprannome. bicchierola s. f. bevuta amichevole. bicchieru s. m. rur. bicchiere. bidè s. m. bidet. bidellu s. m. bidello. bidò s. m. 1. bidone (sin. di buzzigu). 2. fregatura. bidume s. m. bitume. bidunada s. f. fregatura. biede s. f. pl. (anche biedule, ubbiede) bietole. bièdule s. f. pl. vd. biede. biettaru s. m. bigliettaio. biettu s. m. biglietto. Bifera soprannome. biffurcudu agg. biforcuto. bigarbunadu s. m. bicarbonato. bigattu s. m. bigatto. bighini s. m. bikini. Bigò soprannome. bigottu s. m. e agg. bigotto. bigudì s. m. bigodino. bilanciu s. m. bilancio. biligu s. m. bilico. binariu s. m. binario. binda s. f. tipo di pera. bindella s. f. rur. nastro. binogulu s. m. binocolo. biocca s. f. 1. chiocciola. 2. sonno: me t’ha presu na biocca, mi ha preso molto sonno. biondu agg. e s. m. vd. bionnu. bionnu agg. (anche biondu) biondo. bira s. f. birra. biracchiò s. m. sin. di birbacciò. birbacciò s. m. birbante (f. birbacciona). birbada s. f. birbonata. birbarìa s. f. birbanteria. Birbesina soprannome. birbò s. m. grosso birbante. birbu agg. birbo. birbunada s. f. birbonata. birbuneria s. f. birboneria. biribisse s. m. bimbo vivace. birighì (anche bricchì) s. m. e agg. birichino. birillu s. m. birillo. Birocciò soprannome. birocciu s. m. barroccio: me pare la madonna di birocci, è una donna molto truccata (richiama quelle dipinte sui barrocci). biru s. m. birro. birucciaru s. m. barrocciaio. Bisanò soprannome. bisbedigu s. m. e agg. bisbetico. bisbià v. bisbigliare. bisbuccià v. bisbocciare. bisbucciada s. f. bisboccia. bisbucciò s. m. bisboccione. Biscacciu soprannome. Bisce n. p. dim. di Beadrisce. bischeru s. m. 1. furbacchione. 2. personaggio di “E’ mortu Bischeru” (canzone). biscicchia s. f. cispa. biscicchiò s. m. 1. cisposo. 2. (offens.) scemo. biscicchiosu s. m. e agg. cisposo. bisciga s. f. (anche besciga) 1. vescica del maiale. 2. vescica (lesione della pelle): s'è fattu na bella bisciga, si è procurato una grossa vescica. biscigà v. vd. bescigà. biscigletta s. f. bicicletta. biscottu s. m. biscotto. bisellì s. m. vezzegg. piccolino: bisellì de nonna. bisellò s. m. 1. sciocco. 2. caro, amato. bisellu s. m. 1. pisello. 2. pene. bisgiu agg. (detto del tempo) bigio. bisgiù s. m. gioiello: è un bisgiù, è molto bello (franc. bijou). bisognu s. m. 1. bisogno. 2. bisogno corporale: fà un bisognu, andare di corpo. bisontu agg. bisunto. bisse avv. bis. bissulfidu s. m. bisolfito. bisugnà v. bisognare: biogna, bisogna; bigneria (anche gnaria), bisognerebbe; gna, bisogna: gna che te la finisci, è ora che la smetti. bisugnosu agg. bisognoso. bitte agg. beat. bittenicche s. m. beatnik. biulosgigu agg. biologico. biundì agg. dim. di biondu e s. m. biondino. biunnezza s. f. biondezza. biviu s. m. bivio. bizzòccheru (anche bizzoccu) s. m. bizzoco (bigotto). bizzoccu s. m. vd. bizzoccheru. blè agg. blu. bleffà v. bluffare. bloccu s. m. blocco. bloccu-nòdese s. m. block-notes. bluccà v. bloccare. bluccasse v. 1. fermarsi. 2. smettere di parlare. blucchettu s. m. dim. di bloccu taccuino per appunti. blusginze s. m. pl. blue-jeans. blusottu s. m. blusotto. 1bò s. m. 1. bue (pl. bò) bue: magnà cum'un bò, mangiare molto; magnasse l bò cu i corni, mangiare esageratamente; mette l caru daanti ai bò, agire in modo prematuro; occhi da bò, occhi molto grandi; ou a occhiu de bò, uovo alla coque. 2. Prov. chiude la stalla quannu i bò è scappadi, apportare un rimedio tardivo; moie e boi dei paesi tuoi, sposare chi si conosce meglio; Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno; tira più un pelu de figa che centu bò, la donna ha molto potere sull’uomo. 2 bò inter. non so. boba s. f. specie di pesce. Bobi n. p. di cane. bocca s. f. 1. bocca: a bbocca sotta, disteso con la pancia in giù; a bbocc’aanti, in avanti; aprì bbocca, parlare; ecce nte la bocca, parlarne sempre; bocca brencia, insoddisfatto; bocca cencia, chi non sa mantenere segreti; bocca de fregna o de figa, epiteto offens. o persona esigente; bocca tenta, appellativo scherzoso (anche musu tentu); buccaccia mia, statte zzitta!, è meglio che non parli; ecce la bocca amara, essere molto nervosi; ecce la bocca cume l fele, avere l’alito cattivo; ecce la bocca cume n fornu, avere molto appetito; ecce la bocca cum'un leò, mangiare molto; ecce la bocca cusgida, non parlare affatto; ecce tuttu al paru de la bocca, avere tutte le comodità; esse de bocca bona, preferire il cibo migliore; esse nte la bocca de tutti, costituire argomento generale; fà la bocca, abituarsi ad un sapore; leasse l pà da la bocca, fare sacrifici; mette bocca, intervenire in un discorso o iniziare a desiderare; piagne o biastimà a bocca sotta, piangere o bestemmiare molto; purtà pe bbocca, dire male di qualcuno; rffasse la bocca, mangiare bene dopo aver mangiato male; rlaede (o sciacquede) la bocca prima de discorre cu mme, bada come parli; storce la bocca, torcere la bocca; tenè la bocca cchiusa, non raccontare niente; ttappà la bocca a calchidù, rispondere con argomentazioni convincenti. 2. Prov. quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. 1bòcchesse s. f. boxe. 2bòcchesse s. m. box. boccia s. f. boccia: menà le bocce, colpire le bocce. boccu s. m. vd. baccu. bocculu s. m. ricciolo di capelli. bòdula s. f. botola (ant. bodola). 1boia s. f. bolla, vescica. 2bòia s. m. 1. boia. 2. (scherz.) si un boia, sei un cattivone. 3. nelle bestemmie e nelle imprecazioni: boia de...: boia de la miseria! 4. maledetto: cul boia de Nerò, maledetto Nerone; un penzieru boia, un proposito maledetto. 5. c’ho un freddu boia, sento molto freddo. boiscàutte s. m. boy-scout. bolle v. (bullidu) vd. bullì. bollu s. m. bollo. bolza s. f. tosse. bolzu agg. bolso. bomba s. f. bomba: bomba tommiga, bomba atomica; tuffu a bbomba, tuffo col corpo raggomitolato. Bombacì soprannome. bombu s. m. mollusco. bombula s. f. bombola. bon agg. vd. bonu. bona avv. e loc. avv. a la bona e a la bona de Ddiu, alla bell'e meglio; iè va bona, gli gira bene. bonagrazzia s. f. garbo. bonomu s. m. buonuomo. 1bonu agg. (anche bon) 1. buono: a bon ppuntu, ben avviato; bona donna, puttana (antifr.); boni e sboni, buoni e cattivi; bonu cume l pà, molto buono; è bonu e caru, ma se iè pia, è buono finché è tranquillo; è bbonu solu a fà la tera pel cesciu, gli rimane solo da morire; ecce bon giogu, avere buone carte; esse bonu, fai il bravo; esse de bocca bona, preferire il cibo migliore; esse na bona furchetta, essere un buongustaio; fiu bonu, figlio legittimo; n bone mà, con persone di fiducia; stà bbonu, stare tranquillo; tempu bonu, bel tempo; tenè bbonu, conservarsi il favore di qualcuno; un pogu de bonu, disonesto; venne pe bbonu, far passare per nuova una cosa vecchia. 2. capace: nun si bbonu a gnè, sei imbranato. 3. formoso: quant’è bbona la fia de Sunta (fil.). 4. bonu!, fermati; fiu de na donna bona!, ragazzo poco serio; bona, quessa!, originale! (riferito ad una battuta o ad una situazione); pià pe bbonu, accettare come valido. 5. Prov. chi nun è bbonu pel re, nun è bbonu mancu pe la resgina, chi non è valido per il servizio militare, non lo è nemmeno per le donne; l vì bbonu sta nte le botte piccole, le buone qualità si trovano nelle persone minute; na madre è bona pe centu fiioli, centu fiioli nun è boni pe na madre, i figli non faranno mai quel che fa una madre. 6. agg. sost. a la bona (de Ddiu), alla meglio; cu le bone, con le buone maniere; ndà bbona, essere di buon umore; u cu le bone u cu le cattie, in qualsiasi modo. 2bonu s. m. buono (documento). bonzu agg. stordito. bora s. f. bora: de bora, verso nord. borcia s. f. 1. noia, seccatura: che bborcia!, che scocciatura!; m’hi fattu na borcia, mi hai scocciato; si na borcia de gnè!, sei molto pesante! 2. occhiaia gonfia. bordu s. m. bordo, orlo. Borgu n. p. Borgo San Giacomo: Porta borgu, Piazza Rosselli. borza s. f. borsa. boscu s. m. bosco. bossulu s. m. bossolo. botta s. f. rur. botte. botte s. f. 1. botte. 2. Prov. l vì bbonu sta nte le botte piccole, le buone qualità si trovano nelle persone minute; vulè la botte piena e la moie mbriaga, non essere mai soddisfatto. Bottegò soprannome. bozza s. f. ammaccatura. bozzu s. m. 1. bozzolo: nun se cumbina n bozzu, non si conclude niente. 2. soprannome. braada s. f. bravata. braccettu, a loc. avv. sottobraccio: ndà a bbraccettu, camminare tenendosi sottobraccio (anche sottu braccettu). braccialettu s. m. dim. di bracciale braccialetto. bracciolu s. m. bracciolo. bracciu s. m. (pl. bracci) braccio: a bbracciu, approssimativamente; i è cascadi i bracci, ha provato delusione. braccu agg. bracco: cà bbraccu, bracco; me pare da fà l cà bbraccu, devo sorvegliare molto. bragalò s. m. trasandato. braghe s. f. pl. mutande: calasse le braghe, cedere; l conte dalle braghe onte, chi si dà le arie; tutt'un culu un par de braghe, simili o complici o molto uniti. bramà v. bramare. brancetta s. f. dim. di brancia 1. piccola foglia. 2. un po': dammene na brancetta, dammene un poco. brancia s. f. foglia: ce rmase le brance, stato di estrema povertà (lat. medioev. ramo, franc. branche di pari sign.). branciola s. f. dim. di brancia 1. fogliolina. 2. un po' (usato come brancetta). 3. la foglia del PRI e, quindi, il PRI (Partito Repubblicano Italiano). brancu s. m. branco: me parede un brancu de matti, mi sembrate tutti fuori di testa. braò s. m. accr. di brau 1. chi ha fama di avere buone qualità. 2. esibizionista: fai l braò, fai l’esibizionista. brasà v. brasare. brasgere s. m. braciere. bràsgia s. f. brace (ant. bragia). brasgiola s. f. braciola. Brasgiulò soprannome. brau agg. bravo: brau!, ce l'hai fatta!; chi ce cabisce, è brau, è difficile a capirci; nt'è brau lù!, quanto è bravo lui!; tutti è brai, quello che fai non è complicato. braura s. f. bravura. breccì s. m. dim. di breccia ghiaietta. breccia s. f. ghiaia. brecciu s. m. sasso: cù c’hai, i brecci ntel cervellu?, non ragioni? bree agg. breve. breettu s. m. 1. brevetto. 2. cuoricino di stoffa con motivo religioso o altro. breffutroffiu s. m. brefotrofio. breiariu s. m. breviario. breidà s. f. brevità. brenciu agg. 1. non maturo. 2. c’hi na bocca brencia, sei insoddisfatto. bretta s. f. vd. berretta. brettella s. f. bretella. brettu s. m. vd. berrettu. bria s. f. briglia. briagu agg. vd. mbriagu. bricchì s. m. vd. birighì. briccò s. m. briccone. Briccu soprannome. bricocculu s. m. 1. albicocca. 2. sempliciotto: è un bricocculu, è uno scemo. brigada s. f. brigata. brigante s. m. 1. brigante. 2. discolo: è probiu n brigante, è un vero discolo. brigattiere s. m. brigadiere. brignoccula s. m. bernoccolo. briidu s. m. brivido: ecce i briidi dal freddu, avere i brividi per il freddo; mette i briidi, suscitare paura. brillà v. 1. girare (forse dall’it. ant. prillare). 2. brillare. brillarostu s. m. girrarosto. brillasse v. brillasse tonnu, girare su se stessi; me s’è brilladu (o sbrilladu) n pia, ho avuto una storta al piede. brillu s. m. e agg. ubriaco. brinada s. f. brinata. briòla s. f. berretto. Brisa soprannome. briscula s. f. 1. briscola (gioco di carte). 2. bastonata: iu dattu na bbriscula, l'ho bastonato. 3. fregatura: s'è presu na bella briscula, ha ricevuto una bella fregatura. 4. colpo: ha dattu na bbriscula a la maghina sua, ha dato un bel colpo alla sua auto. brisculada s. f. briscolata (partita a briscola). brisge s. m. bridge. Brisgida n. p. Brigida. brizzuladu agg. brizzolato. brocculu s. m. 1. cavolo broccolo: le scime di brocculi, le infiorescenze dei broccoli. 2. trasl. scemo: quellu è un brocculu, quello è uno scemo. broda s. f. 1. cattivo brodo o cibo. 2. mescolanza (sin. di mischiettu). brodu s. m. 1. brodo: ndà in brodu de giuggiule, diventare molto felice; pià su brodu e asceni, prendere tutto senza discernere. 2. Prov. gallina vecchia fa bon brodu, una donna matura è appetibile. bronzu s. m. bronzo. bruccadu s. m. broccato. brucchetta s. f. dim. di brocca vd. brucchettu. brucchettu s. m. dim. di brocca (anche brucchetta) brocchino. brudettu s. m. 1. zuppa di pesce. 2. pasticcio: hi fattu n brudettu, hai combinato un pasticcio; scuprì i brudetti o i altarì, scoprire una truffa. brudosu agg. brodoso. brudu agg. bruto. Brudu n. p. Bruto. brudulò s. m. vd. sbrudulò. bruffulu s. m. brufolo. brugà v. brucare. brugna s. f. (anche brugnu) prugna. brugnu s. m. vd. brugna. brugu s. m. bruco. brugula s. f. brugola. brulè s. m. vin brulé. brumbrù s. f. inf. moto. brumbulà v. borbottare (detto dell'intestino). brùmbulu s. m. ghiacciolo naturale. brumuru s. m. bromuro. brunchide s. f. bronchite. brunu agg. bruno. Brunu n. p. Bruno. brusca s. f. spazzola dura. bruscà v. abbrustolire. bruschetta s. f. fetta di pane abbrustolito. Bruschì soprannome. brusciolu s. m. foruncolo. bruscu agg. 1. abbrustolito: la faa brusca. 2. aria brusca, momento difficile; gaggia brusca, gazza scura. 3. ntra luscu e bruscu, al crepuscolo. bruttòriu s. m. persona brutta (si dice per scherno). bruttu agg. 1. brutto: brutta coppia, brutta copia; bruttu bè, molto brutto; bruttu cume n cà, molto brutto; fà bruttu, mettere paura; l bruttu è, la difficoltà sta; pià na brutta piega, prendere un cattivo andazzo; sta bruttu, non sta bene, non va bene; tempu bruttu, cattivo tempo. 2. (rafforz.): bruttu schiffosu!, disgraziato!; de bruttu o del bruttu, molto: è forte del bruttu, è molto forte. 3. Prov. chi è bellu, è permalosu, chi è bruttu, è dispettosu, chi è bello, è permaloso, chi è brutto, è dispettoso. bua s. f. inf. 1. ferita. 2. malattia. buariu agg. boario: Foru Buariu, Foro Boario. bubina s. f. bobina. bubò s. m. inf. fantasma cattivo: neru cume l bubò, molto nero. bubù fonos. inf. 1. per attirare l’attenzione, cui si risponde: sèttete. 2. nell'espr. fà bubù, guardare senza essere visti. buccaccia s. f. spreg. di bocca boccaccia: buccaccia mia, statte zzitta!, è meglio che io non parli; fà la buccaccia, fare il verso. buccadellu agg. gradevole (detto del vino). buccale s. m. vd. bugale. Buccanera n. p. Boccanera: sotta Buccanera, le ripe sopra la chiesa della Pietà in Via Guasino. 1buccetta s. f. piccola bottiglia (anche buccettina). 2buccetta s. f. piccola boccia: giugà a bbuccette. bucchè s. m. bouquet. bucchì s. m. 1. cannello per fumare. 2. (volg.) coito orale. bucchinaru s. m. (volg.) chi pratica il coito orale. buccià v. 1. respingere un alunno. 2. colpire la boccia. bucciada s. f. bocciata. bucciadura s. f. bocciatura. bucciò s. m. (anche budiò) grossa bottiglia. bucciolu s. m. bocciolo. buccò s. m. 1. boccone. 2. parte, pezzo: a ppezzi (o a ttozzi) e bbuccò, in maniera frammentaria; me ne basta n buccò, me ne basta un pezzo; se magna un buccò de pà, ma quant’è duru, la fatica per mangiare è dura. 3. un po’ di tempo: pr un buccò l’hu spettadu, l’ho aspettato per un po'. bùccula s. f. buccola, orecchino (sin. di urecchì). Bucculì n. p. Boccolino di Guzzone (sec. XV), figura mitica della storia osimana. bucculottu s. m. tipo di pasta corta: bucculotti del batte, della trebbiatura. buccuncì s. m. dim. di buccò (anche buguncì) pezzetto. buchè s. m. bouquet. buda s. f. bevuta. budellò s. m. grassone. budellu s. m. 1. budello: budellu gentile, intestino animale usato per insaccare. 2. epiteto offens. riferito alla donna. budì s. m. vd. budinu. budìa s. f. bottiglia: collu de la budia, parte ristretta della bottiglia. budicche s. f. boutique. budietta s. f. dim. di budia bottiglietta. budinu s. m. (anche budì) budino. budiò s. m. vd. bucciò. bueme s. f. bohème. buffa s. f. schiuma. buffalu s. m. bufalo. buffarolu s. m. chi fa i debiti (da buffu1). buffera s. f. bufera. buffì s. m. manrovescio. buffò s. m. ceffone. 1buffu s. m. 1. debito: fà o cumprà a bbuffu, acquistare a debito. 2. Prov. i quadrì e i buffi è cume i dulori: chi ce l’ha, se li tiene, il denaro è come i debiti: chi ce l’ha, lo tiene per sè. 2buffu agg. buffo. buffulu s. m. bufalo. buga s. f. (anche busgia) buca. bugabulariu s. m. (anche vugabulariu) vocabolario. bugadu s. m. bucato. bugadu p. pass. di bugà e agg. buco: avecce l cervellu bugadu, capire poco. bugale s. m. (anche buccale) 1. boccale. 2. soprannome. bugaletta s. f. dim. di bugale. bugalò s. m. 1. vd. bbuccalò. 2. soprannome. buganee s. m. bucaneve. buganella s. f. dim. di buga. buganza s. f. gelone. Bugheru soprannome. bugu s. m. vd. busgiu. buguncì s. m. vd. buccuncì. buiada s. f. puttanata. buiguttà v. boicottare. buiì v. rur. 1. bollire. 2. Prov. more la moie, n’antra ne boie, more l maridu, n antru è mannidu, morto un coniuge, lo si sostituisce subito con un altro. buleru s. m. bolero. bullà v. bollare. bullada s. f. sin. di figada. bulladu p. pass. di bullà e agg. 1. marchiato. 2. carta bullada, carta da bollo. bulladura s. f. bollatura. bullente agg. bollente. 1bulletta s. f. piccolo chiodo. 2bulletta s. f. bolletta: staccà la bulletta, morire. bullettì s. m. 1. bollettino. 2. soprannome. 1bullì s. m. bollino. 2bullì v. (anche bolle) bollire. bullidore s. m. bollitore. bullidu 1. p. pass. di bullì e agg. 2. s. m. bollito. bullidura s. f. bollitura. bullò s. m. bullone. bullore s. m. 1. bollitura. 2. ecce i bullori, essere arrabbiato. bullu agg. e s. m. 1. arrogante. 2. esaltato. 3. messo bene. Bulogna n. p. Bologna. bulugnese agg. e s. m. bolognese. bulzea s. f. difficoltà respiratoria (da bolso, con difficoltà respiratorie). bumba s. f. inf. (anche bumbù) il bere. bumbà v. bombare. bumbacchia s. f. lumaca. bumbadu agg. convesso. bumbadura s. f. bombatura. bumbalò inizio di una filastrocca: Bumbalò, bumbalò, le campane de Piccinò, Piccinò nun c'era, era ndadu a la fiera ecc. bumbarda s. f. bombarda. bumbardà v. bombardare. bumbardamentu s. m. bombardamento. bumbarellu s. m. dim. di bombu piccola lumaca. bumbetta s. f. 1. bombetta. 2. l'anima de Bumbetta, espr. per spaventare i piccoli. bumbù s. f. vd. bumba. bumbuletta s. f. bomboletta. bumbulò s. m. bombolone. bumbuniera s. f. bomboniera. bumme inter. onomat. boom. bunacciò s. m. bonaccione. bunanima s. f. buonanima. Si usa quando si citano i morti: bunanima de tu nonna (oppure tu nonna, bunanima) discea sempre, la tua cara nonna diceva sempre. bunanotte inter. e s. f. buonanotte. bunasera inter. e s. f. buonasera. bunazza s. m. bonaccia: nun è bunazza, l’atmosfera è tesa. bunazzu agg. e s. 1. sensuale. 2. antipatico: è bunazzu, scì, è pesante. buncore s. m. generosità: ecce buncore, essere generosi (da bonu e core). bundì inter. e s. m. 1. buongiorno. 2. Prov. l bundì se vede da la madina, il bel giorno lo si riconosce dal mattino. bungiornu inter. e s. m. buongiorno. buniffiga s. f. bonifica. buniffigà v. bonificare. bunomu s. m. buonuomo. bunora avv. presto: de madina bunora, al mattino presto; più ttardi che bunora, piuttosto tardi (da bona e ora). buntà s. f. 1. bontà. 2. è le sette buntà, è buonissimo; ò, buntà!, ehi, cattivone! buntempò s. m. buontempone. bunzai s. m. bonsai. bunzenzu s. m. bonsenso. buraccia s. f. borraccia. burasca s. f. burrasca. burattì s. m. 1. burattino: ppiantà baracca e burattì, abbandonare tutti. 2. estens. tipo influenzabile. burattinada s. f. burattinata (comportamento superficiale). burbonigu agg. borbonico. burbuiu s. m. rumore di un liquido che bolle. burbuttà v. borbottare. burbuttamentu s. m. borbottamento. burdellu s. m. 1. bordello. 2. confusione. burdò agg. bordeaux, di colore rosso. burgarolu s. m. sin. di burghesgià. burghese s. m. borghese. burghesgià s. m. borghigiano (a volte con valore spreg.). Ad Osimo è l'abitante del Borgo San Giacomo. burghesia s. f. borghesia. burì s. m. burino (zotico). buriana s. f. (forse da bòrea) 1. temporale breve e intenso. 2. confusione. Buricchiu soprannome. Burillu soprannome. burlandottu s. m. burlone. 1burlò s. m. burlone. 2burlò inter. burlò!, non te lo saresti aspettato. burlottu agg. tipo di fagiolo. burò s. m. burrone. burtì v. abortire. buru s. m. burro. burutalcu s. m. borotalco. burzada s. f. 1. borsata (quantità di oggetti). 2. borsata (colpo dato con la borsa). burzellì s. m. borsellino. burzellu s. m. borsello. burzetta s. f. dim. di borza. busbana s. f. tipo di pesce: fà i occhi da busbana, fare gli occhi languidi. buscàia s. f. boscaglia. buscaiolu s. m. boscaiolo. busgìa s. f. bugia. bùsgia s. f. vd. buga. busgiardu agg. bugiardo. busgiò s. m. 1. grosso bugiardo. 2. soprannome. bùsgiu s. m. (anche bugu) 1. buco: busgiu de culu, fortunato (anche offens.); busgiu de la chiae, toppa; se me se ndrizza st’affare, l primu bugu che ttappu è l tuu, se mi va bene questo affare, ti restituirò subito quello che ti aspetta (allus.). 2. piccolo locale. Busgiuneru soprannome. busìu agg. abusivo. bussà v. 1. bussare. 2. chiedere: bussà a qquadrì, chiedere soldi. 3. nel gioco delle carte: avvertire. bussada s. f. bussata. bussadore s. m. battacchio. busse s. f. pl. botte: dà le busse, picchiare. bussu s. m. nell'espr. dà un lisgiu e bbussu, rimproverare molto. bussula s. f. bussola. bussulottu s. m. bussolotto. busta s. f. cartella dello scolaro. bustu s. m. busto. buttà v. buttare (usato sempre unitamente a prep. o avv.): buttà a ttera, demoralizzare o indebolire; buttà all’addiedru, respingere (detto di un cattivo odore); buttà all’infora, uscire fuori (detto di oggetti); buttà ffora: buttare fuori, traboccare; buttà ggiò la pasta, mettere la pasta nell’acqua a bollire; buttà i buttò, mormorare; buttà iò (rur.), gettare giù; buttà l vì, versare il vino; buttà le mà aanti, difendersi; buttà mmale: avere un difetto (detto di vestiti), andar male (detto di una situazione); buttà pparu e buttà bè: andare bene; buttà per aria, gettare in aria; buttà sgiò, buttare in basso, avvilire, fiaccare; buttà su, mandare in alto, porre; butta su e rischiara, agisci superficialmente; buttà tuttu in minchiunerie, prendere tutto alla leggera; buttacce i occhi, interessarsene; buttalla a coppe o in caalleria: interrompere in vista di risultati indesiderati; buttalla all’imbraga, darla per persa; buttalla in cagnara: arrivare a bisticciare; cume me butta?, come mi sta (un vestito); cume te butta (le faccenne)?, come ti vanno gli affari?; l secchiu butta: il secchio perde. buttàru s. m. bottaio. buttascartozzi s. m. spilorcio. buttasse v. mettersi: buttasse colcu, adagiarsi; buttasse sgiò, demoralizzarsi; ndù te butti: in che situazione ti metti; s’è buttadu l vì, si è versato il vino. buttega s. f. 1. bottega: chiude buttega, cessare un’attività; mette su o aprì bbuttega, aprire un’attività; ndà o stà a bbuttega, lavorare in una bottega come subordinato (sin. di ndà a garzò); tuttu casa e bbuttega, tutto famiglia e lavoro. 2. negozio. 3. (scherz.) patta: ecce la buttega aberta, avere la patta aperta. buttegante s. m. negoziante. buttegaru s. m. bottegaio. butteghì s. m. botteghino. Butteri n. p. ospizio Grimani-Buttari: ndà sgiò da Butteri, entrare nell’ospizio (sin. di ndà tra i ncronnighi). buttì s. m. bottino. buttiscella s. f. dim. di botte botticella. buttò s. m. bottone: buttà i buttò, mormorare; ttaccà bbuttò, tentare un approccio. buttunadura s. f. abbottonatura. buttuncì s. m. dim. di buttò. buzzèa s. f. cattivo tempo. buzzettu s. m. bozzetto. bùzzigu s. m. pattumiera: l buzzigu de la munnezza (più usato bidò). buzzuru agg. buzzurro.
C
cà s. m. (pl. cà) (anche can) 1. cane: a cazzu de cà, in modo sbagliato e scorretto; bruttu cume n cà, molto brutto; cà bbraccu, bracco; cà da paiaru, persona che sbraita solamente; can giudeu, persona abietta; cà llubu, cane lupo; cà rrabbidu, cane arrabbiato (anche fig.); è tantu freddu che ai cà iè casca la coda, è così freddo che ai cani cade la coda; fà cume i cà e i gatti, litigare continuamente; fà la ffine del cà de Lozzu, fare una brutta fine; iè ttizzi l cà, gli aizzi il cane; ndà d’accordu cume cà e ggatti, non andare affatto d’accordo; nun c’è un cà, non c’è proprio nessuno; poru cà (f. pora cagna), povero uomo; tutti i cà è senza coda, è proprio freddo (iron.). 2. Prov. cà che bbaia, nun mocciga, una persona che urla, non fa del male; c’era un cà che se chiamaa “penza pe tte”, non bisogna interessarsi agli affari degli altri; un pezzu cure l cà, un pezzu cure l lepre, a turno, è la volta di tutti. caa s. f. cava. caà v. 1. cavare: caà ffora, estrarre; caà i occhi, accecare; caà la tombula, estrarre i numeri della tombola; caà le carte, preparare i documenti per sposare oppure consultare un cartomante; caà l zzangue da na raba, eseguire una cosa impossibile; caà l’acqua, l vì, ll’oiu ecc., attingere il vino, l’olio ecc.; caacce le gambe, riuscirci; caacce n cabezzu, capirci qualcosa; caalle da le mà a calchidù, sfidare, provocare qualcuno; ce la cau, ci riesco. 2. Prov. chi se caa la maia prima de San Vittore, se la rmette sa pogu unore, non si devono togliere gli abiti pesanti prima di san Vittore. caalcà v. cavalcare. caalcada s. f. cavalcata. caaliere s. m. cavaliere. caalleria s. f. cavalleria: buttalla in caalleria (sin. di buttalla a coppe), non aspettare l’esito. caalletta s. f. cavalletta. caallettu s. m. cavalletto (cumulo di covoni). caallì agg. cavallino: fenocchiu caallì o selvadigu, finocchio forte. caallona s. f. donna alta. caallu s. m. 1. cavallo: febbra da caallu, grossa febbre; mattu cume n caallu, squinternato; semu a caallu, siamo messi bene. 2. Caallu bellu, soprannome. 3. Prov. campa caallu, che l’erba cresce, non si sa quando la cosa si sistemerà. caaocchi s. m. cavalocchio (libellula). caatappi s. m. cavatappi. cabà (anche rcabà) v. 1. mondare: cabà le mele, togliere la buccia alle mele. 2. scegliere: l’ha cabadu ntel mazzu, l’ha scelto bene; se caba le meiu, si sceglie le migliori. cabada s. f. scelta: i hu dattu na cabada, li ho scelti in fretta. 1cabasce agg. capace: è cabasce solu a discore, sa solo parlare. 2cabasce avv. forse: cabasce che rria, forse arriva; cabasce pure, forse: cabasce pure che mancu l’ha sabudu, forse non l’ha nemmeno saputo. cabe v. (cabudu) (anche cabè, cape e capè) (più spesso cabecce) entrare in qualcosa: ce ne cabe n bel pò, ce ne entra molto; nun zzo se l mobbile ce cabe in cula stanza, non so se il mobile ci sta in quella stanza (sin. di buccacce). cabecciò s. m. spettinato. cabellini s. m. pl. capelli d'angelo (spaghetti molto sottili). cabellò s. m. capellone. cabellu s. m. capello: datte na taiada ai cabelli, tagliati i capelli; fà venì i cabelli bianchi, procurare dispiaceri; fasse i cabelli, tagliarsi i capelli; te se sgaruffa i cabelli, ti si scompigliano i capelli. cabestornu s. m. (anche cabustornu) grosso giramento di testa (da capostorno, malattia cerebrale di animali). cabestru s. m. capestro. cabezza s. f. cavezza. cabezzà v. scegliere: nun ce se cabezza gnente, non se ne trae niente di utile (da cabà 2). cabezzagna s. f. rur. estremità del terreno. cabezzu s. m. cavezza: nun ce se pia o caa n cabezzu, non ci si capisce niente o non porta un utile (da cabezzà). cabì v. capire: cabì la ntinfena, capire la lezione; cabì na cosa pe n’antra, fraintendere; cabirai!, cabirede!, espr. di ironia, compatimento ecc.; chi ce cabisce, è brau, non ci si capisce niente; lassà a cabì, far capire; nun cabisce un caise o un caulu o un cazzu o na madosca o na madonna o quant’è llongu, non capisce niente. cabida s. f. il capire: murì de na cabida, pretendere di capire troppo. 1cabidà s. m. capitano. 2cabidà v. capitare: cabidà ntra le mà, capitare casualmente; pole sempre cabidà, può sempre succedere; tristi a cchi cabida, guai a chi capita. cabidale s. m. capitale. cabidalista s. m. capitalista. cabidombulu s. m. capitombolo. cabidulu s. m. capitolo. cabisciò s. m. 1. saputo. 2. soprannome. caboccia s. f. 1. testa. 2. capo: famme parlà cul caboccia, fammi parlare col capo. 3. soprannome. cabotta s. f. cappotta. cabottu s. m. 1. cappotto. 2. risultato di una partita in cui l'avversario rimane a zero punti. cabra s. f. 1. capra. 2. scema: si na cabra, sei una scema. cabraru s. m. capraro. cabricciosu agg. capriccioso. cabricciu s. m. capriccio: lèedelu su cabricciu, togliti questa voglia. cabriola s. f. capriola. cabriolu s. m. capriolo. cabrò s. m. 1. caprone. 2. persona grossolana. cabu 1. s. m. capo: a ccabu o su da ccabu, in cima (vd. daccabu); cabu d’aiu, il bulbo dell’aglio; cabu d’ua, grappolo; cabu famia, capofamiglia; da ccabu a ppiedi, completamente; me mette cabu, mi costa fatica; ndà a ccabu, andare alla riga successiva; senza cabu né coda, inconcludente; venì a ccabu, trovare una soluzione o arrivare un’infezione: un brusciolu viene a ccabu, un foruncolo matura. 2. inter. capo (rivolta a qualcuno per rispetto). cabuccettu s. m. cappuccetto. cabuccì s. m. cappuccino: gioppe i cabuccì, in Via Cappuccini. cabuccine s. f. pl. suore cappuccine. cabucciò s. m. capoccione (persona molto intelligente). cabucciu s. m. cappuccio. cabudannu s. m. capodanno. cabulaoru s. m. capolavoro. cabumastru s. m. capomastro. cabumilla s. f. camomilla. caburà s. m. caporale. caburellu s. m. capezzolo. caburiò s. m. caposquadra. cabusala s. m. caposala. cabuscala s. m. pianerottolo. cabusquadra s. m. caposquadra. cabustazziò s. m. capostazione. cabustornu s. m. vd. cabestornu. cabuttà v. capovoltarsi con l’auto. cabuttella s. f. piccolo cappotto. cabuttì s. m. dim. di cabotto. cabuultasse v. capovolgersi. cacca s. f. 1. escremento: fà la cacca, defecare; me scappa la cacca, devo defecare. 2. altezzosità: che cacca!, che superbia! caccà s. f. inf. escremento. cacchiada s. f. euf. per cazzada. Cacchiò soprannome. cacchiu s. m. 1. germoglio di vite, ulivo ecc. 2. euf. di cazzu: con valore interiettivo: cacchiu, che robba!; l cacchiu!; (rafforz.) con che cacchiu è fattu?, di che cosa mai sarà fatto? caccia s. m. caccia: fà la caccia, perseguitare; fà na caccia, fare confusione; ndà a ccaccia de luscertule, cacciare lucertole. caccià v. 1. cacciare. 2. estrarre: caccia ffora i quadrì, tira fuori i soldi. 3. spuntare: l fiore ha cacciadu. 4. inserire: caccià l nasu, ficcanasare; caccià le mà ntra i cabelli, mettere le mani tra i capelli. cacciada s. f. germoglio. cacciadora s. f. cacciatora: a la cacciadora, in umido. cacciadore s. m. cacciatore. cacciadu agg. interessato: ce sta gnente cacciadu, è molto interessato. cacciaide s. m. cacciavite. caccialebre s. m. caccialepre (pianta). Cacciarì soprannome. cacciarolu s. m. (anche cacciarò) attaccabrighe. cacciasse v. nascondersi: ndù tt’eri cacciadu?, dove ti eri nascosto o dove eri andato a finire? cacciò s. m. persona troppo curiosa. caccula s. f. 1. caccola. 2. smorfia: fà le caccule, blandire. cacculò s. m. smorfioso. cacu s. m. cachi. cadaere s. m. cadavere. cadaffalcu s. m. catafalco. cadagombe s. f. pl. catacombe. cadalettu s. m. cataletto. cadalugu s. m. catalogo. Cadania n. p. Catania. cadapecchia s. f. catapecchia. cadapulta s. f. catapulta. cadarosu s. m. catarroso. cadaru s. m. catarro. cadassa s. f. vd. cadasta. cadasta s. f. (anche cadassa) catasta. cadàstrufu s. m. catasto. cadedere s. m. catetere. cadeghismu s. m. catechismo (sin. di dudrina). cadeguria s. f. categoria. cadena s. f. catena. cadenacciu s. m. 1. catenaccio. 2. oggetto ridotto male. cadenella s. f. dim. di cadena. cadenina s. f. dim. di cadena piccola catena che si porta al collo. caderatta s. f. cataratta. Caderì n. p. (anche Caderina) 1. Caterina. 2. Prov. santa Caderina, u nengue u brina, nel periodo di santa Caterina, o nevica o fa la brina. Cadettu soprannome. cadì s. m. catino. cadina s. f. catino. cadinella s. f. 1. dim. di cadina. 2. Prov. celu a pegurelle, acqua a cadinelle, quando le nuvole hanno la forma di pecore, pioverà molto. cadorciu s. m. 1. catorcio (chiavistello): dà l cadorciu, mettere il paletto. 2. auto malandata, persona malandata: si n cadorciu!, sei finito! cadrame s. m. catrame. cadudu agg. nell'espr. mal cadudu, mal caduco (epilessia). Cadullu n. p. Catullo. caerna s. f. caverna. caettu s. m. cavetto. caezza s. f. cavezza. caffè s. m. 1. caffè: i ffonni del caffè, i fondi del caffè. 2. bar. caffenettu s. m. dim. di caffè piccolo bar. caffò s. m. cafone (maleducato). cagà v. 1. cacare: ma va’ a ccagà in acqua!, non dire scemenze; ndà a ccagà, andare in quel paese; ndu caga, lassa la merda, è molto disordinato e sporco; nun magna pe nun cagà, è molto tirchio. 2. considerare: nun m’ha cagadu pre gnente, non mi ha affatto considerato. 3. Prov. chi nun caga, cagherà, chi nun piscia, murirà, si può stare un periodo senza andare di corpo, ma non senza orinare; chi vie sperannu, more cagannu, chi vive sperando, muore cacando. Cagabassu soprannome. cagabicchiere s. m. appell. scherz. dei carabinieri. cagaccia s. f. grossa paura. cagada s. f. 1. cacata. 2. stupidaggine: ha fattu probiu na cagada, ha compiuto una grossa stupidaggine (sin. di pisciada). cagaddossu s. m. pauroso. cagadore s. m. cesso. cagadu p. pass. di cagà e agg. nell’espr. cagadu e pentu, molto simile: è cagadu e pentu al padre, assomiglia molto al padre. cagarella s. f. 1. diarrea. 2. paura. 3. soprannome. 4. (loc. avv.) a cagarella: calze, calzetti a cagarella, pantaloni, calze a penzoloni. cagarò s. m. 1. spaccone. 2. pauroso. 3. soprannome. cagasse v. cagasse addossu (dalla paora), farsela addosso (per la paura); cagasse pure ll’anima, avere una forte dissenteria. caghina s. f. paura. cagna s. f. 1. cagna. 2. donna di cattivi costumi. cagna s. f. attrezzo degli idraulici. cagnacciu s. m. persona intrattabile: nun è un cagnacciu, è ragionevole. cagnara s. f. 1. litigio: buttalla in cagnara, arrivare a bisticciare; ce scappa na cagnara, ci esce una lite; fà ccagnara, bisticciare. 2. confusione. cagnarolu s. m. chi bisticcia spesso. cagnolu s. m. tipo di pesce. cagnulettu s. m. dim. di cà. cagò s. m. 1. chi defeca molto. 2. chi si dà grande importanza: arda che cagò!, guarda quanta importanza si dà! cagòna s. f. paura: piasse na cagona, impaurirsi. Cagoni soprannome. Caì n. p. Caino. caìa s. f. caviglia. Caiari n. p. Cagliari. càise s. m. (euf. di cazzu): cul caise che lu ffò, non lo faccio proprio; nun cabisci un caise, non capisci niente; nun me ne ffrega un caise, non me ne importa niente (dal ted. kaiser). calà v. 1. calare, diminuire: i prezzi cala, i prezzi diminuiscono; cala!, di’ meno fandonie! 2. scendere: calà ggiò, scender giù; cala sgiò da su ceresgiu, sii più modesto. 3. tramontare: è caladu l sole, è tramontato il sole. 4. dimagrire: è caladu diesci chili, è dimagrito dieci chili. 5. perdere la stima: m’è caladu un bel pò, lo stimo molto di meno. 6. calasse le braghe, cedere. calada s. f. 1. calo: ha fattu na bella calada, è calato molto. 2. termine usato in maglieria. calamaru s. m. 1. occhiaia. 2. mollusco. calamida s. f. calamita. calcagnu s. m. calcagno. calche agg. qualche: arà presu calche robba, avrà preso qualcosa. calcheccò pron. vd. calcò. calchenu s. m. cardine. calchidù pron. (f. calchiduna) (anche calchidunu) qualcuno: calchidù l’ha dittu, ma nun zzo chi, qualcuno l’ha detto, ma non so chi; calchidunantru, qualcun altro. calchidunu pron. vd. calchidù. calcià v. calciare. calcinellu s. m. (dim. di calcina) frammento di calcina. calciu s. m. 1. calcio: pià i calci ntel culu, essere maltrattato; trattà a calci n culu, trattare molto male. 2. raccomandazione: calc’in culu. 3. soprannome. calcò pron. qualcosa: hu ntesu calcò, ho sentito qualcosa (anche calcheccò). calculà v. 1. calcolare. 2. considerare: nun m’ha calculadu pre gnè, non mi ha affatto considerato. calculu s. m. calcolo. caldaccia s. f. (anche callaccia) sensazione di caldo: m’ha presu na caldaccia che nun te digu, improvvisamente sento molto caldo. caldara s. f. caldaia. caldararu s. m. calderaio. caldarola s. f. grosso recipiente metallico per contenere acqua e panni. caldarolu s. m. piccolo caldaio. caldaru s. m. 1. caldaio. 2. Prov. l caldaru disce male (o tentu) de la padella, critica chi invece dovrebbe essere criticato. caldu s. m. e agg. (anche callu) 1. caldo: mette in caldu, far scaldare; nun me ffa né caldu né freddu, mi lascia indifferente; se cchioppa dal caldu, si scoppia per il caldo. 2. Prov. ndù nun passa l freddu, nun passa mancu l caldu, dove non passa il freddo, non passa nemmeno il caldo. calendariu s. m. calendario. calibru s. m. calibro. Calicì soprannome. calisce s. m. calice. calisgina s. f. caligine. callaccia s. f. vd. caldaccia. 1callu s. m. callo. 2callu s. m. vd. caldu. calmà (anche carmà) v. calmare. calmu (anche carmu) agg. calmo: piassela calma o comida, fare qualcosa senza affannarsi. calonniga s. f. canonica (ant. calonica). calonnigu s. m. canonico. calore s. m. calore: me ndadi su i calori, mi sono emozionato; me pia i calori, comincio a sentire caldo. calu s. m. calo. caluria s. f. caloria. calurosu agg. caloroso. calvariu s. m. calvario: è un calvariu, fa pena. calza s. f. tubo in plastica dell’acqua. calze s. f. pl. pantaloni: calze a cagarella, vd. cagarella; calze corte, pantaloncini corti; calze gogge, pantaloni cadenti (anche soprannome); calze longhe, pantaloni lunghi; c’ha un sette nte le calze, ha uno strappo nei pantaloni; la scinta de le calze, la cinta dei pantaloni. calzettò s. m. calzettone. calzettu s. m. calza: calzetti a cagarella, calze a penzoloni; calzetti sbusgiadi, calzini buchi. calzole s. f. pl. pantaloni corti. calzularu s. m. calzolaio. càmbura s. f. rur. camera. Camburà n. p. Camerano. camburiere s. m. rur. cameriere. camellu s. m. cammello. camera s. f. camera: camera murtuaria, stanza di ospedale o di cimitero dove si pone la salma. 1camerada s. m. camerata. 2camerada s. f. camerata. camì s. m. camino: possi stà cent’anni sott’al camì, puzzi sempre de cuntadì, l’impronta del contadino non si toglie. caminà v. 1. camminare. 2. andare verso: caminu pe i nuanta, sto per compiere 90 anni. caminada s. f. camminata. caminu s. m. cammino. camisge s. m. camice. camisgetta s. f. dim. di camisgia. camisgia s. f. camicia: nadu cu la camisgia, nato fortunato. camisgiara s. f. camiciaia. camisgiola s. f. dim. di camisgia. camisgiottu s. m. camiciotto. camiu s. m. camion : giugà a ttaccasse diedru i cami in salida, tipo di gioco. camiuncì s. m. dim. di camiu. camiunetta s. f. camionetta. camiunista s. m. camionista. camora s. f. camorra. camosciu s. m. camoscio. campà v. 1. campare: campà nte la bambasgia, vivere con comodità e senza pensieri; tirà a ccampà, vivere senza pensieri. 2. Prov. campa caallu, che l’erba cresce, non si sa quando la cosa si sistemerà; campa n giornu e campelu bè, vivi poco, ma bene. campada s. f. tempo della vita: pe sta campada nun ce sperà oppure nun è pe sta campada, non sarà per questa vita. campana s. f. 1. campana: è più sordu de na campana, è molto sordo; è sunadu cume na campana, è scemo; legà le campane, non far suonare le campane durante la settimana santa. 2. gioco. campanaru s. m. 1. campanaro. 2. soprannome. 1campanella s. f. 1. dim. di campana. 2. fiore. 2Campanella n. p. Campanelli; l vigulu de Campanella, Vicolo Croccano. campanellu s. m. campanello: giugà a sunà i campanelli de le porte, tipo di gioco. campanò s. m. campanone: l campanò del domu, il campanone del duomo. campeggiu s. m. campeggio. campere s. m. camper. campettu s. m. dim. di campu piccolo spazio dove i ragazzi giocano a palla. campiò s. m. 1. campione. 2. esemplare. campiunadu s. m. campionato. campu s. m. campo: campu d'aiazziò, campo d’aviazione; campu santu, cimitero; campu spurtiu, stadio; pià ccampu, prendere campo (diffondersi). Campucaallu n. p. Campocavallo: stradò de Campucaallu, stradone di Campocavallo (Via Cagiata). campussantaru s. m. becchino. campussantu s. m. camposanto: ndà al campusantu, morire (sin. di cimideru). can s. m. vd. cà. canaacciu s. m. asciugamano (anche sciugamà). canaia s. f. canaglia. canaiada s. f. canagliata. canappa s. f. grosso naso. Vd. fracanappa. canarì s. m. canarino: gambià l’acqua al canarì, urinare. Canariu soprannome (dal nome del canarino). cancellà v. cancellare. cancellada s. f. cancellata. cancellina s. f. (anche scassina) gomma per cancellare. cancellu s. m. cancello. cancheru s. m. cancro. candela s. f. candela: gna che porta na candela a la Madonna, ha scampato un grosso pericolo; purtà na candela a san Giuseppe, essere soddifatti di come è andata. Candelora s. f. 1. Candelora (festa). 2. Prov. Candelora, de l’invernu semu ffora; ma se pioe u tira l ventu, de l'invernu semu drentu, alla Candelora siamo fuori dell'inverno, ma se piove o tira vento, siamo ancora dentro. candìdu s. m. candito. canè (anche canestru) s. m. canestro. canestru s. m. vd. canè. canfèu s. m. mostro (detto a persona). canfura s. f. canfora. canguru s. m. canguro. cannafòia s. f. (anche scannafoia) foglie secche della pannocchia del granturco. cannela s. f. candela. 1cannella s. f. cannella (spezia). 2cannella s. f. cannella (rubinetto). cannellina s. f. spagnoletta. cannellò s. m. cannellone (pasta). cannellu s. m. cannello. canniba s. f. canapa. cannò s. m. 1. cannone: cannò de figu, la petriera detta Misbaba. 2. soprannome. cannolu s. m. cannolo (dolce). cannucciara s. f. stuoia di canne. cannulè s. m. bordo della maglia. cannunada s. f. 1. cannonata: nu lu sveia mancu le cannunade, dorme profondamente. 2. persona straordinaria: sì na cannunada, sei bravissimo. cannuncì s. m. dim. di cannò. canottu s. m. canotto. cantà v. 1. cantare: cantà la diessilla, cantare il Dies irae; cantà la passiò de Cristu, cantare la passione di Cristo; nun c’ho un soldu pe ffà cantà un cegu, sono a corto di denaro. 2. rivelare: ie l'ha cantada tutta, gli ha riferito tutto. 3. Prov. cume me canti, te sonu, il mio comportamento è adeguato al tuo; sobr’ al mortu, se canta le segule, chi è morto, non ha più voce in capitolo; uccellu in gabbia, se nun canta d’amore, canta de rabbia, si dice di una persona in difficoltà. cantada s. f. cantata. cantarì s. m. cantarino (chi canta nelle feste religiose). cantertu s. m. tramezzo (di muro). cantina s. f. cantina, osteria: ma va’ in cantina, vai a quel paese. cantincurtellu s. m. tramezzo (der. da cantertu). cantò s. m. cantone (angolo di una stanza o di un luogo) (sin. di curnicchiu): giogu di quattru cantò, gioco dei quattro cantoni; nt’ogni cantò, dappertutto. 1cantu s. m. canto: l cantu de la Pasciò, il canto della Passione. 2cantu s. m. angolo: mettela nt’un cantu, mettila da parte. canuacciu s. m. canovaccio (strofinaccio). canucchiale s. m. cannocchiale. canudu agg. canuto. canune s. m. canone. canuttiera s. f. canottiera (sin. di maietta). canzona s. f. rur. canzone. canzunà v. canzonare. canzunetta s. f. dim. di canzone. capara s. f. caparra. cape v. vd. cabe. capè v. vd. cabe. cappa s. f. cappa: cappa de nasu, naso grande. cappanna s. f. capanna. cappannò s. m. capannone. cappannu s. m. capanno da caccia. cappara s. f. caparra. cappella s. f. 1. glande. 2. rottura: sì na cappella de gnè!, sei una grande rottura! 3. errore: hi fattu na cappella, hai commesso un errore. 4. protezione: sotta la cappella sua, sotto la sua protezione o i suoi ordini. cappelletti s. m. pl. tipo di pasta ripiena. cappellu s. m. cappello: se nun ce rria, ce tira l cappellu, vuole arrivare comunque. cappiu s. m. cappio. cappò s. m. cappone. caradè s. m. karate. cararmadu s. m. carro armato. caratteru s. m. rur. carattere. carcà v. (anche carigà) caricare, riempire. carcagnu s. m. calcagno. carceradu s. m. carcerato. Carceratì soprannome. carcere s. f. pl. carceri. carcioffu s. m. vd. scarcioffu. carciuffada s. f. piatto a base di carciofi. 2. campo di carciofi. 1carcu s. m. vd. carigu. 2carcu agg. carico. careggià v. 1. trasportare, specie a mano: careggia l vì e bee l’acqua, lavora e non guadagna. 2. Prov. Diu pruede, ma nun careggia, bisogna favorire la provvidenza. carellu s. m. carrello. carestosu agg. costoso: è gnente carestosu, è molto caro. caretta s. f. dim. di carru carretta: tirà la caretta pe tutti, faticare anche per gli altri. carettu s. m. dim. di carru carretto. carì agg. dim. di caru (f. carina) carino: carì!, caro mio; è gnente carì, è molto carino. Caribaldi n. p. Garibaldi. caribaldinu agg. garibaldino. caridà s. f. 1. elemosina: fà la caridà, fare l'elemosina; ndà pe la caridà, chiedere l'elemosina. 2. favore: fa’ la caridà, per favore; fà na caridà, fare un favore; pe ccaridà, per carità (non sia mai). cariera s. f. carriera. cariga s. f. carica. carigà v. vd. carcà. carigadura s. f. caricatura. carigu s. m. (anche carcu) carico. cariola s. f. carriola. cariolu s. m. piccola carriola: le corse di carioli, tipo di gioco. cariòn s. m. carillon. caristia s. f. carestia. carlona, a la loc. avv. con leggerezza. Carlu n. p. Carlo. carmà v. vd. calmà. Carmine n. p. quartiere del Carmine: oltra pel Carmine, nel quartiere del Carmine. carmu agg. vd. calmu. carnale agg. nelle espr. cusginu carnale, cugino di primo grado; fradellu carnale, che ha in comune i genitori. carnasgiò s. f. carnagione. carne s. f. 1. carne. 2. Prov. carne fa carne, vì fa sangue, l pà te mantiè, le foie nun fa gnè, le qualità dei cibi. carnuà s. m. carnevale. carnualò s. m. il martedì dopo carnevale. carobbia s. f. carruba. caroda s. f. carota. carozza s. f. carrozza. carta s. f. 1. carta: carta bullada, carta da bollo; carta cuppiadia, carta carbone; carta vedrada, carta vetrata; mazzu de carte, mazzo di carte (da gioco); na carta da diescimila, una banconota da diecimila lire; pezzu de carta, titolo di studio. 2. pl. alzà le carte, nel gioco; fà (o caà) le carte, prevedere il futuro; giugasse tutte le carte, sfruttare tutte le proprie possibilità; prebarà le carte o fà le carte preparare i documenti per sposarsi. carteggià v. cartavetrare. cartellì s. m. dim. di cartellu. cartellò s. m. accr. di cartellu cartellone. cartellu s. m. cartello. cartina s. f. dim. di carta bustina per fare l’acqua di Vichy. cartò s. m. cartone. cartuccia s. f. cartuccia: mezza cartuccia, persona bassa. cartulina s. f. cartolina. cartuncì s. m. cartoncino. 1caru s. m. carro: mette l caru daanti ai bò, agire in modo prematuro. 2caru agg. 1. caro (amato): caru miu, caro mio (ironico o risentito); è bonu e caru, ma se iè pia, è buono finché è tranquillo; fà ccaru, accarezzare. 2. costoso: caru me costa, mi costa molto; caru rrabbidu, molto costoso; l’hu pagadu caru, l'ho pagato molto. 3. fà ccaru, accarezzare. caruana s. f. carovana. carugnada s. f. carognata. carugula s. f. carrucola. Carulina n. p. Carolina. carusellu s. m. carosello. caruzzaru s. m. carrozziere. caruzzella s. f. (anche caruzzina) carrozzella. Caruzzì soprannome. caruzzina s. f. vd. caruzzella. caruzzò s. m. carrozzone. casa s. f. 1. casa: a ccasa del diaulu, in un luogo molto lontano; de casa, casereccio, casalingo: donna de casa, casalinga o donna che ama stare in casa; drentu casa, dentro casa; ecce casa scura e lettu iacciu, in pessime condizioni; esse de casa, avere familiarità; esse tuttu casa e cchiese, essere molto perbene; grossu cume na casa, molto grande; in mmezzu de casa, al centro della casa; la Casa del pobulu, la Casa del popolo; lauretti de casa, i piccoli lavori domestici; lì n casa, a casa; mette su ccasa, creare una famiglia; mettesse in casa, fidanzarsi ufficialmente; ndà in casa, sposare e andare ad abitare nella casa del coniuge; ntornu casa, attorno a casa; omu de casa, chi ama stare in casa o sbriga le faccende di casa; pà de casa, pane fatto in casa; padrò de casa, proprietario di casa; purtà a ccasa, guadagnare; quelli de casa, i familiari; sotta casa, vicino casa; stà de casa, abitare; su ccasa, in casa; tuttu casa e bbuttega, tutto famiglia e lavoro. 2. pare la santa casa de Luredu, sembra un tugurio. 3. Prov. la casa nasconne, ma nu robba, tutto ciò che è in casa prima o poi lo si ritrova; ladri e spia, fora de casa mia, non voglio in casa né ladri né spie. casacciu, a loc. avv. a casaccio. casadu s. m. casato. casagranna s. m. chi si dà grandi arie. casannu mai loc. avv. rur. (anche ncasannu mai e s’in casannu mai) caso mai. casarecciu agg. casareccio. casca, a la loc. avv. nell'espr. stà a la casca de calchidù, dipendere da qualcuno. cascà v. 1. cadere: cascà a bbocc’aanti, cadere in avanti; cascà a corpu mortu, cadere senza trattenersi; cascà ggiò, cadere a terra; cascà ggiò a sett’ore, essere debole. 2. capitare. 3. andar bene: nun me sce casca, non mi va bene. 4. cascà da la pera al figu, peggiorare; chi spuda per aria, iè casca addossu, chi fa l’irriverente, pagherà le conseguenze; fà cascà dall’altu, concedere con molte condizioni; fà cascà i bracci, deludere; sì cascadu dal lettu, era ora che ti svegliavi. cascada s. f. 1. cascata. 2. caduta. cascadò s. m. accr. di cascada 2 capitombolo. cascamortu s. m. cascamorto. cascè s. m. cachet. casceru agg. buono (etimol. ebraica?). cascia s. f. acacia. cascu s. m. casco. Casenoe n. p. Casenove. caserecciu agg. casereccio. casermò s. m. accr. di caserma grosso palazzo (spreg.). casgiara s. f. caciara (confusione): fa casgiara, fare confusione. casgiarolu s. m. chi fa casgiara. casgiotta s. f. caciotta. casgiu s. m. cacio: ce disce cume l casgiu nti maccarò, è molto appropriato; grattà l casgiu, grattuggiare il formaggio (sin. di furmaggiu). casì s. m. (anche casinu) 1. casino. 2. confusione: fade n casì de la mmadonna, fate una grossa confusione (sin. di casottu 2). casinaru s. m. casinaro. casinu s. m. vd. casì. casottu s. m. 1. casotto. 2. confusione (sin. di casì 2). cassa s. f. cassa: cassa da mortu, bara. cassamurtaru s. m. chi costruisce le bare. Casseru n. p. Cassero, rione presso il duomo. cassettada s. f. 1. colpo dato con una cassetta. 2. cassettata (quantità di oggetti che può essere contenuta in una cassetta). cassettina s. f. dim. di cassa piccola cassetta (specie per le elemosine). cassettò s. m. cassettone (mobile). cassettu s. m. cassetto. Cassiu n. p. Cassio. cassò s. m. cassone. castagna s. f. castagna: castrà le castagne, incidere le castagne. castagnada s. m. castagnata. castagnola s. f. tipo di dolce. castellà s. m. abitante di Castelfidardo. castellu s. m. castello: al miu bel castellu (inizio di fil.). Castellu n. p. Castelfidardo: “se” è mortu a Castellu, ti devi decidere. castrà v. castrare: castrà le castagne, incidere le castagne. castradu s. m. agnello castrato. castracà s. m. persona che lavora male, specie medico. castriga s. f. ferita da pressione. castrigottu s. m. uccello. castrò s. m. grosso raffreddore. casu s. m. caso: facce casu, notare; mette casu, ipotizzare; nun c’è casu, sicuramente; s’in casu, se fosse il caso. casumai loc. avv. e cong. caso mai. cattiu agg. 1. cattivo: iè pia cattiu, s’incattivisce; tempu cattiu, brutto tempo. 2. Prov. l’erba cattia nun more mai, i cattivi ci saranno sempre. Cattoliga n. p. oratorio di S. Marco. cattoligu agg. cattolico. cau s. m. cavo. caulada s. f. cavolata (sciocchezza). caulu s. m. 1. cavolo: cauli strasginadi, cavolfiori cotti in padella; c’entra cume i cauli a mbrenna, non c’entra niente. 2. cosa: cauli!, caspita!; che caulu ffai?, che cosa fai?; che ccaulu o ccazzu o madosca voi?, che cosa vuoi?; cul caulu!, proprio no!; è tutt’un caulu, non cambia niente; mancu pel caulu, proprio no; nun cabisci un caulu, non capisci niente; nun sa d'un caulu, non ha sapore; nun vale un caulu, non vale niente. 3. (spesso eufemismo di cazzu) testa de caulu, scemo; un pezzu de caulu (nelle risposte irritate) niente; ecc. Caùre n. p. Cavour. cazzacciu inter. peggior. di cazzu. cazzada s. f. cazzata (sin. di fregnaccia). cazzarola s. f. casseruola. cazzimperiu s. m. (anche salimperiu) pinzimonio. cazzosu agg. esibizionista. cazzottu s. m. cazzotto: fà a cazzotti, scazzottarsi o non intonarsi; pià ccazzi e cazzotti, riceverne di tutti i colori. cazzu s. m. (volg.) 1. cazzo: cazzu mosciu, uomo privo di stimoli sessuali; l’annu del cazzu e la visgilia di cuioni, mai; me sta ntel cazzu, lo odio; pià ccazzi e cazzotti, riceverne di tutti i colori; rasgiunamentu del cazzu, tesi balorda; me sta ntel cazzu, lo odio; testa de cazzu o faccia de cazzu, scemo (offens.); ttaccasse al cazzu, essere impotenti in una difficile situazione: ttaccade al cazzu!, fottiti! 2. usato spesso come rafforz.: a ccazzu de cà, in modo sbagliato e scorretto; che ccazzu ffai?, che cosa fai?; che ccazzu voi?, che cosa vuoi?; chi cazzu è?, chi è?; chi cazzu te ole!, non ti vuole nessuno; cù ffai? un cazzu!, che cosa fai? proprio niente!; è tutt’un cazzu, è inutile; fattu a ccazzu de cà, fatto molto male; mancu pel cazzu, proprio per niente; nun camina un cazzu, non cammina affatto; nun c’è un cazzu, non c'è niente; nun vale un cazzu, non vale niente; pe ll’anima del cazzu, inutilmente; rasgiunamentu del cazzu, tesi balorda; un pezzu de cazzu, niente. 3. escl.: cazzu!, caspita!; cazzu, no!?, come no!; stu cazzu! o un cazzu!, non può essere. 4. coso: passame cul cazzu, passami quel coso. 5. affare: è cazzi ascidi o amari, le cose vanno male; è cazzi mii, sono affari miei; fasse i cazzi sui, non interessarsi agli affari degli altri; i cazzi de l'altri, gli affari degli altri. cazzuttò s. m. accr. di cazzottu buono a nulla. ccadè v. (ccadudu) accadere. ccanidu agg. accanito. ccanisse v. accanirsi. ccapparà v. accaparrare. ccarezzà v. accarezzare. ccasasse v. accasarsi. ccegà v. accecare. ccegadu p. pass. di ccegà e agg. cieco: si ccegadu, non ci vedi. ccegu s. m. e agg. (anche scegu) 1. cieco: nun c’ha un soldu pe ffà cantà un ccegu, è molto povero. 2. Prov. la gatta presciulosa fa i fii sceghi, a chi ha fretta le cose vengono male. ccellerà v. accelerare. ccelleradore s. m. acceleratore. ccellu s. m. 1. uccello. 2. pene. ccende v. (ccesu) (anche ccenne) accendere. ccendì s. m. accendino. ccennà v. accennare. ccenne v. vd. ccende. ccesu p. pass. di ccenne e agg. acceso. ccetta s. f. accetta. ccettà v. accettare. ccettada s. f. accettata (colpo di accetta). cchiappa s. f. natica. cchiappà v. 1. prendere: cchiappà sotta, investire con l’auto. 2. sorprendere: l’hu cchiappadu a cuppià, l'ho sorpreso a copiare. 3. cchiappacce, azzeccarci, indovinare.cchiappacà s. m. accalappiacani. cchiappaffugge s. m. nome di un gioco infantile: giugà a cchiappaffugge. cchiappamosche s. m. acchiappamosche. cchiapparelle s. f. pl. chiapparello (domanda a trabocchetto), scherzo a sorpresa. cchiapparó s. m. tipo di uva. Cchiappasorci soprannome. Cchiappì n. p. personaggio immaginario. cchiappona s. f. donna con grosse natiche. cchieppa s. f. mento (anche scucchia). cchioppu s. m. grosso rumore: de bbott’e cchioppu, all'improvviso. cchiuppà v. 1. fare rumore. 2. schioppare: se cchioppa dal caldu, si scoppia per il caldo. cci s. f. ci (lettera dell’alfabeto). cciaccà v. 1. schiacciare: c’ha un musu che ce possi ciaccà le mmandule, non si vergogna di niente; cciaccà l’ua, spremere l’uva. 2. essere sbruzzoloso: cume cciacca stu guanciale. 3. cciacca l’aiu!, espr. che indica soddisfazione nei confronti di un altra persona. cciaccada s. f. bastonata. cciaccadu p. pass. di cciaccà e agg. sgualcito, ammaccato. cciaccadura s. f. ammaccatura. cciaccalaiu inter. vd. ciaccà. cciaccamusu s. m. pugno. cciaccanosce s. m. schiaccianoci. cciaccasale s. m. strumento per sminuzzare il sale. cciaccu s. m. acciacco. cciau inter. ciao. cciegu agg. vd. scegu. ccoie v. (coltu) cogliere, raccogliere: ha ccoltu su brodu e asceni, ha preso tutto senza distinguere; hi ccoltu i pagni?, hai raccolto la biancheria? ccorge v. (ccortu) (anche neccorge) scoprire: s’è fattu ccorge, si è fatto scoprire. ccorgesse v. (anche ccurgesse) accorgersi: fasse ccorge, farsi scoprire. ccucciasse v. accucciarsi. ccumedà (anche ccumudà) v. accomodare. ccumedada (anche ccumudada) s. f. accomodatura. ccumpagnà v. 1. accompagnare. 2. Prov. Diu li ffa e ppò li ccumpagna, persone che si assomigliano molto. ccumpagnasse v. unirsi senza sposarsi. ccumudà v. vd. ccumedà. ccumudada vd. ccumedada. ccumulà v. accumulare. ccuntentà v. accontentare. ccuntentì s. m. ricompensa (iron.). ccuppà v. accoppare. ccuppìà v. copiare. ccuppiasse v. fare coppia. ccurcià v. (anche scurcià) accorciare. ccurdà v. accordare. ccurgésse v. vd. ccorgesse. ccusà v. 1. accusare. 2. termine del gioco delle carte. ccusciasse v. accosciarsi. ccustà v. accostare. ccustada s. f. accostata. 1ce avv. (anche sce) ce, ci: ce vieni?, ci vieni?; nun ce li voi?, non ce li vuoi?; unito al verbo avè (ecce) con valore rafforz.: c'aede, avete. 2ce pron. ce, ci: ce dighi calcò, ci dici qualcosa; ce li voi dà, ce li vuoi dare. cedradu s. m. citrato. cedriolu s. m. cetriolo. cedru s. m. cedro. ceffò s. m. ceffone. cegulu s. m. (pl. sceguli) grosso foruncolo; battudu pi sceguli, unguento per i ceguli. cellettu s. m. dim. di cellu. cellu s. m. vd. uccellu. celu s. m. (anche scelu) 1. cielo: aprede celu!, esclamazione per rafforzare quello che si sta dicendo; santu scelu!, santo cielo! 2. Prov. celu a pegurelle, acqua a cadinelle, quando le nuvole hanno la forma di pecore, pioverà molto. cena s. f. (a volte scena) cena: dobu scena, dopo cena; mmannì la scena (rur.), preparare la cena; nnamu a ccena, andiamo a cena; prima de scena, nel tardo pomeriggio. cenà v. cenare. cenciarolu s. m. (anche cenciaru) cenciaiolo. cenciaru s. m. vd. cenciarolu. 1cenciu s. m. 1. cencio. 2. un cenciu de maridu, un marito anche modesto. 2cenciu agg. cencio: è tuttu cenciu, è tutto strappato; bocca cencia, chi non sa mantenere segreti. cenciulosu agg. cencioso. cenetta s. f. dim. di cena cena modesta. cenisgia s. f. (anche cinisgia e scenisgia) cenere. Cenisgiola n. p. Cenerentola. Cennerì soprannome. cennu s. m. cenno. cenò s. m. accr. di scena cenone. centesimu s. m. e agg. centesimo. centilena s. f. lanterna. centimedru s. m. 1. centimetro. 2. metro per misurare. centinaru s. m. centinaio. centrà v. centrare. centradu p. pass. di centrà e agg. centrato. centru s. m. centro. centu num. cento. Filastrocca: Centucinquanta, la gallina canta. Lassela cantà, la voiu maridà. La voiu dà a Cibolla; Cibolla è troppu forte. La voiu dà a la morte; la morte è troppu scura. La voiu dà a la luna; la luna è troppu bella. La dagu a mi’ surella; mi’ surella nun la ole, se la pia chi lu pole, Centocinquanta, la gallina canta. Lasciala cantare, la voglio maritare. La voglio dare a Cipolla; Cipolla è troppo forte. La voglio dare alla morte; la morte è troppo scura. La voglio dare alla luna; la luna è troppo bella. La dò a mia sorella; mia sorella non la vuole, se la prende chi può. centunaru s. m. centinaio. cenzimentu s. m. censimento. cenzura s. f. censura. ceppu s. m. ceppo: ceppu de recchia, orecchio del maiale; ceppu d'inzalada, cespo di insalata. ceramiga s. f. ceramica. cerasola s. f. ciliegina. cerasu s. m. rur. ciliegio. cerberu s. m. persona malvagia. cerca s. f. vd. scerca. cercà v. cercare: cercà a calchidù, cercare qualcuno; cercà calcò, cercare qualcosa; cercà i sgiorni che nun è pari, attaccare briga; cercà rogna, cercare grane. cerchennu ger. di cercà nell'espr. ndà cerchennu, andare cercando. cerchiò s. m. cerchione. cerchiu s. m. cerchio. ceresgiu s. m. ciliegio e ciliegia: cala sgiò da su ceresgiu, sii più modesto. cerì s. m. cerino. cerodu s. m. 1. cerotto. 2. malato: si n cerodu!, stai sempre male! certiffigadu s. m. certificato. certiffigazziò s. f. certificazione. certu agg. (anche scertu) 1. tale: un certu Cesarì m'ha dittu, un tale Cesare mi ha detto. 2. a n certu mumentu, all’improvviso; a na scert’ora, ad un’ora indefinita; certu che sì ccuriosu, sei proprio buffo; ecce na scerta edà, essere ormai anziano; fina n certu puntu, non completamente. ceru s. m. cero. ceruloide s. f. celluloide. cervedemu inter. arrivederci. cervellettu s. m. cervelletto. cervellu s. m. (anche scervellu) cervello: ecce l cervellu d’un’oga o l cervellu bbugadu, capire poco; ecce l cervellu nti piedi o nte le scarpe, non voler ragionare; cortu de scervellu, stupido; cù cc’hai, i brecci o l pancottu o le pattade o la segadura ntel cervellu?, non ragioni?; i arà magnadu l cervellu l gattu, sarà forse scemo; iè s’è nnacquaridu l cervellu, non capisce più niente; mattu ntel cervellu, proprio matto. cervu s. m. (pl. scervi) cervo. Cesarì n. p. dim. di Cesaru Cesarino. cesariu agg. cesareo: taiu cesariu, taglio cesareo. Cesaru n. p. Cesare. cesce s. m. (anche cesciu) cece: ndà a cesce, sfagiolare; ndà a ffà la tera pel cesce, morire. cescettu s. m. dolce fatto con ceci. cesciu s. m. vd. cesce. cesciula s. f. paletta. cesciulada s. f. palettata. Ceseru n. p. rur. Cesare. Cesì n. p. rur. Cesino. cespuiu s. m. cespuglio. cessu s. m. 1. cesso. 2. persona messa male: si un cessu, sei da buttare via. cestellu s. m. dim. di cestu cestello. cestì s. m. dim. di cestu cestino. cestu s. m. cesto. che cong., pron., agg. che: ch’è pogu, da poco; che scimia!, che donna brutta! Checcu n. p. (f. Checca) dim. di Francé: l gallu della Checca, esibizionista. Checchì n. p. dim. di Francé. chi 1. pron. chi. 2. agg. quale: chi caulu te ole!, non ti vuole nessuno. chi avv. rur. vd. qui. chiaà v. (volg.) vd. scubà 2. chiaada s. f. vd. scubada 2. chiacchiara s. f. chiacchiera: fà dò parole o dò chiacchiare, conversare un poco; le chiacchiare fa i pedocchi, le chiacchiere sono inconcludenti. chiacchiarà v. (anche schiacchiarà) chiacchierare. chiacchiarada s. f. chiacchierata. chiacchiaradu agg. criticato: è na perzona chiacchiarada, se ne dicono diverse sul suo conto. chiacchiarò s. m. chiacchierone. chiae s. f. chiave: passà dal busgiu de la chiae, superare una situazione difficile. chiaetta s. f. dim. di chiae piccola chiave: vì de la chiaetta, vino migliore. chiaiga s. f. 1. chiavica. 2. persona smodata. chiaistellu s. m. chiavistello. chiamà v. chiamare. chiamada s. f. chiamata: daie na chiamada, chiamalo. chiamasse v. 1. chiamarsi. 2. Prov. c’era un cà che se chiamaa “penza pe tte”, non bisogna interessarsi agli affari degli altri. chiara s. m. albume: biancu o chiara de l’ou, albume. chiarada s. f. chiara d’uovo sbattuta come rimedio per le contusioni: fatte fà na chiarada dalla Sassetta, fatti curare dalla Sassetta. chiaru 1. agg. chiaro: cu sti chiari de luna, con questa miseria. 2. avv. chiaramente: parlà cchiaru, dire qualcosa risolutamente. chiaruscuru agg. chiaroscuro. chiecchia s. f. calvizie (forse da chieriga). chieriga s. f. chierica. chierighettu s. m. chierichetto. chiese s. f. chiesa (pl. inv.): esse tuttu casa e cchiese, essere molto perbene; spusà in chiese, contrarre matrimonio religioso. chiesola s. f. dim. di chiese. chilada s. f. un chilo circa. chilomedru s. m. chilometro. chilu s. m. chilo. chimiga s. f. chimica. chinasse v. chinarsi. chiodu s. m. chiodo: nun gguzzà n chiodu, non concludere niente; robba da chiodi, assurdità; stà, tenè al chiodu, stare, tenere forzatamente alle dipendenze. chioscu s. m. chiosco. chiostru s. m. chiostro. chitta avv. rur. qui. chiude v. (chiusu) 1. chiudere: chiude buttega, terminare un’attività; chiude i conti cu na perzona, chiudere i rapporti; chiude i occhi, fingere di non vedere o dormire o morire; chiude i scuri, chiudere le imposte; nun hu pududu chiude occhiu, non sono riuscito a dormire. 2. Prov. chiude la stalla quannu i bò è scappadi, apportare un rimedio tardivo; l Zignore, se chiude na finestra, apre un purtò, bisogna sperare nella provvidenza. ciacciu s. m. balbuziente. ciaffa s. f. mento pronunciato. ciaffò s. m. 1. disordinato. 2. soprannome. ciaffu s. m. cosa senza valore, che può essere ingombrante e fastidiosa (sin. di cialampu). cialampu s. m. sin. di ciaffu. ciambellò s. m. 1. vd. ciambellottu. 2. soprannome. ciambellottu s. m. (anche ciambellò) dolce. ciambottu s. m. 1. rospo. 2. stupido: fà l saltu del ciambottu, fare un salto non riuscito; nun ffà l ciambottu, non essere stupido; pezzu de ciambottu, scemo. Ciampanì soprannome. ciamuru s. m. raffreddore. ciancià v. dire ciance. ciancigà v. biascicare. cianciula s. f. 1. bandiera. 2. grosso pene. cianciulà v. 1. sventolare. 2. zoppicare. cianciulò s. m. 1. sciattone. 2. soprannome. cianfrèse agg. scherz. francese. cianfruiò s. m. confusionario. ciantimbulu s. m. vd. ciarimbulu. cianuru s. m. cianuro. Ciarabascu soprannome. ciarimbulu s. m. (anche ciantimbulu) 1. budello di maiale. 2. pl. sin. euf. per cuioni: nun me rompe i ciarimbuli!, non mi scocciare. ciarla s. f. chiacchiera. ciarlà v. chiacchierare. ciarladà s. m. imbonitore, chiacchierone. ciattò s. m. molto sciatto. ciausculu s. m. ciabuscolo. cibolla s. f. cipolla: treccia de cibolle, sfilza di cipolle. ciboriu s. m. 1. ciborio. 2. grande quantità: se magna pure l ciboriu, è un gran mangiatore. ciccettu s. m. 1. dim. di cicciu: un ciccettu nu iè manca mai, si può permettere di mangiare spesso la carne. 2. soprannome. cicchettu s. m. rimprovero: i ha dattu n cicchettu, lo ha rimproverato. Cicchinaia soprannome. Cicci soprannome. ciccì s. m. inf. pezzetto di carne. ciccia s. f. 1. carne da mangiare. 2. adipe. ciccingomma s. f. (anche cincingomma e stiringomma) gomma da masticare. cicciò s. m. ciccione. cicciolu s. m. lardello. cicciottu s. m. e agg. cicciotto. 1cicciu s. m. carne: ndà a ccicciu, andare a genio. 2cicciu agg. grasso. cicciubomba s. m. grassone. ciclò s. m. ciclone: è un ciclò, è una persona molto esuberante. cidrullu s. m. citrullo. cielu s. m. cielo: ndà in cielu, morire; nun stà né in cielu né in tera, essere assurdo. cìfferu s. m. (anche ciffru) ragazzo molto vispo, a volte malvagio (da Lucifero). ciffru s. m. vd. cifferu. ciga s. f. 1. piccola quantità: fà a cciga, economizzare. 2. mozzicone di sigaretta. cigà v. riprendere: m'ha cigadu perché nun studiau, mi ha sgridato perché non studiavo. Cigaia soprannome. ciglamì s. m. ciclamino. ciglismu s. m. ciclismo. ciglustile s. m. ciclostile. cignu s. m. cigno. cigoria s. f. cicoria: e na ccigoria!, accidenti! cigulà v. cigolare. cigulu s. m. piccola quantità (da ciga). Cilè n. p. dim. di Celestì Celestino. cilestru agg. rur. celeste. Cilestru n. p. Celeste. cilindru s. m. cilindro. cilluloide s. f. celluloide. cima s. f. (anche scima) cima: le scime di brocculi, le infiorescenze dei broccoli. cima, in loc. prep. sopra: in cima l taulì, sopra il tavolo; ndà in cima, germogliare; su n cima, sopra. Cimarè n. p. di vacca. cimentu s. m. cemento. cimideru s. m. cimitero: la strada sott'al cimideru, Via Chiaravallese (sin. di campusantu). 1cimiscia s. f. cimice. 2cimiscia agg. f. ua cimiscia, uva fragola. cimmena s. m. cinema. cincigà v. masticare. cincigadu 1. p. pass. di cincigà. 2. agg. strappato. cincighì s. m. (anche cincinì) pezzetto: dammene un cincighì, dammene un pezzetto; me riposu un cincighì, mi riposo un momento. cincingomma s. f. vd. ciccingomma. cincinì s. m. vd. cincighì. cine s. m. 1. cinema: nnamu al cine, andiamo al cinema. 2. film: hu istu un bel cine, ho visto un bel film. cingulà s. m. cingolano. Cinguli n. p. Cingoli: nun è notte a Cinguli, c’è ancora tempo. cinisgia s. f. vd. cenisgia. cinquescentu 1. num. cinquecento. 2. s. f. automobile FIAT 500. cinturì s. m. cinturino. ciocciu agg. marcio: nell'espr. ou ciocciu, uovo marcio. Ciolu soprannome. cionciu agg. maldestro, trasandato. cioncu agg. stanco morto. ciottula s. f. ciotola. Cipicchia soprannome. cipressu s. m. cipresso. circu s. m. circo: l circu questre, il circo equestre. circulà v. circolare. circulazziò s. f. circolazione. circulu s. m. circolo. circunferenza s. f. circonferenza. circunnà v. circondare. circunvallazziò s. f. circonvallazione. circuscrizziò s. f. circoscrizione. Cirulì soprannome. ciscerchia s. f. cicerchia. ciscerchiada s. f. cicerchiata. Ciscerò n. p. Cicerone. Ciscilia n. p. Cecilia. Cisira n. p. Cesira. citoffunu s. m. citofono. ciu s. m. 1. ciglio. 2. margine: l ciu de la strada, il margine della strada. ciucchè cong. acciocchè. ciuccià v. 1. ciucciare (sin. di puccià e succhià). 2. sopportare: te lu ciucci te, lo sopporti tu. 3. rubare: i hanne ciucciadu la maghina, gli hanno rubato l’auto. ciucciada s. f. succhiata (sin. di succhiada). ciucciadedu s. m. bambino che si succhia le dita. 1ciucciu s. m. 1. riccio dei capelli. 2. succhiotto. 2ciucciu agg. ubriaco: è mbriagu ciucciu, è molto ubriaco. ciucciulà v. 1. conversare. 2. mormorare. ciucciulamentu s. m. mormorio. ciucciulada s. f. mormorazione. ciucculada s. f. cioccolata, cioccolato. ciucculadì s. m. dim. di ciucculada cioccolatino. ciuè cong. cioè. ciuetta s. f. vd. scietta. ciuffa (anche ciuffu) s. f. ciuffo di capelli. ciuffe-ciuffe s. m. inf. treno. ciuffè s. m. (anche sciuffè) autista (dal franc. chauffeur). ciuffega s. f. ciofeca (cosa di pessima qualità): l caffè è na ciuffega, il caffè è cattivo. ciuffu vd. ciuffa. ciuffulà v. zufolare. ciuffulottu s. m. scappellotto. ciuffulu s. m. 1. ciuffolo. 2. un bel niente: - cusa m’hi purtadu? - un ciuffulu!, - che cosa mi hai portato? - niente! ciuìle agg. rur. garbato. Ciumbini soprannome. ciurla s. f. nell'espr. mette a la ciurla, prendere in giro (da zurlo, ‘allegria’). ciurlu s. m. piccolo cilindro di legno. ciusciaru agg. ciociaro. clacca s. f. (anche cracca) schiaffo (dal franc. claque, ceffone). clàcchesse s. m. clacson. classe s. f. 1. classe. 2. leva. classiffiga s. f. classifica. classigu agg. classico. Claudiu n. p. Claudio. clebbe s. m. club. clema s. f. crema. clerigale agg. clericale. clientella s. f. clientela. cliniga s. f. clinica. cloru s. m. cloro. closce s. f. cloche. cò s. f. (anche cù) cosa (nelle interrogazioni): cò caulu cerchi?, cosa cerchi?; cò vvoi?, cosa vuoi? (in composizione con gni, forma gnigò) (da cosa, con apocope). coa s. f. cova. cobrilettu s. m. copriletto. cocchia s. f. (volg.) (sin. di figa) vulva: cocchia moscia, donna slavata; na bella cocchia, una bella donna. cocchiu s. m. cocchio. coccia s. f. testa. cocciu s. m. coccio. cocciula s. f. vaso per fiori. 1coccu s. m. inf. cocco (persona prediletta): coccu de babbu, coccu de mamma, coccu de la maestra; poru coccu, si dice a persona viziata. 2coccu s. m. nell'espr. a coccu de pippa, nel modo migliore possibile. 3coccu s. m. cocco. coccula s. f. coccola (moina). coda s. f. coda: ecce la coda de paia, sentirsi in difetto; guardà cu la coda dei occhi, traguardare; ndà ia cu la coda tra le gambe, allontanarsi insoddisfatto; nun aecce né cabu né coda, essere fatto male; se l diaulu ce mette la coda, se la sorte è avversa; tutti i cà è senza coda, è proprio freddo (iron.). codiga s. f. cotica. codisce s. m. codice. coffena s. f. cesta. coffenu s. m. cofano di auto. coga-gola s. f. coca-cola. cognu s. m. grosso sasso. cogu s. m. cuoco. colcu agg. coricato: mettesse o buttasse colcu, coricarsi. colliga s. f. colica. collu s. m. collo: a rotta de collu, senza freni; collu de la budia, parte ristretta della bottiglia; collu del pia (rur.), parte tra la gamba ed il piede; fà llungà o stirà l collu, fare aspettare molto; pià pel collu, far pagare caro; rumpesse l’ossu del collu, rompersi l'osso del collo; tirà l collu a la gallina, strozzare la gallina. 1colmu s. m. colmo: è l colmu! esprime indignazione. 2colmu agg. colmo, pieno: un bicchiere colmu. colpa s. f. 1. colpa. 2. Prov. tantu c’ha colpa chi robba, quantu chi ttiè l saccu, è colpevole anche il complice. colpu s. m. 1. colpo: colpu de culu, colpo di fortuna; colpu de sole, insolazione. 2. colpo apoplettico: murì d’un colpu, soffrire molto; piasse un colpu, soffrire molto; te piasse un colpu, ti prendesse un accidente (sia ironico sia rafforz. sia per maledizione); un colpu che se lu spacca, imprecazione (sin. di accidente). 3. magnà cum’ un colpu, mangiare moltissimo. 4. Prov. quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. coltru s. m. rur. pezzo dell'aratro che taglia la terra. 1comidu (anche commidu) s. m. comodo: me ffà comidu, mi è utile. 2comidu agg. comodo: è gnente comidu, è molto comodo; piassela calma o comida, fare qualcosa senza affannarsi. comiga s. f. comica. comigu s. m. comico. compidu s. m. compito. compru agg. comprato. conca s. f. madia: la conca del pà. concula s. f. concola. conta s. f. conteggio nei giochi: fà la conta. conte s. m. conte: l conte dalle braghe onte, chi si dà le arie. contraccolpu s. m. contraccolpo. contru prep. e avv. contro: dà ccontru, contraddire. contrucurente avv. controcorrente. contruentu avv. controvento. contruffinestra s. f. controfinestra. contrulusce avv. controluce. contrumà avv. contromano. contrupelu s. m. contropelo. contrussole avv. davanti al sole. contrussuffittu s. m. controsoffitto. contu s. m. conto: chiude i conti cu na perzona, chiudere i rapporti; c’ho seimila lire de contu, ho seimila lire precise; fa ccontu, fare assegnamento, supporre; fà i conti, rendere conto; i conti nun m'artorna o nun porta o nun rviene, i conti non mi tornano; la mor del contu, la conta; mette in contu, considerare; pagà un contu saladu, pagare un conto oneroso; tenè a ccontu, conservare con cura; tenè ccontu, valutare. conu s. m. cono. conumu s. m. economo. 1coppa s. f. coppa: buttalla a coppe, fermarsi prima del risultato; vali quantu un dò de coppe, non vali niente. 2coppa s. f. insaccato di carne suina. 1coppia s. f. copia: brutta coppia, brutta copia. 2coppia s. f. coppia. coppu s. m. coppo: ndù vvai, pi coppi?, non si sa dove vai. corda s. f. corda: la corda, a tiralla troppu, se stronga, il troppo stanca. 1core s. m. 1. cuore: core d’oro, indole generosa; de core o de tuttu core, con tutto il cuore; ecce l core duru cume na piedra, non avere pietà; figu a ccore, tipo di fico; perzona de core, persona di sentimento; piassela a ccore o de pettu, appassionarsi; stà ntel core, essere molto amato. 2. Prov. occhiu nun vede, core nun dole, ciò che non si vede, non fa male. 2core v. (cursu) correre. corne s. m. corner. cornu s. m. (pl. corni) 1. corno: ecce i corni, essere tradito dal coniuge; fà i corni, fare le corna; mette i corni, tradire; sbregasse i corni, tentare in tutti i modi; te spunta i corni, sei tradito. 2. (rafforz.) nun durmì un cornu, non dormire affatto. corpu s. m. corpo: cascà a corpu mortu, cadere senza trattenersi; ndà de corpu, defecare. corpusdomine s. m. Corpus Domini. corta s. f. scorciatoia. cortu agg. 1. corto: cortu de scervellu, stupido. 2. Prov. santa Luscia, l giornu più ccortu che ce sia, il giorno di santa Lucia è (era) il più corto dell’anno. cortuscirquidu s. m. cortocircuito. coru s. m. coro. corvu s. m. corvo. corza s. f. corsa. corzu s. m. corso Mazzini: daccabu al corzu, dove termina il corso; su ppel corzu, per il corso. cosa s. f. cosa: cabì na cosa pe n’antra, fraintendere; cosa da nun crede, cosa straordinaria; cus’è, cusa nun è, all’improvviso; ecce le cose sue, avere le mestruazioni; fà le cose a medà, agire in modo approssimativo; nun è na gran cosa, non è eccezionale. cosce v. (cottu) cuocere. cossa s. f. coscia. 1costa s. f. (anche costula) costola. 2costa s. f. strada in salita: la Costa, Costa del Borgo; la costa de Pisciarellu, Via Onofri. 3costa s. f. gambo del sedano. costicciu s. m. costato. costu s. m. costo: a costu de, a rischio di. costula s. f. vd. costa 1. cosu s. m. coso (oggetto o persona di cui non si ricorda il nome). cotta s. f. 1. cottura. 2. innamoramento. cottimu s. m. cottimo. cottu p. pass. di cosce cotto: (nnamuradu) cottu, molto innamorato; vì ccottu o brulè, sciroppo d’uva dolce. cou s. m. covone: è un cou de matti, è una banda di matti. cracca s. f. vd. clacca. cradere s. m. cratere. craniu s. m. cranio. crastadu s. m. castrato. creba s. f. crepa. crebà v. crepare. crebacciu s. m. crepaccio. crebacore s. m. crepacuore: murì de crebacore, morire di crepacuore. crebadura s. f. crepatura. crebapanza, a loc. avv. smoderatamente: magnà a crebapanza, mangiare moltissimo. crebapelle, a loc. avv. moltissimo: ride a crebapelle, ridere tanto. creda s. f. creta. crede v. (credudu; rur. cresu) credere: cosa da nun crede, cosa straordinaria; cù tte credi?, pensi forse che...? credenzò s. m. armadio. credì agg. e s. m. vd. credinu. credidu s. m. credito. credinu s. m. e agg. (anche credì) cretino. cresce v. (cresciudu) 1. crescere: sul cresce, crescendo. 2. allevare: l’hu cresciudu iu, l'ho allevato io. 3. aumentare di numero: cresce i fii, aumentano i figli. 4. aumentare di prezzo: la robba cresce tutt’un filu, i prezzi aumentano continuamente. 5. aumentare di peso: su ccresciudu pogu, sono ingrassato poco. crescia s. f. 1. pizza: me magnu un pezzu de crescia pe mbrenna, mi mangio un pezzo di pizza per merenda. 2. focaccia di Pasqua: crescia de Pasqua (dolce o cui grascelli o de casgiu). crescida s. f. crescita. cresciola s. f. dim. di crescia. cresema s. f. cresima: fà la cresema, cresimarsi. cresemà v. cresimare. cresu p. pass. rur. di crede creduto. Crezziu n. p. Dioclezio. crì s. m. rur. vd. criellu. crià v. creare (solo in contesto religioso). criadore s. m. creatore (solo in contesto religioso). criadura s. f. bambino piccolo. crianza s. f. creanza. cricca s. f. 1. combriccola, compagnia di amici. 2. combinazione di carte da gioco. criccà v. scricchiolare. 1cricche s. m. (anche criccu) cricco. 2cricche, in loc. avv. di lusso. cricchià v. criccare. criccu s. m. vd. cricche. crideriu s. m. criterio. cridiga s. f. critica. cridigà v. criticare. cridigò s. m. criticone. cridigu agg. critico. criellu s. m. rur. (anche crì) grande cesto di vimini. crina s. f. crine (materiale fibroso). crinà v. iniziare a spaccare. crinadura s. f. inizio di spaccatura. crinella s. f. cesta. crisantemu s. m. crisantemo. crispì s. m. grappolo d'uva non riuscito. Crispì n. p. Crispino. cristallu s. m. cristallo. cristeru s. m. clistere. cristià s. m. 1. persona: cumpurtasse da cristià, comportarsi da persona civile; i cristià, le persone; nun è la morte d’un cristià, non è così grave. 2. Prov. chi nu vole bè a le bestie, nu vole bè mancu ai cristià, chi non ama gli animali, non ama nemmeno le persone. cristianacciu s. m. misero. cristianu agg. cristiano. Cristofferu n. p. Cristoforo. cristu s. m. 1. Cristo. 2. caduta: fà un cristu, fare un capitombolo. 3. persona grossa: un pezzu de cristu. 4. cristu mortu, persona inerte. 5. poru cristu, poveretto; 6. cosa: che cristu cerca?, che cosa cerca? (rafforz.); nun c’è cristu (che ttiene), non c’è modo. 7. inter. cristu!. 8. cristacciu (appell.), antipatico. 9. persona antipatica (anche al f.): chi la supporta, sa crista, chi la sopporta, questa antipatica. 10. cume Cristu cumanna, a modo; me voi ffà ccrede che Cristu è mortu dal freddu, mi vuoi ingannare; pò murì dal freddu Gesù Cristu che è l padrò de le legne?, detto di chi si sente al sicuro. 11. Prov. chi vole l cristu, se lu prega, bisogna arrangiarsi da soli. cristumortu s. m. persona inerte. criulì s. m. pezzetto. cronniga s. f. cronaca. cronnigu s. m. e agg. (anche ncronnigu) cronico: i cronnighi, gli ospiti delle case di riposo; mmaladia cronniga, malattia cronica; sei un cronnigu, sei molto invecchiato. crosce s. f. croce: a occhiu e crosce, approssimativamente; esse na crosce, essere un bel fastidio; facce la crosce, non occuparsene più; in crosce, in tutto (riferito a poche cose); la crosce de i occhi, punto interoculare; mette in crosce, tormentare; mettecce na crosce o na piedra sobra, rinunciare definitivamente; punt'a ccrosce, punto croce; purtà la crosce, essere rassegnati; testa e crosce, nei giochi. crosceroscia s. f. Croce rossa. crosse s. m. cross. crosta s. f. crosta: c’ha fattu le croste, si è molto invecchiato; crosta de le feride, crosta delle ferite; crosta del pà, crosta del pane. cruccante s. m. croccante (dolce). crucchià v. scricchiolare. crucculà v. gorgogliare: sente l'acqua cume croccula, ascolta l'acqua che gorgoglia. crudu agg. crudo. cruella s. f. 1. cesta. 2. una certa quantità: na cruella d'inzalada, un bel po' d'insalata. cruellu s. m. crivello. crumiru s. m. crumiro. cruscè s. m. uncinetto. crusceffissu s. m. crocifisso. cruscera s. f. crociera. cruscetta s. f. dim. di crosce 1. piccola croce (specie disegnata). 2. piccola lumaca. 3. verdura per foraggio animale. crusciada s. f. crociata. crusciale s. m. incrocio. crustada s. f. crostata. crustella s. f. piccola crosta di pane. crustì s. m. crostino. cù s. f. (da cusa con apocope) vd. cò. cu prep. (anche cun) con: cu llù è sempre festa, con lui è sempre festa. cuà v. covare. cuada s. f. covata. cuba s. f. rur. salita. cuberadia s. f. cooperativa. cuberchiu s. m. coperchio. cuberta s. f. coperta. cubertina s. f. dim. di cuberta copertina. cubertò s. m. copertone. cubertu p. pass. di cubrì e agg. coperto: ecce le spalle cuberte, essere protetti. cubertura s. f. copertura. 1cubetta s. f. piatto incavato. 2cubetta s. f. dim. di cuba stradina in salita. cubizza s. f. base del cranio. cubrì v. (cubertu) coprire. 1cubu agg. incavato: piattu cubu, piatto incavato. 2cubu s. m. cubo. cuccà v. 1. cuccare (portare via). 2. possedere sessualmente. cuccarda s. f. coccarda. cuccettu s. m. vasetto di terracotta. cùcchema s. f. (anche cuccuma) cuccuma. cucchericù fonos. chicchirichì (verso del gallo). Cucchì soprannome. cucchiara s. f. 1. cucchiaio. 2. prima cucchiara, capomastro; mezza cucchiara, muratore inesperto. cucchiarada s. f. 1. quantità contenuta in un cucchiaio. 2. (anche scucchiarada) colpo dato col cucchiaio: te dò na cucchiarada se nu stai zittu!, ti dò un colpo di cucchiaio se non stai zitto! cucchiarì s. m. cucchiaino. cucchiaru s. m. cucchiaio. cucchiere s. m. cocchiere. cucchiò s. m. (volg.) donna formosa (da cocchia). cucciola s. f. verme. cucciolu s. m. lumaca. cucciudu agg. cocciuto. cucciulu s. m. cucciolo. cuccò s. m. inf. uovo. cuccu agg. castrato. cuccudè fonos. inf. coccodè (verso della gallina). cuccudrillu s. m. coccodrillo. cucculà v. coccolare. cucculò s. m. coccolone. cùccuma s. f. vd. cucchema. cucù fonos. inf. nel gioco del nascondino. cuderizzu s. m. estremità di un filone di pane. cuderò s. m. estremità sacrale. cudì s. m. codino (da coda). cudighì s. m. cotechino (da codiga). Cudinu soprannome. cudognu agg. cotogno: mela cudogna. cudulà v. rovesciare. cudulasse v. (anche scudulasse) rovesciarsi: s'è scuduladu gioppe le scale, si è rovesciato per le scale. cuduletta s. f. cotoletta. cudulò, a loc. avv. rovesciandosi. cuè pron. rur. vd. cuelle. cuelle pron. rur. (anche cuè) niente (lat. quod velis?). cuerente agg. coerente. cufia s. f. cuffia. cugagna s. f. cuccagna: alberu de la cugagna, albero della cuccagna. cugnàcche s. m. cognac. cugnadu s. m. cognato. cugnome s. m. cognome: sabè nome e cugnome de tutti, essere un pettegolo. cugnu s. m. toppa. cugombru s. m. cocomero. cugù 1. s. m. cucù (orologio). 2. inter. richiamo di ragazzi nei giochi. cuguzza s. f. denaro: hu finidu le cuguzze, non ho più denaro (da cocuzza). cuguzzaru s. m. mucchio (usato nei giochi). cuguzzulu s. m. cocuzzolo. cuincidenza s. f. coincidenza. cuiò s. m. (pl. cuioni) (volg.) 1. (anche curdò, cuionfru e cuiombru) coglione (testicolo): accuiò! e accuioni!, uffa!; cuiò, che ttizzu!, che tipo noioso!; de me cuioni, di nessun valore; ecce dù cuioni cuscì, essere molto irritato; ecce i cuioni, essere capace; ecce i cuioni duri o quadradi, avere un carattere forte; ecce i cuioni pieni, essere stufo; fà girà i cuioni, fare irritare; giramentu de cuioni, irritazione; granne, grossu e cuiò, cresciuto, ma stupido; iè fuma (i cuioni), è molto bravo; l’annu del cazzu e la visgilia di cuioni, mai; la igna di cuioni, luogo in cui tutti prendono; leede dai cuioni, togliti dalle scatole; me cuioni!, espr. di meraviglia; mumentu del cuiò, momento di ingenuità; ntra i cuioni!, da nessuna parte!; ntra i cuioni, tra i piedi; nu rompe i cuioni, non disturbare; rompesse i cuioni, stancarsi; se nun è veru, me taiu i cuioni, è impossibile che sia falso; stà nti cuioni, stare antipatico; tuccasse i cuioni, gesto di scongiuro; un par de cuioni!, espr. di stizza. 2. coglione (stupido): granne, grossu e cuiò, cresciuto, ma stupido. cuiombru s. m. euf. per cuiò. cuionfru s. m. (anche cuionfulu) euf. per cuiò. cuionfulu s. m. vd. cuionfru. cuiunà v. coglionare (prendere in giro) (sin. di minchiunà). cuiunada s. f. coglionata (sciocchezza). cuiunadu p. pass. di cuiunà e agg. preso in giro: cuntentu e cuiunadu, accontentato e fregato. cuiunadura s. f. canzonatura, sciocchezza. cuiuneria s. f. coglioneria (sciocchezza): na cuiuneria grossa cume na casa, una grossa sciocchezza. cul agg. (f. cula, pl. cui, cule; davanti a vocale: cull’) quello: cull’omu, venide qui, signore, venga qua; cul mobbile me piasce, quel mobile mi piace. Rafforzato con chi, lì, là. culà v. colare. culada s. f. colata. culazziò s. f. colazione; dobu culazziò, nella prima mattinata. culcà v. abbattere, stendere: l ventu ha culcadu le piante, il vento ha abbattuto le piante. culcasse v. coricarsi. culera s. f. colera. culettu s. m. dim. di culu parte del salame. culìde s. f. colite. cullaburà v. collaborare. cullaburadore s. m. collaboratore. cullaburazziò s. f. collaborazione. cullana s. f. collana. cullare s. m. collare. cullarì s. m. dim. di cullare collare (del prete ecc.). cullasge s. m. collage. cullassu s. m. collasso. cullaudu s. m. collaudo. cullega s. m. collega. cullegamentu s. m. collegamento. cullesgiante s. m. collegiale (allievo di collegio). cullesgiu s. m. collegio; per anton., il Campana; ma va’ in cullesgiu, va’ a quel paese; piazza del cullesgiu, Piazza Campana. culletta s. f. colletta. cullettu s. m. dim. di collu nell'espr. fà l cullettu, non riempire completamente una bottiglia. cullezziò s. f. collezione. cullina s. f. collina (voce poco usata, si preferisce dire munte). cullù pron. (f. cullia, pl. cullora) quello. cullugamentu s. m. collocamento: uffisciu de cullugamentu, ufficio del collocamento. culmà v. colmare. culomba s. f. colomba. Culombu n. p. Colombo: Cristofferu Culombu, Cristoforo Colombo. culona s. f. donna con grande deretano. culonia s. f. colonia. culonna s. f. colonna. culore s. m. colore. culpì v. colpire. cultià v. coltivare. cultrìna s. f. aratro. 1culu s. m. 1. culo: avè durmidu cul culu scubertu, essere nervoso; bbotta de culu (anche busgiu de culu e colpu de culu), colpo di fortuna; bella cume l culu de la padella, (iron.) brutta; calc’in culu, raccomandazione; che cculu!, che fortuna!; cul culu che cce vò!, non ci vado proprio!; cul culu per tera, in miseria; culu de bicchiere, brillante falso o lente spessa; culu del fiascu, fondo del fiasco; culu grossu cume un panaru, sedere molto grande; culu rottu (anche rottinculu), fortunato o disgraziato; da culu!, no!; dà ia l culu, mettercela tutta; dà ntel culu, fregare o sodomizzare; ecce culu, avere fortuna; ecce l pebe ntel culu, essere irrequieto; ecce la faccia cum l culu o esse un faccia da culu, non vergognarsi di niente; ecce le pezze ntel culu, essere in miseria; esse cul culu per tera, essere in miseria; esse più tentu del culu de la padella, essere un poco di buono; esse tutt’un culu e un par de braghe, fare comunella; faccia da culu, faccia di bronzo; fà l culu cuscì, far lavorare molto; fasse l culu, lavorare molto; iè bbrusgia l culu, ha molta fretta; iè tira l culu, è irritato oppure è molto abile; l culu iè fa lippe lappe pe la paora, trema molto per la paura; liccà l culu, adulare; mannà a ffà n culu, mandare al diavolo; me ce pulisciu l culu, non conta niente; me se stregne l culu, ho una grossa paura; mette l pebe ntel culu, sollecitare; mettela in culu, fregare; moe l culu, sbrigarsi; moie e maridu cul culu cusgidu, coniugi molto affiatati; pacche de culu, belle natiche; parà l culu, proteggere; para l culu e nun te moe, espr. scherzosa; pià a calci n culu, prendere a pedate; pià pel culu, canzonare, fregare; piasse na stretta de culu, impaurirsi molto; piassela ntel zzaccu o ntel culu, rimanere fregato; presa in giru o presa pel culu, derisione; rompe l culu, bastonare con veemenza; stà a cculu ppuzzò, stare piegato in avanti; strappasse l culu sa i dedi, arrabbiarsi molto; stretta de culu, grossa paura; te fagu n culu cum’un’ora de notte, te ne dò tante; tirà l culu, essere irritati o essere superlativi; tirà l culu ndiedru, indietreggiare, arrendersi; tirada de culu, irritazione; trattà a calci n culu, trattare molto male; tuccà l culu a la scigala, provocare; va ffa n culu! o vai in culu! o va' a ddà ia l culu! o vattela a pià ntel culu!, vai al diavolo!; vultà l culu, girare le spalle. 2. Prov. quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. 2culu agg. quello: culu sciabu ancò nun s'è vistu, quello scemo non si è ancora visto. culumbadu s. m. colombario. Culumbina soprannome. culunnadu s. m. colonnato. culunnellu s. m. colonnello. culunnina s. f. dim. di culonna distributore di carburante. culurà v. colorare. culuridu s. m. colorito. culurottu s. m. vd. culu. cumannà v. 1. comandare: chi s’alza prima la madina, cumanna, vogliono comandare tutti. 2. ordinare: cumanna e fa’ da te, sarai servidu cume un re, meglio farsi le cose da soli che ordinarle agli altri. 3. cume Cristu o Diu cumanna, a modo. cumannadu p. pass. di cumannà e agg. comandato: festa cumannada, festa di precetto. cumannamentu s. m. comandamento. cumannante s. m. comandante. cumannò s. m. chi vuol sempre comandare. cumannu s. m. comando. cumbasgià v. combaciare. cumbatte v. (cumbattudu) 1. combattere: cun quessu nun ce se cumbatte più, è diventato intrattabile. 2. arrabbiare: quantu me fai cumbatte, mi fai arrabbiare molto. cumbattente s. m. combattente. cumbattimentu s. m. combattimento. cumbinà v. 1. realizzare: nun ha cumbinadu gnente, non ha fatto niente; nun se cumbina n bozzu, non si conclude niente. 2. fare dei guai: arda cus’hi cumbinadu!, considera che guaio hai fatto! 3. arda cume te si ccumbinadu, ti sei vestito male o ti sei ridotto male. cumbinazziò s. f. combinazione. cumbriccula s. f. combriccola. cume avv. e cong. (anche cumme) 1. come: cume quannu, come se; cume viè o cume viè viè, come capita; in cumm’è o cumechessìa, come che sia. 2. appena: cume ria, appena arriva. cumeda s. f. cometa (si dice: stella cumeda). cumedì vd. cumudì. cumeniò s. f. comunione. cumennadore s. m. comendatore. cumenzà v. rur. cominciare. cumenzu s. m. rur. inizio. cumidadu s. m. comitato. cumidì s. m. comodino. cumidia s. f. comitiva. cumincià v. (anche ncumincià) cominciare. cuminciamentu s. m. inizio. 1cuminciu s. m. inizio. 2cuminciu agg. rur. iniziato. cumizziu s. m. comizio. cummarada s. f. comaraggio (pettegolezzo di comari). cummare s. f. comare. cumme avv. e cong. vd. cume. cummedia s. f. commedia. cummediante s. m. commediante. cummendadore s. m. commendatore. cummentà v. commentare. cummentu s. m. (solo in senso negativo) critica. cummerciante s. m. commerciante. cummerciu s. m. commercio. cummessu s. m. commesso. cummette v. (cummesu) commettere. cummissariu s. m. commissario. cummissiò s. f. commissione. cummoe v. (cummossu) commuovere. cummossu p. pass. di cummoe e agg. commosso. cummuniò s. f. (anche cumuniò) comunione. cummuzziò s. f. commozione. cumò s. m. comò. cumpà s. m. vd. cumpare. cumpadì v. compatire. cumpadibbile agg. compatibile. cumpagna avv. come: lora cure cumpagna a tte, loro corrono come te. cumpagnia s. f. 1. compagnia: fà cumpagnia, fare compagnia. 2. Prov. chi nun piscia in cumpagnia, o è un ladru o è na spia, si deve essere socievoli; in cumpagnia ha presu moie un frade, la compagnia favorisce la socialità. 1cumpagnu s. m. compagno: i cumpagni, i comunisti. 2cumpagnu agg. uguale o simile: è cumpagnu a quessu, è uguale a codesto. cumpanadigu s. m. companatico. cumpare s. m. (anche cumpà) compare: cumpare!, amico! cumparì v. 1. comparire: l’ultimu a cumparì fu gamba storta, arriva il ritardatario. 2. Prov. chi bellu vo cumparì, calche dulore ha da suffrì, occorrono sacrifici per ottenere risultati. cumpasciò s. f. rur. compassione. cumpassiò s. f. compassione. cumpassu s. m. compasso. cumpedente agg. competente. cumpedenza s. f. competenza. cumpenzadu s. m. compensato (materiale di legno). cumpenzu s. m. compenso. cumpì v. compiere: riu a cumpilla, arrivo a farla; pe cumpilla, è il colmo. cumpìdu p. pass. di cumpì e agg. fatto: è cumpida, l’hai fatta grossa; l’ha cumpida bella, l’ha fatta grossa. cumpiude s. m. computer. cumpledà v. completare. cumpledu agg. completo. cumpligà v. complicare. cumpligadu agg. complicato. cumpligazziò s. f. complicazione. cumplimentosu agg. complimentoso. cumplimentu s. m. (anche cumprimentu) complimento. cumpone v. (cumpostu) comporre. cumpostu p. pass. di cumpone e agg. composto. cumprà v. comprare: chi tte compra?, non ti vuole nessuno; cumprà a unu, sposarlo; te compra chi nun te cunosce, sai ben simulare. cumpreannu s. m. compleanno. cumprenne v. (non usato) comprendere. cumprennoniu s. m. comprendonio, nell'espr. esse duru de cumprennoniu, essere tardo a capire. cumpresu p. pass. di cumprenne e agg. compreso. cumprigadu agg. complicato. cumprimentu s. m. vd. cumplimentu. cumprumessu s. m. compromesso. cumprumette v. (cumprumesu) compromettere. cumpurtamentu s. m. comportamento. cumpurtasse v. comportarsi: cumpurtasse da cristià, comportarsi da persona civile. cumpusizziò s. f. composizione. cumu avv. e cong. rur. come: cumu che, appena che. cumudì s. m. (anche cumedì) comodino. cumunale agg. comunale. cumune s. m. comune. cumuniò s. f. vd. cumeniò. cumunismu s. m. comunismo. cumunista s. m. e agg. comunista: i cumunisti, il partito comunista. cumunnigà v. comunicare. cumunque cong. comunque. cun prep. (anche cu) con: cù ce ffai cu stu cariolu?, cosa ci fai con questo carretto? cuna s. f. culla (term. letter.). cuncebì v. concepire. cuncede v. (cuncessu) concedere. cuncentramentu s. m. concentramento: i campi de cuncentramentu, i campi di concentramento. cuncertu s. m. concerto: la piazzetta del Cuncertu, Piazzetta san Giuseppe da Copertino. cuncessiò s. f. concessione. Cuncetta n. p. Concetta. cuncettu s. m. concetto. cuncezziò s. f. concezione: Immagulada Cuncezziò, Immacolata Concezione. cunchìa s. f. conchiglia. cuncià v. conciare: cuncià pe le feste, ridurre male a botte. cunciadura s. f. acconciatura. cuncilià v. conciliare. cunciliu s. m. concilio. cuncimà v. concimare. cuncime s. m. concime. cuncimu s. m. rur. concime. cunclude v. (cunclusu) concludere. cunclusiò s. f. conclusione. cuncordia s. f. concordia. cuncorziu s. m. consorzio. cuncorsu s. m. concorso. cuncredu agg. concreto. cuncurenza s. f. concorrenza. cundanna s. f. condanna cundannà v. condannare. cundannadu p. pass. di cundannà, s. m. e agg. condannato. cundenza s. f. condensa. cundì v. condire. cundimentu s. m. condimento. cundizziò s. f. condizione. cundizziunamentu s. m. condizionamento. cundotta s. f. condotta. cunduianze s. f. pl. condoglianze. cunduminiu s. m. condominio. cunferenza s. f. conferenza. cunferì v. conferire. cunfermà v. confermare. cunfessà v. confessare. cunfessiò s. f. confessione. cunfessiunale s. m. confessionale. cunfessore s. m. confessore. cunfettu s. m. confetto. cunfezziò s. f. confezione. cunfì s. m. confine. cunfidà v. confidare. cunfidenza s. f. confidenza. cunfignu s. m. confine. cunfonne v. (cunfusu) confondere. cunfortu s. m. conforto. cunfrontu s. m. confronto. cunfruntà v. confrontare. cunfunnudu p. pass. rur. di cunfonne confuso. cunfurtà v. confortare. cunfusiò s. f. confusione. cunfusu p. pass. di cunfonne e agg. confuso. cungedà v. congedare. cungedu s. m. congedo. cungelà v. congelare. cungiunge v. (cungiuntu) congiungere. cungrega s. f. congrega. cungregazziò s. f. 1. congregazione. 2. cungregazziò de matti, gruppo di spostati. cungressu s. m. congresso. cunillu s. m. coniglio. cunnimentu s. m. condimento. cunocchia s. f. rocca. cunomigu agg. economico: la stuffa ecunomiga, la stufa per riscaldare e cucinare. cunosce v. (cunusciudu) 1. conoscere: te compra chi nun te cunosce, sai ben simulare. 2. Prov. porcu sadollu nun cunosce l disgiù, chi possiede tanto non concepisce la miseria. cunquista s. f. conquista. cunquistà v. conquistare. cuntà v. contare: chi c’ha poghi quadrì, sempre li conta, chi c’ha la moie bella sempre la guarda (stornello), chi ha poco denaro, sta sempre a contarlo, chi ha una bella moglie, sta sempre a guardarla; cuntà le ore, contare i giorni; ecce i sgiorni cuntadi, stare per morire. cuntadì s. m. 1. contadino: chi è morti? nisciù, un cuntadì (detto malevolo per significare che un contadino non conta nulla). 2. Prov. cuntadinu, scarpe grosse e cervellu finu, il contadino è grossolano, ma ha mente acuta; possi stà cent’anni sott’al camì, puzzi sempre de cuntadì, l’impronta del contadino non si toglie; un cuntadì, un prede, un passeru, n dù cche lu edi, mmàzzelu, dove vedi un contadino, un prete o un passero, ammazzali. cuntadore s. m. contatore. cuntagocce s. m. contagocce. cuntattu s. m. contatto. cunteggiu s. m. conteggio. cuntenè v. (cuntenudu) contenere. cuntenidore s. m. contenitore. cuntentasse v. accontentarsi. cuntentezza s. f. contentezza. 1cuntentu agg. contento: cuntentu cume na pasqua, molto felice; cuntentu e cuiunadu, accontentato e fregato. 2cuntentu s. m. contentezza. cuntenudu s. m. contenuto. cuntessa s. f. contessa: me pari na cuntessa, hai un aspetto signorile. cuntestà v. contestare. cuntestadore s. m. contestatore. cuntestazziò s. f. contestazione. cuntinente s. m. continente. cuntinuà v. continuare. cuntinuazziò s. f. continuazione: in cuntinuazziò, senza sosta. cuntinuu agg. continuo: de cuntinuu, continuamente. cuntornu s. m. contorno. cuntrabannu s. m. contrabbando. cuntrada s. f. contrada. cuntradì v. (non usato) contraddire. cuntradizziò s. f. contraddizione. cuntraenzziò s. f. contravvenzione. cuntragambià v. contracambiare. cuntrappesu s. m. contrappeso. cuntrariadu agg. irritato. cuntrariu agg. contrario. cuntrattà v. contrattare. cuntrattu s. m. contratto. cuntrollu s. m. controllo. cuntruentu avv. controvento. cuntrullà v. controllare. cuntrullore s. m. controllore. cuntrumà avv. contromano. cuntruoia, de loc. avv. controvoglia. cuntrupelu s. m. contropelo. cuntrupiede, de loc. avv. di sorpresa. cuntruvoia avv. de cuntruvoia, controvoglia. cunturname s. m. vicinato. cuntuttusciò cong. sebbene. cunumia s. f. economia. cunuscente s. m. conoscente. cunuscenza s. f. conoscenza. cunvegne v. (cunvintu) (anche cunvigne, cunvence e cunvince) convincere. cunvence v. vd. cunvegne. cunvenì v. (cunvenudu) convenire. cunveniente agg. conveniente. cunvenienza s. f. convenienza. 1cunventu s. m. convento: magna quellu che passa l cunventu, accontentati di mangiare quello che c'è. 2cunventu p. pass. di cunvegne. cunversazziò s. f. conversazione. cunvertì v. convertire. cunvigne v. vd. cunvegne. cunvince v. vd. cunvegne. cunvinzziò s. f. convinzione. cunvivente s. m. convivente. 1cunvulzu s. m. convulso (agitazione). 2cunvulzu agg. nell’espr. tosce culvulza, pertosse. cunvulzziò s. f. pl. convulsioni nervose. cunzabeule agg. consapevole. cunzagrà v. consacrare. cunzagrazziò s. f. consacrazione. cunzegna s. f. consegna. cunzegnà v. consegnare. cunzeguenza s. f. conseguenza. cunzentì v. 1. acconsentire. 2. avere un punto saldo. cunzenzu s. m. consenso. cunzerva s. f. conserva. cunzervà v. conservare. cunzervadoriu s. m. conservatorio. cunzervazziò s. f. conservazione. cunzià v. consigliare. cunziderà v. considerare. cunziderazziò s. f. considerazione. cunziere s. m. consigliere. cunziste v. (cunzistidu) consistere. cunzistente agg. consistente. cunzìu s. m. consiglio. cunzolle s. f. console. cunzorte s. f. consorte. cunzubrì s. m. rur. cugino. cunzulà v. (anche rcunsulà) consolare. cunzulazziò s. f. consolazione. cunzumà v. 1. consumare. 2. Prov. omu de pogu unore, cunzuma l lume e sparagna l zole, una persona di poco onore vive di notte. cunzumazziò s. f. consumazione. cunzumu s. m. consumo. cuò s. m. covone. cuppale s. m. copale. cuppiadìu agg. copiativo: abbisse cuppiadiu, matita copiativa; carta cuppiadia, carta carbone. cuppiò s. m. 1. copione (chi copia). 2. copione (testo). cuppula s. f. cupola. cuppulò s. m. cupolone. curà v. curare. curadella s. f. coratella. curadiu agg. curativo. 1curadu s. m. curato: l curadu del domu, chissà chi. 2curadu agg. curato. curaggiosu agg. coraggioso. curaggiu s. m. coraggio: fasse curaggiu, infondersi coraggio. curallu s. m. corallo. curata s. f. visceri animali macellati. curazza s. f. corazza. curcà v. colcare (ant. corcare). curdella s. f. dim. di corda. curdellì s. m. dim. di corda. curdò (pl. curdoni) 1. cordone. 2. euf. per cuiò: “Curdoni”, disse l paba ai Usimani, è la risposta che si dice abbia dato Benedetto XIV alle richieste troppo esigenti. cure v. (cursu) 1. correre: cure a rotta de collu, correre a più non posso; cure che tte cure, a forza di correre; cure diedru a calchidù, frequentare qualcuno per avere favori; fà a ccure cui lepri, correre senza speranza di vincere; lassà ccure, passarci sopra. 2. Prov. un pezzu cure l cà, un pezzu cure l lepre, a turno, è la volta di tutti. Curea n. p. Corea. curedì s. m. dim. di curedu: corredo del neonato. curedu s. m. corredo. curegge v. (curettu) correggere. curente s. f. corrente: chiude la porta che ffa curente, chiudi la porta perché c’è corrente d’aria; curente lettriga, corrente elettrica; è partida la curente, se ne è andata la corrente elettrica. curentì s. m. canaletto nella stalla. curettu p. pass. di curegge e agg. corretto. curezziò s. f. correzione. curiannulu s. m. coriandolo. curida s. f. corrida. Curidonia n. p. Corridonia. curidoio s. m. corridoio. curidore s. m. corridore. curiera s. f. corriera. Curiere addriadigu, il Corriere adriatico. curìna s. f. corina (vento di maestrale). curiosidà s. f. curiosità. curiosu agg. 1. curioso. 2. buffo: certu che sì ccuriosu, sei proprio buffo. curisponne v. (curispostu) corrispondere. curnacchia s. f. cornacchia: curnacchia del maluguriu, persona che predice disgrazie. curnacchiò s. m. cornuto (iron.). curnetta s. f. cornetta. curnettu s. m. dim. di cornu cornetto. curnicchiu s. m. angoletto (sin. di cantò). curnisge s. f. cornice. curnisgiò s. m. cornicione. curnudacciu s. m. curnudu (iron.). curnudu s. m. e agg. cornuto. curode v. (curosu) corrodere. curompe v. (non usato) corrompere. curona s. f. corona. curteccia s. f. corteccia. curtellada s. f. 1. coltellata. 2. muro divisorio. curtellu s. m. coltello: ecce l curtellu da la parte del mmannigu, essere superiore; mette i quadrì pe ccurtellu, risparmiare. curtile s. m. cortile. curtisò s. m. cortisone. curunà v. coronare. curuncina s. f. dim. di curona. curvà v. curvare. curvadura s. f. curvatura. curvu agg. curvo. curza s. f. corsa: ha fattu tuttu de curza, ha fatto tutto in fretta; ndaa de curza, andava di fretta. curzaru s. m. corsaro. curzia s. f. corsia. curziu agg. corsivo. cusa s. f. (solo escl. e interr.) cosa (abbrev. in cò e cu): cusa iè ffa?, non importa; cusa iè parli a ffà?, gli parli inutilmente; cusa sai?, forse; cusa vai cerchennu?, che cosa stai cercando?; cus’è?, interc. che precede una domanda: cus’è, ce vai?, forse ci vai?; cus’è, cusa nun è, non so perché. cusà v. cosare. cusaccu s. m. cosacco. cuscenza s. f. (o cuscienza) coscienza: mettesse na mà nte la cuscienza, comportarsi secondo coscienza. cuscì avv. (anche cusgì, accuscì) così: cuscì cuscì, modo di dire equivalente a “eccetera”. cuscienza s. f. vd. cuscenza. cuscina s. f. cucina. cuscinà v. cucinare. cuscinettu s. m. cuscinetto: giugà cui cuscinetti, tipo di gioco. cuscinu s. m. cuscino. cusciottu s. m. cosciotto. cuscitta avv. rur. così. cusciulò, a loc. avv. accosciato. cusge v. (cusgidu) (anche cusgì) cucire: ecce la bocca cusgida, non parlare affatto; c’ha na lengua che taia e cusge, è molto maldicente; maghina da cusge, macchina per cucire. 1cusgì vd. cusge. 2cusgì avv. vd. cuscì. 3cusgì s. m. vd. cusginu. cusgida s. f. cucitura rapida. cusgidrisce s. f. cucitrice. cusgidura s. f. cucitura. cusginu s. m. (anche cusgì) cugino: cusginu carnale, cugino di primo grado. cussù pron. (f. cussia, pl. cussora) (anche custù) codesto: cu vvole, cussù?, che cosa vuole, questo? custà v. costare: a pruà nun costa gnente, è meglio provare; caru me costa, mi costa molto; costa un boccu o n occhiu, costa molto; me costi più te che un sumaru a pastarelle, mi costa più dar da mangiare a te che se dovessi nutrire un asino con i biscotti; m’ha custadu solu dù scudi, l’ho pagato poco. 1custadu s. m. costato. 2custadu p. pass. di custà. Custantì n. p. Costantino. 1custarella s. f. costoletta. 2custarella s. f. dim. di costa salitina. custeggià v. costeggiare. custiduzziò s. f. costituzione. custregne v. (custrettu) costringere. custruì v. costruire. custruttu s. m. costrutto (vantaggio): omu de custruttu, persona positiva o valente. custruzziò s. f. costruzione. custù pron. (f. custia, pl. custora) vd. cussù. custudì v. custodire. custuletta s. f. dim. di costula. custumadu agg. educato. custumanza s. f. abitudine, costume. custume s. m. costume. cuttarella s. f. dim. di cotta piccola cotta. cuttò s. m. cotone. cuttunina s. f. stoffa leggera di cotone. cuttura s. f. cottura.
D
da prep. da: da per me (e tutti gli altri pron. pers.), da solo; da matti, molto; da ppiedi, vd. dappiedi; l da bee, le bevande; l da magnà, il cibo; te deu da dì, ho da dirti. dà v. (dattu, dadu) dare: ce dà l zole, ci batte il sole; dà a bee, far credere una cosa falsa; dà a vvede, mostrare; dà addiedru, fare retromarcia; dà arestu, dare il resto; dà ccontru, contraddire; dà da dì, stuzzicare; dà da ffà, impegnare; dà de testa o dà da mattu, uscire di testa; dà d’intenne, dare a credere; dà ffiadu alla bocca, vaneggiare; dà ffogu, bruciare; dà ffora, vomitare (sin. di rcaccià e risgettà); dà ggiò, peggiorare di salute; dà ia, regalare, smerciare; dà ia l culu, impegnarsi molto; dà l cadorciu, mettere il paletto; dà la mà, stringere la mano; dà la poccia, allattare; dà le bone feste, chiedere la mancia alla vigilia delle grandi feste; dà le busse, picchiare; dà ll’idea, suscitare un’impressione; dà l'ultima mà, rifinire; dà mente, dare ascolto; dà mpicciu, dare fastidio; dà n cicchettu, rimproverare; dà n occhiu, badare; dà n'ucchiada, dare uno sguardo; dà na bbriscula, bastonare o colpire; dà na cabada, scegliere in fretta; dà na chiamada, chiamare; dà na gnacchera, dare una sberla; dà na letta, scorrere rapidamente; dà na mà, aiutare; dà na ncurnada o na scurnada, sbattere la testa; dà na osce, chiamare; dà na pacca o na sardella, dare una botta; dà na scursa, dare uno sguardo; dà na sgrullada, dare una mossa; dà na sparecchiada, sparecchiare; dà na squadrada, dare uno sguardo minaccioso; dà na struffada, pulire sommariamente; dà na vosce, chiamare; dà na zzampada, dare un calcio; dà nte la figa, possedere una donna; dà ntel culu, fregare; dà ntell’occhiu, attirare l’attenzione; dà nti nervi, irritare; dà parente, essere parente; dà princibiu, iniziare: né de venere né de marte, nun se sposa, nun se parte, nun se dà princibiu all’arte, né di venerdì, né di martedì non ci si sposa, non si parte, non si iniziano lavori; dà rasgiò, riconoscere per buone le argomentazioni di qualcuno; dà restu, dare il resto o accontentare o ascoltare; dà retta o scoltu, seguire i consigli; dà ttortu, non approvare qualcosa; dà u roidu o un urlu, dare un urlo: iè dò n urlu de quelli sunori, gli lancio un forte urlo; dà un lisgiu e bbussu, rimproverare molto; dà un muccigottu, mordere; daie!, suvvia o espr. di fastidio; dacce na sfuggida, farci una piccola visita; daie de punta, lavora con la punta; daie de taccu, daie de punta, quant’è bbona la fia de Sunta, nel saltarello, dare colpi di tacco e di punta del piede; daie e daie, col passar del tempo, oppure ripetendo qualcosa; daie sgiò, lavorare o adoperarsi molto; dalla ia, (detto di donna) accettare rapporti sessuali; duè da dà, dover dare; mannà a dà ia l culu, mandare in quel paese; ndà a dà ia l culu, andare a quel paese; nun dà pasce, non lasciare tranquilli; se tantu me dà tantu, le premesse promettono bene. daanti 1. avv. davanti. 2. loc. prep. daanti a, di fronte a. dabassu avv. da basso. dabertuttu avv. dappertutto. daccabu avv. all'inizio: daccabu al corzu, all'inizio del corso (da cabu); semu daccabu, dobbiamo rifare tutto. daccìma avv. in cima. dada s. f. data. 1dadu s. m. dado. 2dadu p. pass. di dà (anche dattu) dato: dadu che ce vai, siccome ci vai. daeru avv. 1. davvero (anche per daeru). 2. molto (per i superlativi): è bellu daeru, è molto bello. 3. daeru daeru!, siamo al colmo; nun me dirai daeru!, escl. di sorpresa. daggià avv. vd. aggià (dal franc. déjà). Daide n. p. Davide. Daidì n. p. dim. di Daide. daie! inter. dai! Dalgisa n. p. Adalgisa. damagnà s. m. cibo: l damagnà nun è n granchè, il cibo non è molto buono. Damià n. p. Damiano. damisgella s. f. damigella. damisgiana s. f. damigiana. danara s. m. pl. (anche denare) denari (nel gioco delle carte). dannu s. m. vd. ddannu. dappìa avv. rur. in fondo: durmì dappia, dormire dalla parte dei piedi (in senso , non essere accorto). dappiedi avv. in fondo: dappiedi al lettu, nella parte del letto dove si appoggiano i piedi; nun durmì dappiedi, essere ben sveglio. Dariu n. p. Dario. dartefattu agg. artefatto. dasse v. (dattu) darsi: dasse da ffà, darsi da fare, impegnarsi (anche sessualmente); dasse la mà, fare pace; dasse la zzappa nti piedi, danneggiarsi; dasse na regulada, regolarsi; dasse na taiada ai cabelli, tagliarsi i capelli; dasse pasce o na rassegnada, consolarsi; dasse penzieru, preoccuparsi; dasse su na rcolta, riprendersi. datteru s. m. dattero. dattu p. pass. di dà (anche dadu). dazziere s. m. daziere. dazziu s. m. dazio. ddannà v. dannare: fà ddannà, far disperare. ddannadu agg. 1. molto attivo. 2. di pessimo umore. 3. appassionato: è ddannadu p’i mudurì, è appassionato di moto. ddannazziò s. f. dannazione. ddannu s. m. (anche dannu) danno: fà ddannu, produrre danni; lu sai che ddannu, non fa niente; nun fa un boccu de dannu, non fa danno affatto. ddattà v. adattare. ddattasse v. 1. adattarsi: nun se ddatta a fà gnente, non riesce a concludere niente. 2. rassegnarsi: gna ddattasse, sennò nun se campa, bisogna accontentarsi, sennò non si va avanti. ddattu agg. adatto. ddestrà v. addestrare. ddi s. f. di (lettera dell’alfabeto). ddomu agg. domato. ddubbà v. addobbare. ddulurasse v. addolorarsi. dduluradu p. pass. di ddulurà e agg. addolorato: è tuttu dduluradu che iè mortu l cà, è tanto afflitto per la morte del cane. ddumà v. domare. ddumadore s. m. domatore. ddumestigà v. addomesticare. de prep. 1. di: c’ha del sua (rur.), ha propri possedimenti; d’in giò, verso giù; d’in zu, in su; de contu, preciso (detto di soldi); de là, di là o nell’aldilà; de mala voia, contro voglia; de menu, di meno; de ndù è?, di dov'è?; de pettu, di fronte; de più, ancora; de poghe parole, non loquace; de qqua, da questa parte; de redru, di dietro; de restu, peraltro; de sciguru, sicuramente; de segonna mà, usato; de sfuggida, rapidamente; de siguru o siguru, sicuramente; de sobra o su de sobra, di sopra; de sotta, sotto, di sotto; de sole, verso meridione; de sti tempi, al giorno d’oggi; del tuttu, completamente; quessu è de lia, codesto è di lei. 2. indica provenienza geografica (è dde Luredu, è loretano) o familiare (Antò de Giuà, Antonio figlio di Giovanni). debbidu s. m. debito. debbule agg. debole: puntu debbule, lato debole. debbulezza s. f. debolezza. deccu var. di eccu (deccheme, decchede, decchelu, decchesce, deccheve, deccheli) ecco: decca llù, eccolo; decchedelu, eccolo. decredu s. m. decreto. decultè s. m. scollatura (dal franc. décolleté). dedersìu s. m. detersivo. dediedru s. m. sedere: c’ha n dediedru!, ha un bel sedere (anche fortuna). dediga s. f. dedica. dedu s. m. (anche didu) 1. dito: dedu grossu, pollice; puccià l dedu, essere ingenuo; strappasse l culu sa i dedi, arrabbiarsi. 2. un poco: un dedu d’acqua, un po’ d’acqua. 2. Prov. tra moie e maridu nun ce mette l didu, non intervenire nelle discussioni tra moglie e marito. Dedu soprannome. deffatti cong. difatti. deffenne v. (deffesu) difendere. deffinidiu agg. definitivo. deffiscente agg. e s. m. deficiente. delà avv. 1. dall’altra parte. 2. nell’aldilà. delfinu s. m. delfino. deligadezza s. f. delicatezza. deligadu agg. (anche diligadu) delicato. Delina n. p. dim. di Adele. delma s. f. forma. delude v. (delusu) deludere. delusiò s. f. delusione. demoniu s. m. (anche dimoniu) demonio. demoschenu s. m. sin. di diampenu ed euf. per diaulu 3: me pare un demoschenu, è agitatissimo. demugradigu agg. democratico. demugrazzia s. f. democrazia; per anton. il partito della Democrazia Cristiana. demuralizzà v. demoralizzare. demustrà v. dimostrare. denanze rur. 1. avv. davanti. 2. loc. prep. denanze a, davanti a. denare s. m. pl. (nel gioco delle carte) vd. danara. denoide s. f. pl. adenoidi. densidà s. f. densità. dentada s. f. (anche sdentada) dentata. dentadura s. f. dentatura. dente s. m. 1. dente: dente da latte, dente deciduo; dente del giudizziu, terzo molare; legà i denti, allappare; mal de denti, mal di denti; me so leadu un dente, mi sono tolto una preoccupazione; mette i denti, iniziare la dentizione; nun m’ha tuccadu n dente, ho ancora fame; rrudà i denti, fare il prepotente. 2. Prov. chi c’ha l pà, nun c’ha i denti, chi c’ha i denti, nun c’ha l pà, gli scherzi della sorte. dentrifisciu s. m. dentifricio. dentru avv. vd. drentu. denuncià v. denunciare. denzu agg. denso. deòdu s. m. e agg. devoto. deperì v. deperire. depressiò s. f. depressione. deqquà avv. di qua. descente agg. decente. descide v. (descisu) (anche discide) decidere. dèscimu agg. decimo. descisiò s. f. (anche discisiò) decisione. desertu s. m. deserto. desiderà v. desiderare. desideriu s. m. desiderio. destì s. m. vd. destinu. destinà v. destinare. destinu s. m. (anche destì) destino: pare n destì, sembra un destino. destru agg. destro. desuladu agg. desolato. desulazziò s. f. desolazione: si na desulazziò, sei impossibile. dettà v. dettare. dettadu s. m. dettato. deudurante s. m. deodorante. deugrazzia loc. inter. finalmente (Deo gratias). deuzziò s. f. devozione. deviazziò s. f. deviazione. di prep. dei: le cubertine di libbri, le copertine dei libri. dì v. (dittu) 1. dire: a ddì l veru, sinceramente; a ddì ppogu, senza esagerare; a ddì ttantu, al massimo; c’è da dinne n’antra, ne resta da dire un’altra; cù ddighi?, cosa pensi; cu tt’ho da dì, non so proprio che dirti; dà da dì, stuzzicare; dì de no, rifiutare; dì de scì, accettare: te digu de scì, te pagu da bè, accetto pienamente; dì l peccadu e no l peccadore, parlare di una colpa senza nominare il responsabile; dì l perché e l percume, descrivere i particolari; dì l’urazziò, pregare; dì mmale, sparlare o criticare; dilla giusta, dire come stanno le cose; dilla grossa, esagerare; dimme na robba, precisami una cosa; dì na cosa pe n’antra, mentire; dì u spruposidu, dire una cosa insensata; e la Pasciò l’hu ditta, l’hu ditta assieme a voi, vergara benedetta buttatesce giò l’oi (stornello), la Passione l’abbiamo cantata, ora, vergara, dateci le uova; ha dittu, disce, ha detto così (si usa per riferire); m’ha presu na gnagnera che nun te digu, mi ha preso una bella sonnolenza; mannà a dì, mandare a dire; me viè da dì, sto per dire; pe modu de dì, per modo di dire; pe sentidu dì, in modo indiretto e vago; se ffa pe ddì, si fa un’ipotesi; te l’hu dittu e rdittu, te l’ho ripetuto più volte; voiu dì e dimme te, espressioni intercalari che rafforzano ciò che si è detto; vulè ddì, significare. 2. essere intonato: nun ce disce cu la cuscina, stona con la cucina; ce disce cume l casgiu nti maccarò, è molto appropriato. 3. chiamarsi: cume iè disce?, come si chiama? dia inter. euf. per diu: per dia o per dia dora, per dio. diabbède s. m. diabete. diagasse v. divagarsi. dialettu s. m. dialetto. dialise s. f. dialisi. dialugu s. m. dialogo. diamedru s. m. diametro. diàmpenu s. m. (anche diantenu) sin. di demoschenu ed euf. per diaulu 3. Diana n. p. nell’espr. per Diana!, accidenti! diàntenu s. m. (anche diantena) vd. diampenu. dianu s. m. divano. diarea s. f. diarrea. diariu s. m. diario. diassilla s. f. Dies irae: cantamu la diassilla, cantiamo il Dies irae. diaulacciu s. m. 1. sin. di diampenu. 2. escl. affett. simpaticone! diauleria s. f. diavoleria. diauleriu s. m. diavolerio. diaulu s. m. 1. diavolo: a ccasa del diaulu, in un luogo molto lontano; mannà al diaulu, togliersi di torno o lasciar perdere o danneggiare; ndà al diaulu, andare a quel paese; porcu diaulu!, porco diavolo!; se l diaulu ce mette la coda, se la sorte è avversa. 2. persona molto abile: si un diaulu!, sei bravissimo. 3. persona agitata: ecce l diaulu addossu o un diaulu pe ccabellu, essere molto agitato; fà l diaulu, agitarsi molto; nu sta mai fermu, è un diaulu, non sta mai fermo, è molto agitato. dichiarazziò s. f. dichiarazione: la dichiarazziò di rendidi, la dichiarazione dei redditi. didale s. m. ditale. didalì s. m. 1. tipo di pasta. 2. masturbazione femminile. didu s. m. vd. dedu. dieda s. f. dieta: mette, tenè a ddieda, mettere, tenere a dieta. diedru 1. avv. e prep. dietro: diedru san Bartulumeu, nel quartiere di San Bartolomeo; ndà o stà ddiedru, seguire o corteggiare. 2. loc. avv. de diedru, di dietro. 3. sostant. l de diedru, il sedere: pià pel de diedru, prendere in giro. diesci num. dieci. dientà v. diventare. diertì v. divertire. diertimentu s. m. divertimento. dierzu agg. diverso. diesciannoe agg. diciannove. diesciassette agg. diciassette. diescimila num. diecimila. diesciottu num. vd. disciottu. diesse v. essere nell'espr. pudria diesse, potrebbe essere (da da esse). diessilla s. f. Dies irae: cantà la diessilla, cantare il Dies irae. diffenne v. (diffesu) difendere. 1differente agg. differente. 2differente avv. diversamente: la penza differente, ha un’idea diversa. diffesa s. f. difesa. diffettosu agg. difettoso. diffettu s. m. difetto. diffigultà s. f. difficoltà. diffiscile agg. difficile. diffonne v. (non usato) diffondere. diggerì v. digerire. diìde v. (diisu) dividere. diìnu agg. divino. diìsa s. f. divisa. diisiò s. f. divisione. diìsu p. pass. di diide e agg. diviso. diligadu agg. vd. deligadu. dilinguente s. m. delinquente. dilinguenza s. f. delinquenza. diliriu s. m. delirio. dilisgenza s. f. diligenza (carrozza). dilizzia s. f. delizia. diluià v. diluviare. diluiu s. m. diluvio. dimagrì v. dimagrire. dimandida s. f. rur. domanda. dimannà v. rur. domandare. diminuì v. diminuire. dimoniu s. m. vd. demoniu. dimugradigu agg. democratico. dimustrà v. dimostrare. dimustrazziò s. f. dimostrazione. dinamide s. f. dinamite. dinamu s. f. dinamo. dinci inter. nell'espr. porcu ddinci (euf.). dindalò s. m. inf. filastrocca. Dindanu soprannome. dindi s. m. pl. inf. (anche dindini, dindì) soldi. Dindì soprannome. dindini vd. dindi. dindu s. m. (anche dindulu) tacchino. dindulà v. (anche sdingulà) dondolare. dindulò nell'espr. stà a dindulò, oziare. dìndulu s. m. vd. dindu. diorzziu s. m. divorzio. dioschenu s. m. diavolo (detto ad una persona). dipenne v. (dipesu) 1. essere alle dipendenze. 2. dipendere: dipenne se cce vai u nno, dipende se ci vai o no. diplumadigu agg. diplomatico. diplumazzia s. f. diplomazia. direttu agg. diretto. direzziò s. f. direzione. disastru s. m. disastro. discabidu s. m. discapito. discembre s. m. dicembre. disceria s. f. diceria. disciannoe num. diciannove. disciassette num. diciassette. discìde v. vd. descide. disciottu num. (anche diesciottu) diciotto. discisiò s. f. vd. descisiò. discissette num. rur. diciassette. discisu p. pass. di descide e agg. deciso. discore v. (discorzu) 1. discorrere: discore cun calchidù, amoreggiare; nun zza né discore né stà zzittu, non sa parlare; truà da discore, rischiare di bisticciare. 2. Prov. a discore nun è fadiga, parlare è facile. discorzu s. m. discorso. discu s. m. disco. discudega s. f. discoteca. disculu s. m. discolo. discure v. rur. (discurzu) discorrere. discussiò s. f. discussione. disdì v. (disdittu) disdire. dise agg. e s. m. diesel. disegnà v. disegnare. disegnu s. m. disegno. disgestiò s. f. digestione. disgestiu agg. e s. m. digestivo. disgiù s. m. 1. digiuno: pia la mediscina a disgiù, prendi la medicina a digiuno. 2. Prov. porcu sadollu nun cunosce l disgiù, chi possiede tanto non concepisce la miseria. disgiunà v. digiunare. disgrazzia s. f. disgrazia. disgrazziadu s. m. e agg. disgraziato: poru disgrazziadu, povero disgraziato. disguidu s. m. disguido. disgustà v. disgustare. disgustu s. m. disgusto. disinffettà v. disinfettare. disinvoltu agg. disinvolto. dispenza s. f. dispensa. disperà v. disperare. disperadu 1. s. m. e agg. disperato. 2. agg. senza soldi: è sempre disperadu, è sempre squattrinato. disperazziò s. f. disperazione. dìsperu agg. (f. dispera) dispari. dispettosu agg. 1. dispettoso. 2. Prov. chi è bellu, è permalosu, chi è bruttu, è dispettosu, chi è bello, è permaloso, chi è brutto, è dispettoso. dispettu s. m. dispetto: fà i dispetti, provocare. dispiasce v. (dispiasciudu) (anche dispiascè) dispiacere: me dispiasce un zzaccu, mi dispiace molto. dispiascere s. m. dispiacere. dispiasciudu p. pass. di dispiasce e agg. dispiaciuto, spiacente: è gnente dispiasciudu pe quellu ch'ha cumbinadu, è molto dispiasciuto per quello che ha combinato. dispostu agg. disposto. disprezzà v. disprezzare. dispunibbile agg. disponibile. dissedà v. dissetare. dissedante agg. dissetante. dissussà v. disossare. distaccà v. distaccare. distaccu s. m. distacco. distanza s. f. distanza: tenè le distanze, non dare confidenza. distenne v. (distesu) distendere. distingue v. (distintu) distinguere. distintiu s. m. distintivo. distintu p. pass. di distingue e agg. distinto. distrae v. (distrattu) distrarre. distrattu p. pass. di distrae e agg. distratto. distrettu s. m. distretto. distribudore s. m. distributore (dei carburanti). distribuì v. distribuire. distribuzziò s. f. distribuzione. distruttu s. m. strutto. distruzziò s. f. distruzione. disturbà v. disturbare. disturbu s. m. disturbo. disubbedì v. disubbidire. disubbedienza s. f. disubbidienza. disuccupadu s. m. e agg. disoccupato. disuccupazziò s. m. disoccupazione. disunestu agg. disonesto. disunuradu agg. disonorato. disurdinadu agg. disordinato. dittadore s. m. dittatore. dittadu s. m. rur. detto, proverbio. dittadura s. f. dittatura. dittu s. m. detto. diu s. m. (anche dia) 1. Dio: a la bona de Ddiu, alla bell'e meglio; anima de Ddiu, bambino piccolo; bè de Dddiu, abbondanza soprattutto di cibi; cume Diu cumanna, a modo; Diu ede e pruede, Dio provvede in base a quanto vede; Diu li fa e ppò li ccunpagna , sono due persone simili in tutto; è un Diu (padre)! (imprecazione); fii de Ddiu, cari miei; grazzia de Ddiu, roba buona; l diu quadrì, il prezioso denaro; mà de Ddiu, aiuto provvidenziale; ngrazziannu Ddiu, grazie a Dio; quant’è veru Ddiu!, chiamo Dio a testimonio; se Diu vole, se sarà possibile. Nelle bestemmie può essere preceduto da per, porcu, boia o seguito da boia, ssassinu, mpestadu ecc. 2. Prov. chi nu iè piasce l vì, nun è fiu de Ddiu, non è cosa normale non amare il vino; Diu manna l freddu segonnu i pagni, Dio provvede in maniera equa; Diu pruede, ma nun careggia, bisogna favorire la provvidenza; faccenna fatta, Diu la benediga, indica soddisfazione per una cosa portata a termine; iudede che Ddiu te iuda, aiutati per avere l’aiuto divino. diurà v. divorare. diviedu s. m. divieto. 1dò num. (anche du) due: fà dò ffadighe, fare doppia fatica (adirarsi e calmarsi); si dò, codesti due; tutt’e ddo, tutti e due. 2dò avv. vd. dù. dobu avv., prep., cong. dopo: dobu culazziò, nella prima mattinata; dobu magnadu, dopo pranzo; dobu mbrenna, dopo le ore 17 circa; dobu pogu, poco dopo; dobu pranzu, nel pomeriggio; dobu scena, dopo cena; venì ddobu, seguire. dobudumà avv. dopodomani. Dobulaoru n. p. nome del cinema Concerto. dobumagnadu avv. nel pomeriggio. dobupranzu avv. nel pomeriggio. dobuscola s. m. doposcuola. dobututtu avv. dopotutto. doddisci num. dodici. doie s. f. pl. doglie. dolceìda agg. e s. f. dolcevita. dolciu s. m. e agg. rur. dolce. dole v. (duludu) (anche dulè) dolere: fà dole, provocare dolore. dolleru s. m. dollaro. domila num. duemila. dominu senubiscu loc. liturg. Dominus vobiscum. domu s. m. duomo: appiedi al domu, all'inizio della salita del duomo; l curadu del domu, chissà chi; salida del domu, Via Antica Rocca; sul domu, al duomo. donca cong. dunque: rit. Donca, cun tre taule se ffa na conca… dondulu s. m. dondolo. donna s. f. 1. donna: bona donna, puttana (antifr.); cula donna!, signora! (voc.); donna de casa, casalinga; donna de servizziu, collaboratrice domestica; donna de strada, prostituta; fà la prima donna, esibirsi; fiu de bona donna, figlio di puttana (euf.); ndà a ddonne, andare a prostitute. 2. Prov. donna baffuda, sempre piasciuda, la donna con i baffi è bella; donu s. m. dono. doppiu s. m. e agg. doppio. doppiupettu agg. e s. m. doppiopetto. dossu s. m. dosso. dota s. f. dote. dragu s. m. drago. drenta avv. rur. dentro. drentu avv. (anche dentru) dentro; ficcà (o mette) ddrentu, incarcerare; l de dentru, l’interno; namu su ddrentu (rur.), andiamo in Osimo. dritta s. f. 1. suggerimento utile. 2. a dritta, a destra. 1drittu s. m. diritto: l drittu d'un vestidu, la parte esterna di un vestito. 2drittu agg. diritto: drittu filadu, senza indugio; drittu mpaladu, immobile in piedi; man dritta, mano destra. 3drittu avv. diritto: ndà ddrittu, andare diritto; tirà ddrittu, andare avanti con decisione. drucchiulu s. m. beccuccio nei recipienti. drugà v. drogare. drugheria s. f. drogheria. drumedariu s. m. dromedario. dù avv. (anche ndù (in e dù), dò, indò, ndò) dove: da ndù è? di dov’è?; dù cche vai, dove vai; in dù è?, dov'è?; in dù è, non importa dove; nduellu?, dov'è? (da dù è llù). du num. vd. dò. -du agg. poss. encl. tuo: babbedu, tuo padre. Duardu n. p. Edoardo o Odoardo. dubbidà v. dubitare. dubbiu s. m. dubbio. dubrà v. adoperare: dubrà i occhi, guardare con attenzione; dubrà la testa, ragionare. ducumentariu s. m. documentario. duddiscesima s. f. dodicesima. dudrina s. f. dottrina (sin. di cadeghismu). duè v. (duudu) dovere: duè da ffà, dover fare; durìa da esse, dovrebbe essere; te deu da dì, ho da dirti. duentà v. diventare: duentà rosciu, arrossire. duere s. m. dovere. duga s. m. duca: mela del duga, tipo di mela. dugà v. educare. dugadu p. pass. di dugà e agg. educato. dugana s. f. dogana. dugazziò s. f. educazione. dugumentu s. m. documento. dulcezza s. f. dolcezza. dulcì s. m. tipo di uva. dulè v. vd. dole. dulore s. m. 1. dolore: dulori de panza o mal de panza, dolori di pancia in senso proprio e figurato (specie riferito a grosse spese o eventi imprevisti). 2. Prov. chi bellu vo cumparì, calche dulore ha da suffrì, occorrono sacrifici per ottenere risultati; i quadrì e i buffi è cume i dulori: chi ce l’ha, se li tiene, il denaro è come i debiti: chi ce l’ha, lo tiene per sè. dulumide s. f. pl. dolomiti. dulurosu agg. doloroso. dumà avv. domani: dumà a nnotte, domani notte; dumà a ottu, fra una settimana; dumadina o dumà madina, domattina; dumanassera, domani sera; passadu dumà o dobudumà, dopodomani. dumanna s. f. domanda. dumannà v. domandare. Dumè n. p. Domenico. dumenniga s. f. domenica: vestidu nou o de le feste o de la messa o de la dumenniga, vestito nuovo. Dumenò soprannome. dumestigu agg. e s. m. domestico. duminà v. dominare. duminazziò s. f. dominazione. dumisciliu s. m. domicilio. dunà v. 1. donare. 2. conferire grazia: iè dona probiu, gli sta molto bene. dunanza s. f. adunanza. dunazziò s. f. donazione. dundulà v. dondolare. dundulò s. m. dondolone (uno che spreca tempo). dungiuanni s. m. dongiovanni. dunnaccia s. f. pegg. di donna 1. donna di poco onore. 2. estens. prostituta. dunnarolu s. m. donnaiolo. dunnetta s. f. dim. di donna 1. piccola donna. 2. estens. donna dabbene. dunnì s. m. uomo effeminato. dunnona s. f. donna grossa. dunzilla s. f. tonsilla. duppietta s. f. doppietta. durà v. durare: finché ddura, ffa verdura, gustiamolo fintanto che c’è. durada s. f. durata. durezza s. f. rinforzo nelle scarpe. durmì v. 1. dormire: avè durmidu cul culu scubertu, essere nervoso; durmì cume n zzoccu, dormire profondamente; durmì dappiedi, essere stordito; durmì in piedi, essere poco sveglio; magn’e ddorme, fannullone; ndà a ddurmì cui polli o cu le galline, andare a letto presto; ndà a ddurmì cun qualchidù, farci l’amore; ndà a ddurmì scalzu, andare a letto senza cena. 2. Prov. chi dorme nun pecca, dormendo non si pecca; l lettu è na rosa: se nun dormi, te riposa, anche se non dormi, comunque il letto ti fa riposare. durmida s. f. dormita. durmieia s. f. dormiveglia. durmiò s. m. dormiglione. durmiveia s. m. dormiveglia. durò s. m. durone. duru agg. duro: duru de cumprennoniu o de zzocca, tardo a capire; fà l musu duru, essere antipatico. Il superlativo è reso per es. con: c'ha la gnocca più dura d'un sassu, fa molta fatica a capire; è più dura d’un bancu, non si riesce a fargliela capire; ecce l core duru cume na piedra, non avere pietà; testa dura o testa de raba, stupido. dusce s. m. duce. duscentu num. duecento. duttore s. m. (f. dutturessa) dottore: giugà al duttore, tipo di gioco. duudu p. pass. di duè dovuto. duzzena s. f. dozzina. duzzinante s. m. pensionante.
E
e inter. voi: cume va, e?, come state? 1è v. vd. avè. 2è avv. sì: - te lu sai? - è, - tu lo sai? - sì (dal lat. (ita) est?). Ea n. p. Eva: porca Ea!. ecca avv. vd. eccu. ecce v. (udu) (anche aè, avè, ecce, ecce, è) 1. averci: ecce a mmente, ricordare; ecce tuttu al paru de la bocca, avere tutte le comodità; ecce bone spalle, riuscire a sopportare; ecce calche rudella fori postu o de menu, essere stravagante; ecce calche suldarellu da parte, avere una sommetta da parte; ecce calchidù su le palle, non sopportare qualcuno; ecce casa scura e lettu iacciu, essere in pessime condizioni; ecce culu, avere fortuna; ecce da ffà, essere occupato; ecce da spartì, avere a che fare; ecce dò facce, comportarsi in modo ambiguo; ecce ffuga, avere fretta; ecce giudizziu, essere assennato; ecce i bullori, essere arrabbiato; ecce i corni, essere tradito dal coniuge; ecce i cuioni (duri o quadrati), avere volontà; ecce i cuioni pieni, essere stufo; ecce i grilli pe la testa, avere idee poco serie; ecce i minudi cuntadi, avere molta fretta; ecce i occhi pe vvede, essere in grado di verificare; ecce i sgiorni cuntadi, stare per finire o per morire; ecce idea, immaginare o sospettare; ecce in mente, pensare; ecce l’amigu, avere l’amante; ecce l cervellu d’un’oga, essere sciocco; ecce l cervellu nti piedi o nte le scarpe, non voler ragionare; ecce l core duru cume na piedra, non avere pietà; ecce l grugnu, avere il broncio; ecce l curtellu da la parte del mmannigu, essere superiore; ecce l diaulu addossu, essere molto agitato; ecce l magò, avere il magone; ecce l panciò, ansimare; ecce l pancottu ntel cervellu, capire poco; ecce l presgiuttu nti occhi, avere gli occhi foderati; ecce la coda de paia, sentirsi in difetto e vittima di allusioni; ecce la cuscienza a ppostu, non avere nulla da rimproverarsi; ecce la faccia de, avere la sfrontatezza di, avere il coraggio di; ecce la ppuzza sott'al nasu, darsi arie di superiorità; ecce la prosteda, avere male alla prostata; ecce la scola de qualchidù, essere istruiti da qualcuno; ecce la segadura ntel cervellu, non capire niente; ecce la testa a ppostu o su le spalle, essere assennato; ecce la testa ntra le gambe o ntra le nuule o per aria o su la luna, essere distratto; ecce le fregne, essere nervoso; ecce le furmelle, non riuscire a stare fermo; ecce le mà bbughe, spendere troppo; ecce le mà de buru, essere maldestro; ecce le mà legade, non poter agire; ecce le mà llonghe, essere incline a rubare; ecce le madonne, essere arrabbiato; ecce le palle (o le saccocce o le scattule) piene, essere stufo; ecce le perdide, avere le mestruazioni; ecce le pezze ntel culu, essere in miseria; ecce le spalle cuberte, essere protetto; ecce le spalle grosse o ecce bone spalle, saper sopportare; ecce le voie, avere le voglie (delle gestanti); ecce mmà, saperci fare; ecce n occhiu de riguardu o un pò d’occhiu, fare attenzione; ecce n urellu, avere fortuna; ecce na grazzia, essere abile o maleducato; ecce na scerta edà, essere ormai anziano; ecce na sciurma, avere un atteggiamento preoccupato; ecce nte la bocca, parlarne sempre; ecce nte la testa o in mente, avere in mente; ecce ntel zzangue, essere predisposto; ecce ntornu, essere accompagnato; ecce occhiu, stare attento; ecce pe le mà, avere a disposizione; ecce prescia, avere fretta; ecce presente, ricordare; ecce prescia, avere fretta; ecce sonnu, aver sonno; ecce suggezziò, avere soggezione; ecce tortu, sostenere cose ingiuste; ecce u rusighì, avere un tormento; ecce un diaulu pe ccabellu, essere nervoso; ecce un palmu de musu, essere preoccupato; ecce un santu pe ccontu suu, riuscire a cavarsela bene; eccela cun calchidù, avercela con qualcuno; nun ecce na lira, essere senza soldi; nun ecce testa, essere sbadato; nun ecce tutti i torti, avere quasi ragione; nun ecce tutti i venardì, essere strano; nun ecce un sestu, essere disordinato; nun ecce voia, non avere desiderio o intenzione; quantu tempu c’ha?, quanti anni ha? 2. Prov. chi c’ha l santu se lu prega, chi si può raccomandare a qualcuno, lo faccia; chi c’ha, magna, chi nun c’ha, suspira, non tutti hanno le stesse possibilità. eccedera avv. eccetera. eccessu s. m. ascesso. eccezziò s. f. eccezione. ècchese agg., s., prep. ex. ecchiaia s. f. vecchiaia. ecchiu s. m. e agg. vd. vecchiu. eccu avv. (anche deccu, ecca) (eccheme, ecchede, ecchelu, ecchesce, eccheve, eccheli) ecco: decc’a llù, arriva lui. eccùme avv. e inter. eccome. edà s. f. età: ecce na scerta edà, essere ormai anziano. ede v. vd. vede. edighetta s. f. (anche tighetta) etichetta. edigula s. f. edicola. effettu s. m. effetto. EGA s. m. ECA (Ente Comunale Assistenza). egu s. m. eco. eguista s. m. e agg. egoista. eidenza s. f. evidenza. el, l art. il (la forma el si usa come rafforz.): l gattu, il gatto; el caulu te l'ha dittu, non te l'ha detto nessuno. eleffante s. m. elefante. elementu s. m. bel tipo: quellu è probiu un elementu, quello è un bel tipo. elencu s. m. elenco. elettrigu agg. elettrico. elettriscidà s. f. elettricità. elezziò s. f. elezione. eliga s. f. elica. eligotteru s. m. elicottero. elìna s. f. velina: la carta elina, la carta velina. èllera s. f. edera. ellu avv. (f. ella, pl. elli, elle) eccolo: ellu lì, eccolo lì; ellu là, eccolo là (da ecchelu). 1elmu s. m. elmo. 2Elmu n. p. Elmo. ementa s. m. emmental. emuzziò s. f. emozione. emuzziunadu agg. emozionato. ena s. f. vena. enciclupedia s. f. enciclopedia. èndula s. f. rur. edera. entrà v. entrare (più usato bbuccà). entrada s. f. entrata. Enzu n. p. Enzo. epadìde s. f. epatite. epissodiu s. m. episodio. eppò loc. avv. contr. e poi (da pò2). Epuga n. p. Epoca (settimanale). equadore s. m. equatore. equilibriu s. m. equilibrio. erba s. f. 1. erba: l'erbe, verdura cotta; un pugnu d’erba, un piccolo fascio d'erba. Tipi di erba: erbetta, grispì, grugni, malba, melliga, pabola, sperania, sulla, scaccialepru, traffoiu ecc. 2. Prov. l’erba cattia nun more mai, i cattivi ci saranno sempre. erbetta s. f. prezzemolo. ercule s. m. Ercole: si un ercule, sei molto forte. eredigu s. m. e agg. eretico. ergna s. f. ernia. Ermannu n. p. Ermanno. eroigu agg. eroico. ertu agg. vd. nnertu. eru agg. vero. Erusse n. p. Eros. Erzilia n. p. Ersilia. esasgerà v. esagerare. esasgeradu agg. esagerato. esasgerazziò s. f. esagerazione. esattu agg. esatto. esatturia s. f. esattoria. esaurì v. esaurire. esaurimentu s. m. esaurimento. esclamadiu agg. esclamativo. eseguzziò s. f. esecuzione. esempiu s. m. esempio: pr esempiu, per esempio. Esgittu n. p. Egitto. esidu s. m. esito. esiste v. (esistidu) esistere: nun esiste, non può essere. esplode v. (esplosu) esplodere. esplurà v. esplorare. espluradore s. m. esploratore. esplurazziò s. f. esplorazione. esplusiò s. f. esplosione. esplusiu agg. esplosivo. espressiò s. f. espressione. espressu agg. e s. m. espresso. espusizziò s. f. esposizione. essa pron. f. essa (usato per "lei"; anche lia). 1esse v. (stadu) essere: c’è da dinne n’antra, ne resta da dire un’altra; chi c’era?, a chi tocca?; cume che sia, comunque sia; cumm’è, cume nun è, senza motivo apparente; è un purgadoriu, c’è una gran confusione; esse a ccaallu, essere messi bene; esse a la mà, essere cordiale; esse a le pezze o ecce le pezze ntel culu o esse a le pule, essere in miseria; esse a spassu, essere disoccupato; esse cul culu per tera, essere in miseria; esse cume san Tummasu, essere increduli; esse o cascà da la pera al figu, trovarsi ancora nella stessa indesiderata situazione, se non in una peggiore; esse daccabu, dover rifare tutto; esse de casa, avere familiarità; esse de manniga larga, essere generoso; esse de mpicciu, essere di fastidio; esse de n’idea, avere un'opinine politica; esse de parola, mantenere la parola data; esse del mestiere, avere pratica; esse del postu, abitare in loco; esse in parola, essere in trattativa; esse in tempu, non essere in ritardo; esse lì, stare per finire; esse mmesu malamente, essere molto povero; esse n mezzu a la mmerda, essere tra mille difficoltà; esse n’oga, essere sciocco; esse n pistola, essere un bricconcello; esse n toru, essere un fusto; esse na bona furchetta, essere un buongustaio; esse na crosce, essere un bel fastidio; esse na mezza sola, valere poco; esse na mmerda, essere un rifiuto; esse ndrentu cun calchidù, avere confidenza con pezzi grossi; esse nte la bocca de tutti, costituire argomento generale; esse nte la bona strada, essere nella giusta direzione; esse nte la merda, essere ridotti male; esse nte le mà de calchidù, essere sotto la protezione di qualcuno; esse nte le spese, dover fare delle spese; esse più de là che de qqua, essere più morto che vivo; esse pradigu del postu, conoscere il posto; esse sobra ppenzieru, essere distratto; esse tutta in ghingher’ e piattini, essere vestita in modo sfarzoso; esse tuttu casa e cchiese, essere molto perbene; esse tutt’un culu e un par de braghe, fare comunella; esse u scarcioffenu, essere un buono a nulla; esse u scorfenu, essere una donna brutta; esse u sgranciu, essere deperito; esse un mastrillu, essere un brigante; esse un mulu, essere irremovibile; esse un murtoriu, essere un ambiente o una persona priva di allegria; esse un teadrì, essere una situazione comica; esse un tremodu, essere molto agitato; esse un turellu, essere robusto; esse usu, essere abituato; esse vangelu, essere vero; nun c’è mmale, va bene; nun c’è mmodu o vverzu, non ci si riesce in alcun modo; nun ce semu, non va bene; nun esse male, essere bello; nun esse tantu pe la quale, non essere decoroso; nun ha da esse, non deve succedere; per esse che, anche se: per esse che nun c’erimi mesi d’accordu, è rriada in antiscibu, è arrivata in anticipo, anche se non ci eravamo messi d’accordo; sai cusa sc’è?, loc. che anticipa una novità; tant’è che, cosicché. 2esse pron. pl. f. loro. 3esse imper. di esse: esse bonu, fai il bravo. èsselu avv. rur. eccolo. essercidu s. m. esercito. essercizziu s. m. esercizio. essu pron. nell'espr. da pr essu, da solo. estade s. f. estate. estase s. f. estasi: ndà in estase, essere affascinato. este s. m. est. estediga s. f. estetica. estru s. m. estero. esuneradu agg. esonerato. esurcista s. m. esorcista. eternu agg. eterno. Etiobia n. p. Etiopia. etteru s. m. ettaro. ettolidru s. m. ettolitro. Etture n. p. Ettore. euru s. m. (pl. euri) euro. evidà v. evitare. evvìa inter. evviva. Ezziu n. p. Ezio.
F
fà v. (fattu) 1. fare: a ffà, a fare (esprime negazione: cu ci si ndadu a ffà?, non ci dovevi andare); che ccaulu o ccazzu o madosca o madonna o miseria ffai?, che cosa combini?; cusa iè ffa?, non importa; cusa iè parli a ffà?, gli parli inutilmente; dà da ffà, impegnare; dasse da ffà, darsi da fare; ecce da ffà, avere da fare; fà a cazzotti, scazzottarsi o non intonarsi; fà a cciga, economizzare; fà a cure cui lepri, correre senza speranza di vincere; fà a ffettine, distruggere; fà a gambiu, scambiare; fà a la meiu, agire in modo approssimativo; fà a la rumana, pagare tutti una parte uguale; fà a qquistiò, litigare; fà all’amore, fare l’amore; fà attu, minacciare; fà baliu, marinare la scuola; fà bbenzina, acquistare la benzina; fà bè, giovare; fà bee, belare; fà bruttu, impaurire; fà cascà dall’altu, concedere con molte condizioni; fa casgiara, fare confusione; fà ccagnara, bisticciare; fà ccaru, accarezzare; fà ccontu, fare assegnamento, supporre; fà comidu, essere utile; fà cume i cà e i gatti, litigare continuamente; fà cumpagnia, fare compagnia; fà da magnà, cucinare; fà da mattu, folleggiare; fà ddannà, far disperare; fà ddannu, produrre danni; fà dde menu, fare a meno; fà dò facce, comportarsi in modo ambiguo; fà dò parole o dò chiacchiare, conversare un poco; fà dò zzompi, ballare un poco; fà dole, provocare dolore; fà ffagottu, andarsene; fà ffesta, festeggiare; fà ffiadà, far parlare; fà ffigu le gambe, le gambe non reggono; fà ffigura, destare ammirazione; fà ffinta, fingere; fà ffora, uccidere; fà ffuga, mettere fretta; fà fugge, spaventare; fà i conti, rendere conto; fà i corni, fare le corna; fà i dispetti, provocare; fà i frulli, fare le moine; fà i occhi, abituarsi alla vista di qualcosa; fà i occhi da busbana, fare gli occhi languidi; fà i occhi dolci, guardare per sedurre; fà i oi, deporre le uova; fà i piasceri, fare i favori; fà i sciacqui, sciacquare; fà i soldi, arricchirsi; fà i uguri, fare gli auguri; fà i verci, fare le imitazioni; fà in tempu, riuscire a concludere; fà l ballarì, essere volubile; fai l braò, fai l’esibizionista; fà l ciambottu, essere stupido; fà l cullettu, non riempire completamente una bottiglia; fà l culu cuscì, far lavorare molto; fà l diaulu, agitarsi molto; fà l figu, esibirsi; fà l fogu, darsi molto da fare; fà l labbru, stare per piangere; fà l malocchiu, fare il malocchio; fà l milidare, prestare servizio militare; fà l mortu, galleggiare sul dorso; fà l paì, mettersi in mostra; fà l passu più llongu de la gamba, non regolarsi; fà l porcu signore, vivere agiatamente; fà l sabudu, credere di sapere tutto; fà l sammartì o la scena de sammartì, festeggiare il San Martino; fà l suldadu, fare il servizio militare; fà l sustenudu, darsi importanza; fa l’ucchialì, fare l’occhietto; fà la bocca, abituarsi ad un sapore; fà la buccaccia, fare il verso; fà la cacca, defecare; fà la caccia, perseguitare; fà la caridà, fare l'elemosina; fa’ la caridà, per favore; fà la conta, fare il conteggio nei giochi; fà la cresema, cresimarsi; fà la festa, uccidere; fà la ffine, finire: fà la ffine del zorciu, rimanere incastrato; fà la gaetta, fare l’apprendista; fà la gambetta, fare lo sgambetto; fà la gresta, fare la cresta; fà la lenguaccia, tirare fuori la lingua per scherno; fa la luna, è luna nuova; fà la mossa, minacciare; fà la muffa, non avere rapporti sessuali (detto di donna); fà la parte: interpretare o fingere o condividere; fà la piscia, urinare; fà la pista, macellare; fà la prima donna, esibirsi; fà la punta, corteggiare; fà la scarpetta, raccogliere il sugo con un pezzo di pane; fà la spia, fare la spia: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu, chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto; fà la stima, fare la stima; fà la stradella, ritornarci diverse volte; fà la tera pel cesce, morire; fà la testa cuscì o cume un pallò, riempire la testa; fà la zzuppetta, bagnare il pane in un liquido (latte, vino ecc.); fà le caccule, blandire; fà le carte, prevedere il futuro o preparare i documenti per sposarsi; fà le cose a mmedà, agire in modo approssimativo; fà le cose sottugamba, agire con leggerezza; fà le feste, gioire; fà le fregne, fare i capricci; fà le luntananze, non avvicinarsi per diversi motivi; fà le marchette, prostituirsi; fà le scarpe, ingannare; fà le scerimonie, manifestare eccessiva cortesia; fà le scubertine, cogliere di sorpresa; fà llume, far luce; fà llungà o stirà l collu, fare aspettare molto; fà lu sfoiu di vodi, fare lo spoglio dei voti; fà male, dolere o nuocere; fà maraia, meravigliare; fà marcia ndiedru, fare retromarcia o operare il coitus interruptus; fà mmappa, aderire molto fortemente; fà mmeiu, fare meglio; fà murì mattu, impegnare troppo; fà n arlottu, ruttare; fà n arsumiu, fare una foto; fà n brudettu, combinare un pasticcio; fà n casì de la mmadonna, fare molta confusione; fà na barba o na borcia, stancare; fà na bella calada, calare molto; fa na caccia, fare confusione; fà na cagada, compiere una sciocchezza; fà na cappella, commettere un errore; fà na caridà, fare un favore; fà na ffadiga, fare una bella fatica; fà na ffuga, fuggire velocemente; fà na fattura, fare una fattura; fà na loiga, fare un discorso noioso; fà na panzada, fare una mangiata abbondante o un tuffo di pancia; fà na partaccia, essere scorretti con qualcuno; fà na rotta, scocciare; fà na spasa, sparpagliare tutto; fà na testa ccuscì, fare molta confusione; fà neru calchidù, stravincere qualcuno; fà nnoia, fare solletico; fà notte, tardare molto; fà nt’un lampu, fare subito; fa ppaba, spogliare per gioco; fà ppasce, rappacificarsi; fà pe ddì, ipotizzare o dire; fà pe fforza, fare con costrizione; fà pena, destare compassione; fà per bbè, comportarsi bene; fà ppasce rappacifficarsi; fa ppià (o venì) le madonne, far irritare; fà pprestu, fare in fretta o senza esitazioni; fà quattru salti, ballare; fà ride (i polli), essere ridicolo; fà sciabà, divertirsi molto; fà scietta, sbagliare: le gambe m'ha fattu scietta, le gambe mi hanno ceduto; fà scola, insegnare; fà scuntà, far pagare; fà senzu, provocare disgusto; fà sgirà le scattule, fare irritare; fà spanzà da lu ride, far scoppiare dal ridere; fà spesa, fare spesa; fà spesce, meravigliare negativamente; fà strada, guidare; fà trenta: hi fattu trenta, fa’ trentunu, se sei arrivato a questo punto, puoi procedere ancora; fa ttardi, ritardare; fà ttombula, raggiungere un obiettivo prefissato; fà tuttu n'arte, essere noiosi; fà tutt'un laacciu, bagnare tutto il pavimento; fà u per bè u per gnente, agire bene o non agire affatto; fà u rumanzu, raccontare tutto; fà un baffu, non impressionare affatto; fà un bisognu, andare di corpo; fà un cristu, fare un capitombolo; fà un fiu, partorire; fà un fori, fare un lavoro extra; fà un sagramentu, fare un capitombolo; fà un volu, cadere; fà un zughè, fa pena; fà venì da, provocare; fà venì i cabelli bianchi, procurare dispiaceri; fà venì i nervi, innervosire; fà venì l’acqua nti sginocchi, essere noioso; fà venì la barba, essere noioso; fà venì l magò, far venire il magone; fà venì le fregne, rendere nervoso; fà venì le sudarelle, mettere spavento; fà zzucca (inf.), battere la testa insieme; facce casu, badare; facce le croste, invecchiare; facce na crosce sobra, rinunciare; faiela, farcela; falla, defecare o orinare; falla fina, arruffianarsi; falla finida, smetterla; falla spiccia, agire in fretta; famu che basta, finiamola; fa(tte) contu che, considera che; fatte innanze, vieni avanti; finché ddura, ffa verdura, gustiamolo fintanto che c’è; ma famme l piascere!, proprio no!; mal nun fa’, paora nun avè, chi non fa del male, non deve temere; mannà a ffà n culu, mandare in quel paese; me ffa i occhi, mi sembra di vedere; me ffa na pippa, non ho paura di lui; me ffà trinchettu le gambe, mi si incrociano le gambe; modu da ffà, modo di fare; ndà a ffà n bagnu, andare a quel paese; ndu la fa, la lassa, non pulisce mai; nun fa na piega, è perfetto; nun zzo cù famme, non so cosa fare; sabecce ffà, essere abile; se ffa pe ddì, si fa un’ipotesi. 2. sostant. c’ha un fà che nun me piasce, non mi piace il suo modo di fare; l da ffà, le cose da fare. 3. comperare: s’è ffattu na bella maghina, si è comperato una bella auto. 4. dire, chiedere: lù me ffa: “Ndu vai?”, egli mi chiede: "Dove vai?". 5. piacere: stu dolce nun me ffa, questo dolce non mi piace. 6. riuscire: nun iela fagu a fenì pr oggi, non ci riesco a finire per oggi. 7. importare: cusa iè ffa?, che cosa importa? 8. Prov. chi mal penza, mal fa, chi pensa male, agisce male; Diu li fa e ppò li ccunpagna, sono due persone simili in tutto; fa l pà un purettu, iè se slama l fornu, i poveri sono anche sfortunati; quel che se ffa, se rtroa, in futuro si ritrovano i risultati di ciò che si è fatto. faa s. f. 1. fava: faa brusca o mbrustulida, fava abbrustolita; faa griccia, fava lessa; le fae di morti, tipo di dolci. 2. pacche de faa, scarabocchi. 3. Prov. è na faa che nun se cosce, è una cosa che non si realizza. Faarola soprannome. fabbriga s. f. 1. fabbrica. 2. casa in costruzione. fabbrigà v. fabbricare. fabbrigadu s. m. fabbricato. fabbrigazziò s. f. fabbricazione. Fabiu n. p. Fabio. Fabiula n. p. Fabiola. Fabrià n. p. Fabriano. Fabrizziu n. p. Fabrizio. faccenna s. f. 1. faccenda: faccenna nnerta, cosa importante; la faccenna se mette male, la situazione peggiora; la faccenna se ntosta, la situazione si aggrava; sta faccenna me ppuzza, ho dei sospetti. 2. affari: cume te butta le faccenne?, come ti vanno gli affari? 3. cosa indefinita: è na faccenna che nun te riguarda, è un affare che non ti riguarda. 4. soprannome. 5. Prov. faccenna fatta, Diu la benediga, indica soddisfazione per una cosa portata a termine. faccennadu agg. affaccendato. faccennetta s. f. dim. di faccenna faccenduola. faccennò s. m. persona molto indaffarata e inconcludente. facchì s. m. facchino. faccia s. f. faccia: alla faccia (dedica di disprezzo); ecce o fà dò facce, comportarsi in modo ambiguo; ecce la faccia cum l culu o esse un faccia da culu, non vergognarsi di niente; ecce la faccia de, avere la sfrontatezza di, avere il coraggio di; faccia da galera, tipo losco; faccia da schiaffi o faccia tosta, sfacciato; faccia de cazzu, scemo (offens.); faccia de mmerda, spregevole; rosciu nte la faccia, con la faccia rossa; spaccà la faccia, bastonare; vergognede la faccia, vergognati; via la faccia, esprime approvazione (anche ironico). facciada s. f. facciata. Fadima n. p. Fatima. faggiu s. m. faggio. fagottu s. m. fagotto: fà ffagottu, andarsene. fagultà s. f. facoltà. Faì soprannome. faiside s. f. faesite. falcada s. f. falcata. falcia s. f. rur. 1. falce: falcia fenara, falce fienaia. 2. Prov. giugnu, la falcia in pugnu, a giugno si miete. falcià v. falciare. falciò s. m. falcione. falcu s. m. falco. Falcunara n. p. Falconara Marittima. faldella s. f. rur. foraggio pressato e tagliato. fallì v. fallire. fallimentu s. m. fallimento. fallosu agg. che ha difetti di fabbrica. fallu s. m. fallo (difetto di lavorazione in un tessuto). falzà v. falsare. falzidà s. f. falsità. falziffigà v. falsificare. falzu agg. falso: falzu cume la nebbia, molto falso. fama s. f. vd. fame. famaccia s. f. (anche famareccia) grande fame. famareccia s. f. vd. famaccia. fame s. f. (anche fama) fame: mortu de ffame, molto povero; murì de ffame, provare molta fame. fameia s. f. rur. famiglia. famìa s. f. famiglia: cabu famia, capofamiglia; è dde famia, è come fosse un parente (sin. di è dde casa); fiu de ffamiia, minorenne; la famia di Gubbò, vd. Gubbò; la ruina de le famie, chi o che deteriora i rapporti familiari; mette su ccasa o famia, formare una famiglia; ndà in famia, sposarsi e andare a vivere con i suoceri; stadu de famia, certificato di stato di famiglia. famiola s. f. dim. di famia. Famò soprannome. famosu agg. famoso. fanadigu agg. fanatico. fanalì s. m. dim. di fanale. fanfarò s. m. fanfarone. fanfulla s. m. fanfarone. fanga s. f. rur. fango. fante s. m. 1. fante. 2. Prov. scherzza sa i fanti, ma lassa stà i santi, non scherzare con le cose di religione. fantì s. m. fantino. fantioli s. m. pl. convulsioni infantili. faore s. m. favore: me farissi n faore?, mi faresti un favore? farabuttu s. m. farabutto. faraò s. m. faraone. fardella s. f. ciambella di grasso, specie nella pancia. fardellò s. m. chi ha le fardelle. fardellu s. m. fardello. farfallò s. m. accr. di farfalla farfallone (persona incostante). farfuià v. (anche sfarfuià) parlare in maniera incomprensibile. farfuiò s. m. chi parla in modo incomprensibile. farina s. f. farina: damme un pugnettu de farina, dammi un po’ di farina. 1faru s. m. faro. 2faru s. m. farro. farueste s. m. far west. fascià v. fasciare. fasciadura s. f. fasciatura. fascigulu s. m. fascicolo. fascile agg. facile. fascilò s. m. facilone. fasciu s. m. 1. fascio. 2. fascismo: ai tempi del fasciu, durante il fascismo. fasgià s. m. fagiano. fasgiolu s. m. fagiolo: ndà a fasgiolu, piacere (sfasgiulà); fasgioli da sgranu, tipo di fagioli. fasgiulettu s. m. (anche fasgiulì) fagiolino. fasgiulì s. m. 1. vd. fasgiulettu. 2. soprannome. fasse v. (fattu) 1. maturare: se mele ancò nun s’è fatte, queste mele ancora non sono mature. 2. fare: famme ndurmì, fammi addormentare; fasse bellu, pavoneggiarsi; fasse ccorge, farsi scoprire; fasse curaggiu, infondersi coraggio; fasse dà n panì o ntel culu, andare in quel paese; fasse delle idee, illudersi; fasse ede, mostrarsi, mettersi in mostra; fasse fforza, sforzarsi; fasse ffrade, farsi frate; fasse ffurbu, scaltrirsi; fasse grannu, crescere; fasse i cabelli, tagliarsi i capelli; fasse i cazzi sui, non interessarsi agli affari degli altri; fasse in llà, spostarsi; fasse largu, andare avanti; fasse l culu, faticare molto; fasse male, ferirsi; fasse na frittella o na padella, farsi una macchia sui vestiti; fasse na panniga, fare una dormitina; fasse na scurtigadura, prodursi una scorticatura; fasse na sfasgiulada, farsi una scorpacciata di fagioli; fasse na stuffada, mangiare molto; fasse n'idea, valutare in generale; fasse nnanze, venire avanti; fasse notte, arrivare la notte; fasse scrubulu, preoccuparsi; fasse scuru, farsi buio; fasse sentì, difendere le proprie ragioni; fasse sgiornu, albeggiare; fasse sotta, farsi avanti; fasse strada, farsi largo; fasse un bicchiere, bere un bicchiere; fasse un nome, diventare conosciuto; fasse viu, comparire o dare notizie; fassela addossu, farsela sotto o avere molta paura; nun fasse gnente, non farsi male; nun ze ffa mai sgiornu, non si arriva mai a completare qualcosa; nun zzo cù famme, non so cosa fare. fastidiosu agg. fastidioso. fastidiu s. m. fastidio. fasullu agg. fasullo. fatticciu agg. rovinato (detto di frutto). fattora s. f. moglie del fattore. 1fattu s. m. fatto. 2fattu p. pass. di fà e agg. 1. maturo: fruttu fattu, frutto maturo; omu fattu, persona matura. 2. fatt'e ttuttu, completamente realizzato; fattu a mmà, costruito senza strumenti; fattu bè, benfatto; venì fatta, riuscire. Fattumagnà soprannome. fattura s. f. 1. fattura. 2. maleficio: fà na fattura, fare una fattura; scioie na fattura, togliere una fattura. fatturì s. m. fattorino. fatturia s. f. fattoria. fatturina s. f. piccolo impegno. faula s. f. favola. Faulenza soprannome. Faurì n. p. rur. di bue. faurì v. favorire. fauridu p. pass. di faurì e agg. favorito. Faustu n. p. Fausto. fazzulettu s. m. fazzoletto. febbra s. f. 1. febbre: febbra da caallu, grossa febbre. 2. herpes sulle labbra. febbraru s. m. febbraio. fedà v. partorire (di animali): ha fetatu la pecciona? (frase di scherno rivolta ai Castellani). fedaccia s. f. vd. fedò. fedelì s. m. pl. fedelini (pasta). fedente agg. fetente. Federigu n. p. Federico. fedigu s. m. fegato: che fedigu!, che coraggio!; magnasse l fedigu, irritarsi molto; salcicce de fedigu, salsicce di fegato. fedò s. m. (f. fedaccia; pl. fedò e fedacce) bambino: me pari un fedò, ti comporti da bambino. fedu s. m. feto. feghedellu s. m. fegatino. fele s. m. fiele: amaru cume l fele, amaro come il fiele; ecce la bocca cume l fele, avere l’alito cattivo. felisce agg. felice (più comune cuntentu). feliscidà s. f. felicità. felpadu agg. foderato di felpa. feltru s. m. feltro. femina s. f. vd. femmena. femmena s. f. (anche femina) femmina. fenaru agg. rur. vd. falcia. fenè s. f. (anche finè, fenestra, finestra) 1. finestra. 2. Prov. l Zignore, se chiude na finestra, apre un purtò, bisogna sperare nella provvidenza; o magna sa minè o salta sa fenè, non ci sono alternative. fenestra s. f. vd. fenè. fenì v. vd. finì. fenidu p. pass. di fenì e agg. vd. finidu. fenissela v. vd. finissela. 1fenocchiu s. m. finocchio: fenocchiu cavallì o forte o salvadigu. 2fenocchiu s. m. omosessuale maschile. fenomenu s. m. fenomeno. ferà v. ferrare. feraccià s. m. chi raccoglie ferri vecchi. feracciu s. m. ferro vecchio. feragostu s. m. ferragosto. feraru s. m. ferraio. ferettu s. m. piccolo aggeggio in metallo. ferfiladu s. m. fil di ferro (da feru e filadu). ferì v. ferire. ferida s. f. ferita: crosta de le feride, crosta delle ferite. fermà v. fermare: fermà lu stomigu, mangiare qualcosa. fermacabelli s. m. fermaglio. fermada s. f. fermata. fermaiu s. m. fermaglio. fermascìa s. f. farmacia. fermezza s. f. fermaglio. fermu agg. fermo: rasgiunamo a palle ferme, discutiamo con calma. Fernà n. p. Fernando. fernè s. m. fernet. ferosce agg. feroce. feru s. m. ferro: feri, ferri per fare maglie; sotta i feri, nel corso di un intervento chirurgico; tuccà feru, gesto fatto come scongiuro. Ferucciu n. p. Ferruccio. feruda s. f. rur. ferita. feruia s. f. ferrovia. feruiere s. m. ferroviere. fessidà s. f. fesseria. fessu agg. e s. m. fesso: la rasgiò è di fessi, si dice quando non si riesce ad ottenere un consenso. festa s. f. 1. festa: cuncià (o ggiustà) pe le feste, conciare per le feste; dà le bone feste, chiedere la mancia alla vigilia delle grandi feste; fà ffesta (e ffiera), divertirsi; fà la festa, uccidere; fà le feste, gioire; festa cumannada, festa di precetto; festa de San Giuseppe, il 18 settembre; festa di fiori, festa dei fiori; festa di morti, commemorazione dei defunti; festa nnerta, festa grossa; guastà le feste, sconvolgere i piani; la muda de la festa, i vestiti delle feste (anche i pagni boni de le feste); vestidu nou o de le feste o de la messa o de la dumenniga, vestito nuovo. 2. Prov. i nnuscentì, fenide le feste, fenidi i quadrì, quando arriva la ricorrenza dei martiri innocenti, terminano le feste e i soldi; Nadale e Beffania, tutte le feste se porta ia, dopo Natale e l'Epifania le feste sono finite. festarì s. m. chi organizza il lato civile delle feste religiose. festarolu s. m. festaiolo. festeggià v. 1. festeggiare. 2. Prov. se marzu nun marzeggia, giugnu nun festeggia, se a marzo non si ha il tempo incostante, a giugno il raccolto sarà scarso. festeulu agg. festoso (lett. festevole). festialle s. m. festival. festiu agg. festivo. festò s. m. festone. Fetta soprannome. fette s. f. pl. piedi (dall’ingl. feet). fettina s. f. fettina: fà a ffettine, distruggere. fettò s. m. grosso piede (da fette). ffacciasse v. affacciarsi. ffada s. f. fata. ffadadu agg. fatato. ffadiga 1. lavoro: cume va la fadiga st’annu?, come va il lavoro quest’anno? 2. fatiga: a discore nun è ffadiga, parlare è facile; fà dò ffadighe, fare doppia fatica (adirarsi e calmarsi); hu fattu na ffadiga!, ho fatto una grossa fatica!; sbudellasse de fadiga, ammazzarsi di fatica. 3. dispiacere: me sa ffadiga, mi dispiace. 4. Prov. è ffadiga a ffadigà, il lavoro pesa. ffadigà v. 1. lavorare: fadigà sottapadrò o stà a ppadrò, lavorare alle dipendenze; ndà a ffadigà, lavorare; ndù ffadighi?, dove lavori?; pià a ffadigà, assumere al lavoro; se fadiga pe la pagnotta, si lavora per mangiare; voia da ffadigà salteme addossu, sono svogliato. 2. fatigare: hu ffadigadu un bel pò, ho faticato molto. 3. Prov. chi è lentu a magnà, è lentu a fadigà, chi mangia lentamente, lavora anche lentamente; è ffadiga a ffadigà, il lavoro pesa. ffadigada s. f. faticata. ffadigadore s. m. lavoratore. ffadigò s. m. grande lavoratore. ffadigosu agg. faticoso. ffamadu agg. affamato. ffannasse v. affannarsi. ffenta s. f. rur. finta: fà ffenta, fingere. ffentu agg. rur. finto. ffettà v. affettare. ffettadu s. m. salumi. ffezziunadu agg. affezionato. ffiaccà v. fiaccare. ffiara s. f. fiamma. ffiarà v. scottare. ffiarada s. f. fiammata. ffiaradura s. f. traccia della ffiarada. ffinta s. f. 1. finta: fà ffinta, fingere; pe ffinta, simulando. 2. falsatura. ffintu agg. finto. ffittà v. affittare. ffonne v. (ffusu) fondere. 1ffonnu s. m. fondo: i ffonni del caffè, i fondi del caffè; mannà a ffonnu, far affondare; ndà a ffonnu, affondare; n ffonnu, in fondo; si senza ffonnu, sei insaziabile. 2ffonnu agg. fondo. ffonte s. f. pl. fonti: gioppe le ffonte del Guazzadore, nella prima parte di Via Guazzatore. Ffredu n. p. Alfredo. ffruntà v. affrontare. ffuga s. f. 1. fretta: ecce ffuga, aver fretta; fà ffuga, mettere fretta; laoru de ffuga, lavoro fatto in fretta; mette ffuga, affrettare; ndà de ffuga, avere fretta; pià ffuga, guadagnare velocità; più de ffuga che de prescia, con molta fretta. 2. fuga: ha fattu na ffuga!, è fuggito velocemente. 1ffugà v. (anche sfugà) fugare (da ffuga 1). 2ffugà v. 1. affogare: la tosce lu ffoga, la tosse lo affoga; ppesta che ffoga, puzza da affogare chi gli sta vicino. 2. Prov. se t’hai da ffugà, ffoghede ntel mare grannu, se devi rischiare, rischia molto. ffugadu agg. di fretta: ndascea ffugadu, andava di fretta (da ffugà 1). ffugasse v. 1. affogarsi. 2. affrettarsi molto (da ffuga 1). ffumigà v. affumicare. ffunnà v. affondare. fì s. m. rur. nell’espr. al fì, alla fine. fia s. f. 1. figlia. 2. ragazza: le fie d’adè, le ragazze d’oggi. fiacca s. f. fiacca. fiaccà v. fiaccare. fiaccu agg. fiacco: ndà ffiaccu, andare fiaccamente. fiaccula s. f. fiaccola. fiadà v. fiatare: nu l'ha fattu mancu ffiadà, non gli ha permesso nemmeno di aprire bocca; nun fiada na mosca, non parla nessuno. fiadò s. m. fiatone. fiadu s. m. fiato: dà ffiadu a la bocca, parlare a vuoto; fiadu spregadu, consiglio inascoltato; iè ppuzza l fiadu, ha il fiato cattivo o ha voglia di litigare; pià ffiadu, riposarsi; tuttu d’un fiadu, riferito al mangiare o bere velocemente. fiammada s. f. fiammata. fiammifferu s. m. fiammifero (sin. di furminante e di fosferu). fiamminga s. f. piatto ovale. fiancada s. f. fiancata. fiancu s. m. fianco: de ffiancu, di lato; me scappa da un fiancu, mi risulta nuova. fiascu s. m. fiasco: culu del fiascu, fondo del fiasco. fiastru s. m. figliastro. Fiatte n. p. Fiat. fibia s. f. fibbia. ficcà v. ficcare, mettere: ficcà ddrentu, incarcerare; ficcà o mette i occhi addossu, fissare intensamente o desiderare; ficcà o mette l nasu, intromettersi; ndù tte si ficcadu?, dove ti sei nascosto? ficcanasu s. m. ficcanaso. ficcasse v. ficcarsi: se ficca sempre avanti, si mette sempre in mostra; se ficca sempre i dedi su ppel nasu, si mette sempre le dita nel naso. ficchettu s. m. intrufolone. fidadu agg. fidato. fidanzadu s. m. e p. pass. di fidanzasse fidanzato (più usato ragazzu). fidanzamentu s. m. fidanzamento. fidanzasse v. fidanzarsi. fidasse v. fidarsi. fiduscia s. f. fiducia. fiè s. m. fieno. fiecca s. f. cuneo o altro per distanziare: mettesce na fiecca, trovaci un rimedio. fienà v. rur. tagliare il fieno. fienarola s. f. rur. donna che va a cercare e a tagliare il fieno. fieretta s. f. 1. piccola fiera. 2. regalo che si fa ai bambini nelle fiere. fiezza s. f. (anche sfiezza) ciuffo di capelli. fiezzò s. m. chi ha un grosso ciuffo di capelli o più ciuffi. fiffa s. m. fifa. Fiffì soprannome. fiffò s. m. fifone. figa s. f. (volg.) (sin. di fregna) 1. fica: bocca de fregna o de figa, epiteto offens. o persona esigente; dà nte la figa, possedere una donna; figa! o figa nena!, espr. di meraviglia; la figa de tu zzia (o altri parenti) o de le monnighe, espr. offensiva; tira più un pelu de ffiga che centu bò, la bellezza femminile ha molto potere. 2. estens. bella donna: che figa!, che bella donna!; è na ffiga, è una bella donna; pezzu de figa, donna sensuale. figada s. f. trovata, cosa piacevole: è na ffigada, è una cosa ottima! (da figa) (sin. di bullada). Figana alta (o bassa) n. p. località immaginaria. figheru s. m. figaro. Fighettu soprannome. figona s. f. accr. di figa bella donna. figu s. m. 1. fico: cascà o esse sempre da la pera al figu, trovarsi ancora nella stessa indesiderata situazione, se non in una peggiore; cù vai a guardà un figu e dò, non sottilizzare; fà ffigu, cedere: me ffa ffigu le gambe, non mi reggono le gambe; fighi!, escl. di sorpresa; nun vale un figu seccu, non vale proprio niente. Tipi di fichi: figu a ccore; figu del diaulu; figu mbrusgiottu; figu nerellu; figu selvadigu ecc. 2. persona attraente: è gnente ffigu!, è molto bello!; fà l ffigu, esibirsi. 3. Prov. i antighi magnaene le scorse e buttaa ia i fighi, gli antichi erano primitivi; settembre, l’ua fatta e i fighi penne, a settembre sono maturi i fichi e l’uva. figura s. f. 1. immagine: invesce de legge, guarda solu le figure, invece di leggere, scorre solo le immagini. 2. fà na ffigura, destare ammirazione; figura de merda, pessima figura. figurasse v. figurarsi: figurte o figurede o figurede te, figurati. figuretta s. f. edicola religiosa. figurì s. m. figurino. figurina s. f. figurina: giugà a le figurine, tipo di gioco. figurte! loc. inter. vd. figurasse. fiià v. rur. partorire. fila s. f. 1. filone di pane corto: fila de pà. 2. successione: c'era na fila che nun finìa più, c'era una lunga fila di persone. filà v. 1. filare. 2. amoreggiare. Filaccià soprannome. 1filadu agg. continuo: è ndadu ia drittu filadu, è corso via rapidamente. 2filadu s. m. filato. filandara s. f. filandaia. filandra s. f. filanda. filarì s. m. filarino: è l filarì de lia, è il suo filarino. filettu s. m. 1. piccola trave. 2. frenulo. 3. taglio di carne. Filippu n. p. Filippo. filmadu s. m. filmato. filme s. m. film (pl. inv.). filò s. m. 1. filone di pane. 2. filare di viti. filosuffu s. m. filosofo. filottu s. m. filotto. filtrà v. filtrare. filtru s. m. filtro. filu s. m. 1. filo. 2. piccola quantità: nun tira un filu d’aria, non si muove un po’ d’aria; un filu de sale, un po’ di sale. 3 l filu de la schiena, spina dorsale. 4. tutt'un filu loc. avv. continuamente. filubusse s. m. filobus. Filumena n. p. Filomena. filuncì s. m. dim. di filò 1. (anche sfiluncì). filusuffia s. f. filosofia. Filuttrà n. p. Filottrano. fina prep. vd. 2finu. finanta cong. e prep. rur. fino, fintanto: finanta qqui, fino qui. finarellu agg. dim. di finu 1. finché cong. finché (a volte rafforzato con per: per finché campa, per quanto campa). fine 1. s. f. fine: fà la ffine del cà de Lozzu, fare una brutta fine; fà la ffine del zorciu, rimanere incastrato. 2. a la ffine, loc. avv. alla fine: i frutti se edene a la ffine, i risultati si vedranno alla fine. finè s. f. vd. fenè. finestra s. f. vd. fenè. finestrì s. m. dim. di finestra finestrino. finestrò s. m. accr. di finestra finestrone. finì v. (anche fenì) finire: finì i anni, compiere gli anni; finìscedela cu sa gnagnera, smettila con questa cantilena; ndà a ffinì mmale, fare una brutta fine; te dò na gnacchera che nun finisce più, ti dò una grossa sberla. finidu p. pass. di finì e agg. (anche fenidu) 1. finito: falla finida, smetterla. 2. omu ffinidu, persona spacciata. finidura s. f. finitura. finimonnu s. m. finimondo. finissela v. (anche fenissela) smetterla. fintantu cong. fintanto: fintantu che ce va, lasselu ndà, finché ci va, lascialo fare. 1finu agg. 1. sottile. 2. testa fina, persona istruita. 3. falla fina, arruffianarsi. 2finu prep. (anche fina) fino: fina che nun ce rria, finché non ci arriva; fin’adè, fino ad ora. fiocca s. f. gallina che, dopo aver fatto le uova, prende la febbre. fioccu s. m. fiocco. fiolu s. m. 1. figlio: quessu è l fiolu de Giuà, codesto è il figlio di Giovanni. 2. giovane: che toccu de fiola!, che bella ragazza!; è ancò fiolu, è ancora giovane. 3. Prov. chi va a Luredu e nun va a Sirolu, vede la madre, ma nun vede l fiolu, chi va a Loreto trova la Madonna, chi va a Sirolo trova il figlio; na madre è bona pe centu fiioli, centu fiioli nun è boni pe na madre, i figli non faranno mai quel che fa una madre. fionna s. f. fionda. Fiordì soprannome. fiore s. m. fiore: festa di fiori, festa dei fiori; l fiore ha cacciadu, il fiore è spuntato; m’ha mesu n fiore nte na recchia, mi ha destato un sospetto; mazzu de fiori, mazzo di fiori; ndà n fiore, fiorire. fioru s. m. rur. fiore. fiottu s. m. 1. lamento: si tuttu n fiottu, ti lamenti continuamente. 2. affanno. firma s. f. firma: ce metteria la ffirma, l'accetto molto volentieri; mette la ffirma, prolungare la ferma militare. firmà v. firmare. firmaiolu s. m. chi prolunga volontariamente il periodo di ferma militare. fischià v. fischiare. fischiada s. f. fischiata. fischiettu s. m. fischietto. fischiu s. m. fischio. fisiga s. f. fisica. fisigu s. m. fisico: arda che fisigu, guarda che fisico. fisiunumia s. f. fisionomia. fissà v. fissare. fissadu agg. maniaco. fissasse v. essere maniaci: fissasse nte le mudusciglette, essere molto amanti delle moto. fissazziò s. f. fissazione. fissu agg. fisso, immobile. fistià v. rur. fischiare. fistiu s. m. rur. fischio. fittu agg. fitto: è scuru fittu, è buio pesto. fittuccia s. f. fettuccia. fiu s. m. 1. figlio: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu (cantilena), chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto; fà un fiu, partorire; fiu o fia mia! o fii mia! o fii de ddiu, caro mio!; fiu bonu, figlio legittimo; fiu de bona donna, figlio di puttana (euf.); fiu de ffamiia, minorenne; fiu de nisciù, chi non è protetto da nessuno. 2. ragazzo: i fii d’adè, i ragazzi d’oggi. 3. Prov. chi llea un fiu solu, llea un porcu, un figlio unico cresce male; chi nu iè piasce l vì, nun è fiu de Ddiu, non è cosa normale non amare il vino. fiuccà v. fioccare. fiudà v. fiutare. fiudu s. m. fiuto. fiulada s. f. 1. figliata. 2. ragazzata. fiumara s. f. fiumana. Fiumiscellu n. p. (anche Fiumiscì) Fiumicello. Fiumiscì n. p. vd. Fiumicellu. Fiurà n. p. Floriano. Fiurella n. p. Fiorella. Fiurentì n. p. rur. di vacca. fiurentina s. f. 1. bistecca. 2. Fiorentina (squadra di calcio). Fiurenza n. p. Fiorenza. fiurettu s. m. 1. buona azione. 2. cerimonia religiosa di maggio. fiurì v. fiorire. fiuridura s. f. fioritura. fiuttà v. 1. lamentarsi. 2. ansimare. Flaiu n. p. Flavio. flaudu s. m. flauto. flesce s. m. flash. flessibbile agg. flessibile. flitte s. m. flit (insetticida a spruzzo). Flurià n. p. Floriano. foderu s. m. fodero. fodra s. f. fodera. fodu s. f. foto. foducoppia s. f. fotocopia. Foffu n. p. dim. di Rudolfu. foga s. f. foca. fogu s. m. fuoco: dà ffogu, appiccare il fuoco; fà l fogu, darsi molto da fare; foghi (o fugarò) de la Venuda, vd. Venuda; i foghi, fuochi artificiali; mette la mà ntel fogu, affermare con sicurezza; pià ffogu, prender fuoco; piccà l fogu, appiccare il fuoco (anche piccià). foia s. f. 1. foglia. 2. foie, erbe cotte (anche soprannome). 3. Prov. carne fa carne, vì fa sangue, l pà te mantiè, le foie nun fa gnè, le qualità dei cibi. foiu s. m. foglio: foiu a pruducollu, carta protocollo. fola s. f. 1. favola (termine lett.). 2. frottola. fòliga s. f. folaga. fonu s. m. phon. for prep. vd. fora. fora avv. e prep. (anche for e fori) 1. fuori: buttà ffora: buttare fuori, traboccare; caà ffora, estrarre; dà ffora, vomitare; de ffora e lì de ffora e là de ffora, fuori; fà ffora, ammazzare; for de via, eccezionalmente; fora de la grazzia de Ddiu, fuori di sé; fora de testa, pazzo; fora del monnu, inconcepibile; fori!, fuori! (nei giochi); fori mà (o fora de mà), fuori mano; fori servizziu, non funzionante; fori stasgiò, fuori stagione; giò de ffora, giù fuori; l de ffora, la parte esterna; là de ffora, fuori; mette ffora, emanare; ndà o scappà ffora, uscire; tirà ffora, estrarre; unu de ffora, forestiero; venì ffora, uscire. 2. Prov. ladri e spia, fora de casa mia, non voglio in casa né ladri né spie. forbisce s. f. pl. forbici. forfura s. f. vd. fosfura. fori 1. avv. e prep. vd. fora. 2. s. m. extra: fà un fori, fare un lavoro extra. forimà avv. fuorimano. foriserie s. f. fuoriserie. forisgiogu s. m. fuorigioco. foristrada s. m. fuoristrada. forivia avv. al di fuori del consueto (da fori e via). fòrmiga s. f. fòrmica. fornu s. m. 1. forno: c’ha la bocca che pare un fornu, ha molto appetito. 2. Prov. fa l pà un purettu, iè se slama l fornu, i poveri sono anche sfortunati. 1forte agg. forte: è fforte del bruttu, è molto forte. 2forte s. m. parte posteriore della scarpa. 3forte avv. 1. strettamente: tiente fforte, tieniti strettamente. 2. velocemente: ndà fforte cume un mattu, correre molto velocemente. foru s. m. buco. Foru Buariu n. p. Foro Boario. forza s. f. forza: fasse fforza, sforzarsi; l’hu fattu pe fforza, l'ho fatto con costrizione; pià le fforze, riprendersi; strungà le fforze, stancare molto. forze avv. forse (sin. di puesse). forzi avv. rur. forse. fosce s. f. foce. fosferu s. m. vd. fosfuru. fosfura s. f. (anche forfura) forfora. fosfuru s. m. (anche fosferu) 1. fosforo. 2. fiammifero. fossu s. m. 1. fosso. 2. Prov. nun è acqua che cure i fossi, non è una questione tanto importante. fotte v. (futtudu) 1. avere un rapporto sessuale: ma va a fatte fotte!, vai al diavolo!. 2. ingannare. Fracanappa n. p. di maschera. fracascè s. m. 1. fricassea. 2. grosso pugno. Fracazzu n. p. scherz. persona molesta (da fra e cazzu). fraccà v. rompere (forse dal lat. fragicare, intens. di frangere). fracche s. m. frac. fraccu s. m. mucchio: fraccu de bbastunade, un mucchio di bastonate (sin. di fragasciu). frade s. m. 1. frate: barba di fradi, barba di cappuccino (erba); frade sdulzò, vd. sdulzò. 2. soprannome. 3. Prov. in cumpagnia ha presu moie un frade, la compagnia favorisce la socialità. fradellastru s. m. fratellastro. fradellu s. m. fratello: fradellu carnale, nato dagli stessi genitori. frademu s. m. rur. mio fratello. fradernu agg. fraterno. fradina s. f. frangia di capelli ricadenti sulla fronte. fradiscellu s. m. dim. di frade. fradisciu agg. vd. fradiu. fradiu agg. (anche fraidu, frasgidu e fradisciu) fradicio: mbriagu fradiu, molto ubriaco. fragula agg. f. tipo di uva. fragula s. f. fragola. fraidu agg. vd. fradiu. framezzu avv. e prep. (anche ntra mezzu) in mezzo. franà v. franare. Francè n. p. Francesco. Francescu, san n. p. san Francesco: diedru san Francescu, in Via san Francesco. francese agg. e s. m. 1. francese. 2. soprannome. 1Francu n. p. Franco. 2francu s. m. franco (moneta): l’hu pagada dù franchi, l’ho pagata poco. francubollu s. m. francobollo. frantoiu s. m. frantoio. frappa s. f. dolce di carnevale. Fraschì soprannome. frasgidasse v. infradiciarsi. frasgidu agg. vd. fradiu. fratta s. f. siepe. frattaie s. f. pl. frattaglie. frazziò s. f. frazione. freddu s. m. e agg. 1. freddo: fa un freddu boia, fa molto freddo; mbrumbulidu dal freddu, molto infreddolito; murì dal freddu, sentire molto freddo; nun me ffa né caldu né freddu, mi lascia indifferente; se lu pappa l freddu o le zzille, ha molto freddo. 2. Prov. Diu manna l freddu segonnu i pagni, Dio provvede in maniera equa; è tantu freddu che ai cà iè casca la coda, è così freddo che ai cani cade la coda; ndù nun passa l freddu, nun passa mancu l caldu, dove non passa il freddo, non passa nemmeno il caldo. freddulosu agg. freddoloso. fregà v. 1. rubare: ha ffregadu na maghina, ha rubato un'auto. 2. sorprendere: ce l’ho ffregadu, ce l'ho preso. 3. ingannare: l’ho ffregadu che mancu se n’è ccortu, l’ho ingannato senza che se ne accorgesse; pregà i morti pe ffregà i vivi, ostentare onestà per nascondere disonestà. 4. interessare: nun me ne ffrega, non mi interessa. fregada s. f. vd. fregadura. fregadura s. f. (anche fregada) fregatura. fregantò s. m. intruglio. fregarella s. f. piccola e bonaria fregatura. fregassene v. interessarsi: nun me (ne) frega, non mi interessa; cù tte (ne) frega!, non ti deve interessare. fregna s. f. (volg.) (sin. di figa) 1. vulva 2. estens. donna: che fregna!, che bella donna!; fregna moscia, donna gracile. 3. affare: arda che fregna!, guarda che affare!; na fregna cume st'annu nun è successa più, una cosa così non si era vista mai (versi di una cantata). 4. imbroglio: sta fregna nun me la spettau daeru, questo imbroglio non me lo sarei mai aspettato. 5. capricci: fà le fregne, fare i capricci. 6. avecce le fregne, essere nervoso; bocca de fregna o de figa, epiteto offens. o persona esigente; è na ffregna!, uffa!; fà venì le fregne, rendere nervoso; iè pia le fregne, si irrita; na fregna n'antra, a causa di diversi impicci; orca ffregna!, porca miseria! fregnaccia s. f. peggior. di fregna (anche frescaccia) sciocchezza (sin. di cazzada). fregnò s. m. persona che si lamenta spesso. fregnu s. m. coso. fregò s. m. ladro. fregula s. f. fregola. frenà v. frenare. frenada s. f. frenata. frenedigu agg. frenetico. frenu s. m. freno: frenu a mmà, freno a mano. fresca s. f. (euf. per fregna) 1. vulva. 2. fresca! o è na fresca (de gnè)! o porca fresca!, sorbole! 3. questione, faccenda. 4. cosa. 5. iè pia le fresche, si irrita. 6. cosa di poco conto: nun è fresche, è importante. frescaccia s. f. peggior. di fresca vd. fregnaccia. frescarelli s. m. pl. specie di polenta di riso. frescazzu s. m. temperatura fresca: è frescazzu, fa fresco. frescò s. m. permaloso. 1frescu s. m. 1. fresco: mette in frescu, mettere al fresco; pià l frescu, prendere il fresco. 2. coso. 2frescu agg. 1. fresco: frescu cume na rosa, riposato; se mantiè frescu, si mantiene fresco. 2. pà ffrescu, pane di giornata. 3. se te scobre, sti ffrescu, se ti scopre, sei finito. frescura s. f. frescura. frettulosu agg. frettoloso. freve s. f. rur. febbre. fricantò s. m. piatto di verdura. fricchiò s. m. piatto di verdura. frigurifferu s. m. frigorifero. fringuellu s. m. 1. fringuello. 2. pene (scherz.). frisge v. (frittu) (anche sfrisge) friggere: ndà a fasse frisge, andare a quel paese. frittada s. f. frittata: la frittada è ffatta, il pasticcio è combinato; ndà a ffà le frittade, fare una scampagnata primaverile. frittella s. f. 1. frittella. 2. estens. macchia d’olio sui vestiti: te si fattu na frittella, ti sei fatto una macchia. frittellò s. m. chi si macchia spesso i vestiti. frizziò s. f. frizione. fronna s. f. rur. foglie del moro per i bachi: sfrunnà, togliere le fronne. frosgia s. f. narice umana (da frogia, narice dei cavalli). frosgiu s. m. omosessuale maschile (sin. di recchia). frottula s. f. frottola. fru fru s. m. tipo di biscotto. frullà v. frullare. frulladu s. m. frullato. frullò s. m. aggeggio. frullu s. m. moina: fà i frulli, fare le moine. fruntale s. m. scontro frontale. fruntiera s. f. frontiera. frustà v. frustare. frustada s. f. frustata. frustivvia! fonos. rivolta ai gatti per mandarli via. fruttà v. fruttare. fruttadu s. m. rendita di un capitale. fruttarolu s. m. fruttivendolo. fruttu s. m. (pl. frutti) 1. frutto. 2. guadagno, risultato. 3. Prov. i frutti se edene a la ffine, i risultati si vedranno alla fine. fuderà v. (anche fudrà) foderare. fuderetta s. f. (anche fudretta) federa. fudograffu s. m. fotografo. fudrà v. vd. fuderà. fudretta s. f. vd. fuderetta. fudugraffia s. f. (anche fodu) fotografia. fudugraffigu agg. fotografico. fudumuntaggiu s. m. fotomontaggio. fuduru s. m. futuro: nun credu a chi legge l fuduru, non credo a chi legge il futuro. fuffa, per loc. avv. per burla. fuffò s. m. inf. fiore. fugaccia s. f. focaccia. fugarellu s. m. dim. di fogu. fugarò s. m. accr. di fogu falò. fugge v. (fuggidu) (anche fuggì) 1. andare via. 2. fuggire: fà fugge, spaventare; fugge ia, fuggire via. Fugge che te piu soprannome. fuggì v. vd. fugge. fuggidìu agg. fuggitivo. fugnadura s. f. fognatura. fugò s. m. caldaia (es. per arrostire castagne). fugosu agg. focoso. fugulare s. m. focolare. fuietta s. f. foglietta (mezzo litro): mezza fuietta, un quarto di litro. fuiettu s. m. dim. di foiu. fulada s. f. folata. fuliggena s. f. fuliggine. Fulignu n. p. Foligno. fullia s. f. follia. fulminà v. fulminare. Fulviu n. p. Fulvio. fumà v. fumare: iè fuma (i cuioni), è molto intelligente; me fuma le scattule, sono molto nervoso. fumada s. f. fumata. fumadore s. m. fumatore. fumareccia s. f. nuvola di fumo. fume s. m. fumo. fumèa s. f. molto fumo in un ambiente chiuso. fumenti s. m. pl. inalazioni nasali. fungu s. m. fungo. funnamenti s. m. pl. fondamenta. funnazziò s. f. fondazione. funtana s. f. fontana. funzziò s. f. funzione. furà v. forare. furadu s. m. mattone forato. furastieru s. m. forestiero (sin. di furestu). furbastru agg. furbastro. furbiscetta s. f. 1. piccola forbice. 2. forbicina (insetto). furbizzia s. f. furbizia. furbu agg. furbo: fasse ffurbu, scaltrirsi. furcella s. f. punto in cui lo sterno si congiunge all’arco costale: cascà o ndà ggiò la furcella, prendersi un’infreddatura di stomaco; tirà su la furcella, rimediare all’infreddatura usando un bicchiere come ventosa o una fascia. furchè cong. fuorchè. furchetta s. f. forchetta: esse na bona furchetta, essere un buongustaio. furchettada s. f. (anche sfurchettada) forchettata. furchettina s. f. pinza per capelli (sin. di furcina). furchettò s. m. forchettone. furcina s. f. sin. di furchettina. furcò s. m. forcone. furcunada s. f. forconata. furesta s. f. foresta. furestu agg. forestiero (sin. di furastieru). furfè s. m. forfait. furgò s. m. furgone. furiosu agg. furioso. furmà v. formare. furmaggiu s. m. formaggio: pizza cul furmaggiu, pizza col formaggio (sin. di casgiu). furmalidà s. f. pl. formalità. furmazziò s. f. formazione. furmelle s. f. pl. nell'espr. ecce le furmelle, non riuscire a stare fermo. furmiga s. f. formica. furmigaru s. m. 1. formicaio. 2. luogo strapieno di persone. furminante s. m. fiammifero: ha ppicciadu n furminante, ha acceso un fiammifero (sin. di fiammifferu e di fosferu). furmine s. m. fulmine. furmizzigà v. formicolare. furmizzighì s. m. formicolio. furnaru s. m. 1. fornaio. 2. soprannome. furnasce s. f. fornace: oltra pe la furnasce del borgu, in Via Cervi. furnascià s. m. vd. furnasciaru. furnasciaru s. m. (anche furnascià) fornaciaio. furnellu s. m. fornello. furnettu s. m. loculo. fursi avv. rur. forse. furtezza s. f. fortezza. furtiffigà v. fortificare. furtore s. m. miscela per le olive. furtuna s. f. fortuna: furtuna!, meno male!; furtuna che, meno male che. furtunadu agg. 1. fortunato. 2. Prov. è meiu nasce furtunadi che ricchi, è meglio nascere fortunati che ricchi; sposa mmullada, sposa furtunada, se piove durante il matrimonio, si ha fortuna. Furubuariu s. m. Foro Boario. furzà v. forzare. furzadu agg. forzato. furzadura s. f. forzatura. furzudu agg. forzuto. fuschìa s. f. foschìa. fuscilà v. fucilare. fuscilada s. f. fucilata. fuscilazziò s. f. fucilazione. fuscile s. m. fucile. fuscu agg. fosco, scuro. fussetta s. f. 1. piccola fossa. 2. infossatura sulla guancia. fustagnu s. m. fustagno. fustu s. m. 1. fusto delle piante. 2. uomo atletico: arda che ffustu, guarda che fisico. 1fusu s. m. fuso. 2fusu p. pass. di fonne.
G
gabarè s. m. cabaret (vassoio). gabbia s. f. 1. gabbia: gabbia d’ora, gabbia d’oro. 2. cappio. 3. gabbia de matti, casa con persone strane; mette l’uccellu a mmollu o in gabbia, coire. 4. Prov. uccellu in gabbia, se nun canta d’amore, canta de rabbia, si dice di una persona in difficoltà. gabbiò s. m. rur. grossa gabbia: l gabbiò di cunilli, la gabbia dei conigli. gàbbula s. f. rur. imbroglio (da cabala). gabina s. f. cabina. gabinettu s. m. gabinetto. Gabrielle n. p. Gabriele. Gaedà n. p. Gaetano. gaetta s. f. gavetta: fà la gaetta, fare l’apprendista; venì da la gaetta, venire da origini umili. gagà s. m. bellimbusto (dal franc. gaga). gagarò s. m. accr. di gagà, vd. gàggia s. f. gazza: gaggia brusca, gazza scura. gaggiottu agg. ingenuo. gaiardu agg. gagliardo. gaìna s. f. rur. gallina. gaioffu s. m. gaglioffo. galadeu s. m. galateo. galaerna s. f. calaverna. Galantì n. p. rur. nome di vacca. galantomo s. m. galantuomo (spesso ironico). galeottu s. m. furfante. galera s. f. galera: arnese o avvanzu de galera, canaglia; è na galera, è un posto brutto; faccia da galera, tipo losco; ma va’ n galera!, vai in quel paese! galì v. perdere la voce: me ssò galidu tuttu, ho perso tutta la voce. galìdu agg. rauco. galiottu s. m. rur. galeotto. galla, a loc. avv. nelle espr. stà a ggalla, galleggiare; venì a ggalla, scoprirsi. gallà v. gallare (fecondare l'uovo della gallina). galladu agg. gallato: ou galladu, uovo fecondato. gallastrò s. m. 1. animale tra gallo e cappone. 2. esibizionista. galleggià v. galleggiare. gallicchiu s. m. 1. gemma. 2. clitoride. gallina s. f. 1. gallina: alzasse cu le galline, svegliarsi presto; gallina paduana, gallina padovana; giugà a gallina zzoppa, tipo di gioco; ndà a ddurmì cu le galline, andare a letto presto; parla quannu piscia le galline, non parlare mai; tirà l collu a la gallina, strozzare la gallina. Filastrocca: Centucinquanta, la gallina canta. Lassela cantà, la voiu maridà. La voiu dà a Cibolla; Cibolla è troppu forte. La voiu dà a la morte; la morte è troppu scura. La voiu dà a la luna; la luna è troppu bella. La dagu a mi’ surella; mi’ surella nun la ole, se la pia chi lu pole, Centocinquanta, la gallina canta. Lasciala cantare, la voglio maritare. La voglio dare a Cipolla; Cipolla è troppo forte. La voglio dare alla morte; la morte è troppo scura. La voglio dare alla luna; la luna è troppo bella. La dò a mia sorella; mia sorella non la vuole, se la prende chi può. Vd. anche fiocca, pibina. 2. donna di poco senno. 3. Prov. gallina che canta, ha fattu l’ou, uno che è soddisfatto, ha combinato qualcosa; gallina che nun becca, ha beccadu, chi non cerca una cosa, vuol dire che l'ha già trovata (spesso con riferimento all’attività sessuale); gallina vecchia fa bon brodu, una donna matura è appetibile. gallinacciu s. m. gallo invecchiato. Gallinaru soprannome. Gallinella soprannome. Gallò soprannome. gallu s. m. 1. gallo: l gallu della Checca, esibizionista; vì a occhiu de gallu, vino né bianco né rosso. 2. Prov. quannu è tanti galli a ccantà, nun se ffa mai sgiornu, il comando di troppe persone è negativo. galluzzu s. m. 1. dim. di gallu. 2. soprannome. galoppu s. m. galoppo. galosce s. f. pl. galoche (soprascarpa di gomma). galuppà v. galoppare. galuppì s. m. galoppino. gamazzì s. m. rur. magazzino. gamba s. f. gamba: caacce le gambe, riuscirci; ecce la testa ntra le gambe o ntra le nuule o per aria o su la luna, essere distratto; gambe a llonza, gambe gonfie; la gamba de mezzu, il pene; l’ultimu a cumparì fu gamba storta, arriva il ritardatario; me fa gnigna le gambe, mi tremano le gambe; ndà ia cu la coda tra le gambe, allontanarsi insoddisfatto; nun fà l passu più llongu de la gamba, non azzardare; pià sottu gamba, prendere alla leggera; sta ntra le gambe, risposta volgare a chi non trova niente; stenne o slongà le gambe, morire. gambale s. m. stivale. gamberu s. m. gambero. gambetta s. f. 1. sgambetto: fà la gambetta, fare lo sgambetto. 2. asta delle lettere: la gambetta de la ppi, l’asta della lettera pi. gambià v. cambiare: gambià dal giornu a la notte, cambiare completamente; gambià i soldi, cambiare il denaro in spiccioli; gambià l’acqua al canarì, urinare; gambia musiga!, cambia argomento o comportamento; gambià strada, fare scelte diverse. gambiale s. f. cambiale. gambiamentu s. m. cambiamento. gambiasse v. cambiare vestito. gambiu s. m. cambio: fà a ggambiu, scambiare; gambiu a mà o a pedale, il cambio delle marce nelle moto. gambò nell'espr. pià gambò, prendere troppa confidenza. gambu s. m. gambo. gambùiu s. m. gambo del granturco. ganascia s. f. ganascia: magnà a sette ganasce, mangiare molto. gancia s. m. riquadro di terreno dove si gioca a bocce. gancì s. m. dim. di ganciu. ganciu s. m. gancio. ganga s. f. (anche ghenga) banda (dall'ingl. gang). gànghenu s. m. (anche gangheru) 1. cardine. 2. tipo strano. gàngheru s. m. vd. ganghenu. gàngheste s. m. gangster. ganzu agg. bello, fico. gaottu s. m. celibe. gappia s. f. cappio. garaffa s. f. 1. caraffa. 2. soprannome. garagolu s. m. ferro per fissare le persiane. garantì v. garantire. garbà v. garbare. Garbadì n. p. di vacca. garbadu agg. garbato. garbì s. m. libeccio (vento da SW). garbignere s. m. vd. garbiniere. garbiniere s. m. (anche garbignere) carabiniere. garbò s. m. carbone. garbu s. m. garbo. garbuiu s. m. intreccio. garbunaru s. m. carbonaro: spaghetti a la garbunara, spaghetti alla carbonara. garbuncì s. m. dim. di garbò carboncino. garbunella s. f. carbonella: zeru garbunella, proprio zero. garburadore s. m. carburatore. garburante s. m. carburante. garburu s. m. carburo. gardaraille s. m. guardrail. gardellì s. m. cardellino. gardinale s. m. cardinale. gardu s. m. cardo. gareggià v. gareggiare. gargalozzu s. m. gargarozzo: rempisse l gargalozzu, mangiare abbondantemente (it. ant. gargalozzo). gargarismu s. m. gargarismo. garoffenu s. m. (anche garoffulu) garofano. garoffulu s. m. vd. garoffenu. garùiu s. m. gambo dell’insalata. garzò s. m. garzone: mette a ggarzò, assumere alle proprie dipendenze o far rigare dritto; ndà a garzò (sin. di ndà a buttega), lavorare come dipendente (vd. buttega). gàsgiu s. m. breve cucitura. Gasparì n. p. Gaspare. gasse s. m. gas. gastigà v. castigare. gastigu s. m. 1. castigo: mette in gastigu, punire. 2. estens. grossa confusione: è un gastigu!, è un caos! gastriga s. f. ammaccatura della pelle. gastrigottu s. m. verla. Gattara n. p. Via Roncisvalle (che si dovrebbe chiamare Rosciavalle). Gattina soprannome. gattu s. m. (f. gatta) 1. gatto: a ggattu mignò, carponi; fà la gatta mosgia (o morta), far finta di niente; i arà magnadu l cervellu l gattu, sarà forse scemo; l gattu e la olpa, due tipi sospetti; la parte sua nu iè l’arà magnada l gattu, anche lui ha avuto il suo periodo di svago; ndà d’accordu cume cà e ggatti, non andare affatto d’accordo. 2. Prov. la gatta presciulosa fa i fii ceghi, a chi ha fretta le cose vengono male; quannu nun c’è l gattu, i sorci balla, quando non è presente il principale, i subordinati non lavorano. Gazzarè soprannome. gazzosa s. f. gassosa. gazzuà s. m. allocco, villano. Gebusiu soprannome. gecche s. m. jack. gelà v. gelare: me s'è ggeladi i pia, mi si sono gelati i piedi. gelada s. f. gelata. geladaru s. m. gelataio. geladina s. f. gelatina. 1geladu s. m. gelato. 2geladu agg. ghiaccio. gelosu agg. geloso. gelsu s. m. gelso. gelsumì s. m. 1. gelsomino. 2. sempliciotto. gelu s. m. ghiaccio. gelusia s. f. gelosia. geme v. (non usato) gemere. gemellu s. m. gemello. generadore s. m. generatore. generazziò s. f. generazione. generu s. m. genero. genidore s. m. genitore. geniu s. m. 1. genio. 2. gradimento: ndà a ggeniu, essere di gradimento. gennaru s. m. gennaio. gentaccia s. f. spreg. di gente. gente s. f. vd. sgente. gentile s. m. 1. gentile: budellu gentile, intestino animale usato per insaccare. 2. Prov. quannu la Pasqua è bassa, l freddu prestu lassa; ma sci casca più in là de mezz'aprile, nun va scalzu né l povru né l gentile, con la pasqua bassa il freddo se ne va presto, ma se la pasqua supera la metà di aprile, il freddo si fa sentire da tutti. Genua n. p. Genova. Genueffa n. p. Genoveffa (nome attribuito anche per scherno). geraniu s. m. geranio. gerattiera s. f. giarrettiera. gerbu agg. acerbo. Germà n. p. Germano. germoiu s. m. germoglio. Gertrude n. p. Geltrude. gerugliffigu s. m. geroglifico. Gervà n. p. Gervasio. gese s. m. jazz. Gessiga n. p. Gessica. gessu s. m. gesso. gestiò s. f. gestione. gestu s. m. gesto (spesso con accez. negativa). Gesù n. p. Gesù: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu (filastrocca), chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto. gesucristu s. m. uomo molto grosso: un pezzu de gesucristu. gettà v. germogliare. gettò s. m. gettone. gettu s. m. getto. Gettuliu n. p. Getulio. ggancià v. agganciare. ggi s. f. gi (lettera dell’alfabeto). ggì v. rur. andare: nun gimu miga bè, non andiamo mica bene. ggiò avv. vd. giò. ggionta s. f. (anche sgionta) giunta: pe ggionta, oltre a tutto. ggiuntà v. aggiuntare. ggiuntadura s. f. giunta. ggiurnasse v. aggiornarsi. ggiustà v. aggiustare: te ggiustu pe le feste, te ne dò tante. gguantà v. rur. afferrare. ggustà v. piacere, far piacere: me ggusta tantu, mi piace molto; nun me ggusta, non mi va bene. gguzzà v. (anche nguzzà) aguzzare: nun gguzzà n chiodu, non concludere niente. 1gguzzu agg. appuntito. 2gguzzu avv. fine: parlà gguzzu, parlare fine. ghenga s. f. vd. ganga. ghettu s. m. luogo pieno di confusione: è un ghettu! ghiacciaia s. f. frigorifero. ghiannula s. f. ghiandola. ghidara s. f. (anche quidara e guidara) chitarra. ghìngheri s. m. pl. solo nell’espr. esse tutta in ghingher’ e piattini, essere vestita in modo sfarzoso. ghiru s. m. ghiro. ghiuttìna s. f. ghigliottina. già avv. già: già se sa, è risaputo. giacchetta s. f. giacca. giacchettò s. m. giaccone. giacciu agg. rur. freddo. Giagumu n. p. Giacomo. giallicciu agg. gialliccio. giallu agg. giallo. giana s. f. donnaccia. giangianese s. m. tipo strano di cui non si conosce la provenienza. Gianni n. p. dim. di Giovanni. giardì s. m. giardino. giaru s. m. gigaro. Giascinta n. p. Giacinta. Gigiana soprannome. giiu s. m. giglio. Gilbertu n. p. Gilberto. ginebru s. m. ginepro (it. ant. genebro). gingana s. f. gincana. gingere s. m. ginger. gingìa s. f. gengiva. ginìa s. f. razza (spreg.). giniale agg. antipatico. ginocchiu s. m. (p. sginocchi) ginocchio: fà venì l’acqua nti sginocchi, annoiare. Ginu n. p. Gino. ginucchiò, a loc. avv. in ginocchio. giò avv. (anche sgiò e ggiò) giù: a ttesta d’in ggiò, con la testa in basso, capovolto; buttà sgiò, buttare in basso, avvilire, fiaccare; calà ggiò, scendere; cascà ggiò, cadere a terra; d’in giò, verso giù; dà ggiò, peggiorare di salute; daie sgiò, lavorare o adoperarsi molto; giò de ffora, giù fuori; giò de sotta, giù sotto; gioppe le scale, per le scale; lì de sgiò, giù di lì; mannà ggiò, ingoiare (anche , subire): mannà ggiò i magò, reprimere la rabbia; mette sgiò, deporre; ndà ggiò, deperire, diminuire, scendere: nun me va sgiò, non lo sopporto; ndà ggiò la furcella, vd. furcella; ndà su e ggiò, passeggiare; pe dd’in ggiò, verso giù; qui o chi de sgiò, giù di qua; rdà ggiò, peggiorare di salute; su pper ggiò, su per giù; tirà ggiò, mettere in un luogo più basso; tirà ggiò n mocculu o un peccadu, bestemmiare; venì ggiò, scendere. Gioe n. p. Giove. giòene s. m. e agg. giovane. giogu s. m. gioco: ecce bon giogu, avere buone carte. Tipi di giochi: vd. battemuru, bazziga, becca, bonu, briscula, buccette, camiu, campana, campanellu, cantò (o quattru cantò), cchiappaffugge, cchiapparelle, corse di carioli, cuscinettu, duttore, figurina, forisgiogu, gallina, luscertula, madama Durè, 2mora, mosca, nascundinu, paba, penidenza, palla nvelenada, palla prisgiunieru, pallò, pochere, piscià, ramì, robbamazzu, 1santì, sbisgiarella, scala, scaldamà, scoba, sedia del paba, settemmezze, staduina, strappacamisgia, 1sulidariu, tana, testa, tina, toccaferu, tressette, ua. giòinu s. m. e agg. rur. giovane. giolli s. m. jolly. gioppe avv. vd. giò. Giorgiu n. p. Giorgio. giornu s. m. vd. sgiornu. girà v. (anche sgirà) 1. girare: girà la testa, avere il capogiro; girà ttonnu, girare attorno; me ffà girà i cuioni o le scattule, mi fa irritare. 2. Prov. è na roda che gira, oggi a me, domani a te. girada s. m. girata. Giraldu n. p. Gerardo. giramentu s. m. giramento: giramentu de scattule o de palle o de cuioni, irritazione; giramentu de testa, capogiro. giramonnu s. m. giramondo. girannula s. f. girandola. girannulà v. gironzolare: ndà girannulennu, andare a zonzo. girannulò s. m. girandolone. giraolta s. f. giravolta. girasse v. girarsi: girasse tonnu, girare intorno. girellò s. m. girandolone. 1girellu s. m. girello (taglio di carne bovina). 2girellu s. m. girello (attrezzo per far imparare a camminare i bambini). girettu s. m. dim. di giru passeggiatina. girì s. m. girino. giringiru s. m. autobus che fa il giro del paese. giru s. m. giro: mannà in giru, far uscire di casa; ndà in giru, girovagare; pià o purtà in giru, canzonare; presa in giru o presa pel culu, derisione. girucollu s. m. girocollo. girunzulà v. gironzolare. girutonnu s. m. girotondo. Gisgia n. p. f. dim. di Luigia: lee, Gisgia!, riferito ad una somara. Gisgiu n. p. dim. di Luigi. Giuà n. p. Giovanni. San Giuà, san Giovanni: acqua de san Giuà, acqua con erbe e fiori, preparata la vigilia di San Giovanni, per togliere il malocchio. giuà v. giovare. Giuacchì n. p. Gioacchino. giuanottu s. m. (anche giuinottu) giovanotto. giubbettu s. m. giubbetto. giubbottu s. m. giubbotto. giubocse s. m. juke-box. Giuda n. p. Giuda: porcu Giuda! giudeu s. m. e agg. giudeo: can giudeu, persona abietta. giudìa s. f. tipo di lumaca. giudigà v. giudicare. giudisce s. m. giudice. giudizziosu agg. giudizioso. giudizziu s. m. giudizio: dente del giudizziu, terzo molare; è na ragazza che c'ha giudizziu, è una ragazza assennata; mette giudizziu, acquistare maturità. giudò s. m. judo. giuedì s. m. giovedì: al giuedì, al mercato del giovedì. giuenga s. f. giovenca. giuentù s. f. gioventù. giugà v. giocare: giugà de sponna, giocare di sponda (nel biliardo o nelle bocce); giugasse tutte le carte, sfruttare tutte le proprie possibilità (vd. anche giogu). giugada s. f. giocata. giugadore s. m. giocatore. giugarellò s. m. giocherellone. giugarellu s. m. 1. giocattolo. 2. giocherellone: si probiu n giugarellu, sei un vero giocherellone. 2. pl. testicoli. giuggiula s. f. giuggiola: ndà in brodu de giuggiule, diventare molto felice. giuggiulò s. m. giuggiolone. giughettu s. m. dim. di giogu. giugnu s. m. 1. giugno. 2. Prov. giugnu, la falcia in pugnu, a giugno si miete; se marzu nun marzeggia, giugnu nun festeggia, se a marzo non si ha il tempo incostante, a giugno il raccolto sarà scarso. giugonnu agg. 1. giocondo. 2. stupido: miga è giugonnu, non è mica stupido. giugraffia s. f. geografia. giuiellu s. m. gioiello. giuinezza s. f. giovinezza. giuinottu s. m. vd. giuanottu. Giulià n. p. Giuliano. Giuliu n. p. Giulio. giumedria s. f. geometria. giuntu s. m. giunto. giurà v. giurare. giuramentu s. m. giuramento. Giurdà n. p. Giordano. giurnada s. f. giornata. giurnalaru s. m. giornalaio. giurnale s. m. giornale. giurnalettu s. m. dim. di giurnale giornalino a fumetti. giurnalista s. m. giornalista. Giuseppe, san n. p. san Giuseppe: purtà na candela a san Giuseppe, essere soddifatti di come è andata. giustiffigà v. giustificare. giustiffigazziò s. f. giustificazione. giustizzia s. m. giustizia. 1giustu agg. giusto: dilla giusta, dire come stanno le cose; partì cul piede giustu (o sbaiadu), iniziare bene (o male). 2giustu avv. giustu che, visto che: giustu che cce vai, famme stu faore, visto che ci vai, fammi questo favore; giustu giustu, a misura; giustu pe nun fà na figuraccia, proprio per non fare una figuraccia; macchè ggiustu, proprio no. gladiadore s. m. gladiatore. gliscerina s. f. glicerina. globu s. m. globo. gluriosu agg. glorioso. gna v. vd. bisugnà. gnacchera s. f. 1. nacchera. 2. sberla: te dò na gnacchera che nun finisce più, ti dò una grossa sberla. 3. euf. per una bestemmia: santa gnacchera! gnagnara s. f. (anche gnagnera) 1. cantilena noiosa: finìscedela cu sa gnagnera, smettila con questa cantilena. 2. sonnolenza: m’ha presu na gnagnera che nun te digu, mi ha preso una bella sonnolenza. gnagnarà v. (anche sgnagnarà) cantilenare. gnagnarò s. m. chi si lagna spesso. gnagnarosu agg. lamentoso. gnagnera s. f. vd. gnagnara. gnau fonos. miao (verso del gatto). gnaulà v. (intens. sgnaulà) miagolare. gnaulu s. m. miagolio. gnè pron. (anche gnente) 1. niente: è na fresca de gnè, è una cosa non importante o importante; gnè gnè, se ti azzardi o subito; gnente de gnè, proprio niente; nu gne fa gnè, non fa niente; nun vale gnè o na sega o un caulu o un cazzu, non vale niente; pogu gnè, poco niente; pre gnè, per niente, affatto; venì da gnente o da la gaetta, essere di umili origini. 2. antifr. molto: è gnente bonu!, è molto buono!; si na ruttura de gnente!, rompi molto. gne pron. pers. vd. iè. gnente pron. vd. gnè. gnentedemenu avv. nientemeno. gni agg. ogni: gni olta è ccuscì, è sempre così; gni pogu, a tratti; gni tantu, ogni tanto. gnicò pron. vd. gnigò. 1gnigna s. m. nessuno (iron.): - chi l'ha dittu? - è stadu gnigna, - chi l'ha detto? – nessuno. 2gnigna s. m. tremolio: me fa gnigna le gambe, mi tremano le gambe. gnigò pron. (anche gnicò, nicò, nigò, nigosa) ogni cosa: s'è magnadu gnigò, si è mangiato tutto (da gni e cosa). gnisciù pron. vd. nisciù. gnitantu avv. ogni tanto: gnitantu ce ccabidu, ogni tanto ci capito. gnocca s. f. 1. (scherz.) testa: c'ha la gnocca più dura d'un sassu, fa molta fatica a capire; mèttedelu nte la gnocca, fissatelo in testa. 2. bella donna. 3. vulva. 4. sbornia: me su presu na gnocca!, mi sono preso una bella sbronza. 1gnoccu s. m. gnocco. 2gnoccu agg. addormentato di mente: si probiu n gnoccu, sei molto addormentato. gnognu s. m. e agg. stupido. gnomu s. m. gnomo. gnotte v. (gnuttidu) (anche gnuttì) inghiottire. gnuccada s. f. botta data con la testa (da gnocca). Gnucconi soprannome. gnucculò s. m. gnocco (persona goffa). Gnugnulu soprannome. gnurante agg. antipatico: sì pprobiu gnurante, sei molto antipatico. gnurantezza s. f. testardaggine. gnurantò s. m. testardo. gnuttì v. vd. gnotte. gobba s. f. 1. gobba. 2. Prov. gobba a leante, luna calante; gobba a punente, luna crescente, se la parte convessa del profilo lunare è verso levante, la Luna è calante, se invece è verso ponente, la Luna è crescente. 1gobbu s. m. e agg. gobbo. 2gobbu s. m. cardo. gocciu s. m. goccio: damme n gocciu d’acqua, dammi un po’ d’acqua; hu fattu n gocciu d’acqua, ho urinato un po’. gode v. (gududu) (anche gudè) 1. godere. 2. permettere il passaggio: la porta nun gode, la porta non lascia passare (è troppo stretta). goffu agg. goffo. gòggiu agg. vuoto, cavo: sunà de goggiu, emettere un rumore che indica il vuoto; ecce le calze gogge, avere i pantaloni cadenti. gola s. f. gola: mette gola, suscitare desiderio o golosità. 1golfe s. m. golf. 2golfe s. m. maglione. golfu s. m. golfo. golle s. m. goal. golpa s. f. rur. volpe. gomidu s. m. gomito: muccigasse i gomidi, pentirsi amaramente. gondula s. f. gondola. gonfiu agg. gonfio. gonghe inter. gong. gorgu s. m. pozza d'acqua. gozzu s. m. gozzo: rempisse l gozzu, mangiare molto; stà ntel gozzu, stare antipatico o un problema che non si risolve. grà s. m. 1. grano. 2. Prov. maggiu urtulà, tutta pula, gnente grà, il raccolto è andato male. graàtta s. f. cravatta. gradazziò s. f. gradazione. gradeule agg. gradevole. 1gradì s. m. gradino. 2gradì v. gradire. gradicciada s. f. graticciata. gradicciu s. m. graticcio. gradidu agg. gradito. gradigula s. f. graticola. gradisse avv. gratis. gradìulu s. m. gladiolo. gradu s. m. grado. graduadoria s. f. graduatoria. grae agg. grave. graffià v. graffiare (anche sgranfignà). graffiadura s. f. graffiatura. graffiu s. m. graffio. graidà s. f. gravità. graidanza s. f. gravidanza. gràidu agg. gravido. gramaccia s. f. 1. gramigna. 2. (scherz.) grammatica. grammadiga s. f. grammatica. grammoffenu s. m. grammofono. grammu s. m. grammo. grampu s. m. vd. grancu. grana s. f. 1. denaro. 2. pl. uva nel vino nuovo. Granacciu soprannome. granaru s. m. granaio. granciu s. m. granchio. grancu s. m. (anche grampu) crampo. grandomu s. m. granduomo. grandula s. f. rur. (anche grannula) grandine. grandulà v. (anche sgrandulà) grandinare. grandulada s. f. (anche sgrandulada) grandinata. granellu s. m. granello. granida s. f. granita. granidu s. m. granito. granna, alla loc. avv. alla grande. granne agg. vd. grannu. grannezza s. f. grandezza. granniscellu agg. dim. di grannu. grannu agg. (anche granne; f. granna) 1. grande: alla granne, in grande stile, con grande vantaggio; fasse grannu, crescere; grann’e grossu, ormai grande; venì granne, diventare grande. 2. anziano: è più grannu de me, è più anziano di me. 3. Prov. granne, grossu e cuiò, cresciuto, ma stupido. grannula s. f. rur. vd. grandula. granturchettu s. m. verdura da foraggio. granturcu s. m. granturco: pà de granturcu, pane fatto con farina di mais. grappì s. m. grappino. grappu s. m. grappolo: un grappu d’ua, un grappolo d'uva (it. ant. grappo). grascelli s. m. pl. (anche grasselli) grasselli. Grascellu soprannome. grascia s. f. immondizia. grascìa s. f. lusso. grasciaru s. m. immondezzaio (anche ). grasciolu s. m. lardello: pizza cui grascioli, pizza con i lardelli. grasciottu s. m. dim. di grasciu. grasciu s. m. grappolo d'uva. graspu s. m. raspo. grasselli s. m. vd. grascelli. grassemmagru s. m. carne di maiale. 1grassu agg. grasso, obeso: grassu mpaccadu, molto grasso. 2grassu s. m. grasso. 3grassu avv. abbondantemente: scartà grassu, scartare molto. grattà v. 1. grattare. 2. grattuggiare: grattà l casgiu, grattuggiare il formaggio; pà grattadu, pane grattuggiato. 3. rubare. grattacasgia s. f. grattugia. grattada s. f. grattata. grattadura s. f. grattatura. grattascelu s. m. grattacielo. grattasse v. 1. oziare: tuttu l giornu se gratta (le palle), ozia tutto il giorno. 2. arrangiarsi: hi persu tuttu? Adè grattede!, hai perduto tutto? Adesso arrangiati. 1grazzia s. f. 1. grazia: c'ha na grazzia!, è abile o maleducato; fora de la grazzia de Ddiu, fuori di sé; grazzia de Ddiu, roba buona; grazzieddiu, grazie a Dio. 2. abbondanza (soprattutto di viveri). 3. bella donna. 2Grazzia n. p. Grazia. Grazzià n. p. Graziano. grazzie inter. grazie. grazziosu agg. grazioso. gree agg. pesante, insopportabile. grega s. f. greca (ornamento). Gregoriu n. p. Gregorio. 1gregu agg. greco: fa l piantu gregu, è esasperante. 2gregu s. m. 1. vento. 2. tipo di uva. greppia s. f. condizione che procura un guadagno facile. greppu s. m. greppo: ndù vvai, pi greppi?, non si sa dove tu vada. Grescia n. p. Grecia. grespa s. f. piega, ruga. grespà v. increspare. grespigni s. m. pl. (anche grispigni) crespigno. grespu agg. crespo. gresta s. f. cresta: fà la gresta, dichiarare di aver speso di più. grettu agg. gretto. grezzu agg. grezzo. gria (anche griia) s. f. griglia. griccia s. f. 1. piega. 2. grinza. gricciasse v. (anche ngricciasse) raggrinzirsi. gricciu agg. griccio (raggrinzito): faa griccia, fava lessa. griia s. f. vd. gria. griiada s. f. grigliata. grillanna s. f. ghirlanda. grille s. m. grill. grillettu s. m. 1. piccolo grillo. 2. clitoride. grillu s. m. grillo: ecce i grilli pe la testa, avere idee poco serie. griolu s. m. piccola quantità. grisantemu s. m. crisantemo. grisgiliu s. m. 1. ventriglio dei volatili. 2. s'è mulladu pure l grisgiliu, si è infradiciato completamente; s'è rrottu pure l grisgiliu, si è rotto tutto. grisgiu agg. grigio. grisì s. m. grissino. grispì s. m. pl. vd. grispigni. grispigni s. m. pl. (anche grispì) vd. grespigni. gristallu s. m. cristallo. griulì s. m. una piccola quantità (dall’it. antico grella?). grolia s. f. gloria. gronna s. f. 1. grondaia. 2. sudà a gronne, sudare moltissimo. grossu agg. grosso: dilla grossa, esagerare; è grann' e grossu, è ormai grande; grossu cume na casa, molto grande; grossu malamente, molto grande; pezzu grossu, persona che conta. grucciasse v. rannicchiarsi. grucciu agg. rannicchiato: me sò mesu grucciu, mi sono rannicchiato. grugnalettu s. m. piccola botta sulla testa. grugni s. m. pl. cicoria. grugnu s. m. broncio: ecce l grugnu, avere il broncio. gruiera s. f. groviera. grullà v. vd. sgrullà. grullu agg. e s. m. grullo. grundara s. f. grondaia. grunnà v. grondare: lu duei da ede cume grunnaa de sudore, dovevi vederlo come grondava di sudore. gruppu s. m. gruppo. grussulanu agg. grossolano. gruttì s. m. grottino. gruzzulettu s. m. gruzzoletto. guadagnà v. guadagnare. guadagnu s. m. guadagno. guadambià v. rur. guadagnare. guadambiu s. m. rur. guadagno. guaiu s. m. 1. guaio. 2. è un guaiu che nun c'è pududu ndà, è un peccato che non ci sia potuto andare. Gualtieru n. p. Gualtiero. guancialada s. f. guancialata. guanciale s. m. cuscino da letto. guantu s. m. guanto: trattà cui guanti bianchi, trattare molto bene. guardà v. (anche ardà e vardà) guardare: cù vai a gguardà un figu e dò, non sottilizzare; (gu)arda!, ascolta!; (gu)arda a llù, guarda che tipo; guardà abbassu, guardare in basso; guardà cu la coda dei occhi, traguardare; Madonna ce guarda!, la Madonna ci aiuti!; stà a gguardà, tenersi in disparte. guardada s. f. guardata. guardarobba s. m. guardaroba. guardià s. m. guardiano. guaresima s. f. quaresima. guarì v. guarire. guarimentu s. m. guarigione. guarnellu s. m. rur. gonna. guarnì v. guarnire. guarnizziò s. f. guarnizione. guasgi avv. rur. quasi. guasi avv. quasi: è guasi riadu, è quasi arrivato. guastà v. guastare: guastà le feste, sconvolgere i piani. guastasse v. guastarsi: me ce ssò guastadu l zzangue, sono molto addolorato. guastu s. m. guasto. guattu s. m. guatto. guazza s. f. rugiada. Guazzadore n. p. Via del Guazzatore. guazzarò s. m. rur. 1. rude camice. 2. soprannome. guazzu s. m. rur. stagno. gubbò s. m. nell’espr. la famia di Gubbò, tutti dello stesso stampo (fil. gobbu lu padre, gobba la madre, gobba la fia e la surella, era gobba pure quella, la famia di Gubbò). guccettì s. m. dim. di gocciu una piccola quantità. guccià v. gocciare. gucciulà v. gocciolare. gudè v. vd. gode. gudimentu s. m. godimento. guduria s. f. goduria. guera s. f. guerra: mattu de guera, molto pazzo. Guerì n. p. Guerrino. guerieru s. m. guerriero. guerciu s. m. e agg. guercio. guernà v. 1. governare. 2. allevare i figli. 3. rur. accudire il bestiame. guernadore s. m. governatore. guernante s. f. governante. guernu s. m. governo. gueru s. m. maschio del maiale. Gueru n. p. Guerrino. guffu s. m. gufo. guggetta s. f. tombino. Guià n. p. Agugliano. guidà v. guidare. guidadore s. m. guidatore. guidara s. f. vd. ghidara. Guidu n. p. Guido. Guiè n. p. Guglielmo. guìsgiula s. f. (anche visgiula e visciula) visciola. guinzaiu s. m. guinzaglio. guizza s. f. fuscello (sin. di zzeppa). guletta s. f. gola di maiale. gulosu agg. goloso. guluppa s. f. rur. fagotto. gumiera s. f. rur. vomere. gummì s. m. gommino. gummidulu s. m. gomitolo. gummista s. m. gommista. gummò s. m. gommone. gunfalò s. m. gonfalone. gunfià v. 1. gonfiare. 2. bastonare: gunfià o scruscià de bbotte, bastonare molto. gunfiadura s. f. gonfiatura. gunfiezza s. f. gonfiezza. gunfiore s. m. gonfiore. gunnella s. f. dim. di gonna. gurilla s. m. gorilla. Gurizzia n. p. Gorizia. Gustì n. p. dim. di Gustu. gustinella s. f. tipo di pera. gustosu agg. gustoso. gustu s. m. gusto: piacce gustu, prenderci piacere; pr un gustu, per prova o per curiosità. Gustu n. p. (anche Ugustu) Agostino.
I1i art. m. pl. gli, i: i ossi, le ossa.2i pron. pers. vd. iè. 1ia (anche via) s. f. via. 2ia avv. via: dà ia, regalare, smerciare; dà ia l culu, impegnarsi molto; dalla ia, (detto di donna) accettare rapporti sessuali; for de via, eccezionalmente; fugge ia, fuggire via; mannà ia, mandare via; ndà ia, andarsene o essere speso; ndà ia de testa, impazzire; pissa ia! vattene!; purtà ia, rubare o far morire; tirà vvia, affrettarsi; tirasse ia, avvenisse presto; venì vvia, andarsene. 3ia s. f. IVA (imposta sul valore aggiunto). iaccià v. freddare. iacciada s. f. infreddatura: s’è presu na iacciada, s’è beccato un’infreddatura. iacciaia s. f. frigorifero. iacciolu s. m. ghiacciolo. iacciu agg. 1. freddo (l'agg. “ghiaccio” in dialetto è geladu, mentre il sostantivo è gelu): c’ho i piedi iacci cume l marmu, ho i piedi molto freddi; iacciu mortu, molto freddo. 2. Prov. casa scura e lettu iacciu, in pessime condizioni. iallu agg. giallo. ianna s. f. ghianda. ìcchesse s. f. ics. Icheru n. p. Icaro. ida s. f. vd. vida. Idalia n. p. Italia. idalianu agg. e s. m. italiano. idea s. f. idea, opinione: avecce idea, immaginare o sospettare; dà ll’idea, suscitare un’impressione; esse de n’idea, avere un'opinine politica; fasse delle idee, illudersi; fasse n'idea, valutare in generale. ìdemme pron. idem: idemme cun pattade, la stessa cosa. identigu agg. identico: uguale spiccigadu o spiccigadu identigu, proprio uguale. idiòdu s. m. idiota. idrauligu s. m. idraulico. idrosgenu s. m. idrogeno. idulu s. m. idolo. iè (anche i, gne) pron. pers. gli, le: i arà dittu, gli (o le) avrà detto; iè dighi, gli dici; nu gne fa gnè, non fa niente. Iè! inter. vd. Iesu!ielu, iela, ieli, iele, iene pron. glielo, gliela, glieli, gliele, gliene. ieri avv. (anche ier) ieri: ier madina, ieri mattina; ier sera, ieri sera; l’altru ieri o avant’ieri, due giorni fa. Iesu! inter. (anche Iè!) Gesù!; Iesu Mmadonna, Gesù Maria! igna s. f. (anche vigna) vigna: ma cus’è? la igna di cuioni?, luogo in cui tutti prendono. illude v. (illusu) illudere. illusiò s. f. illusione. illustrazziò s. f. illustrazione. imbè inter. (anche mbè) 1. (interr.) e imbè?, e allora? 2. insomma. 3. non tanto: - quantu ne voi? - imbè, - quanto ne vuoi? - poco. imbraga, all' loc. avv. buttàlla all’imbraga, dare tutto per perso. imbudìda s. f. (anche mbudida) trapunta. imidà v. imitare. imidadore s. m. imitatore. imidazziò s. f. imitazione. Immagulada s. f. Immacolata. immaria s. f. 1. ave maria (preghiera). 2. estens. momento del tramonto: ce vedemu all'immaria, ci vediamo quando suona l’ave maria. impegnu s. m. impegno. imperadore s. m. imperatore. imperu s. m. impero. impiastru s. m. vd. mpiastru. impicciu s. m. vd. mpicciu. impreistu s. m. imprevisto. impressiò s. f. impressione. impruisu, all' loc. avv. all'improvviso. in prep. (anche n) in: in dù vvai?, dove vai?; in Ancona, ad Ancona; in Osimu, ad Osimo; in sta casa (rur.), in questa casa; in sustanza, insomma; n dò che cc’è ppostu, dove c’è posto; n dù sta, dove sta; n zu, in su. Rafforzato: nte: nte cula casa, in quella casa (vd. nte). inaugurazziò s. f. inaugurazione. incarigu s. m. incarico. incassu s. m. incasso. incastru s. m. incastro. incendiu s. m. incendio. incenzu s. m. incenso. incerada s. f. incerata. incomidu s. m. (anche ncomidu) scomodo: scusade l'incomidu, scusate per lo scomodo. incrosciu s. m. incrocio. inculà v. (anche nculà) 1. sodomizzare. 2. fregare: sta ttente che te ncula, stai attento a non farti fregare. 3. considerare: chi se lu ncula, chi lo considera. 4. conoscere, avere a che fare: nun me lu so nculadu mai, non ho mai avuto a che fare con lui. 5. andare in malora: lassa che se ncula cume iè pare, lascia che vada in malora come vuole. inculada s. f. (anche nculada) 1. atto di sodomia. 2. fregatura: s’è presu n’inculada grossa un bel pò, si è preso una bella fregatura. incummè avv. ad ogni modo: incummè ce vole ndà, ci vuole andare comunque (da in, cume, è) incuntrariu agg. contrario: all’incuntrariu, al contrario. incunveniente s. m. inconveniente. inderizzu s. m. (anche ndrizzu) indirizzo. indianu agg. e s. m. indiano. indiedru avv. (anche ndiedru) indietro: fà marcia ndiedru, fare retromarcia o operare il coitus interruptus. ìndisce s. m. indice. indò avv. (anche s’indò) vd. du. Inesse n. p. Ines. infernu s. m. 1. inferno: pruà o padì le pene de l’infernu, soffrire molto. 2. gran confusione (sin. di casì 2). 3. ma va’ all’infernu!, esclamazione di irritazione. infezziò s. f. infezione. infora, all’ loc. avv. fuori: butta all’infora, esce fuori (detto di oggetto). inglesu agg. e s. m. inglese. ingunia s. f. agonia. inguria s. f. vd. nguria. inirgìa s. f. energia. insuppurtabbile agg. insopportabile. intacca s. f. (anche ntacca) incisione, incavo. intaiu s. m. intaglio. intenzziò s. f. intenzione. interculide s. f. enterocolite. interide s. f. enterite. intestì s. m. intestino. intima s. f. tela per materasso. intimu agg. intimo. intresse s. m. 1. interesse. 2. Prov. lea l’intresse che l monnu è ggiustu, togli l’interesse e arriva la giustizia. intruiu s. m. intruglio. inudile agg. inutile. invasiò s. f. invasione. invelle avv. da nessuna parte: – ndù si stadu? – invelle. – cus’hi fattu? – gnente. – chi c’era? – nisciù (per dire che non si è concluso niente). invernada s. f. invernata. invernu s. m. inverno. inverzziò s. f. inversione. invesce avv. invece: invesce de studià, gioga tutt’un filu, invece di studiare, gioca continuamente. involtu s. m. fagotto. inzettu s. m. 1. insetto. 2. persona spregevole. inzieme avv. (anche nzieme) insieme; mette nzieme, radunare; mettesse nzieme, iniziare una relazione amorosa; stà nzieme o scappà nzieme, avere una relazione amorosa. inzomma avv. insomma. inzulazziò s. f. insolazione. iò avv. rur. giù: buttà iò, gettare giù. iodiu s. m. iodio. iogurte s. m. yogurt. Ioiu soprannome. iomu s. m. gomitolo. iottu agg. ghiotto. ipògridu s. m. ipocrita. ippiga s. f. ippica. ipugrisia s. f. ipocrisia. iridà v. irritare (più usati ncaulà, ncazzà). isa! inter. inf. indica sforzo. isci sigla ICI. iscrizziò s. f. iscrizione. isgene s. m. igiene. isgènigu agg. igienico. Isidoru n. p. Isidoro. ispezziò s. f. ispezione. ista s. f. (anche vista) vista: cunosce de ista, conoscere per aver visto; m’è calada la ista, mi è diminuita la vista; puntu de ista, punto di vista; ucchiali da ista, occhiali da vista. istade s. f. estate. istidudore s. m. istitutore. istidudu s. m. istituto. istintu s. m. istinto. istrisce s. m. istrice. istruì v. istruire (più usato mparà). istruzziò s. f. istruzione. isula s. f. isola. isulà v. isolare. Isulina n. p. Isolina. ittiolu s. m. ittiolo. iu pron. io. iudà v. 1. aiutare. 2. Prov. iudede che Ddiu te iuda, aiutati per avere l’aiuto divino. iudu s. m. vd. aiudu. Iulanda n. p. Iolanda. iuttò s. m. ghiottone. iuttuneria s. f. ghiottoneria.
L
l art. m. vd. el. la art. f. la: la robba, la roba. là avv. là: de là, di là o nell’aldilà; esse più de là che de qqua, essere mezzo morto; fasse in llà, spostarsi; là de ffora, fuori; là sotta o lì sotta, giù sotto; qqua e llà, in più punti; accompagna il dimostr.: quellu là, quello; quessu là, codesto; tirasse in là, mettersi da parte; va là!, esprime tenue minaccia; va là che lu scobru, sicuramente lo scopro. laà v. (anche rlaà) lavare: rlaede (o sciacquede) la bocca prima de discorre cu mme, bada come parli. laàcciu s. m. pavimento tutto bagnato: hi fattu tutt'un laacciu, hai bagnato tutto il pavimento. laadìu s. m. lavativo. laadrisce s. f. lavatrice. laaggiu s. m. lavaggio. laagna s. f. lavagna. laandì s. m. lavandino. laanna s. f. lavanda. laannara s. f. lavandaia. laanneria s. f. lavanderia. labbisse s. m. vd. abbisse. labbrettu s. m. inf. dim. di labbru nell'espr. fà l labbrettu, stare per piangere. labbrò s. m. accr. di labbru 1. persona con grandi labbra. 2. offens. labbru s. m. (pl. labbri) labbro: labbru de sobra, labbro superiore; labbru de sotta, labbro inferiore; smuccigasse i labbri, mordersi le labbra. labirintu s. m. labirinto. laburadoriu s. m. laboratorio. lacciu s. m. laccio. laderale agg. laterale. ladinu s. m. latino. ladrina s. f. latrina. ladrò s. m. accr. di ladru ladrone. ladru s. m. 1. ladro. 2. Prov. chi nun piscia in cumpagnia, o è un ladru o è na spia, chi si apparta troppo, desta sospetti; ladri e spia, fora de casa mia, non voglio in casa né ladri né spie; quaranta mulinari, quaranta mascellari, quaranta osti, fa centuventi ladri giusti giusti, i molinai, i macellai e gli osti sono ladri. ladu s. m. lato. laggiò avv. laggiù. lagnasse v. lagnarsi. lagnò s. m. sin. di lagnosu. lagnosu s. m. e agg. lagnoso. lagrima s. f. 1. lacrima: piagne lagrime de sangue, dannarsi (it. lett). 2. tipo di uva. 3. Prov. a piagne sobra l mortu, è lagrime perze, bisognava pensarci prima. lagu s. m. lago. laiò avv. rur. laggiù. lala s. f. rur. ala. lallarò s. m. fanfarone. lallò s. m. inf. cavallo. Lallu soprannome. lama s. f. 1. lama. 2. ripa, luogo franoso: gioppe le lame de Buccanera, per le ripe sotto Via Guasino. lamentasse v. lamentarsi. lamentu s. m. lamento: si tuttu n lamentu, ti lamenti continuamente. lampà v. lampeggiare. lampeda s. f. lampada. lampedaru s. m. lampadario. lampedina s. f. lampadina. lampeggià v. lampeggiare. lampiò s. m. lampione. lampiuncì s. m. dim. di lampiò. lampu s. m. lampo: fo nt’un lampu, faccio subito. lanaru s. m. laniere. lancià v. lanciare. lanciu s. m. lancio. languidezza s. m. languore di stomaco. languidu agg. languido. languisse v. (anche slanguisse) slanguire. laoru s. m. lavoro: laoru de ffuga, lavoro fatto in fretta; postu de laoru, occupazione stabile. lappa s. f. 1. erba. 2. noia: che llappa!, che noia!; si na lappa de gnente!, sei molto noioso (da lappa, sin. di bardana). lapperlà avv. sul momento. lapposu agg. noioso. lardellò s. m. persona molto grassa (offens.). lardellu s. m. lardello. lardosu agg. molto grasso. lardu s. m. lardo. largu agg. largo: alla larga!, stai lontano da me!; fasse largu, andare avanti; pialla alla larga, prenderla alla lontana; più llargu che llongu, persona grassa. lascidu s. m. lascito. lascu agg. rur. allentato (dal lat. laxus). lassà v. 1. lasciare: lassà a cabì, far capire; lassà a ppiedi, lasciare senza auto o in difficoltà; lassà in pasce, non disturbare; lassà ndà, abbandonare, terminare, smettere; lassà perde o ccure, non preoccuparsi di qualcosa; lassa stà, lascia perdere o non molestare. 2. smettere: nun lassa n minudu, non smette un momento. 3. Prov. ndu la fa, la lassa, non pulisce mai, oppure ndò caga, lassa la merda; ndù ria, lassa l segnu, lascia sempre la sua impronta; scherzza sa i fanti, ma lassa stà i santi, non scherzare con le cose di religione. lassada s. f. 1. lasciata. 2. Prov. gni lassada è persa, ogni occasione non colta, è perduta. lassasse v. 1. rompere un’unione sentimentale: cui due s'è lassadi, quei due si sono divisi. 2. iniziare a camminare: cul bardasciu s'è lassadu, quel bambino ha cominciato ad andare da solo. lastigu s. m. elastico: damme l lastigu, passami l'elastico. lastrigu s. m. lastrico. latta s. f. latta: mettede le mudanne de latta, stai in guarda. lattarina s. f. latterino (pesce minuto). lattarolu s. m. 1. lattaio. 2. soprannome. latte s. m. latte: dente da latte, dente deciduo; puzzà de latte, essere molto giovane. latteria s. f. 1. negozio del latte. 2. seno femminile prosperoso. làttisce s. m. lattice. laura s. f. laurea. laurà v. lavorare (più usato fadigà): laurà la tera, fare il contadino. lauracciu s. m. spreg. di laoru lavoro sgradito. lauradore s. m. lavoratore. laurazziò s. f. lavorazione. laurettu s. m. dim. di laoru lavoro poco impegnativo: i lauretti de casa, i piccoli lavori domestici. lazzarò s. m. canaglia. lazzarunada s. f. mascalzonata. Lazzeru n. p. Lazzaro. lazziale agg. laziale. le art. f. pl. (anche l’) le: le sciaatte, le ciabatte. lee! inter. richiamo di fermata per animali: lee, Gisgia!, riferito ad una somara. lea s. f. leva. leà v. levare: leà dal monnu, uccidere; leà dalla testa, dimenticare; lea l’intresse che l monnu è ggiustu, togli l’interesse e arriva la giustizia; leà l malocchiu, togliere il malocchio; leà l zangue a unu, togliere molto denaro a qualcuno; leà le parole da la bocca, dire quello che un altro stava per dire; leede da le palle o dai cuioni, vai via; me te lei de qui!, vai via da qui; nun me lea e nun me mette, mi è indifferente. leadrisce s. f. levatrice. leandru s. m. oleandro. leante s. m. 1. levante: ventu de leante, vento di levante. 2. Prov. gobba a leante, luna calante; gobba a punente, luna crescente, se la parte convessa del profilo lunare è verso levante, la Luna è calante, se invece è verso ponente, la Luna è crescente. leasse v. levarsi: leasse l pà da la bocca, fare sacrifici; leasse na scuiunadura, togliersi un desiderio; leede (da le palle), togliti di torno; me so leadu un dente, mi sono tolto una preoccupazione. lebra s. f. lebbra. lebrosu agg. lebbroso. lecca s. f. 1. scrofa. 2. puttana (sin. di troia). ledame s. m. letame. legà v. 1. legare: legà i denti, allappare; legà le campane, non far suonare le campane durante la settimana santa; mattu da legà, molto pazzo. 2. andare d’accordo: cun quelli leghene pogu, con quelli vanno poco d’accordo. legaccia s. f. giarrettiera. legacciu s. m. laccio. legadura s. f. legatura. legante agg. (anche ligante) elegante. 1legge s. f. 1. legge. 2. Prov. la legge del menga, chi cce ll’ha se lu tenga, il debole deve sempre subire; nun sentì legge, essere senza regole. 2legge v. (lettu; dis. leggiudu) leggere: legge ntel penzieru, intuire; pe nun sabè né legge né scrie, pur avendo poca cultura. leggeru agg. leggero. legnara s. f. legnaia. legne s. f. pl. la legna: hu coltu un pò de legne pel fogu, ho raccolto un poco di legna per il fuoco; paccà o spaccà le legne, tagliare la legna; pò murì dal freddu Gesù Cristu che è l padrò de le legne?, detto di chi si sente al sicuro. legnu s. m. legno. leidu s. m. lievito. lementare agg. (al pl. inv.) elementare: le scole lementare, le scuole elementari. lemosina s. f. elemosina. lendiera s. f. vd. lindiera. lengua s. f. (anche lingua) 1. lingua: c’ha na lengua che taia e cusge, è molto maldicente; ecce mezzu palmu de lengua fora, aver corso tanto; iè manca la lengua, parla tanto (antifr.); mette lengua, mettere bocca; purtà pe llengua, dire male di qualcuno; tenè la lengua a ppostu, frenarsi nel parlare. 2. Prov. la lengua batte ndò cche il dente dole, le preoccupazioni sono in primo piano. lenguaccia s. f. spreg. di lengua 1. linguaccia: fà la lenguaccia, tirare fuori la lingua per scherno; lenguaccia mia statte zzitta, mi trattengo dal parlare. 2. maldicente. lenguacciò s. m. maldicente. 1lenta s. f. lenticchia. 2lenta s. f. rur. lente. lentisgine s. f. pl. lentiggini. lentu agg. 1. lento. 2. Prov. chi è lentu a magnà, è lentu a fadigà, chi mangia lentamente, lavora anche lentamente. lenza s. f. 1. persona poco di buono. 2. sbornia. lenzolu s. m. (pl. lenzoli) lenzuolo: spiegà i lenzoli, aprire le lenzuola. leò s. m. (anche liò) 1. leone: c'ha la bocca cum'un leò, mangia molto. 2. Prov. sera da leò, madina da cuiò, chi fa le ore piccole, al mattino rende poco. lepru s. m. (anche lepre) 1. lepre: fà a cure cui lepri, correre senza speranza di vincere. 2. Prov. un pezzu cure l cà, un pezzu cure l lepre, a turno, è la volta di tutti. Lesa n. p. (anche Lisà) Alessandro. lescidu agg. lecito. Lèsgina soprannome. lesgittimu agg. termine nel gioco delle carte. lessà v. lessare. lessada s. f. lessata. lessu s. m. vd. allessu. lestu agg. lesto, rapido. letta s. f. lettura rapida: dà na letta, scorrere rapidamente. lettra s. f. lettera. lettrigu agg. elettrico: curente lettriga, corrente elettrica. lettriscidà s. f. elettricità. lettriscista s. m. elettricista. lettronigu agg. elettronico. lettu s. m. 1. letto: dappiedi al lettu, nella parte del letto dove si appoggiano i piedi; ndà a llettu, andare a dormire o avere rapporti sessuali; ndà a llettu scalzu, andare a letto senza cena; purtà a llettu, possedere sessualmente. 2. Prov. ecce casa scura e lettu iacciu, essere in pessime condizioni; l lettu è na rosa: se nun dormi, te riposa, anche se non dormi, comunque il letto ti fa riposare. Leunardu n. p. Leonardo. Leunora n. p. Eleonora. leupardu s. m. leopardo. lezziò s. f. mparà la lezziò, far tesoro di un'esperienza (specie negativa); ripassà la lezziò, ripassare la lezione. 1lì avv. 1. lì: esse lì, stare per finire; lì de ffora, fuori; lì de sgiò, giù di lì; lì de oltra o lì de ò, da quelle parti; lì ll’uspedale, all’ospedale; lì n casa, a casa; lì ntornu, lì attorno; lissobra o lassobra, sopra; llì ppressu o viscì, vicino. 2. accompagna il dimostr.: si posti lì, codesti luoghi. 2lì s. m. lino. li art. dis. i. lia pron. lei: è stada lia, è stata lei (anche essa). liandru s. m. oleandro. Libbia n. p. Libia. libbrà v. vd. liberà. libbraru s. m. libraio. libbreria s. f. libreria. libbrettu s. m. libretto di circolazione (da libbru). 1libbru s. m. libro: Mariola, pia l libbru e va a la scola. A la scola nun ce vò ndà, la maestra iè menerà. Iè menerà sa na battecca, Mariola benedetta!, Mariola, prende il libro e va a scuola. A scuola non ci vuole andare, la maestra la picchierà. La picchierà con una bacchetta, Mariola benedetta (fil.); parlà cum’u libbru stampadu, parlare molto bene. 2libbru agg. libero: è libbru de fà quel che iè pare, è libero di fare quel che vuole. liberà v. (anche libbrà) liberare. Liberadu n. p. Liberato. liberazziò s. f. liberazione. liberu agg. (anche libru) libero. libru agg. vd. liberu. liccà v. (anche sliccà) leccare: liccà l culu, adulare. liccaculu s. m. (volg.) leccapiedi. liccada s. f. leccata. licca-licca s. m. lecca-lecca. liccò s. m. leccone (ingordo). lidania s. f. litania. lide s. f. lite. lidrada s. f. quantità di circa un litro. lidru s. m. litro. lieidà v. lievitare. lieidu s. m. lievito. liella s. f. livella. liellà v. livellare. liellu s. m. livello. ligante agg. vd. legante. liguidà v. liquidare. liguidazziò s. f. liquidazione. liguidu agg. e s. m. liquido. lillarò s. m. perditempo. lillerasse v. perdere tempo. lilleri s. m. pl. 1. denaro. 2. Prov. senza lilleri nun se llillera, senza denaro non si fa niente. Lilliana n. p. Liliana. limbu s. m. limbo. limidà v. limitare. limidadu p. pass. di limidà e agg. poco intelligente. limide s. m. limite. limò s. m. limone. limosina s. f. elemosina. limpidu agg. limpido. limunada s. f. limonata. lindiera s. f. (anche lendiera) ringhiera. lindu agg. lindo. lingua s. f. vd. lengua. Linguetta n. p. Via Linguetta. linia s. f. linea. linu s. m. lino. liò s. m. vd. leò. Liò soprannome. 1lippe lappe fonos. nell'espr. l culu iè fa lippe lappe pe la paora, trema molto per la paura. 2lippe avv. rur. lì: lippe de oppe, lì intorno. lipperllì avv. improvvisamente: è successu tuttu lipperlì, è successo tutto all'improvviso. lira s. f. lira: nun c'ho na lira, sono senza soldi. liriga s. f. lirica. lirigu agg. lirico. Lisà n. p. vd. Lesa. Lisabetta n. p. Elisabetta. liscenza s. f. licenza. liscenzzià v. licenziare. liscenzziamentu s. m. licenziamento. lisceu s. m. liceo. 1lisgiu agg. liscio: lisgiu cume ll’oiu, molto liscio; passalla lisgia, restare impunito. 2lisgiu s. m. nell’espr. iè t’ha dattu un lisgiu e bbussu, lo ha molto rimproverato. listessamente avv. rur. (anche listessu) nello stesso modo. listessu avv. rur. vd. listessamente. litta avv. rur. lì. liudu s. m. liuto. liunfante s. m. elefante. llaccià v. allacciare. llacciadura s. f. allacciatura. llagà v. allagare: hi llagadu tutta casa, hai allagato tutta la casa. llamasse v. (anche slamasse) 1. franare. 2. Prov. fa l pà un purettu, iè se slama l fornu, i poveri sono anche sfortunati. llappà v. allappare (legare i denti). llargà v. allargare. llargasse v. 1. allargarsi. 2. esagerare: nun te llargà, non esagerare. llattà v. allattare. lleà v. 1. allevare. 2. Prov. chi llea un fiu solu, llea un porcu, un figlio unico cresce male. lleamentu s. m. allevamento. lleggerì v. alleggerire. llegru agg. allegro. llenà v. allenare. llenì v. sfinire. llenidu agg. sfinito. llentà v. 1. allentare. 2. Prov. la pulenta presto tira e presto llenta, la polenta si digerisce subito. llimà v. limare. llimada s. f. limata. llimadura s. f. limatura. llisgià v. (anche rlisgià, slisgià) 1. lisciare. 2. lusingare. lloccu s. m. allocco (babbeo). llongà v. vd. slungà. llù pron. vd. lù. lluccà v. gridare: quantu llucchi!, quanto gridi! lluccareccia s. f. chiasso. lluccigà v. (anche sluccigà) luccicare. lluccu s. m. grido. lluggià v. alloggiare. lluminà v. illuminare. lluminazziò s. n. illuminazione. llungà v. vd. slungà. lluntanasse v. allontanarsi. lluscidà v. lucidare. lluscidada s. f. lucidata. loffa s. f. peto. loffiu agg. floscio. logge s. f. pl. logge municipali: sotta le logge, sotto le logge. logu s. m. 1. luogo, posto: nun truà logu, non trovare pace (sin. di zidu). 2. cesso. loiga s. f. nenia: m'ha fattu na loiga, mi ha fatto un discorso noioso. lombu s. m. lombo. longa s. f. 1. la strada più lunga: ha presu la longa, si è incamminato per la strada più lunga. 2 a la più longa, nell'ipotesi di maggior durata; ndà pe le longhe o purtalla pe le longhe, tirare in lungo; parente a la longa, parente lontano; sabella longa, essere furbo. longhezza s. f. lunghezza. longu agg. 1. lungo. 2. alto: anima longa, persona alta; longu stesu, tutto lungo; nun cabisce mancu quant’è llongu, non capisce niente; nun se rcorda de quant’è llongu, dimentica tutto; più llargu che llongu, persona grassa. 3. lento: llongu cume l santumergu, molto lento e noioso. longu, da loc. avv. 1. lontano. 2. penzalla da longu, valutare in prospettiva. lonza s. f. 1. salume: gambe a llonza, gambe gonfie. 2. soprannome. lora pron. essi, loro. Per il possessivo, de lora: la maghina de lora, la loro auto. lòsgiga s. f. logica. lòsgigu agg. logico. lottu s. m. lotto. 1lu art. lo (usato anche al posto di "il"): lu risu, il riso; lu stubbidu, lo stupido. 2lu pron. ogg. lo: lu voi u nun lu voi?, lo vuoi o non lo vuoi? lù pron. sogg. (f. lia) egli: c'è ndadu lù, ci è andato lui; lù pprobiu, proprio lui. lubu s. m. lupo: cà llubu, cane lupo; fame da lubu, grossa fame. lubumanaru s. m. (anche lubupanaru) lupo mannaro. lubupanaru vd. lubumanaru. lucale s. m. locale. lucchettu s. m. lucchetto. luccigà v. luccicare. 1lucciula s. f. lucciola. 2lucciula s. f. (anche urcera) ulcera. lucernaru s. m. lucernaio. luda s. f. scintilla: buttà le lude, emanare scintille (dal fuoco). ludà v. lodare. ludasse v. 1. lodarsi. 2. Prov. chi se loda, se sbroda, chi loda se stesso, si scredita. Luduigu n. p. Lodovico. Luga n. p. Luca. 1lugale s. m. locale. 2lugale agg. locale. luganda s. f. locanda. lugandina s. f. locandina. luggiadu s. m. loggiato. luggiò s. m. loggione. lugrà v. logorare. lugumudìa s. f. locomotiva. luiola agg. f. tipo di uva. luiu s. m. luglio. luma s. f. rur. lucerna: studa la luma, spegni la luce. lumaga s. f. lumaca. lumagò s. m. persona noiosa. Lumbardia n. p. Lombardia. lumbardu agg. lombardo. lumbrìsciu s. m. lombrico. lume s. m. 1. lampada. 2. luce: famme lume, fammi luce; ntra lume e scuru, al crepuscolo (sin. di ntra luscu e bruscu). 3. perde llume di occhi, non vederci più; regge l llume, fare da mezzano. 4. Prov. omu de pogu unore, cunzuma l lume e sparagna l zole, una persona di poco onore vive di notte. lumì s. m. dim. di lume lumino. luminellu s. m. lucernaio. lumiscì s. m. dim. di lume lumino. luna s. f. 1. luna: cu sti chiari de luna, con questa miseria; ecce la testa su la luna, essere distratti; ffa la luna, è luna nuova; ndà a llune, essere incostante. 2. Prov. gobba a leante, luna calante; gobba a punente, luna crescente, se la parte convessa del profilo lunare è verso levante, la Luna è calante, se invece è verso ponente, la Luna è crescente. lunàdigu agg. lunatico. lungagnò s. m. persona molto alta. lunnedì s. m. lunedì. luntananza s. f. lontananza: fà le luntananze, non avvicinarsi per diversi motivi. luntanu agg. e avv. lontano. lunzò s. m. vagabondo. lupì s. m. lupino. lupina s. f. rur. lupinella. Lùrdesse n. p. Lourdes. Lurè n. p. (anche Lurenzu) Lorenzo. Luredana n. p. Loredana. Luredu n. p. 1. Loreto. 2. Prov. chi va a Luredu e nun va a Sirolu, vede la madre, ma nun vede l fiolu, chi va a Loreto trova la Madonna, chi va a Sirolo trova il figlio. Lurenzu n. p. vd. Lurè. lusce s. f. luce: a la lusce del zzole, apertamente; lusce bagarella, luce fioca. luscernaru s. m. lucernario. luscertula s. f. lucertola: ndà a ccaccia de luscertule, cacciare lucertole. luscì avv. vd. alluscì. Luscìa n. p. 1. Lucia. 2. Prov. Santa Luscia, l giornu più ccortu che ce sia, il giorno di santa Lucia è (era) il giorno più corto dell’anno. Luscià n. p. Luciano. 1luscidu s. m. lucido da scarpe. 2luscidu agg. lucido. Luscìfferu n. p. Lucifero. luscintra avv. rur. così. Lusciola n. p. dim. di Luscia. Lùsciu n. p. Lucio. luscu agg. nell'espr. ntra luscu e bruscu, al crepuscolo (sin. di ntra lume e scuru). lussu s. m. lusso. lustrà v. lustrare. lustrì s. m. lustrino. lustru agg. lustro, pulito. lutru s. m. vd. uderu. luttà v. lottare. luttadore s. m. lottatore. lutteria s. f. 1. lotteria. 2. estens. evento imprevedibile: la ida è na lutteria, la vita è imprevedibile. luttu s. m. lutto: purtà l luttu, essere in lutto. luzzenà v. lampeggiare. luzzenu s. m. lampo.
M
1mà s. f. (pl. mà) (anche man) mano: a purtada de mà, vicino o a disposizione; alzà le mà, bastonare; ecce mmà, saperci fare; batte le mà, battere le mani; buttà le mà aanti, difendersi; caalle da le mà a calchidù, sfidare, provocare qualcuno; cabidà ntra le mà, capitare casualmente; caccià le mà, mettere le mani; dà l'ultima mà, rifinire; dà la mà, stringere la mano; dà na mà, aiutare; dasse la mà, fare pace; de segonna mà, usato; ecce le mà bbughe, spendere troppo; ecce le mà de buru, essere maldestro; ecce le mà legade, non poter agire; ecce le mà longhe, essere portato a rubare; ecce pe le mà, avere a disposizione; esse a la mà, essere cordiale; esse nte le mà de calchidù, essere sotto la protezione di qualcuno; fattu a mmà, costruito senza strumenti; fori mà (o fora de mà), fuori mano; in bone mà, con persone di fiducia; mà de Ddiu, aiuto provvidenziale; mà santa, aiuto provvidenziale; magnasse o muccigasse le mà, pentirsi; man dritta, la mano destra; mette a mmà, iniziare; mette la mà ntel fogu, affermare con sicurezza; mette (le) mà, entrare in possesso o iniziare un lavoro; mette le mà addossu, picchiare o palpeggiare; mettesse na mà nte la cuscienza, comportarsi secondo coscienza; ndà nte le mà de tutti, avere grossa diffusione; nun sabè ndù mette le mà, non sapere cosa fare; pià mmà, imparare un lavoro; pià pe mmà, tenere per mano; purtà in pianta de mà, tenere in grande considerazione; slungà le mà, tastare; stà de mà, si trova sul mio itinerario; tenè le mà a ppostu, astenersi dal picchiare o dal palpare. 2ma cong. ma: ma però, invece (rafforz.); ma te, ce credi?, ma tu, ci credi? (introduce una domanda o anche un’affermazione). 3mà voc. mamma. maccabeu s. m. maccabeo (stupido). macàccu s. m. 1. sciocco. 2. soprannome. maccarò s. m. (anche maccherò) 1. pl. maccheroni: ce disce cume l casgiu nti maccarò, è molto appropriato. 2. stupido. 3. soprannome. maccarunada s. f. maccheronata. macchè inter. macchè: macchè ggiustu, proprio no. maccherò s. m. vd. maccarò. macchià v. macchiare. Macchiarì soprannome. Macubinu soprannome. Madalena n. p. Maddalena. madama durè loc. s. f. inf. nome di un gioco. madarazzu s. m. vd. maderazzu. madassa s. f. matassa: è na madassa che nun se sbroia, è una situazione molto imbrogliata. Madelliga n. p. Matelica. mademadiga s. f. matematica. maderazzaru s. m. materassaio. maderazzu s. m. (anche madarazzu e madrazzu) materasso. madarazzina s. f. (anche madrazzina) materassina. maderia s. f. pus. 1maderiale s. m. materiale. 2maderiale agg. vd. madriale. madernidà s. f. asilo nido. madì s. m. mattino (più usato madina). madida s. f. matita (più usato labbisse). madìna s. f. (anche madine) 1. mattina: chi s’alza prima la madina, cumanna, vogliono comandare tutti; da la madina a la sera, per tutto il giorno; de madina bunora, al mattino presto; ier madina, ieri mattina; l bundì se vede da la madina, il bel giorno lo si riconosce dal mattino. Vd. stamadina, dumadina, iermadina. 2. inter. e na mmadina!, per la madina!, porca madina!; ammadina!, accidenti! (euf. per madonna). madinada s. f. mattinata. madìne s. f. vd. madina. madinieru agg. mattiniero. 1madò s. m. mattone. 2madò s. f. Madonna (solo nelle imprecazioni). madonna s. f. 1. Madonna. Ricorre in diverse espr.: ammadonna!; e nna Mmadonna! (rafforz.); Iesu Mmadonna!; Madonna mia!; Madonna mia salvace!; ecce le madonne, essere irato; fa ppià (o venì) le madonne, far irritare; Madonna ce guarda!, la Madonna ci aiuti!; madonna di birocci, donna molto truccata; madonna nfilzada, donna che sembra pudica; purtà na candela a la Madonna, avere scampato un grosso pericolo; se me pia le madonne, se mi irrito; so na mmadonna!, non so niente; ua de la Madonna, tipo di uva. 2. (rafforz.): fade n casì de la mmadonna, fate molta confusione; ndu mmadonna vai?, si può sapere dove vai?. Nelle bestemmie è preceduto da per, porca, puttana ecc., che possono anche seguire per accentuarle. 3. bestemmia: ha tiradu sgiò dù madonne, ha detto due bestemmie. madonni inter. euf. per madonna. madonnu s. m. persona o cosa fuori del normale: c’era dù madonni, c’erano due omoni. madoru inter. euf. per madonna. madosca s. f. 1. euf. per madonna: che mmadosca voi?, che cosa vuoi mai? 2. donna antipatica: è na madosca. 3. nelle imprecazioni: orca madosca!, e na mmadosca! madoscu s. m. individuo. madrana s. f. rur. 1. scrofa. 2. (offens.) donna grossa e grassa. madrazzina s. f. vd. madarazzina. madrazzu s. m. vd. maderazzu. madre s. f. 1. madre: madre bbadessa, un donna che comanda; nudu madre, nudo completamente. 2. Madonna. 3. Prov. chi va a Luredu e nun va a Sirolu, vede la madre, ma nun vede l fiolu, chi va a Loreto trova la Madonna, chi va a Sirolo trova il figlio; na madre è bona pe centu fiioli, centu fiioli nun è boni pe na madre, i figli non faranno mai quel che fa una madre. madrebura s. f. madrepora. madreggià v. essere simile alla propria madre. madriale agg. (anche maderiale) rozzo. madrialò s. m. uomo molto rozzo. madrigna s. f. matrigna. madrigula s. f. matricola. madrimoniu s. m. matrimonio (più usato spusarizziu). madrisce s. f. matrice. madrisgiana, alla loc. alla matriciana. madudinu agg. mattutino. madunada s. f. mattonata. madunella s. f. mattonella. madunnaccia inter. (spreg. di madonna) disgraziato. madurà v. maturare. madurazziò s. f. maturazione. maduridà s. f. maturità. maduru agg. maturo. maduscacciu s. m. peggior. di madoscu. maesa s. f. rur. maggese. maestru s. m. maestro. Maffalda n. p. Mafalda (nome attribuito spesso per scherno). maffia s. f. mafia: è tutta na maffia, sono tutti d’accordo per fregare. maffiosu agg. mafioso. Magalotti soprannome. magara inter. e cong. magari: magariddiu!, non c’è male (da magara e diu). magazzì s. m. magazzino. maggiolu agg. maggiolino. maggiu s. m. 1. maggio: pià mmaggiu, togliere i vestiti invernali. 2. Prov. maggiu urtulà, tanta paia, pogu grà, il raccolto è andato male. Maggiulì n. p. di vacca. maggiurana s. f. maggiorana. maggiuranza s. f. maggioranza. maggiurenne s. m. e agg. maggiorenne. maghena s. f. vd. maghina. maghettu s. m. ventriglio di pollo. maghina s. f. (anche maghena) macchina: maghina da cusge, macchina per cucire; maghina da scrie, macchina per scrivere; maghina de piazza, taxi; ndà in mmaghina, andare con l’auto; pare na maghina, è una persona molto forte. maghinariu s. m. macchinario. maghinetta s. f. macchinina. maghinista s. m. macchinista. maghinò s. m. accr. di maghina macchinone. 1magnà 1. v. mangiare: dobu magnadu, dopo pranzo; fà da magnà, cucinare; i antighi magnaene le scorse e buttaa ia i fighi, gli antichi erano primitivi; l gattu i arà magnadu l cervellu, sarà andato fuori senno; magnà a sette ganasce, mangiare molto; magna e mbozza, tira avanti e sopporta; magnà a crebapanza, mangiare smoderatamente; magna ch’è un piascere, mangia molto volentieri; magnà cu i occhi, desiderare ardentemente; magnà cu i pagni addossu, assalire ferocemente; magnà cum'un bò o cum’un colpu, mangiare molto; magna quellu che passa l cunventu, accontentati di mangiare quello che c'è; magnacce l pà, andarci piano; magn’e ddorme, fannullone (anche soprannome); magnedeli e vestedeli, costa molto nutrire e vestire i figli; magnedelu!, tientelo; me te magnu cu i pagni addossu, ti mangio tutto (minaccia); nun magna pe nun cagà, è molto tirchio; se magna un buccò de pà, ma quant’è duru, la fatica per mangiare è dura; spudà ntel piattu ndò che se magna, criticare chi ti fa i favori; te lu magnerissi de basgi, è molto carino (detto di un bambino); troppe pagnotte c’hai da magnà, sei ancora piccolo o inesperto; u magni sa minestra u salti sa finestra, devi farlo assolutamente. 2. guadagnare illecitamente: quellu ce magna sobra, ci guadagna illecitamente. 3. Prov. a Uffagna, chi nun ce porta, nun ce magna, gli Offagnesi sono spilorci; chi c’ha, magna, chi nun c’ha, suspira, non tutti hanno le stesse possibilità; chi è lentu a magnà, è lentu a fadigà, chi mangia lentamente, lavora anche lentamente; chi magna a sedè, magna per tre, chi magna in pia, magna per sia, chi mangia in piedi, mangia il doppio; chi mmagna da per lù, se strozza, bisogna stare in compagnia; quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. 2magnà s. m. cibo: l (da) magnà nun è bonu, il cibo non è buono; è tuttu un magna magna, situazione illecita di tornaconti; tribbula l magnà, ha poco da mangiare. magnaccia s. m. 1. sfruttatore. 2. persona non seria. magnacristià s. m. burbero. magnada s. f. mangiata. magnadora s. f. rur. mangiatoia. magnadore s. m. mangiatore (sin. di magnarò). Magnaffighi soprannome. magnapà s. m. nell'espr. magnapà a tradimentu, fannullone, mantenuto (sin. di magnauffa). magnapredi s. m. mangiapreti. magnareccia s. f. abbuffata. magnarecciu agg. (anche magnerecciu) mangereccio. magnarò s. m. sin. di magnadore. magnasoldi s. m. 1. macchina per il gioco d’azzardo. 2. chi spende troppo. magnasse v. mangiarsi: magnasse l bò cu i corni, mangiare esageratamente; magnasse l fedigu, irritarsi molto; magnasse le mà, pentirsi. Magnatera soprannome. magnauffa s. m. sin. di magnapà a tradimentu. magneddorme s. m. persona poco sveglia. magnera s. f. maniera. magnerecciu vd. magnarecciu. magnò s. m. sin. di magnarò. Magnozzi soprannome. Magnu magnu soprannome. magò s. m. magone (dispiacere): ecce l magò, avere il magone; fà venì l magò, far venire il magone; mannà ggiò i magò, reprimere la rabbia. 1magru s. m. persona magra. 2. parte magra della carne: grassu e magru, carne di maiale. 2magru agg. magro (sin. di seccu). magu s. m. mago. magula s. f. macchia. mai avv. mai: l’annu del mai, mai. maia s. f. 1. maglia: maia de la salude, canottiera; punt'a mmaia, punto lavorato con i ferri. 2. Prov. chi se caa la maia prima de San Vittore, se la rmette sa pogu unore, non si devono togliere gli abiti pesanti prima di san Vittore. maiale s. m. 1. maiale (più usato porcu). 2. Prov. Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno. maiara s. f. magliaia. maiaru s. m. magliaro. Màicche n. p. Mike. maietta s. f. dim. di maia, canottiera. maiò s. m. vd. maiottu. maioliga s. f. maiolica. maiottu s. m. (anche maiò) maglione. maiurana s. f. maggiorana. mal s. m. vd. male. mala agg. f. nell’espr. de mala voia, contro voglia. malacciu s. m. (pegg. di male) malattia grave. malalengua s. f. malalingua. malamente avv. 1. tanto (anche iron.): era grossu malamente, era molto grande. 2. poveramente: è mmesi malamente, sono molto poveri. 3. violentemente: i ha menadu malamente, l'ha percosso v. 4. sgarbatamente: l'ha trattadu malamente, l'ha trattato sgarbatamente. 5. con imprecisione: ha presu le misure malamente, ha preso male le misure. 6. (sostant.) è (un) malamente, è una cattiva persona. malandrì s. m. 1. malandrino. 2. soprannome. malannu s. m. malanno. malba s. f. malva. malcabidadu s. m. malcapitato. malcabisse v. (malcabidu) equivocare: s'è malcabidi, hanno equivocato. malcadudu s. m. malcaduco (epilessia). malcriadu s. m. maleducato. malcuntentu agg. scontento. maldiscente s. m. maldicente. maldiscenza s. f. maldicenza. maldugadu agg. e s. m. maleducato. 1male s. m. (anche mal) 1. male: aessela a mmale o piassela, prendersela; mal cadudu, mal caduco; mal d’ossi, male alle ossa; mal de denti, mal di denti; mal de mare, mal di mare; mal de panza, mal di pancia; mal de stomigu, mal di stomaco e grossa seccatura; mal de testa, mal di testa o grattacapo; menu male, meno male; ndà a mmale, rovinarsi; nun c’è mmale, va bene. 2. Prov. chi mal penza, mal fa, chi pensa male, agisce male; mal nun fa’ e paora nun avè, non facendo il male, non si deve avere paura; nun fa l male, ch’è peccadu, nun fa l bè, ch’è spregadu, non fare il male, perchè è peccato, non fare il bene, perchè è inutile. 2male avv. 1. male: bè u mmale, in qualche modo; buttà mmale: avere un difetto (detto di vestiti), andar male (detto di una situazione); dì mmale, sparlare; fasse male, ferirsi; fà male, dolere o nuocere; gnente male, niente male; mal nadu, malnato; mal vulè o vulè mmale, malvolere; male me la rconti, mi dai una cattiva notizia; mannà a mmale, far rovinare; mettesse male, prendere una brutta piega; miga male, mica male; ndà a ffinì mmale, fare una brutta fine; ndà a mmale, guastarsi; nun esse male, essere bello; pià mmale, reagire male; purtà mmale i anni, apparire invecchiato; rmane male, rimanerci male; te sta male, ti sta male; truasse male, non trovarsi a proprio agio; vulè mmale, odiare. 2. Prov. na olta pr ù, nun fa male a nisciù, tutto va distribuito equamente. maledettu s. m. e agg. maledetto: possi esse maledettu, possa tu essere maledetto. maledì v. (maledettu) maledire. maledizziò s. f. maledizione. malfidadu s. m. e agg. malfidato (diffidente). Malì soprannome. malignu s. m. e agg. maligno. malinconigu agg. malinconico. malincore, a loc. avv. a malincuore. malincunia s. f. malinconia. malintenzziunadu agg. malintenzionato. malizzia s. f. malizia. malizziosu s. m. e agg. malizioso. mallò s. m. rur. palo del pagliaio. malocchiu s. m. malocchio: fà l malocchiu, fare il malocchio; leà l malocchiu, togliere il malocchio. malta s. f. fango. maltappena avv. appena, a mala pena. maltàru s. m. immondezzaio (da malta). maltempu s. m. tempo brutto. maltrattà v. maltrattare. maltrattamentu s. m. maltrattamento. malu s. m. rur. male: ndà a mmalu, deteriorarsi. maluguriu s. m. malaugurio (sin. di sfiga): curnacchia del maluguriu, persona che predice disgrazie; purtà l maluguriu, portare male. malvistu agg. malvisto. malvulè v. (malvuludu) malvolere. malvuludu p. pass. di malvulè e agg. malvoluto. mamau 1. inter. inf. per impaurire. 2. soprannome. mambruccu inter. scemo. In bolognese esiste mabrucca, che significa donna o prostituta nel gergo ladresco disusato dei vecchi coatti di Ustica, dall’arabo. mamma s. f. mamma: ride, che mammeda ha fattu i gnocchi!, ridi senza motivo. mammaluccu s. m. idiota (dall’arabo mamluk, schiavo). mammana s. f. 1. levatrice. 2. donna che aiuta ad abortire clandestinamente. mammeda s. f. tua madre. mammessa s. f. sua madre. mammorta s. f. mano morta. mammula s. f. mammola. mammulidu agg. imbambolato. mamò s. m. inf. essere fantastico che terrorizza. man s. f. vd. mà. manada s. f. manata. manaru agg. vd. lubumanaru. mancà v. mancare: c’è mancadu pogu che succedesse, stava per succedere; iè manca la lengua, parla tanto (antifr.); iè manca qualche rudella, è scemo; iè manca un venardì, è scemo; mancà la tera sotta i piedi, essere incostante; mancari'altru!, come no! mancì s. m. e agg. mancino. manciada s. f. manciata. mancina s. f. mano sinistra: a mancina, a sinistra. mancu avv. nemmeno: manch’è bbonu!, è proprio buono!; manch'è vveru, non è vero; mancu la ppuzza, proprio niente; mancu pe (seguito da verbo), per evitare di; mancu pe la sgente che lu ede, è una vergogna; mancu pe le mele o pel caulu o pre gnè, proprio no; mancu pe sbaiu, nemmeno involontariamente; mancu unu, nemmeno uno. mandarì s. m. mandarino. mandra s. f. mandria. mandrillu s. m. erotomane. mandritta s. f. mano destra. Mandula soprannome. maneggiò s. m. traffichino. manescalcu s. m. (anche maniscalcu e marescalcu) maniscalco. manetta, a loc. avv. a tutta velocità. manfrina s. f. lagna: m'ha ttaccadu na manfrina de quelle, ha cominciato una grossa lagna. manfrò s. m. petulante. manfru s. m. (euf. per mannigu 2): - cù tt'ha rispostu? - un manfru!, - che cosa ti ha risposto? - niente! Mangascià soprannome. mania s. f. maniglia. maniagu s. m. maniaco. maniffestu s. m. manifesto. manigomiu s. m. 1. manicomio. 2. persona strana: cume fai a stà cu su manigomiu?, come riesci a vivere con questo matto? 3. grande confusione (sin. di casì). maniscalcu s. m. vd. manescalcu. manna s. f. manna: spettà la manna o la pruidenza, aspettare che avvenga qualcosa senza far niente. mannà v. 1. mandare: mannà a ccagà (in acqua), mandare al diavolo; mannà a cul paese o a ffà n culu o a dà ia l culu, mandare in quel paese; mannà a dì, mandare a dire; mannà a ffonnu, far affondare; mannà a le pule, mandare in povertà o vincere; mannà a mmale, far rovinare; mannà a mmonte, far fallire; mannà a pputtana, rovinare o non terminare; mannà a ramengu, mandare in malora; mannà a spassu, togliere il lavoro; mannà a spiantu, mandare in rovina; mannà aanti, amministrare; mannà al diaulu, togliersi di torno o lasciar perdere o danneggiare; mannà all'uspedale, ferire gravemente; mannà ggiò, ingoiare (anche fig., subire): mannà ggiò i magò, reprimere la rabbia; mannà ia, mandare via; mannà in giru, far uscire di casa; mannà un mezzu (rur.), guidare un veicolo. 2. emanare: manna un puzzu, emana cattivo odore. 3. Prov. i soldi manna l'acqua per d’in zu, con il denaro si fanno anche le cose impossibili. mannaggiu inter. mannaggia. mannarì s. m. grosso coltello da cucina. mannì v. rur. 1. preparare. 2. Prov. more la moie, n’antra ne boie, more l maridu, n antru è mannidu (rur.), morto un coniuge, lo si sostituisce subito con un altro. manniga s. f. manica: esse de manniga larga, essere generoso. mannighettu s. m. manichetto (gesto di scherno). mannigu s. m. 1. manico: ecce l curtellu da la parte del mannigu, essere in posizione superiore. 2. sin. di cazzu: u mmannigu!, no, niente! manobula s. f. manopola. mantenè v. vd. mantiene. mantenicchia s. f. (anche martenicchia) freno del carro. mantenimentu s. m. mantenimento. mantenudu s. m. e agg. 1. mantenuto. 2. chi si fa mantenere dall’amante. mantiene v. (mantenudu) (anche mantenè) 1. mantenere. 2. Prov. carne fa carne, vì fa sangue, l pà te mantiè, le foie nun fa gnè, le qualità dei cibi. mantienesse v. mantenersi: se mantiè frescu, si mantiene fresco. mantisce s. m. mantice. mantu s. m. manto. Mantua n. p. Mantova. mantuanu s. m. tipo di biscotto. manuale s. m. manovale. manubriu s. m. manubrio. manudenzziò s. f. manutenzione. manudobra s. f. manodopera. Manuele n. p. Emanuele. manuella s. f. manovella. manuvrà v. manovrare. manzola s. f. 1. vitella. 2. dolore al polso: m’è venuda la manzola, mi sono stancato. manzu s. m. manzo. mappa s. f. nell'espr. fà mmappa, aderire molto fortemente. mappamonnu s. m. mappamondo. mara s. f. marra (zappa). maradona s. f. maratona. maraghella s. f. marachella. maraìa s. f. meraviglia: me ffa maraia, mi meraviglio. marameu! fonos. inf. esclamazione di chi ha vinto verso chi ha perso. marammà s. m. e agg. maremmano (spreg.). maranu s. m. marrano (spreg.). marasciallu s. m. 1. maresciallo. 2. s. f. moglie dispotica. marcà v. nell'espr. marcà visida, assentarsi. marcantò s. m. uomo grosso e robusto. Marcellu n. p. Marcelli di Numana. marchesgià agg. marchigiano. marchese s. m. 1. marchese. 2. mestruo. marchetta s. f. nell'espr. fà le marchette, prostituirsi (dal gettone di prestazione nelle case di tolleranza). marchià v. marchiare. marchiu s. m. marchio. marcì v. marcire. marcia s. f. marcia: fà marcia ndiedru, fare retromarcia o operare il coitus interruptus. marcià v. marciare. marciadore s. m. marciatore. marciu agg. marcio. marciumaia s. f. marciume (persone corrotte). Marcu, San n. p. il quartiere San Marco: la discesa de San Marcu, Via Matteotti. mare s. m. 1. mare: la ria del mare, la riva del mare; mal de mare, mal di mare; portu de mare, luogo molto affollato; prumette mare e monti, far promesse eccessive. 2. Prov. se t’hai da ffugà, ffoghede ntel mare grannu, se devi rischiare, rischia molto. Mareggia soprannome. marescalcu s. m. vd. manescalcu. margarida s. f. (anche margherida) margherita (anche n. p.). margherida s. f. vd. margarida. Marì n. p. vd. Maria. Maria n. p. (anche Marì) Maria: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu, chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto. Marià n. p. Mariano. marianna s. f. euf. per Madonna. maridà v. maritare. maridasse v. prendere marito. maridemu s. m. rur. mio marito. maridozzu s. m. maritozzo. maridu s. m. 1. marito (vd. anche moie): pià mmaridu, sposare; truà mmaridu, trovare marito; un cenciu de maridu, un marito anche modesto. 2. Prov. moie e maridu cul culu cusgidu, coniugi molto affiatati; more la moie, n’antra ne boie, more l maridu, n antru è mannidu (rur.), morto un coniuge, lo si sostituisce subito con un altro; tra moie e maridu nun ce mette l didu, non intervenire nelle discussioni tra moglie e marito. mariffigu s. m. lagnoso. mariffregnu s. m. lagnoso (sin. di mariffigu). mariffrescu s. m. lagnoso (euf. di mariffregnu). marilenta s. f. donna molto lenta. marinaru s. m. marinaio. mariola s. f. 1. coccinella. Mariola: n. p. dim. di Maria: Mariola, pia l libbru e va a la scola. A la scola nun ce vò ndà, la maestra iè menerà. Iè menerà sa na battecca, Mariola benedetta! (fil.), Mariola, prende il libro e va a scuola. A scuola non ci vuole andare, la maestra la picchierà. La picchierà con una bacchetta, Mariola benedetta (fil.). mariunetta s. f. marionetta. marleadu s. m. disgraziato (da male e rleadu, allevato). marmaia s. f. marmaglia (anche marciumaia). marmellada s. f. marmellata. marmida s. f. 1. marmitta di auto. 2. pentola militare. marmu s. m. marmo: c’ho i piedi iacci cume l marmu, ho i piedi molto freddi. marmuttò s. m. stupidotto. 1marò s. m. 1. marrone (grossa castagna). 2. euf. testicolo: m’hi rottu i marò, mi hai scocciato. 2marò agg. marrone. marte s. m. martedì, solo nel prov. né de venere né de marte, nun se sposa, nun se parte, nun se dà princibiu all’arte, né di venerdì, né di martedì non ci si sposa, non si parte, non si iniziano lavori. martellà v. martellare. martellada s. f. martellata. martellu s. m. martello. martenicchia s. f. rur. vd. mantenicchia. Martì n. p. Martino.Martì, San s. m. 1. festa di san Martino: famu l San Martì, festeggiamo il San Martino. 2. Prov. a San Martì gni mostu è vì, per la festa di san Martino, il mosto è diventato vino. martingala s. f. cintura posteriore su giacca. martì ppescadore loc. sost. martin pescatore. maru s. m. rur. mare. marulla s. f. (anche merolla) lattuga. marzacciu s. m. spreg. di marzu nel prov.: se cc’hai un zzuccacciu, lassalu pe marzacciu, a marzo può far freddo. marzala s. f. marsala. marzeggià v. essere incostante o stravagante (da marzu): se marzu nun marzeggia, giugnu nun festeggia, se a marzo non si ha il tempo incostante, a giugno il raccolto sarà scarso. marzina s. f. marsina. marzolu agg. 1. marzolino. 2. Prov. nee marzola dura quantu la soscera e la nora, la neve di marzo è effimera. marzu s. m. 1. marzo. 2. Prov. a marzu gni villà va scalzu, a marzo le temperature iniziano a salire; se marzu nun marzeggia, giugnu nun festeggia, se a marzo non si ha il tempo incostante, a giugno il raccolto sarà scarso. marzubiu s. m. marsupio. marzucchì s. m. chiodo. marzulinu agg. marzolino, solo nel prov.: la nee marzulina dura dalla sera alla madina, la neve di marzo è effimera. marzumaia s. f. razzumaglia. mascalzò s. m. mascalzone. mascarò s. m. trasandato. mascarpò s. m. mascarpone. mascedonia s. f. macedonia. mascellà v. macellare. mascellaru s. m. 1. macellaio. 2. Prov. quaranta mulinari, quaranta mascellari, quaranta osti, fa centuventi ladri giusti giusti, i molinai, i macellai e gli osti sono ladri. mascellazziò s. f. macellazione. mascellu s. m. 1. macello, macelleria. 2. confusione: è un mascellu (sin. di casinu). 3. gran quantità: un mascellu de quadrì, tanto denaro. Mascerada n. p. Macerata. maschiacciu s. m. peggior. di maschiu ragazza dai modi mascolini. maschiu agg. e s. m. maschio. mascina s. f. macina. mascinà v. 1. macinare. 2. Prov. chi rria prima, mascina, chi arriva prima è privilegiato. mascinada s. f. macinata. mascinettu s. m. (anche mascinì) macinino. mascinì s. m. vd. mascinettu. masculu s. m. e agg. rur. maschio. masgìa s. f. magia. màsgigu agg. magico. màsgiulu agg. mansueto. massa s. f. impasto per pane e dolci. massaggià v. massaggiare. massaggiu s. m. massaggio. massagru s. m. 1. massacro. 2. sin. di casinu e di mascellu: un mmassagru de robba, una gran quantità di roba. massara s. f. massaia. Massignà n. p. Massignano. massimu s. m. massimo: quessu è l massimu, di più non si può. Massò soprannome. mass’u menu loc. avv. rur. più o meno. mastella s. f. 1. mastella: porca mastella, accidenti! (sin. di madosca). 2. soprannome. mastellu s. m. mastello. màstisce s. m. mastice. mastiu s. m. e agg. rur. maschio. mastrillu s. m. brigante: sì un mastrillu (dal nome del brigante Giuseppe Mastrilli). masunide s. f. masonite. mattacchiò s. m. mattacchione. Mattaccinu soprannome. mattarellu s. m. matterello. mattera s. f. madia. mattidà s. f. mattità. mattoide s. m. mezzo matto. mattu s. m. e agg. 1. matto: brancu o cou o cungregazziò de matti, banda di matti; ecce na rama de mattu, essere un poco matto; fà da mattu o dà da mattu, folleggiare; fà murì mattu, impegnare troppo; gabbia de matti, casa con persone strane; mattu cume n caallu, squinternato; mattu da legà, molto matto; mattu de guera, molto pazzo; mattu ntel cervellu, proprio matto; mattu scossu, molto matto; mmezzu mattu, un po’ pazzo; o mattu!, dici banalità; se me pia l mattu, vorrei fare una cosa insolita; si mmattu?, non può essere; tuttu mattu, molto matto. 2. (rafforz.) da matti, molto: bellu da matti, molto bello; forte cume un mattu, molto velocemente; robba da matti! esclamazione di critica. Maurizziu n. p. Maurizio. mazzada s. f. mazzata. mazzamurellu s. m. rur. fantasma. Mazzatutti soprannome. mazzola s. f. mazzuola. mazzolu s. m. mazzuolo. mazzu s. m. mazzo: cabà ntel mmazzu, scegliere il peggiore (iron.); mazzu de carte, mazzo di carte (da gioco); mazzu de fiori, mazzo di fiori. mbacuccà v. imbacuccare. mballà v. 1. imballare (fare le balle). 2. portare un motore ad un numero di giri alto senza avere l’aumento della velocità. mballasse v. imballarsi (detto del motore). mbalzamà v. imbalsamare. mbambuccidu agg. pigro di mente. mbambuladu p. pass. di mbambulasse e agg. fisso, mezzo addormentato. mbambulasse v. rimanere attonito. mbarazzadu agg. soprattutto nell'espr. mbarazzadu de stomigu, sofferente di pesantezza di stomaco. mbarazzu s. m. imbarazzo. mbarcà v. imbarcare. mbarcada s. f. grossa quantità: c'ho da stirà na mbarcada de pagni, ho molti vestiti da stirare. mbastardisse v. imbastardirsi. mbastì v. imbastire. mbastidura s. f. imbastitura. mbè inter. vd. imbè. mbeesse v. (mbeudu) impregnarsi. mbeccà v. imbeccare. mbeccada s. f. imbeccata. mbellì v. abbellire. mbescille s. m. imbecille. mbescillidà s. f. imbecillità. mbescillisse v. imbecillirsi. mbestialisse v. imbestialirsi. mbiancà v. imbiancare. mbiancada s. f. imbiancata. mbianchì s. m. imbianchino. mbirbisse v. diventare birbo. mbiscigà v. vd. bescigà. mbisgiulì v. tremare per il freddo. mbiuccasse v. appisolarsi. mbizziò s. f. ambizione. mbizziosu agg. e s. m. ambizioso. mbraccià v. abbracciare. mbracciada s. f. una quantità che sta su due braccia: famu na mbracciada de legne, raccogliamo un po’ di legna. mbragà v. imbracare. mbragadura s. f. imbracatura. mbranadu agg. e s. m. imbranato. mbreccià v. imbrecciare. mbrecciada s. f. imbrecciata. mbrenna s. f. (anche merenna) merenda: c’entra cume i cauli a mbrenna, non c’entra niente; dobu mbrenna, dopo le ore 17 circa. mbriagà v. ubriacare. mbriagada s. f. ubriacatura. mbriagadura s. f. ubriacatura. mbriagò s. m. ubriacone. mbriagu s. m. e agg. (anche briagu) 1. ubriaco: mbriagu ciucciu o fradiu o mizzu, molto ubriaco. 2. scemo: cusa sei, mbriagu?, sei scemo? 3. Prov. vulè la botte piena e la moie mbriaga, volere tutto. mbroiu s. m. imbroglio. mbruccà v. imbroccare. mbrudulà v. sbrodolare. mbruià v. imbrogliare: tra mpiccia e mbroia, m'è ndada ia na miliunada, fatti tutti i conti, ho speso una milionata. mbruiò s. m. imbroglione. mbrumbulidu p. pass. di mbrumbulisse e agg. intirizzito: mbrumbulidu dal freddu, molto infreddolito. mbrumbulisse v. intirizzirsi (da brumbulu). mbrunciadu agg. imbronciato. mbrusciuladu agg. foruncoloso. mbrustulì v. abbrustolire. mbrustulidu p. pass. di mbrustulì e agg. abbrustolito: la faa mbrustulida, la fava abbrustolita. mbruttisse v. abbruttirsi. mbuccà v. 1. imboccare (porre il cibo in bocca). 2. imboccare una strada. mbuccadura s. f. imboccatura. mbuccunada s. f. bocconata. mbudì v. (anche mbuttì) imbottire. mbudià v. imbottigliare. mbudida s. f. vd. imbudida. mbudidura s. f. imbottitura. mbugà v. 1. imbucare. 2. introdurre nella buca delle lettere. mbullà v. inchiodare. mbullettà v. inchiodare. mbullunà v. mettere i bulloni. mbumbidu agg. inzuppato: l vestidu è tuttu mbumbidu, il vestito è molto bagnato. mburghesisse v. imborghesirsi. mburicchià v. avvolgere. mbuscà v. imboscare (nascondere). mbuscasse v. imboscarsi (appartarsi). mbusginà v. (anche musginà) girare con il cucchiaio: mbusginà la minè, girare la minestra. mbustà v. imbustare. mbuttì v. vd. mbudì. mbuttidura s. f. imbottitura. mbuttunà v. abbottonare. mbuttunadu p. pass. di mbuttunà e agg. 1. abbottonato. 2. cauto. mbuzzà v. 1. ammaccare. 2. sopportare: magna e mbozza, tira avanti e sopporta. mbuzzadura s. f. bozza. me pron. (anche mme) me, mi: da per me, da solo; me cuioni!, caspita!; me sce oi?, mi ci vuoi?; nun zza né de me né de te, è insipido oppure è senza senso; purett'a mme!, povero me! meccanigu s. m. (pl. meccanighi) meccanico. meda s. f. meta. medà s. f. metà: fà le cose a mmedà, agire in modo approssimativo. medaia s. f. medaglia. medallu s. m. metallo. medanu s. m. metano: l pienu de medanu, il pieno di metano. mede v. (medudu) mietere: me pare da mede, sto svolgendo un lavoro faticoso. Medeu n. p. Amedeo. medidà v. meditare. medidazziò s. f. meditazione. medigà v. medicare. medigadura s. f. medicatura. medigamentu s. m. medicamento. medigazziò s. m. medicazione. medigu s. m. (pl. medighi) 1. medico (più usato duttore). 2. Prov. l medigu piedosu fa le piaghe vermenose, il medico pietoso è inefficiente. medigulosu agg. meticoloso. mediscina s. f. 1. medicina: iè pudesse ndà tutti in mediscine!, possa spendere tutti i soldi che ha per curarsi. 2. Prov. quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. meditrebbia s. f. mietitrebbia. mediu agg. medio. mediueu s. m. medioevo. medollu s. m. midollo. medrada s. f. lunghezza di circa un metro. medru s. m. metro. medrulosgigu agg. meteorologico. 1mèdudu s. m. metodo. 2medùdu p. pass. di mede. 1meiu avv. 1. meglio: (è) meiu de no, meglio no; fà a la meiu, agire in modo approssimativo; hu fattu meiu iu, io ho fatto meglio; pe mmeiu, per il meglio; più mmeiu, meglio; stà mmeiu, migliorare; su bè che su meiu (rur.), dunque; tantu meiu, tanto meglio. 2. Prov. è meiu nasce furtunadi che ricchi, è meglio nascere fortunati che ricchi; se staa meiu quannu se staa peggiu, elogio dei tempi andati. 2meiu s. m. le cose migliori: l meiu ha da venì, le cose migliori devono ancora arrivare. 3meiu agg. migliore: le meiu pusizziò, le migliori posizioni. mela s. f. mela: cabà le mele, togliere la buccia alle mele; mancu pe le mele, nient’affatto; tirà le mele al porcu, lavorare grossolanamente. Tipi di mele: mela cudogna, mela cotogna; mela del duga; mela ngranada, frutto del melograno; mela rosa; mela rusginella. melancià s. m. vd. melanzà. melangula s. f. 1. cetriolo. 2. soprannome. melanzà s. m. (anche melancià) melanzana. melaranciu s. m. rur. arancia: le scerque nun ha fattu mai i melaranci, tale il padre, tale il figlio. melàuru s. m. alloro. mele s. m. miele. melella s. f. piccola mela. Mela n. p. Amelia. Meledu n. p. Amleto. Melella soprannome. Melinfè soprannome. mèlliga s. f. nell'espr. erba melliga, saggina. melò s. m. melone. meludia s. f. melodia. memmè s. f. inf. caramella. memoria s. f. memoria: sabè a mmemoria, ricordare molto bene. menà v. 1. bastonare. 2. colpire: menà le bocce, colpire le bocce (nel gioco). menada s. f. (nel gioco delle bocce) colpo dato con una boccia ad altre bocce. menè s. f. vd. minè. meneffregu s. m. una persona che si disinteressa di tutto: aè n’aria da meneffregu, avere l'atteggiamento di chi si disinteressa di tutto. menga s. m. solo nel prov. la legge del menga, chi cce ll’ha se lu tenga, il debole deve sempre subire. menò s. m. una persona che bastona spesso (da menà). mentalidà s. f. mentalità. mente s. f. mente: ecce in mente, pensare; dà mente, dare ascolto; me viè a (o in) mmente, mi ricordo; mparà a mmente, imparare a memoria. mentì v. mentire, solo nell’espr. l zzangue nun mente, il figlio è come i genitori. mentuà v. mentovare. menu avv. meno: a la menu peggiu, con i minori aspetti negativi; chi ppiù, chi mmenu, chiunque; de menu, di meno; fà dde menu, fare a meno; menu male, meno male; parlà del più e del menu, conversare; perlumenu, almeno; più u mmenu, all’incirca; senzamenu, certamente. menudu s. m. minuto. menumale loc. inter. esprime soddisfazione o sollievo: lu spettagulu è stadu menumale, lo spettacolo è andato bene; menumale che è finida, sono contento che sia finita. menza s. f. mensa. menzula s. f. mensola. meraìa s. f. meraviglia. meraiasse v. meravigliarsi. meraiiosu agg. meraviglioso. mercadu s. m. mercato. Mercèdesse n. p. Mercedes. merculdì s. m. mercoledì. merecana agg. f. tipo di uva. merenna s. f. vd. mbrenna. meridà v. meritare. meridiunale agg. meridionale. meridu s. m. merito. Meriga n. p. America. meriganu s. m. e agg. (anche ameriganu) 1. americano. 2. soprannome. meriggia s. f. rur. ombra. Merigu n. p. Americo. merla s. f. merla: i sgiorni de la merla, la fine fredda di gennaio. merlettu s. m. merletto. merlu s. m. merlo. merluzzu s. m. merluzzo. merolla s. f. vd. marulla. mesada s. f. 1. un mese circa: ce rvedemu ntra na mesada, ci rivediamo tra un mese circa. 2. stipendio mensile: pià la mesada, prendere lo stipendio. mesgera s. f. donna perfida. messa s. f. messa: è scappada la messa, è cominciata la messa; i pagni boni de la messa o de la festa, gli abiti della domenica. messiganu agg. messicano. Messigu n. p. Messico. mestiere s. m. mestiere: esse del mestiere, avere pratica. mestieru s. m. rur. mestiere. mèstiga s. f. rur. (anche mistiga) mangime. mestru s. m. maestro. mestruu s. m. mestruo. mestu p. pass. rur. di mette messo. mestulu s. m. mestolo. mestura s. f. mistura. 1mesu p. pass. di mette messo. 2mesu s. m. rur. mese. mesura s. f. misura. Metenfilzu soprannome. mette v. (mesu, rur. mestu) 1. mettere: esse mmesu malamente, essere molto povero; mette a bbagnu, mettere in ammollo; mette a ddieda, mettere a dieta; mette a ggarzò, assumere alle proprie dipendenze o far rigare dritto; mette a l’opra, sperimentare; mette a le mosce, mettere la tela a bagno per renderla morbida; mette a mmà, iniziare; mette a mmollu, mettere a mollo o coire; mette a ppà e acqua, far digiunare; mette a ppostu, riordinare; mette a ppostu i ossi a ccalchidù, sistemare qualcuno per le feste; mette a sede, far fallire; mette al mmonnu, generare; mette a la ciurla, prendere in giro; mette aanti, rinfacciare; mette bocca, intromettersi; mette cabu, costare fatica; mette casu, ipotizzare; mette da parte, accantonare, risparmiare; mette drentu, mettere in galera; mette ffora, emanare, esporre: mette ffora i manifesti; mette ffuga, sollecitare; mette giudizziu, acquistare maturità; mette gola, suscitare desiderio o golosità; mette i bastò ntra le rode, ostacolare; mette i briidi, suscitare paura; mette i corni, tradire; mette i denti, iniziare la dentizione; mette i occhi addossu, adocchiare; mette in caldu, far scaldare; mette in contu, considerare; mette in crosce, tormentare; mette in frescu, mettere al fresco; mette in gastigu, punire; mette in mmezzu, coinvolgere; mette in modu, avviare un motore; mette in mostra, esibire; mette in piedi, preparare; mette in preentiu, prevedere; mette in squadru, sistemare o mettere ad angolo retto; mette incinta, rendere gravida; mette l beccu, intromettersi; mette l caru daanti ai bò, agire in modo prematuro; mette l musu, ostentare un contegno freddo; mette l nasu, ficcare il naso; mette l nasu ffora, uscire; mette l pebe ntel culu, sollecitare; mette la ffirma, prolungare la ferma militare; mette la mà ntel fogu, affermare con sicurezza; mette la testa a ppostu, diventare serio; mette le mà, entrare in possesso o iniziare un lavoro; mette le mà addossu, picchiare o palpeggiare; mette lengua, mettere bocca; mette mà, intraprendere; mette n augadu, nominare un avvocato; mette n fiore o un pulciu nte na recchia, destare sospetti; mette ncinta, ingravidare; mette nte la testa, inculcare; mette nzieme, radunare; mette oltra, mettere avanti; mette paora, impaurire; mette piede, entrare; mette pasce, sanare un disaccordo; mette sede, far venire sete; mette sgiò, deporre; mette sotta, incaricare qualcuno; mette sotta i piedi, umiliare; mette su, organizzare, installare, istigare; mette su o aprì bbuttega, aprire un’attività; mette su ccasa o famia, formare una famiglia; mette su l’acqua a bullì, mettere la pentola con l’acqua sul fornello a bollire; mette su l’attenti, far rigare dritto; mette suggezziò, mettere soggezione; mette voia, far venire il desiderio; mettecce bocca, intervenire in un discorso o iniziare a desiderare; mettecce la firma, accettare largamente; mettecce la sgionta, rincarare la dose; mettecce lu zzampì, ficcare il naso; mettecce na crosce o na piedra sobra, rinunciare definitivamente; mettecce na fiecca o na zzeppa, trovarci un rimedio; mèttedelu nte la gnocca, fissatelo in testa; mettela in culu, imbrogliare; mettela ntel zzaccu, dare una fregatura; mettellu, metterlo; nun me lea e nun me mette, non mi fa né caldo né freddo; nun sabè ndu mette le mà, non sapere cosa fare; te lu mettu la medà, te lo faccio pagare la metà. 2. impiegare: ce mettu un mese, ci impiego un mese. 3. rur. seminare. mettesse v. 1. mettersi: la faccenna se mette male, la situazione peggiora; mettesse a la pegurina, umiliarsi; mettesse a sede, mettersi seduto; mettesse o buttasse colcu, coricarsi; mettesse da solu, iniziare un’attività in proprio; mettesse grucciu, rannicchiarsi; mettesse in prima, mettersi sull’attenti; mettesse l cor’ in pasce, tranquillizzarsi; mettesse la cuscienza in pasce, mettersi la coscienza a posto; mettesse na mà nte la cuscienza, comportarsi secondo coscienza; mettesse nte la testa, capire o convincersi; mettesse nzieme, iniziare una relazione amorosa; mettesse sotta, impegnarsi. 2. confrontarsi: te possi mette cu llù!?, non ti puoi confrontare con lui. 3. fidanzarsi o convivere: mettesse in casa, fidanzarsi ufficialmente; s’è mesu cu llia, si è fidanzato con lei o ha iniziato a conviverci. mezzacucchiara s. m. muratore manuale. mezzadru s. m. mezzadro. mezzanu s. m. e agg. mezzano (intermedio). mezzasega s. f. un buono a nulla (vd. sega). 1mezzu s. m. mezzo. 2mezzu s. m. rur. automezzo o moto: mannà un mezzu, guidare un veicolo. 3mezzu agg. mezzo: a mmezza strada, a metà tra la partenza e l’arrivo; è le diesci e mezze, sono le dieci e mezza; gente de mezza tacca, persone di condizione sociale media; la gamba de mezzu, il pene; mezza cartuccia o mezza pugnetta, persona bassa; mezza cucchiara, muratore inesperto; mezza fuietta, un quarto di litro; smoe mezzu monnu, darsi molto da fare. 4. avv. esse in mezzu a la mmerda, essere tra mille difficoltà; esse mezzu ndurmidu, essere intorpidito; esse mezzu mezzu, essere malaticcio; in mmezzu de casa, al centro della casa; mette in mmezzu, coinvolgere; mezzu barzottu, riuscito male; ntra mezzu, in mezzo; si mmezzu mattu, sei un po’ pazzo; truasse in mezzu a na strada, essere in condizioni gravi. mezzuservizziu s. m. mezzoservizio. mezzusgiornu s. m. mezzogiorno. mi agg. vd. miu. mia agg. rur. m. f. (anche pl.) vd. miu. miarada s. f. (anche miiarada) migliaio. miarina s. f. pallino delle cartucce. miaru s. m. migliaio. Micchere n. p. Amilcare. micrubu s. m. microbo. midigu agg. mitico. Midiu n. p. Emidio. midollu s. m. midollo. midra s. m. mitra. midraia s. f. mitraglia. midraià v. mitragliare. midraiada s. f. mitragliata. midraiadore s. m. fucile mitragliatore. midraiadrisce s. f. mitragliatrice. miedidura s. f. mietitura. miga avv. mica: miga c’è casu che...?, non si potrebbe?; miga c'el zo, non lo so mica; miga è vveru, non è affatto vero; miga me ggusta, non mi va affatto. Migemì soprannome. Mighele n. p. Michele. Migiotti soprannome. mignè s. m. bignè (franc. beignet). mignò agg. nell'espr. a ggattu mignò, carponi. mignotta s. f. puttana: porca mignotta!, porca puttana! Mignulì soprannome. mignulu s. m. mignolo. 1migragna s. f. miseria. 2migragna s. f. emicrania. migragnosu agg. senza soldi. migradu s. m. emigrato. migròffenu s. m. microfono. migrubu s. m. microbo. migruscobiu s. m. microscopio. miiarada s. f. vd. miarada. miiardariu s. m. miliardario. miiardu s. m. miliardo. miiarina s. f. migliarino (pallino da caccia). miiaru s. m. migliaio. miiò s. m. vd. miliò. miiore agg. migliore. miiunaru s. m. e agg. milionario. miiurà v. migliorare. Mila n. p. Milan. Milià n. p. Emiliano. milidare s. m. e agg. militare: fà l milidare, prestare servizio militare. miliò s. m. (anche miiò) 1. milione. 2. soprannome. Miliu n. p. Emilio. miliunada s. f. circa un milione. miliunariu s. m. milionario. millanta num. un gran numero. mille num. mille: na olta al mille, molto raramente. millesimu s. m. millesimo. millimedru s. m. millimetro. milorde s. m. signorone (dall'ingl. milord). mimì s. m. inf. gatto. mi mi fonos. richiamo per il gatto. Mimmu n. p. Domenico. minchiò s. m. 1. sciocco: passà da minchiò, passare per sciocco. 2. euf. per cuiò: m’hi rottu i minchioni, mi hai rotto i coglioni; minchioni! o me minchioni, miseria! minchiunà v. canzonare (sin. di cuiunà). minchiunada s. f. sciocchezza. minchiunadura s. f. presa in giro. minchiuneria s. f. sciocchezza: buttà tuttu in minchiunerie, prendere tutto alla leggera. minè s. f. (anche menè, minestra) minestra: la minè è sciaba, la minestra è insipida; mbusginà la minè, girare la minestra; sempre la stessa minè, indica situazione monotona; u magni sa minè u salti sa fenè, devi farlo assolutamente. minestra s. f. 1. vd. minè. 2. soprannome. minestrò s. m. minestrone. miniadura s. f. miniatura. minimu agg. e s. m. minimo. ministru s. m. ministro. minudu s. m. minuto: nt’un minudu, in un attimo. minuranza s. f. minoranza. minurenne s. m. e agg. minorenne. minzina s. f. rur. benzina. miore agg. migliore: più miore, migliore (più usato meiu). mira s. f. mira: pià de mira a unu, ostinarsi a volergli male; pià la mira, prendere la mira; piacce la mira, farlo apposta. miragulosu agg. miracoloso. miragulu s. m. miracolo: sabè ida, morte e miraguli de tutti, conoscere tutto di tutti. mirì s. m. vd. mirinu. mirinu s. m. (anche mirì) mirino. mirtu s. m. mirto. miscella s. f. miscela. miserabbile agg. miserabile. miserellu agg. dim. di miseru magrolino. Miserì soprannome. miseria s. f. miseria: boia de la miseria!, miseria zzozza!, orca miseria!, purcaccia della miseria!, pputtana de la miseria o pputtana miseria (imprecazioni); ammiseria!, e nna mmiseria!, per la miseria! (espr. di meraviglia). miseru agg. piccolo: na paga misera, una paga insufficiente; un vestidu miseru, un vestito piccolo. misgià v. mescolare le carte da gioco. misgiu s. m. micio. 1Misse sigla del MSI (Movimento Sociale Italiano). 2misse s. f. miss. missiò s. f. missione. missiunariu s. m. 1. missionario. 2. soprannome. mìstere s. m. allenatore nel calcio. misteriosu agg. misterioso. misteru s. m. mistero. mistià v. rur. (anche mistigà) mescolare. mistiga s. f. vd. mestiga. mistigà v. rur. vd. mistià. mistiganza s. f. rur. insieme di erbe commestibili. mistigaru s. m. rur. locale di deposito per foraggio. mistigasse v. rur. convivere. mistu agg. misto. misura s. f. misura: pià le misure, misurare. misurada s. f. misurata. misurì s. m. misurino. miu agg. e pron. (anche mi quando anteposto) (rur. mia) mio: babbu miu, mio padre o babbo mio (anche voc.); mi padre, mio padre. miube agg. e s. m. miope. miurà v. migliorare. miuramentu s. m. miglioramento. mizzu agg. 1. guasto (detto di frutta): pera mizza. 2. straccu mortu o mizzu, molto stanco. 3. (rafforz.): mbriagu mizzu, molto ubriaco; sciabu mizzu, proprio scemo; zzallu mizzu, di brutto colorito. mmaccà v. ammaccare. mmaccadura s. f. ammaccatura. mmaestrà v. ammaestrare. mmaestradu p. pass. di maestrà e agg. ammaestrato. mmaguladu agg. immacolato. mmaladia s. f. 1. malattia: mmaladia cronniga, malattia cronica. 2. Prov. la mmaladia de l’agnellu, cresce la panza e cala l’uccellu, la malattia dell’agnello, cresce la pancia e cala l’uccello. mmaladicciu agg. malaticcio. mmaladu s. m. e agg. malato. mmalasse v. ammalarsi. mmalincunisse v. immalinconirsi. mmandula s. f. mandorla: c’ha un musu che ce possi ciaccà le mmandule, non si vergogna di niente; occhi a mmandula, occhi alla cinese. mmandulada s. f. mandorlata. mmandulì s. m. mandolino. mmanettà v. ammanettare. mmannì v. rur. preparare: mmannì la scena, preparare la cena. mmantà v. 1. coprire: ha mmantadu su ttuttu, ha nascosto tutto. 2. ammantare. mmantella s. f. mantella. mmantellu s. m. mantello. mmappede! inter. perbacco! mmascara s. f. maschera. mmascarà v. mascherare. mmascarada s. f. mascherata. mmasginà v. immaginare. mmasginazziò s. f. immaginazione. mmassagrà v. massacrare: te mmassagru de bbastunade, te ne dò tante. mmassagrò s. m. grossolano, rozzo. mmastigà v. masticare. mmastigabrodu s. m. buono a nulla. mmastigazziò s. f. masticazione. mmazzà v. 1. ammazzare: mmazzà l tempu, passare il tempo; mmazzà lu stomigu, far male allo stomaco; possi murì mmazzadu o va mmurì mmazzadu, ha due sensi: invettiva e meraviglia. 2. Prov. mmazza mmazza, è tutta na razza, in fondo sono tutti uguali; un cuntadì, un prede, un passeru, n dù cche lu edi, mmàzzelu, dove vedi un contadino, un prete o un passero, ammazzali. mmazzacaffè s. m. ammazzacaffè. mmazzamentu s. m. omicidio. mmazzede! inter. perbacco! mmazzeli! inter. perbacco! mme pron. vd. me. mmerda s. f. 1. merda: esse n mezzu a la mmerda, essere tra mille difficoltà; esse nte la mmerda, essere ridotti male; faccia de mmerda, spregevole; figura de merda, pessima figura; la mmerda iè rriva nte le recchie, è molto sporco; ndò caga, lassa la mmerda, non pulisce mai; pezzu de mmerda, persona spregevole; si na mmerda, sei un rifiuto. 2. Prov. la mmerda, più la smusgini, più ppuzza, più si indaga sulle persone scorrette, più cose si trovano. mmerdaru s. m. merdaio (luogo molto sporco). mmese s. m. mese. mmette v. (mmesu) ammettere: certe cose nun se pole mmette, certe cose non si riescono ad ammettere. mminestrà v. gestire, specie in senso neg.: lu mminestra cume iè pare, gestisce come vuole. mministrazziò s. f. amministrazione. mmirà v. 1. mirare. 2. ammirare. mmirazziò s. f. ammirazione. mmischià v. mischiare: mmischià l'oru cu l’argentu, non saper distinguere. mmischiada s. f. mescolanza. mmischiettu s. m. mescolanza. mmischiu agg. misto, mischiato. mmiscuiu s. m. miscuglio. mmiserì v. immiserire. mmisurà v. misurare. mmolla s. f. molla. mmollu agg. bagnato: mmollu zzuppu, molto bagnato. mmollu, a loc. avv. a mollo: mette a mmollu, mettere a mollo; mette l’uccellu a mmollu o in gabbia, coire; stà a mmollu, stare a mollo; tenè a mmollu, tenere a mollo. mmubbilià v. ammobiliare. mmucchià v. ammucchiare. mmucchiada s. f. 1. raduno. 2. orgia. mmucchiadu p. pass. di mmucchià e agg. ammucchiato: tera mmucchiada, strada in salita. mmucchiu s. m. mucchio: ie vole bè un mmucchiu, le vuole molto bene. mmudernà v. ammodernare. mmudisse v. ammutolirsi. mmudulisse v. ammutolirsi. mmuffisse v. ammuffirsi. mmuffidu p. pass. di mmuffisse e agg. ammuffito. mmuffu agg. 1. ammuffito. 2. malaticcio. mmuiadu p. pass. di mmuiasse e agg. sposato. mmuiasse v. prendere moglie. mmullà v. 1. bagnare. 2. Prov. sposa mmullada, sposa furtunada, se piove durante il matrimonio, si ha fortuna. mmulleggià v. molleggiare. mmulletta s. f. molletta. mmulliga s. f. 1. mollica. 2. (estens.) nna mmulliga de calcò, un po’ di qualcosa. mmunnà v. rur. pulire. mmunìaga s. f. ammoniaca. mmurà v. murare. mmurbidì v. ammorbidire. mmurtizzà v. ammortizzare. mmurtizzadore s. m. ammortizzatore. mmusidu agg. ammusito. mmusisse v. ammusirsi. mmusò s. m. musone. mmusunidu agg. immusonito. mmuzziunasse v. emozionarsi. mò s. m. vd. modu 1. 1mobbile s. m. mobile. 2mobbile agg. mobile. mocculu s. m. bestemmia: regge l mmocculu, essere di troppo tra due innamorati; tirà ggiò o ttaccà un mmocculu, bestemmiare. 1modu s. m. (anche ammò vd., mò) modo: a modu de l'altri, nel modo degli altri; a modu miu, a modo mio; è da mò che è ndadu ia, è molto che se ne è andato; in cul modu, in quel modo; in stu modu (rur.), in questo modo; in tutt’i modi, in ogni modo; modu da ffà, modo di fare; modu de ede, punto di vista; modu de penzà, atteggiamento mentale; nun c’è mmodu, non ci si riesce in alcun modo; pe modu de dì, per modo di dire. 2modu s. m. moto: mette in modu, avviare un motore. 3modu s. f. motocicletta. moe v. (mossu) muovere: moe l culu, sbrigarsi; para l culu e nun te moe, preparati (fil. maliziosa). moga s. f. moca (macchinetta del caffè). moghenu s. m. mogano. mogne v. (montu) 1. mungere. 2. sfruttare. mogu agg. mogio. moie s. f. 1. moglie: chi cc’ha poghi quadrì, sempre li conta, chi cc’ha la moie bella, sempre la guarda (fil.), chi ha pochi soldi, li conta continuamente, chi ha una bella moglie, ne è soddisfatto; pià mmoie, sposare. 2. Prov. agostu, moie mia nun te cunoscu, ad agosto la moglie passa in subordine; in cumpagnia ha presu moie un frade, la compagnia favorisce la socialità; moie e boi dei paesi tuoi, sposare chi si conosce meglio; moie e maridu cul culu cusgidu, coniugi molto affiatati; more la moie, n’antra ne boie, more l maridu, n antru è mannidu (rur.), morto un coniuge, lo si sostituisce subito con un altro; tra moie e maridu nun ce mette l didu, non intervenire nelle discussioni tra moglie e marito; vulè la botte piena e la moie mbriaga, pretendere due vantaggi che si escludono a vicenda. moieda s. f. tua moglie. moiema s. f. mia moglie. moiesa s. f. sua moglie. moltu avv. molto (più usati multu bè o tantu). mondu s. m. vd. monnu. mongu agg. monco. mongulu agg. e s. m. mongolo. monniga s. f. 1. suora: la figa de le monnighe, espr. offensiva. 2. scaldino. monnu s. m. (anche mondu) mondo: fora del monnu, inconcepibile; leà dal monnu, ammazzare; lea l’intresse che l monnu è ggiustu, togli l’interesse e arriva la giustizia; mette al mmonnu, partorire; ndà all’altru monnu, morire; porcu monnu!, porco mondo!; rmette al monnu, risollevare, far riprendere; smoe mezzu monnu, darsi molto da fare; stà al monnu, stare in società, vivere; tuttu l monnu è paese, le cose sono uguali dappertutto; venì al monnu, nascere. Monnu n. p. Edmondo. monte s. m. (anche munte, se seguito dal nome proprio del monte) monte: mannà a mmonte, far fallire (vd. anche munte); monte d'Ancona, monte Conero; prumette mare e monti, far promesse eccessive. montepulcià s. m. tipo di uva. montu p. pass. di mogne, vd. mor de prep. rur. a causa. mor del contu loc. vd. contu (forse da mor, antico nome della morra). 1mora s. f. mora (frutto). 2mora s. f. morra (gioco). 3mora s. f. livido. 4mora s. f. e agg. donna bruna. morammagnadu s. m. (euf. per morammazzadu) disgraziato. morammazzadu s. m. disgraziato. morbidu agg. morbido. Morchia soprannome. mòrmura s. f. mormora (pesce). morsu s. m. morso (barretta del cavallo). morte s. f. morte: a gni morte de paba, raramente; nun è la morte d’un cristià, non è così grave; sabè ida, morte e miraguli de tutti, conoscere tutto di tutti. mortu s. m. 1. morto cassa da mortu, bara; cristu mortu, persona inerte; fà l mortu, galleggiare sul dorso; fà la gatta mosgia (o morta), far finta di niente; festa di morti, commemorazione dei defunti; iacciu mortu, molto freddo; le fae di morti, tipo di dolci; mortu de fame, molto affamato; passa l mortu, passa il corteo funebre; più mmortu che viu, stanchissimo; puntu mortu, situazione di stasi; straccu mortu, stanco morto; sunà a mmortu, suonare per un funerale (detto di campane); uccellu mortu, pene inerte. 2. Prov. a piagne sobra l mortu, è lagrime perze, bisognava pensarci prima; mortu n paba, se ne fa n antru, nessuno è insostituibile; pregà i morti pe ffregà i vivi, ostentare onestà per nascondere disonestà; sobr’ al mortu, se canta le segule, chi è morto, non ha più voce in capitolo. 1moru s. m. 1. gelso. 2. soprannome. 2moru agg. moro (di carnagione o capelli). 3moru agg. rafforz. nell’espr. saladu moru, molto saporito. morzza s. f. 1. morsa. 2. morso del bue. 1mosca s. f. mosca: mosca scega, moscacieca (gioco); nun fiada na mosca, non parla nessuno. 2mosca inter. (zzittu e) mmosca!, silenzio! mosce s. f. pl. nell'espr. mette a le mosce, mettere la tela a bagno per renderla morbida. mosciu agg. 1. morbido. 2. fiacco: me sentu tantu mosciu, mi sento tanto fiacco. 3. cazzu mosciu, uomo privo di stimoli sessuali; cocchia moscia, donna slavata. mosciulu s. m. cozza. mosgiu agg. mogio: fà la gatta mosgia (o morta), far finta di niente. mossa s. f. prova: ha fattu la mossa de menamme, ha minacciato di darmele. mossu p. pass. di moe e agg. mosso. mostra s. f. mostra: mette in mostra, esibire. mostra che loc. rur. è segno che. mostru s. m. mostro. mostu s. m. 1. mosto. 2. Prov. a san Martì gni mostu è vì, a san Martino il mosto è diventato vino. mpaccadu agg. abbondante: grassu mpaccadu, molto grasso. mpacchettà v. impacchettare. mpacchiasse v. impacchiarsi. mpacchiarasse v. sporcarsi. mpadaccà v. impataccarsi. mpadellasse v. sporcarsi, macchiarsi. mpadrunisse v. impadronirsi. mpaià v. impagliare. mpaladu agg. impalato: drittu mpaladu, molto dritto (con riferimento alla posizione di una persona). mpalcadura s. f. impalcatura. mpallidisse v. impallidire. mpanà v. impanare. mpanadura s. f. impanatura (filettatura). mpannà v. appannare. mpannigasse v. appennicarsi. mpantanasse v. impantanarsi. mpappà v. infangare. mpappinasse v. impappinarsi. mparà v. 1. imparare: mparà a mmente, imparare a memoria; mparà la lezziò, far tesoro di un'esperienza (specie negativa). 2. insegnare: l maestru mpara ai sculari, il maestro insegna agli scolari. 3. Prov. mpara l’arte e mettela da parte, impara un mestiere e fanne tesoro. mparentada s. f. azione dello mparentasse. mparentasse v. imparentarsi. mpastà v. impastare. mpastadrisce s. f. impastatrice. mpastrucchià v. impasticciare. mpastu s. m. impasto. mpattà v. mandare pari una partita. mpebà v. impepare. mpebadu p. pass. di mpebà e agg. vivace (detto di persona). mpedì v. impedire. mpedidu p. pass. di mpedì e agg. impedito, imbranato. mpedimentu s. m. impedimento. mpegnà v. impegnare. mpegulasse v. impegolarsi. mpelliccià v. impellicciare (ricoprire il legno). mpennasse v. impennarsi. mpensierì v. impensierire. mpermalisse v. impermalirsi. mpermeabbile s. m. impermeabile. mpertinente agg. impertinente. mpestà v. vd. ppestà. mpestadu p. pass. di mpestà, agg. e s. m. 1. che emana cattivo odore. 2. disgraziato. 3. porca mpestada!, porca miseria! mpettada s. f. salita ripida. mpettidu agg. impettito. mpetturidu agg. impettito. mpiantà v. impiantare. mpiantu s. m. impianto. mpiasse v. impigliarsi. mpiastrà v. impiastrare. mpiastru s. m. (anche impiastru) 1. impiastro (importuno). 2. impiastro (cagionevole di salute). mpiccà v. impiccare. mpiccià 1. dispiacere: me mpiccia probiu, mi dispiace tanto. 2. infastidire: cula buga me mpiccia, quella buca mi dà fastidio. 3. tra mpiccia e mbroia, m'è ndada ia na miliunada, fatti tutti i conti, ho speso circa un milione. mpicciasse v. impicciarsi: chi ce se mpiccia?, chi si prende la briga? mpiccigà v. appiccicare. mpiccigadicciu s. m. appiccicaticcio (lavoro approssimato). mpiccigadura s. f. incollatura. mpiccigosu agg. appiccicoso. mpicciò s. m. impiccione. mpicciu s. m. (anche impicciu) 1. impiccio: dà mpicciu, dare fastidio; esse de mpicciu, essere di fastidio. 2. affari: sò ppienu de mpicci, ho molti affari da sbrigare. 3. oggetto che dà fastidio: me lei s'impicciu da qqui, mi togli questa cosa che mi infastidisce. mpicciulì v. impicciolire. mpiedusì v. impietosire. mpiegadu s. m. impiegato. mpiegasse v. impiegarsi. mpiegu s. m. impiego. mpigrisse v. impigrirsi. mpiradu p. pass. impalato. mplurà v. implorare. mplurazziò s. f. implorazione. mponesse v. (mpostu) pesare sullo stomaco: la crescia me s’è mposta, non riesco a digerire la pizza. mpradighisse v. impratichirsi. mpregà v. imprecare. mpregazziò s. f. imprecazione. mpregnà v. impregnare. mpresciò s. f. rur. impressione. mpressiunà v. impressionare. mpressu p. pass. di mprime impresso: me rmastu mpressu, me lo ricordo bene. mprestà v. prestare. mprestidu s. m. prestito. mprisgiunà v. imprigionare. mpronta s. f. impronta. mpruisà v. improvvisare. mpruisada s. f. improvvisata. mpruntà v. improntare, preparare (it. ant.). mpubisse v. istupidirsi. mpuerisse v. impoverirsi. mpugnà v. impugnare. mpugnadura s. f. impugnatura. mpulverà v. impolverare. mpumadasse v. impomatarsi. mpunibbile s. m. imponibile. mpuntà v. balbettare. mpuntasse v. impuntarsi. mpurtà v. importare: nun me ne mporta, non mi interessa (anche nun me ne ffrega). mpurtante agg. importante. mpurtanza s. f. importanza. mpussibbile agg. impossibile. 1mpustà v. impostare (sistemare). 2mpustà v. imbucare la posta. mpustadu agg. impostato: è bellu mpustadu, è una persona robusta. mpustasse v. impostarsi. mpustore s. m. impostore. mubbiiu s. m. mobilio. mucassì s. m. mocassino. mucchia s. f. (anche mucchiu) 1. mucchio: un mucchiu de breccia, un mucchio di ghiaia. 2. notevole quantità: na mucchia de quadrì, tanti soldi. 3. loc. avv. na mucchia, molto: te voiu bè na mucchia, ti amo molto. mucchiettì s. m. dim. di mucchiu. mucchiu s. m. vd. mucchia. muccigà v. 1. mordere. 2. Prov. cà che bbaia, nun mocciga, una persona che urla, non fa del male. muccigaffreddu s. m. freddoloso. muccigasse v. mordersi: muccigasse i gomidi, pentirsi amaramente. muccighì s. m. piccola quantità. muccigò s. m. bambino piccolo. muccigottu s. m. 1. morso: m'ha dattu un bel muccigottu, mi ha dato un bel morso; pià a mmuccigotti, prendere a morsi. 2. un poco: un muccigottu de pà, un pezzetto di pane. mucciu s. m. vd. mucciulu. mucciulò s. m. (anche mucculò) moccione (anche per offendere). mùcciulu s. m. (anche mucculu, mucciu) moccio. mucculò s. m. vd. mucciulò. mucculu s. m. vd. mucciulu. 1muda s. f. 1. muta (cambio): la muda de la festa, i vestiti delle feste; na muda de pagni, un cambio di vestiti. 2muda s. f. muta (gruppo di cani). mudà v. mutare (più usato gambià). mudanne s. f. pl. mutande: mettede le mudanne de latta, stai in guarda. mudannò s. m. 1. pl. mutandoni. 2. sing. persona con vestiti cadenti. mudellà v. modellare. mudellu s. m. modello. muderadu agg. moderato. muderazziò s. f. moderazione. mudernidà s. f. modernità. mudernu agg. moderno. mudestia s. f. modestia. mudestu agg. modesto. mudiffiga s. f. modifica. mudiffigà v. modificare. mudiffigazziò s. f. modificazione. mudiladu s. m. mutilato. mudista s. m. modista. mudisteria s. f. modisteria. mudìu s. m. motivo: nun c'è mudiu, non c'è ragione. mudore s. m. motore. mudu s. m. e agg. muto. mudua s. f. mutua. muducaru s. m. motocarro. muducrosse s. m. motocross. mudulisse v. ammutolirsi. mudupompa s. f. motopompa. mudurì s. m. motorino (motociclo). mudurizzazziò s. f. motorizzazione. muduscaffu s. m. motoscafo. muduscigletta s. f. motocicletta. muduscude s. m. motoscooter. mudusega s. f. motosega. muduu s. m. mutuo. muffa s. f. muffa: fà la muffa, non avere rapporti sessuali (detto di donna); pià de muffa, essersi ammuffito. mugnaru s. m. mugnaio. mugnidura s. f. mungitura. mugugnà v. mugugnare. muiera s. f. moglie (scherz.). muimentu s. m. movimento. muine s. f. pl. moine. muiola s. f. moviola. mulestà v. molestare. mulestu agg. molesto. mulì s. m. mulino. mulinaru s. m. 1. mulinaro. 2. Prov. quaranta mulinari, quaranta mascellari, quaranta osti, fa centuventi ladri giusti giusti, i molinai, i macellai e gli osti sono ladri. mullà v. 1. bagnare: ha mulladu tuttu, ha bagnato tutto. 2. abbandonare: l'ha mulladu la ragazza, l'ha abbandonato la ragazza. mullada s. f. bagnata. mullasse v. bagnarsi: s'è mulladu pure l grisgiliu, si è infradiciato completamente. mullifigà v. mollificare. mulliga s. f. briciola. multippligà v. moltiplicare. multippligazziò s. f. moltiplicazione. 1multu avv. nell’ espr. multu bè, molto: iè piasci multu bè, le piaci molto. 2multu agg. multi bè, molti. mulu s. m. 1. mulo. 2. è un mulu, è irremovibile (anche testardu cume un mulu). mumentu s. m. momento: a mumenti, tra poco, quasi che; a n certu mumentu, all’improvviso; mumentu del cuiò, momento di ingenuità; ndà a mmumenti, avere un andamento incostante; nt’u mmumentu, in un attimo; tuttu nt’u mmumentu, improvvisamente. mùmia s. f. mummia. munarchia s. f. monarchia. munarchigu s. m. e agg. monarchico. munasteru s. m. monastero. muneda s. f. moneta. munellu s. m. monello (spesso spreg., ma non in campagna). mungana s. f. mucca: acca mungana, mucca. munguloide agg. mongoloide (offens.). muniscibiu s. m. municipio. munnà v. rur. mondare. munnezza s. f. immondizia. munnezzaru s. m. 1. luogo dove si scarica l'immondizia. 2. luogo molto sporco: qui è un mmunnezzaru, qui è tutto sporco. munodunu agg. monotono. munsignore s. m. monsignore. muntà v. 1. montare: muntà ssù, salire. 2. vd. scubà 2. muntada s. f. sin. di scubada 2. muntadura s. f. montatura. muntaggiu s. m. montaggio. muntagna s. f. 1. montagna. 2. soprannome. Muntagudu n. p. Montacuto. muntanaru s. m. e agg. montanaro. muntante s. m. montante. munte s. m. vd. monte. Muntecascià n. p. Montecassiano. Munte Coneru (o Munte d’Ancona) n. p. Monte Conero. Munte de la Crescia n. p. Monte della Crescia (o Cerno). Munteffà n. p. Montefano. Munte Fiurentì n. p. Monte Fiorentino (dove sorge il cimitero maggiore). Muntegallu n. p. Montegallo. Muntelupò n. p. Montelupone. Munte Santu Piedru n. p. Monte S. Pietro. Munte San Viscì n. p. Monte San Vicino. Muntesciguru n. p. Montesicuro. Muntiscellu di fradi n. p. Monticello dei Frati. muntò s. m. 1. montone. 2. uomo molto attivo sessualmente. munumentu s. m. monumento. munzignore s. m. mnsignore. mura s. f. 1. sing. mura: la mura de l'ortu, la mura dell'orto. 2. pl. mure: gioppe le mure o oltra pe le mure, lungo Via Cinque Torri; sobra le mure, sopra Piazzanova; sotta le mure, in Via Guasino. murà v. murare. muradore s. m. muratore. muradura s. f. muratura. muraia s. f. muraglia. muraiò s. m. muraglione. murale s. m. morale. murbidume s. m. insieme di cose morbide. murbillu s. m. morbillo. mure s. f. pl. vd. mura. Murenu n. p. Moreno. 1muretta s. f. dim. di muru piccolo muro. 2muretta s. f. dim. di mora piccola mora (frutto del rovo). 3muretta s. f. dim. di mora moretta (donna di carnagione scura). 1murettì s. m. dim. di muru. 2murettì s. m. dim. di moru. 3Murettì n. p. di bue. 1murettu s. m. dim. di muru. 2murettu s. m. dim. di moru. murì v. (mortu) 1. morire: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu (fil.), chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto; fà murì mattu, impegnare troppo; ma va mmurì mmazzadu, vai in quel paese; murì d’un colpu, soffrire molto; murì de crebacore, morire di crepacuore; possi murì mmazzadu, ha due sensi: invettiva e meraviglia. 2. con valore intens. murì dal freddu, sentire molto freddo: pò murì dal freddu Gesù Cristu che è l padrò de le legne?, detto di chi si sente al sicuro; murì da la voia, desiderare intensamente; murì de ffame, provare molta fame; murì de na cabida, pretendere di capire troppo. 3. Prov. a pagà e a mmurì viè sempre a ttempo, il morire ed il pagare si possono sempre rimandare; chi nun caga, cagherà, chi nun piscia, murirà, si può stare un periodo senza andare di corpo, ma non senza orinare; chi se ne pia, more, chi more, se ne va, non conviene prendersela; chi vie sperannu, more cagannu, chi vive sperando, muore cacando; more la moie, n’antra ne boie, more l maridu, n antru è mannidu (rur.), morto un coniuge, lo si sostituisce subito con un altro. muriadigu agg. muriatico: l’ascidu muriadigu, l’acido muriatico (cloridrico). murmurà v. mormorare. muroide s. f. pl. emorroidi. mursettu s. m. morsetto. murtadella s. f. mortadella. murtale agg. mortale. murtalettu s. m. mortaretto. murtiffigà v. rimproverare, umiliare, offendere. murtiffigazziò s. f. umiliazione, offesa. murtoriu s. m. 1. funerale. 2. è un murtoriu, è un ambiente o una persona priva di allegria. murtuariu agg. mortuario: la camera murtuaria, stanza di ospedale o di cimitero dove si pone la salma. muru s. m. muro: parlà al muru, sprecare le parole; sbatte la testa ntel muru, disperarsi. musaigu s. m. mosaico. musarola s. f. museruola. muscadellu s. m. moscatello (vitigno e vino). muscadu s. m. moscato. muscerì s. m. vd. musciulì. muschettieru s. m. moschettiere. muschettu s. m. moschetto. muschì s. m. dim. di mosca. muschiu s. m. muschio. Musciò n. p. rur. vd. Musò. musciulì s. m. (anche muscerì) moscerino. muscò s. m. 1. accr. di mosca moscone (grossa mosca). 2. imbarcazione leggera. musculadura s. f. muscolatura. musculosu agg. muscoloso. musculu s. m. muscolo. musega s. f. vd. musiga. museu s. m. museo. musgella s. f. tipo di pesce. musginà v. vd. mbusginà. musiga s. f. (anche musega) musica: gambia musiga!, cambia argomento o comportamento; sente che musiga, senti che tanfo o che cosa sgradita. musigale agg. musicale. Musò n. p. (rur. Musciò) fiume Musone. mussaccia s. f. spreg. di mossa mossaccia (anche sin. di partaccia). mussurmanu s. m. e agg. mussulmano. mustarda s. f. mostarda. mustrà v. mostrare (più usato fà ede). mustruosu agg. mostruoso. musu s. m. muso: c’ha un musu che ce possi ciaccà le mmandule, non si vergogna di niente; fà l musu duru, essere antipatico; mette l musu, ostentare un contegno freddo; musu pistu, cosa inventata; musu tentu o bocca tenta, viso sporco (appellativo scherzoso); stà cul musu, essere molto serio. Musutentu soprannome. muzzarella s. f. mozzarella.
N
1n art. m. vd. un. 2n prep. vd. in. na art. f. vd. un. nabuledà s. m. (anche nabuledanu) 1. napoletano. 2. soprannome. nabuledanu vd. nabuledà. Nabuleò n. p. (anche Nabuliò) Napoleone. Nabuli n. p. Napoli. Nabuliò n. p. vd. Nabuleò. n’accàda loc. rur. non c’è bisogno: n’accada che cce vai, non c'è bisogno che ci vai. nàccara s. f. nacchera. Nadale n. p. 1. Natale: l’abbede de Nadale, l’abete di Natale; (anche nome di persona). 2. Prov. Nadale e Beffania, tutte le feste se porta ia, dopo Natale e l'Epifania le feste sono finite; Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno. nadiga s. f. natica (più usato cchiappa). nadiu agg. nativo. 1nadu p. pass. di nasce nato: mal nadu, malnato; nadu cu la camisgia, nato fortunato; nadu straccu, nato stanco; nadu ecchiu, giovane che dimostra maturità. 2NADU (sigla) NATO. nadura s. f. 1. natura. 2. vulva. nadurale agg. naturale. nae s. f. 1. nave. 2. Nae scola, soprannome. naffeda s. f. nafta. naffedalina s. f. naftalina. Naicchiu soprannome. naigà v. navigare. naigadore s. m. navigatore. nailu s. m. nailon. naitte s. m. night-club. nalfabeda s. m. e agg. analfabeta. nalise s. f. pl. analisi. namidì v. inamidare. Namurà n. p. di vacca. nanna s. f. inf. sonno: fà la nanna, dormire. Nanni n. p. dim. di Giuà. nannu inter. inf. ciao. nanu s. m. e agg. nano. narchigu s. m. e agg. anarchico. naridisse v. inaridirsi. nasce v. (nadu) 1. nascere: nasce cu la camisgia, nascere fortunato; vedè nasce, conoscere una persona fin dalla nascita. 2. Prov. è meiu nasce furtunadi che ricchi, è meglio nascere fortunati che ricchi. nascida s. f. nascita. nascidisse v. inacidirsi. nasconne v. (nascostu) 1. nascondere. 2. Prov. la casa nasconne, ma nu robba, tutto ciò che è in casa prima o poi lo si ritrova. nascundinu s. m. (anche nascunnì) nascondino (gioco della tana). nascunnì s. m. vd. nascundinu. Nasì soprannome. nasò s. m. accr. di nasu persona con grosso naso. naspà v. avvolgere il filo di lana con l'aspo. nasprisse v. inasprirsi. naspu s. m. idrante manuale. nastru s. m. nastro. nasu s. m. naso: caccià l nasu, ficcanasare; cappa de nasu, naso grande; ecce la ppuzza sott’al nasu, essere altezzoso; ficcà o mette l nasu, intromettersi; me piscia l nasu, mi goccia il naso; mette l nasu ffora, uscire; nasu a ciuetta, naso adunco; nasu a pattada, naso piccolo e rotondo; ndà a nnasu, basarsi sull'istinto; riccià l nasu, esprimere disgusto o disapprovazione o poca convinzione; storce l nasu, arricciare il naso; suffiasse l nasu, soffiarsi il naso; tappasse l nasu, adattarsi ad una situazione sgradevole; tirà su cul nasu, tirare indietro il moccio. nauseà v. nauseare. Nazzarè n. p. Nazzareno. nazziò s. f. nazione. nazzista s. m. nazista. nazziunale agg. nazionale; (sostant.) la nazziunale 1. sigaretta. 2. squadra di calcio. ncaadu p. pass. e agg. incavato. ncaalcà v. (anche ncaallà) accavallare (le gambe). ncaallà v. accavallare. ncabasce agg. e s. m. incapace. ncabucciasse v. incappucciarsi. ncabuttasse v. incappottarsi. ncacchiasse v. incacchiarsi. ncadastà v. accatastare. ncadastada s. f. catasta. ncadenà v. incatenare. ncadramà v. incatramare. ncadurcià v. mettere il cadorciu. ncallidu agg. incallito. ncalzà v. incalzare. ncanalà v. incanalare. ncancrenì v. incancrenire. ncancrenidu p. pass. di ncancrenì e agg. 1. incancrenito. 2. diventato sempre più grave: la situazziò urmai è ncancrenida, la situazione si è molto aggravata. ncannà v. sottoporre a incannatura: ncannà i pumidori, avvolgere la pianta del pomodoro attorno alle canne piantate in verticale sul terreno. ncantà v. incantare. ncantadu s. m. e agg. incantato. ncantasse v. incantarsi. ncantesimu s. m. incantesimo. ncantu s. m. incanto. ncanudì v. incanutire. ncappunà v. nell'espr. fà ncappunà la pelle, suscitare orrore. ncappunisse v. ostinarsi. ncarcerà v. incarcerare. ncarigà v. incaricare. ncarnisse v. incarnirsi. ncartà v. incartare. ncartada s. f. 1. incartamento rapido. 2. piccola quantità. ncartamentu s. m. incartamento, documento. ncartapegurisse v. incartapecorire. ncartuccià v. accartocciare. ncarugnisse v. diventare inguaribile. ncasannu mai loc. avv. rur. vd. casannu mai. ncasasse v. accasarsi. Ncasgiada n. p. Via Incagiata. ncasinà v. far confusione. ncassà v. incassare. ncassu s. m. incasso. ncastrà v. incastrare. ncattiisse v. incattivirsi. ncauladura s. f. arrabbiatura. ncaulasse v. arrabbiarsi (euf. per ncazzasse). ncazzarecciu agg. facile ad incavolarsi. ncazzà v. arrabbiare. ncazzadura s. f. arrabbiatura. ncendià v. incendiare. nceppà v. inceppare. ncertu agg. incerto. nceruttadu p. pass. di nceruttà e agg. incerottato. nchiaà v. inchiavare. nchiaadura s. f. serratura. nchiappettà v. 1. imbrogliare. 2. sodomizzare (euf. per inculà). nchinasse v. inchinarsi. nchiostru s. m. inchiostro. nchiudà v. inchiodare. nciaccià v. incespicare nel parlare (da ciacciu). nciacciasse v. incespicare nel parlare (da ciacciu). nciaffà v. mettere in disordine (da ciaffu). nciaffadu p. pass. di nciaffà e agg. disordinato. nciampà v. 1. inciampare. 2. imbattersi con una persona: ho nciampadu cu llu, l’ho incontrato. nciampadò s. m. grosso inciampamento. nciampu s. m. 1. inciampo (ostacolo materiale). 2. impedimento. ncibrià v. incipriare. nciccià v. garbare: nnu mme nciccia, non mi convince. ncicciadina s. f. pizzicotto affettuoso. ncicciasse v. ingrassarsi. ncidà v. incitare. ncidosu agg. antipatico. ncinta agg. incinta: mette ncinta, ingravidare. nciuccasse v. ubriacarsi. nciuccià v. parlare cambiando le cose: ha nciucciadu su cume i ha parsu, ha riferito le cose a modo suo. nciucciasse v. arricciare i capelli. nciughisse v. assopirsi. ncò avv. vd. ancò. ncomidu s. m. vd. incomidu.. 1ncontru s. m. caso: quessi è ncontri, sono casi fortuiti. 2ncontru avv. incontro: venì ncontru, andare incontro o aiutare. ncora avv. vd. ancò. ncraccà v. bastonare (da cracca). ncrastà v. rur. incastrare. ncredinisse v. rincretinirsi. ncriccasse v. incepparsi. ncrinadura s. f. incrinatura. ncrinasse v. incrinarsi. ncristà (anche ncristasse) v. farsi male (da cristu). ncrònnigu s. m. vd. cronnigu. ncrucchià v. scontrare. ncrucchiada s. f. scontro. ncrucchiasse v. (detto delle ossa e delle budella) andare fuori posto. ncrudulidu agg. cereale che non è arrivato a cottura. ncrunnighidu p. pass. di ncrunnighisse e agg. molto invecchiato (anche ). ncrunnighisse v. 1. diventare vecchio. 2. peggiorare fisicamente. ncruscefissà v. mettere in croce. ncruscefissadu p. pass. di ncruscefissà e agg. 1. molto afflitto. 2. costretto. ncruscià v. incrociare. ncrusciadu p. pass. di ncruscià e agg. incrociato: parole ncrusciade, cruciverba. ncrustà v. incrostare. ncrustadura s. f. incrostatura. ncrustazziò s. f. incrostazione. nculà v. vd. inculà. nculada s. f. vd. inculada. ncullà v. incollare. ncullada s. f. incollamento. nculpà v. incolpare. ncumenzà v. rur. incominciare. ncumidà v. scomodare. ncumincià v. vd. cumincià. ncuncludente agg. inconcludente. ncunedanu s. m. e agg. anconitano. ncuntrà v. incontrare: ncuntrà a calchidù, incontrare qualcuno. ncuraggià v. incoraggiare. ncuraggiamentu s. m. incoraggiamento. ncuriusì v. incuriosire. ncurnà v. incornare. ncurnada s. f. vd. scurnada. ncurnicchiasse v. mettersi in un angolo. ncurnisgià v. incorniciare. ncurunà v. incoronare. ncurunazziò s. f. incoronazione. ncuscente agg. e s. m. incosciente. ndà v. (anche andà, nnà) (ndadu, nnadu) andare: cume va, e?, come state?; i quadrì va cu i quadrì, i soldi portano i soldi; lassà ndà, smettere; ma va’ a bbadà i porchi, cialtrone!; ndà a bbraccettu, camminare tenendosi sottobraccio; ndà a bbuttega, essere apprendista; ndà a ccabu, andare alla riga successiva; ndà a ccagà o a cul paese o a ddà ia l culu o a ffà n bagnu o a ffà n culu o a ffasse bbenedì o a ffasse fotte o a ffasse ffrisge o a ppiassela ntel culu o al diaulu o all'infernu o in cantina o in cullesgiu o in culu o in galera o in zzaccoccia, andare a quel paese; ndà a ddonne, frequentare prostitute; ndà a ddurmì cui polli o culle galline, andare a letto presto; ndà a ddurmì cun calchidù, farci l'amore; ndà a ddurmì scalzu, andare a letto senza cena; ndà a fasgiolu, piacere (sfasgiulà); ndà a ffà la tera pel cesce, morire; ndà a ffà le frittade, fare una scampagnata primaverile; ndà a ffadigà, iniziare un mestiere; ndà a ffinì mmale, fare una brutta fine; ndà a ffonnu, affondare; ndà a garzò, lavorare come dipendente; ndà a ggeniu, piacere molto; ndà a ggiorni, essere volubile; ndà a l’onne, barcollare; ndà a llettu, andare a dormire o avere rapporti sessuali; ndà a llettu scalzu, andare a letto senza cena; ndà a llune, essere incostante; ndà a mmale (a mmalu, rur.), guastarsi; ndà a mmonte, fallire; ndà a mmumenti, avere un andamento incostante; ndà a mmurì mmazzadu, andare in quel paese; ndà a nnasu, andare ad istinto; ndà a pedagna, andare a piedi; ndà a ppallò, fallire; ndà a ppelu (volg.), cercare una donna; ndà a pputtane, andare a prostitute o a rotoli; ndà a ramengu, andare in rovina o vagabondare; ndà a scola, frequentare la scuola; ndà a simpadia, comportarsi secondo le proprie preferenze; ndà a spassu, andare a passeggio; ndà a spiantu, andare in rovina; ndà, stà a servizziu, fare il domestico; ndà a stà bbè, andare incontro ad una situazione peggiore; ndà a ttalpò, procedere alla cieca; ndà a ttraerzu, detto del cibo che si arresta in gola; ndà a truà i parenti, andare a visitare i parenti; ndà a vverzu, andare a genio; ndà a zzonzu, camminare senza meta; ndà aanti, campare; ndà addossu, investire; ndà al campusantu o all’altru monnu o in cielu o in paradisu, morire; ndà all’onne, barcollare; ndà bbona, girare bene; ndà cerchennu, andare cercando; ndà con, avere rapporti sentimentali o sessuali; ndà d’accordu, essere in armonia; ndà d’accordu cume cà e ggatti, non andare affatto d’accordo; ndà ddiedru, fare la corte o seguire; ndà ddrittu, andare diritto; ndà de corpu, defecare; ndà de moda, stare alla moda; ndà de qqua e de là, girare senza meta; ndà de traerzu, andare male; ndà e venì, tornare subito; ndà ffiaccu, andare fiaccamente; ndà ffora, uscire; ndà fforte, avere successo; ndà ffugadu, andare di fretta; ndà ggiò, deperire, diminuire, scendere; ndà ggiò la furcella, vd. furcella; ndà girannulennu, andare a zonzo; ndà ia, andarsene o essere speso; ndà ia de testa, impazzire; ndà in barca, avere la testa che gira; ndà in bbiancu, non realizzare un convegno amoroso; ndà in brodu de giuggiule, diventare molto felice; ndà in casa, sposare e andare ad abitare nella casa del coniuge; ndà in cerca, cercare; ndà in cima, germogliare; ndà in estase, essere affascinato; ndà in famia, sposarsi e andare a vivere con i suoceri; ndà in giru, gironzolare; ndà in mediscine, spendere in medicine: iè pudesse ndà tutti in mediscine!, possa spendere tutti i soldi che ha per curarsi; ndà in mmaghina, andare con l’auto; ndà in parente, andare a far visita ai parenti; ndà in paradisu, morire; ndà n fiore, fiorire; ndà nte le mà de tutti, avere grossa diffusione; ndà nti muradori, andare a fare il muratore; ndà oltra, avanzare; ndà pparu: le faccenne vanne pare, le cose vanno bene; ndà pe la caridà, chiedere l'elemosina; ndà pe la scerca, questuare; ndà pe le corte, andare per le spicce; ndà pe le longhe, tirare in lungo; ndà pe le mà de tutti, essere toccato da tutti; ndà pel verzu drittu, andare bene; ndà per aria, fallire; ndà ppeggiu, peggiorare; ndà ppianu o ppianì, procedere lentamente; ndà scerchenne, andare in cerca; ndà solu, fare i primi passi; ndà sotta, andare in passivo; ndà su, salire, aumentare; ndà su e ggiò, passeggiare; ndà su i calori, emozionarsi; ndà sul siguru, non rischiare; ndà ttonnu o girasse tonnu, girare intorno; ndù vva!, certamente!; ndù vvai, pi coppi? o pi tetti?, non si sa dove vai; nnu me ne a, non mi va; nun me va sgiò, non lo sopporto; u la va u la spacca o la sbrega, tentarle tutte; va bè, risposta che esprime consenso; va là!, esprime tenue minaccia; va là che lu scobru, sicuramente lo scopro; vacce, vacce, nun ce ndà ch’è meiu, meglio non rischiare. Sostant. un va e viè, un andirivieni. ndacquà v. vd. nnacquà. ndaffià v. rur. annaffiare. ndebbidasse v. indebitarsi. ndebbulì v. indebolire. ndedada s. f. ditata. ndemuniadu agg. indemoniato. ndescente agg. indecente. ndescisu agg. indeciso. ndiauladu agg. indiavolato. ndiedru avv. vd. indiedru. ndifferente agg. indifferente. ndiiduu s. m. individuo (spreg.). ndindulasse v. (sin. di badurlasse) perdere tempo. ndipendente agg. indipendente. ndiscisu agg. indeciso. ndisgestiò s. f. indigestione. ndisgestu agg. 1. indigesto. 2. antipatico. ndispettì v. indispettire. ndispostu agg. indisposto. ndò avv. vd. du. ndrentu avv. indentro: esse ndrentu cun calchidù, avere confidenza con pezzi grossi (it. ant. indrento). 1ndrizzà v. 1. raddrizzare: se me se ndrizza st’affare, l primu bugu che ttappu è l tuu, se mi va bene questo affare, ti restituirò subito quello che ti aspetta (allus.). 2. Prov. le piante se ndrizza da piccole, i bambini si educano fin da piccoli. 2ndrizzà v. indirizzare. 1ndrizzada s. f. raddrizzata. 2ndrizzada s. f. indirizzata. ndrizzu s. m. vd. inderizzu. ndu avv. vd. du. nducchià v. adocchiare. nduinà v. indovinare. nduinellu s. m. indovinello. nduinu s. m. indovino. ndulcì v. addolcire. ndulcià v. succhiare (specie caramelle). ndulenzidu p. pass. di ndulenzì e agg. indolenzito. ndulgenza s. f. indulgenza. ndurì v. indurire. ndurmì v. addormentare: famme ndurmì, fammi addormentare; me ss’è ndurmidu n piede, ho perso la sensibilità in un piede. ndurmidu p. pass. di ndurmì e agg. indormito: su mezzu ndurmidu, sono intorpidito. ndurmisse v. addormentarsi. ndustria s. f. industria. 1ne pron. ne: ne voiu ancora, ne voglio ancora. 2ne avv. da: ne vienu da piazza, vengo dalla piazza. nebbia s. f. nebbia: c’era na nebbia che se pudea taià cul curtellu, c’era una nebbia molto fitta; falzu cume la nebbia, molto falso. nebbiò s. m. accr. di nebbia nebbia molto fitta. nebbiosu agg. nebbioso. neccorge v. (neccortu) (anche ‘ccorge) accorgersi: te si neccortu?, te ne sei accorto? nee s. f. 1. neve: la nee ha ttaccadu, la neve caduta non si scioglie. 2. Prov. la nee marzulina dura dalla sera alla madina, la neve di marzo dura poco tempo, oppure nee marzola dura quantu la soscera e la nora. neffride s. f. nefrite. negà v. negare. negadìa s. f. negativa (pellicola). negadìu agg. negativo. negadu 1. p. pass. di negà. 2. agg. non portato: è negadu pe cure, non è portato per correre. negazziò s. f. 1. negazione. 2. contrario: è la negazziò de la mademadiga, non è portato per la matematica. negozziu s. m. negozio. negru agg. e s. negro. nègusse s. m. negus. neguzziante s. m. negoziante. neiera s. f. neviera (grotta per conservare la neve). neigà v. nevicare. neigada s. f. nevicata. nemigu s. m. e agg. vd. nimigu. nemmancu avv. nemmeno. nengue v. rur. nevicare (lat. ninguere?). Nenu n. p. dim. di Nazzarè: figa nena!, espr. di meraviglia. neo s. m. neon (lampada). neò s. m. grande nevicata. nepode s. m. vd. nipode. nerbettu s. m. nervetto. nerbu s. m. nervo. Nerò n. p. Nerone: cul boia de Nerò, inter.; stu Nerò, questo criminale. neru agg. 1. nero: fà neru calchidù, stravincere qualcuno; neru cume l bubò, molto nero; omu neru, personaggio fantastico. 2. (rafforz.) è scuiunadu neru, è molto depresso. nervosu agg. nervoso. nervu s. m. nervo: attaccu de nervi, attacco di nervi; dà nti nerbi o fà saltà i nervi o fà venì i nervi o ecce i nervi scossi, avere il sistema nervoso turbato; urtà i nervi, innervosire; urtu de nervi, attacco di nervi. nescessariu agg. necessario. nescessidà s. f. necessità. neu s. m. neo. neudrale agg. neutrale. neudru agg. neutro. nfaguttà v. infagottare. nfaguttadu p. pass. di nfaguttà e agg. eccessivamente coperto. nfallibbile agg. infallibile. nfangà v. infangare. nfangadu p. pass. di nfangà e agg. infangato. nfantada s. f. rur. infantata (puerpera). nfarinà v. infarinare. nfarinada s. f. infarinatura. nfascià v. infasciare. nfasciadura s. f. fasciatura. nfastidì v. infastidire. nfatti cong. infatti. nfedele agg. infedele. nfelisce agg. 1. infelice. 2. menomato. Nfelonniga n. p. Fonte di Follonica. nfenucchià v. imbrogliare. nfenucchiada s. f. imbroglio. nfermiere s. m. infermiere. nfermu agg. infermo. nferriada s. f. inferriata. nferuscì v. inferocire. nfettà v. infettare. nfiacchì v. fiaccare. nfiammà v. infiammare. nfiammadu p. pass. di nfiammà e agg. colpito da infiammazione. nfiammasse v. infiammarsi. nfiammazziò s. f. infiammazione. nfiascà v. infiascare. nfieccà v. creare dicerie. nfilà v. infilare. nfilada s. f. 1. azione dell’infilare. 2. fila. nfiladura s. f. infilatura. nfiltrà v. infiltrare. nfiltrazziò s. f. infiltrazione. nfilzà v. infilzare: madonna nfilzada, donna che sembra pudica. nfilzada s. f. azione dell’infilzare. nfinidà s. f. infinità. nfinidu agg. infinito. nfinucchià v. infinocchiare. nfiuccà v. infioccare. nfiucchettà v. infiocchettare. nfiurà v. infiorare. nfiurada s. f. rur. infiorata. nfluenza s. f. influenza. nfluenzadu agg. colpito da influenza. nfra prep. vd. ntra. nfradiasse v. (anche nfrasgidasse) infradiciarsi. nfrascasse v. infrascarsi. nfrasgidasse v. vd. nfradiasse. nfrattà v. nascondere. nfreddà v. infreddare. nfreddulisse v. infreddolirsi. nfrittellasse v. infrittellarsi. nfrusgià v. andare a sbattere. nfrusgiada s. f. sbattuta (incidente stradale). nfugà v. infuocare, agitare, istigare. nfugadu 1. p. pass. di nfugà e agg. infuocato. nfugnasse v. impantanarsi. nfultì v. infoltire. nfurcà v. inforcare. nfurcada s. f. inforcata. nfurchettada s. f. forchettata. nfurcunada s. f. forconata. nfurmà v. informare. nfurmazziò s. f. informazione. nfurià v. infuriare. nfurnà v. infornare. nfurnada s. f. infornata. nfurtì v. infortire. ngallà v. rur. gallare. ngalluzzì v. ringalluzzire. ngancià v. agganciare. ngannà v. ingannare. ngannu s. m. inganno. ngarbuià v. ingarbugliare. ngarbuiò s. m. ingarbuglione (confusionario). ngarbunisse v. diventare sporco (detto dei panni). ngegnasse v. ingegnarsi. ngegnere s. m. ingegnere. ngegnosu agg. ingegnoso. ngegnu s. m. nell’espr. alzada de ngegnu, alzata di testa (azione sconsiderata). ngenucchiasse v. inginocchiarsi. ngenuu agg. ingenuo. ngessà v. ingessare. ngessadura s. f. ingessatura. ngiallisse v. ingiallirsi. nginucchiada s. f. ginocchiata. nginucchiasse v. inginocchiarsi. ngiustu agg. ingiusto. ngnugnulidu agg. mezzo addormentato. ngordu agg. ingordo. ngraattadu p. pass. di ngraattasse e agg. incravattato. ngraattasse v. mettersi la cravatta. ngraidà v. ingravidare. ngranà v. ingranare. ngranadu agg. granato: mela ngranada, mela granata. ngranciulidu agg. infreddolito. ngrannì v. ingrandire. ngrannimentu s. m. ingrandimento. ngrappà v. aggrappare. ngrassà v. 1. ingrassare. 2. Prov. quel che nun strozza, ngrassa, mangiare senza porre tanta attenzione. ngrazzià v. ringraziare: ngrazziannu Ddiu, grazie a Dio. ngrespà v. increspare. ngrespadura s. f. increspatura. ngricciasse v. vd. gricciasse. ngrippà v. grippare. ngruffulidu agg. infreddolito. ngrussà v. ingrossare. nguaccià v. rur. nascondere (anche nguattà). nguantà v. rur. afferrare. nguattà v. rur. nascondere (anche nguaccià)(da guattu). ngubbisse v. ingobbirsi. nguercià v. diventare guercio. ngulà v. ingoiare. ngulfà v. ingolfare. nguluppasse v. avvolgersi con i vestiti. ngulusisse v. ingolosirsi. ngummidulà v. raggomitolare. ngurdizzia s. m. ingordigia. nguria s. f. (anche inguria) anguria: tassellu de l'inguria, pezzetto di cocomero. ngustia s. f. angustia. ngustiadu p. pass. di ngustiasse e agg. afflitto. ngustiasse v. affliggersi. 1nguzzà v. ingozzare. 2nguzzà v. aguzzare; vd. gguzzà. nguzzada s. f. ingozzata, bevuta. nì s. m. per chiamare un bambino (da ninì). nicchesse pron. niente (dal ted. nicht). nicò pron. vd. gnigò. nidiada s. f. nidiata. nidridu s. m. nitrito. nidu s. m. nido. nigò pron. vd. gnigò. Nigola n. p. Nicola. nigosa pron. vd. gnigò. nigudina s. f. nicotina. Nigulò n. p. Niccolò. nimigu s. m. e agg. (anche nemigu) 1. nemico. 2. contrario: è nimigu de caminà, non vuol camminare. ninì inter. (f. nina) (anche nì) per chiamare un bambino del quale si ignora il nome. Ninu n. p. dim. di Giuà. nipode s. m. (anche nepode) nipote. nisba pron. niente (dal ted. Nichtsbe[deutend]). nisciù pron. (anche nisciunu, gnisciù) 1. nessuno: fiu de nisciù, chi non è protetto da nessuno; nisciù l’ha dittu, nessuno l’ha detto. 2. Prov. na olta pr ù, nun fa male a nisciù, tutto va distribuito equamente. nisciunu pron. vd. nisciù. Nizzi soprannome. nna art. vd. na. nnà v. vd. ndà. nnacquà v. (anche ndacquà) annacquare. nnacquarì v. annacquare. nnacquarisse v. annacquarsi: iè s’è nnacquaridu l cervellu, non capisce più niente. nnaffaradu agg. indaffarato. nnaffià v. annaffiare. nnamidà v. inamidare. nnamuradu s. m. e agg. innamorato: è nnamuradu de tuttu, gli piacciono tutte le cose (non sa scegliere); nnamuradu cottu, molto innamorato. nnamurasse v. innamorarsi. nnanze avv. e prep. innanzi, davanti: fatte nnanze, vieni avanti; nnanze che rria, prima che arrivi; tirà nnanze, tirare avanti con la vita. nnasà v. annasare. nnasada s. f. nasata. nnascidì v. inacidire: s’è nnascididu l zzangue, si è guastato il sangue. nnebbià v. annebbiare. nnertu agg. (anche ertu) 1. spesso. 2. (rafforz.): è na faccenna nnerta, è una cosa importante; è na festa nnerta, è una festa grossa. nnespula s. f. nespola. nnespulu s. m. nespolo. nnestà v. innestare. nnestu s. m. innesto. nno avv. vd. no. 1nnodu s. m. nodo. 2nnodu s. m. nuoto. nnu avv. vd. nun. nnugulasse v. rur. annuvolarsi. nnuiasse v. annoiarsi. nnumberu s. m. rur. vd. nnumbru. nnumbru s. m. rur. (anche nnumberu) numero. nnummeru s. m. numero: arda che nnummeru, guarda che spettacolo. nnummidì v. inumidire. nnummidida s. f. l’inumidire. nnuscente agg. innocente. nnuscentì s. m. pl. 1. ricorrenza dei martiri innocenti (28 dicembre). 2. Prov. I nnuscentì, fenide le feste, fenidi i quadrì, quando arriva questa ricorrenza, terminano le feste e i soldi. nnuulasse v. annuvolarsi. no avv. (anche nno) no: dì de no, rifiutare; scì e nno, forse o circa; - te va be? – ah no!, - ti sta bene? – proprio no! Vd. anche none. 1nò pron. noi. 2nò voc. nonno o nonna. noa s. f. notizia: buna noa, buona notizia; quessa è probiu na bella noa, è una cattiva notizia. nobbile agg. nobile. nocchia s. f. strumento per tessere. noda s. f. nota. nodu agg. noto. noe num. nove. noemila num. novemila. noescentu num. novecento. noia s. f. solletico: nu mme ffà noia, non mi fare solletico. nolu s. m. nolo. nome s. m. nome: fasse un nome, diventare conosciuto; nome del padre, segno della croce; sabè nome e cugnome de tutti, essere un pettegolo. none avv. rafforz. di no: - ce vieni? - none!, t’hu dittu de no!, - ci vieni? – proprio no! nonnedu s. m. tuo nonno. nonnessu s. m. suo nonno. nonnu s. m. nonno. nonu agg. nono. nora s. f. 1. nuora. 2. Prov. nee marzola dura quantu la soscera e la nora, la neve di marzo è effimera. norde s. m. nord. nosce s. f. noce (pl. nosce). nostru agg. pron. 1. nostro. 2. concittadino. notte s. f. 1. notte: dumà a nnotte, domani notte; fà notte, tardare molto; fasse notte, arrivare la notte; ha gambiadu dal giornu a la notte, è cambiato completamente; nun è notte a Cinguli, c’è ancora tempo; pià l giornu pe la notte, dormire di giorno; prima de notte, di sera. 2. Prov. tempu rffattu de notte, dura quantu un piattu de pere cotte, il tempo ristabilitosi di notte dura pochissimo (le pere cotte vanno mangiate subito). nottula s. f. nottola. nou agg. nuovo: quessa è noa, è una cosa nuova; vestidu nou o de le feste o de la messa o de la dumenniga, vestito nuovo. nquadrà v. inquadrare. nquadrinasse v. arricchirsi. nquartadu agg. vigoroso: è bellu nquartadu, è molto robusto. nquartasse v. diventare robusto. 1nt' avv. vd. quantu. 2nt’ prep. vd. nte. ntacca s. f. vd. intacca. ntaccà v. intaccare. ntaccadura s. f. intaccatura. ntantu avv. intanto. ntardà v. ritardare. ntasà v. intasare. ntascà v. intascare. nte prep. in (si articola in: ntel, nte lu, ntella o nte la, ntei, nti, ntell’(i), ntelle o nte le): nti posti distanti, nei luoghi lontani (lat. intus). ntenerì v. intenerire. ntenne v. (ntesu) 1. capire: dà de ntenne, ingannare. 2. sentire. ntennesse v. (assente) essere competente. ntenzziò s. f. intenzione. ntenzziunadu agg. intenzionato. nteressà v. interessare. nteressante agg. interessante. nteresse s. m. interesse. nternazziunale agg. internazionale. nternu agg. interno. nterompe v. (nterottu) interrompere. nterpredà v. interpretare. nterprede s. m. interprete. nterugà v. interrogare. nterugadiu agg. interrogativo: puntu nterugadiu, punto interrogativo. nterugazziò s. f. interrogazione. ntesisse v. diventare teso, irrigidirsi. ntestà v. intestare. ntestada s. f. testata. ntestardisse v. intestardirsi. ntesu p. pass. di ntenne sentito. ntidulà v. intitolare. ntieru agg. intero. ntignà v. insistere: ntignalla, insistere su di una questione. ntignasse v. ostinarsi. ntilisgente agg. intelligente. ntilisgenza s. f. intelligenza. ntinfena s. f. antifona: l’hi cabida la ntinfena? hai capito cosa devi fare? ntipadia s. f. antipatia. ntipadigu agg. antipatico. ntisighì v. intisichire. ntizzà v. vd. ttizzà. ntoppu s. m. intoppu. ntornu avv. attorno: ecce ntornu, essere accompagnato; lì ntornu, lì attorno; ntornu casa, attorno a casa; qua ntornu, qua attorno; stà ntornu, stare vicino a qualcuno. ntra prep. (anche nfra) tra: ntra che, aggiungi che; ntra i cuioni!, da nessuna parte!; ntra i cuioni, tra i piedi; ntra lume e scuru, al crepuscolo (anche ntra luscu e bruscu); ntra mezzu, in mezzo (da in e tra). ntraede v. (ntraistu) intravvedere. ntrappidu agg. rattrappito. ntrappulà v. intrappolare. ntrattabbile agg. intrattabile. ntrattenè v. (ntrattenudu) intrattenere. ntreccià v. intrecciare. 1ntrecciu agg. 1. intrecciato. 2. confuso. 3. immischiato in qualcosa. 2ntrecciu s. m. intreccio. ntregadu agg. molto indeciso (da intricato). ntressà v. interessare. ntrubbidì v. intorbidire. ntruffulasse v. intrufolarsi. ntruiu s. m. intruglio. ntrumettèsse v. (ntrumesu) (anche ntrumèttesse) intromettersi. ntrunà v. intronare. ntrunada s. f. intronata (batosta). ntrunadu agg. stordito. ntu avv. vd. quantu. ntumbulà v. picchiare, dare le tombule. ntunà v. intonare. ntunadu agg. intonato. ntunagà v. intonacare. ntunazziò s. f. intonazione. ntunietta n. p. Antonietta. ntunnada s. f. arrotondata (da tonnu 2, rotondo). ntuntì v. intontire. ntuntidu agg. intontito. ntuntimentu s. m. intontimento. ntuntulì v. intontire. ntuppà v. intoppare. nturculada s. f. effetto dell’attorcigliare. nturculà v. attorcigliare. nturculide s. f. enterocolite. nturpidì v. intorpidire. ntusiasmadu agg. entusiasmato. ntussigà v. intossicare. ntussigazziò s. f. intossicazione. ntustà v. irrobustire: te ntosta i ossi, ti irrobustisce le ossa. ntustasse v. diventare impegnativo: la faccenna o l’affare se ntosta, l’affare si complica (da tostu 2, impegnativo). ntuzzà v. bastonare (da tozza). nu avv. vd. nun. nuà pron. rur. noi. nualtri pron. noialtri. nuanta num. novanta. nuantina s. f. novantina. Nuara n. p. Novara. nucca s. f. nuca: ha sbattudu la nucca, ha battuto la nuca. 1nudà v. notare. 2nudà v. nuotare: nudà ntell’oru, nuotare nell’oro. nudada s. f. nuotata. nudadore s. m. nuotatore. nudaru s. m. notaio. nudizzia s. f. notizia. nudosu agg. nodoso. nudrì v. nutrire. nudrimentu s. m. nutrimento. nudu agg. nudo: nudu cume n umbrisciu, tutto nudo; nudu madre, nudo completamente (cioè come lo fece la madre). Nuè n. p. Noè. nuella s. f. novella. nuellu agg. 1. novello (di vino). 2. che ha da poco iniziato un’attività. nuembre s. m. novembre. Nuemi n. p. Noemi. nuena s. f. novena. nuescentu num. novecento. nùgulu s. m. nuvola grande e nera. nuidà s. f. novità. Nuiorche n. p. New York. 1nuiosu agg. noioso. 2nuiosu agg. sofferente di solletico. nuleggià v. noleggiare. nuleggiu s. m. noleggio. numèa s. f. nomea. numinà v. 1. nominare. 2. Prov. gente trista, numinada e vvista, se si nomina una cattiva persona, compare. nun avv. (anche nu, nnu) non: nnu me ne a, non mi va; nu ne possu più, non ne posso più; nun pià, non prendere. Nuna n. p. dim. di Nunziada. nunustante prep. nonostante. Nunziada n. p. Annunziata. Nunziadina n. p. dim. di Nunziada. Nurì n. p. dim. di Onorina. Nurina n. p. dim. di Onorina. nurmale agg. normale. nurveggese agg. e s. m. norvegese. Nurvesgia n. p. Norvegia. nuscella s. f. 1. osso del piede. 2. nocciola. nusciola agg. nocciola (color marrone chiaro). nustalgia s. f. nostalgia. nustrale agg. nostrale. nustranu agg. nostrano. nustromu s. m. nostromo. nuttada s. f. nottata. nutturna s. f. notturna. nuula s. f. nuvola: ecce la testa ntra le gambe o ntra le nuule o per aria o su la luna, essere distratto. nuulò s. m. grossa nuvola. nvade v. (nvasu) invadere. nvaghisse v. invaghirsi. nvalcasse v. infeltrirsi. nvalidu agg. invalido. nvecchiasse v. invecchiarsi. nvelenà v. avvelenare. nvelenadu p. pass. di nvelenà e agg. avvelenato: palla nvelenada, gioco. nvelenasse v. avvelenarsi: me ssò nvelenadu l zzangue, mi sono molto angustiato. nvelenisse v. invelenirsi. nventà v. inventare. nvenzziò s. f. invenzione. nvermenisse v. riempirsi di vermi (da vermine). nvernisgià v. verniciare. nvernisgiada s. f. verniciatura frettolosa. nvernisgiadura s. f. verniciatura. nvertidu s. m. invertito. nvestì v. investire (effettuare un investimento). nvestimentu s. m. investimento. nvià v. inviare. 1nvidà v. avvitare. 2nvidà v. invitare. nvidadu s. m. invitato. nvidia s. f. invidia. nvidià v. invidiare. nvidiosu agg. invidioso. nvidu s. m. invito. nvilisse v. avvilirsi. nviperidu agg. inviperito. nvuià v. invogliare. nvultulà v. avvolgere (sin. di nvuricchià). nvuricchià v. avvolgere (sin. di nvultulà). nzabà v. immergere qualcosa in un condimento per acquistare sapore. nzabunà v. insaponare. nzabunada s. f. insaponata. nzaburì v. insaporire. nzaccà v. 1. insaccare. 2. mandar giù, incassare. nzaccada s. m. insaccata (colpo ad un sacco per pigiarne il contenuto). nzaccarasse v. inzaccherarsi. nzaccuccià v. insaccocciare. nzaccucciada s. f. ciò che si insaccoccia. nzacculasse v. inzaccherarsi. nzalà v. salare. nzalada s. f. insalata: ceppu de nzalada, cespo di insalata; na cruella de nzalada, un bel po' d'insalata. nzaladiera s. f. insalatiera. nzanguinà v. insanguinare. nzecchisse v. dimagrirsi. nzegasse v. diventare sego: la minè s’è nzegada tutta, la minestra ha formato il sego. nzegnà v. 1. indicare: i ha nzegnadu la strada, gli ha indicato la strada. 2. insegnare (più usati mparà e fà scola). nzenzidu agg. istupidito. nzeppà v. 1. riempire troppo. 2. rimpinzare: li nzeppa che li fa scuppià, li rimpinza di cibo fino a farli scoppiare. nzieme avv. vd. inzieme. nziste v. (nzistidu) insistere. nzistente agg. insistente. nzistenza s. f. insistenza. 1nzomma avv. insomma. 1. così così: - te piasce quessu? - nzomma, - ti piace codesto? - così così. 2nzomma inter. nzomma!, basta! nzuccada s. f. inzuccata. nzucchidu agg. addormentato: è mezzu nzucchidu, è quasi a. nzucchisse v. addormentarsi. nzuddisfattu agg. insoddisfatto. nzufferente agg. insofferente. nzuffiscente agg. insufficiente. nzugnà v. vd. sugnà. nzulfenà v. 1. dare lo zolfo. 2. aizzare. nzultà v. insultare. nzunnulidu agg. insonnolito. nzuppà v. inzuppare. nzuppurtabbile agg. insopportabile. nzurdì v. assordire. nzuspettì v. insospettire. nzuzzà v. insozzare.
O
1ò s. f. (anche vò, olta, vorta) 1. volta: al tempu de na ò, una volta; delle olte, a volte; gni ò, ogni volta, sempre; na ò, una volta; na olta al mille, molto raramente; na olta tantu, una buona volta; n'antra ò, un'altra volta; sta ò, questa volta; st’altra ò, la prossima volta; tante le olte, per combinazione; tutti nte na ò, tutti in una volta. 2. Prov. na olta pr ù, nun fa male a nisciù, tutto va distribuito equamente. 2ò pron. (anche ù) 1. ognuno: dò pr ò, due per ognuno; na olta pr ù, una volta ciascuno; un pò pr ò, un po' per ognuno (da omu?). 2. Prov. na olta pr ù, nun fa male a nisciù, tutto va distribuito equamente. 3ò avv. vd. oltra. 4ò appell. rivolto a chi si ha confidenza: cù ffai, ò?, ehi, che cosa fai? obbligu s. m. obbligo. occhiu s. m. occhio: a occhiu, in modo approssimativo; a occhiu de bò, uovo alla coque; a occhiu e crosce, circa; aprì i occhi, svegliarsi o capire; beadi chi c’ha n occhiu, non sopravviveremo fino a quel momento; buttacce i occhi, interessarsene; caà i occhi, accecare; chiude i occhi, fingere di non vedere o dormire o morire; costa n occhiu, costa molto; dà n occhiu, badare; dà ntell’occhiu, attirare l’attenzione; dubrà i occhi, guardare con attenzione; ecce l presgiuttu nti occhi, avere gli occhi foderati; ecce n occhiu de riguardu o un pò d’occhiu, fare attenzione; ecce occhiu, fare attenzione; fà i occhi, abituarsi alla vista di qualcosa; fà i occhi da busbana, fare gli occhi languidi; fà i occhi dolci, guardare per sedurre; ficcà o mette i occhi addossu, fissare intensamente o desiderare; guardà cu la coda dei occhi, traguardare; iè ride i occhi, è visibilmente felice; l’occhiu vole la parte sua, conta anche l’apparenza; la crosce de i occhi, punto interoculare; magnà o rubbà cu i occhi, guardare con molto desiderio; me ce ndadi i occhi, l'ho visto per caso; me ffa i occhi, mi sembra di vedere; nu iè rimasti mancu l’occhi pe piagne, ha perduto tutto; nun pudè chiude n occhiu, non riuscire a dormire; nun staccà i occhi da, non levare gli occhi da; occhi a mmandula, occhi alla cinese; occhiu bagarellu, occhio assonnato; occhi bagheghi, occhi languidi; occhi da bò, occhi molto grandi; occhi da pegura morta, occhi stanchi; occhiu nun vede, core nun dole, ciò che non si vede, non fa male; palle di occhi, i bulbi oculari; perde d’occhiu, perdere di vista; perde llume di occhi, non vederci più; pià sott’occhiu, considerare negativamente; quattrocchi, portatore di occhiali (offens.); rffasse i occhi, contemplare qualcosa di bello; rubbà cu i occhi, guardare con molto desiderio; storce i occhi, torcere gli occhi; sverzà i occhi, stralunare gli occhi; tenè dd’occhiu, sorvegliare; tenè i occhi aperti, stare attento; vì a occhiu de gallu, vino né bianco né rosso. 1odiu s. m. odio. 2odiu s. m. iodio: la tentura d'odiu, la tintura di iodio. Odu n. p. Oddo. oga s. f. 1. oca. 2. sciocco: esse n'oga o avecce l cervellu d’un’oga, essere sciocco. oggisgiornu avv. oggigiorno. ogna s. f. (pl. rur. ogni) unghia. ogne v. (ontu) ungere. oiu s. m. olio: aiu, oiu e peberuncì, aglio, olio e peperoncino (condimento per la pasta); caà ll’oiu, attingere l’olio; lisgiu cume ll’oiu, liscio come l’olio; oiu de gomidu, lavoro manuale faticoso per ottenere un certo risultato; oiu de risgenu, olio di ricino; sbisgia cume l’oiu, è molto scivoloso; sutt’oiu, sott’olio. olmu s. m. vd. ormu. olpa s. f. (anche olpe) volpe: l gattu e la olpa, due tipi sospetti. olta s. f. vd. ò. oltra avv. (anche ò) 1. vicino, intorno: lì de oltra, lì vicino; mette oltra, mettere avanti; qui de oltra, qui vicino. 2. qui: viè oltra, vieni qui. 3. là: va’ oltra, vai là. oltru avv. rur. vd. oltra. ombra s. f. ombra: c’ha paora de l'ombra sua, è molto fifone. omu s. m. (pl. ommeni) 1. uomo: a ppassu d’omu, (di veicolo) a velocità ridotta; cull’omu!, richiamo di persona; da omu a omu, francamente; omu de casa, chi ama stare in casa o sbriga le faccende di casa; omu de custruttu, persona positiva o valente; omu fattu, uomo maturo; omu ffinidu, persona spacciata; omu neru, personaggio fantastico; omu rffattu o pedocchiu rffattu, nuovo ricco; pezzu d’omu, uomo robusto; pur omu, poveruomo. 2. Prov. omu de pogu unore, cunzuma l lume e sparagna l zole, una persona di poco onore vive di notte. onna s. f. onda: ndà all’onne, barcollare. onta s. f. unzione. ontu agg. unto: ontu e sbisontu, molto unto. oppe prep. rur. attraverso: lippe de oppe, lì intorno; oppe l campu, attraverso il campo. oppela loc. inter. opplà. oppiu s. m. oppio. opra s. f. opera: mette a l’opra, sperimentare; opra de bè, azione di carità. 1ora 1. s. f. ora: a ddo ore, alle due (rur.); a na scert’ora, ad un’ora indefinita; ch'ur'è?, che ora è?, scocciati si risponde: è l'ora de ieri a st'ora, né più tardi, né più bonora; cuntà le ore, contare i giorni; è bell’ e ora, è quasi ora; è ora scossa, siamo in ritardo; nun vede ll’ora, essere molto impaziente; te fagu n culu cum’un’ora de notte, te ne dò tante; te sa ora?, ti decidi? 2. loc. avv. a st'ora (qqui), adesso. 2ora (f. di oru) nell'espr. na gabbia d’ora, una gabbia d’oro. ora pre nobi loc. ora pro nobis. orbida s. f. orbita. orbu agg. orbo. orca! inter. di sorpresa. orcu s. m. vd. porcu.orcu s. m. orco. orfenu s. m. orfano. orghenu s. m. 1. organo. 2. sedere. orlu s. m. orlo: orlu a giornu, orlo eseguito con il punto a giorno. ormu s. m. (anche olmu) olmo. orsu s. m. orso. ortu s. m. orto. oru s. m. oro: core d’oro, indole generosa; mmischià l’oru cu l’argentu, confondere cose di diverso valore; nudà ntell’oru, nuotare nell’oro. orzu s. m. orzo. osce s. f. vd. vosce. òscenu s. m. 1. radice della canna. 2. persona brutta. Osemu n. p. rur. Osimo. Osimu n. p. Osimo: Osimu è bellu, Castellu è segredu, chi vole i ladri vaga a Luredu (detto), Osimo è bella, Castelfidardo è segreta, Loreto è piena di furfanti. ospide s. m. ospite. ossu s. m. (pl. ossi) osso: mal d’ossi, male alle ossa; mette a ppostu i ossi a ccalchidù, sistemare qualcuno per le feste; ntustà i ossi, irrobustire le ossa; ossu del collu, vertebre cervicali; ossu pasgiu, vd. pasgiu; rumpesse l’ossu del collu, rompersi l'osso del collo; tutt’ossi, magrissimo. ossubugu s. m. ossobuco. oste! inter. euf. per ostia! osteria! inter. euf. per ostia! ostia! inter. esprime meraviglia o disappunto. ostriga s. f. ostrica (anche escl.). ottigu s. m. ottico. ottu num. otto: dumà a ottu, fra otto giorni; sett’ottu, un certo numero. ottumila num. ottomila. ottuscentu num. ottocento. ou s. m. (pl. oi) uovo: biancu o chiara de l’ou, albume; e la Pasciò l’hu ditta, l’hu ditta assieme a voi, vergara benedetta buttatesce giò l’oi (ritornello), la Passione l’abbiamo cantata, ora, vergara, dateci le uova; fà i oi, deporre le uova; gallina che canta, ha fattu l’ou, uno che è soddisfatto, ha combinato qualcosa; la scorsa de l'ou, il guscio dell’uovo; ou ciocciu, uovo marcio; ou galladu, uovo fecondato; ou pentu, uovo di Pasqua dipinto; ou sbattudu, tuorlo d'uovo mescolato con zucchero fino a montare; ou tostu, uovo sodo; rosciu de l’ou, tuorlo: cum’u rosciu d’ou, facilmente. oveste s. m. ovest. ozziu s. m. ozio.
P
p’ prep. vd. pe. pà s. m. (anche pan) 1. pane: bonu cume l pà, molto buono; fila de pà, filone di pane; leasse l pà da la bocca, fare sacrifici; magnacce l pà, andarci piano; mette a ppà e acqua, far digiunare; pà bbiancu, pane di grano; pà de casa, pane fatto in casa; pà de granturcu, pane fatto con farina di mais; pà ffrescu, pane prodotto da poco; pà grattadu, pane grattuggiato; pà riffattu, pane indurito; pan de Spagna, torta soffice; se magna un buccò de pà, ma quant’è duru, la fatica per mangiare è dura; un muccigottu o un tozzu de pà, un pezzetto di pane; un pezzu de pà, un buon uomo. 2. Prov. carne fa carne, vì fa sangue, l pà te mantiè, le foie nun fa gnè, le qualità dei cibi; chi c’ha l pà, nun c’ha i denti, chi c’ha i denti, nunc’ha l pà, la sorte scherza; fa l pà un purettu, iè se slama l fornu, la sorte avversa. paba s. m. 1. papa: a gni morte de paba, raramente; fa ppaba, spogliare per gioco; giugà a la sedia del paba, gioco inf.; stà cume n paba, stare benissimo; te parea de pià l paba pe la barba, ti sembrava un’impresa facile. 2. Prov. mortu n paba, se ne fa n antru, nessuno è insostituibile. pabàeru s. m. papavero. pabagna s. f. 1. pugno sul viso. 2. colpo di sonno. pabale agg. nell’espr. pabale pabale, apertamente (da paba). pabalina s. f. papalina. pabara s. f. (anche pabera) 1. papera. 2. vulva. pabera s. f. vd. pabara. Paberetta soprannome. Pabicciò soprannome. pabiru s. m. papiro. pabòla s. f. (anche papola) 1. papavero. 2. guancia. 3. farfalla. pabuccia s. f. pantofola. pacca s. f. 1. quantità, parte: pacca de legne, un pezzo della legna; pacca de porcu, parte di maiale; pacca de pumidoru, una parte di pomodoro; pacche de culu, belle natiche. 2. botta: iè t’ha dattu na pacca, gli ha dato una botta. 3. pacche de faa, scarabocchi. Paccamicciu soprannome. paccaossu s. m. tipo di piccolo uccello. Paccaraggi soprannome. pacchettu s. m. dim. di paccu 1. involucro. 2. contenuto dell’involucro. pacchia s. f. 1. fango. 2. goduria: è na pacchia!, è una goduria. pacchià agg. pacchiano. Pacchiana soprannome. pacchianada s. f. euf. di puttanada. pacchiarella s. f. dim. di pacchia. pacchiarò s. m. sin. di lallarò. Pacchiò soprannome. pacenza s. f. rur. pazienza. paccò 1. s. m. spaccone. 2. soprannome. 1paccu s. m. spacco: s’è fattu n bellu paccu, si è fatto un bello spacco. 2paccu s. m. pacco. paccunada s. f. sin. di pacchianada. padacca s. f. 1. patacca (grossa macchia). 2. ceffone. padaccò s. m. persona trasandata che spesso si sporca (sin. di padellò). padatracche fonos. e s. m. patatrac. padella s. f. 1. padella: bella cume l culu de la padella, (iron.) brutta; è più tentu lù che l culu de la padella, è un poco di buono; l caldaru disce male de la padella, critica chi invece dovrebbe essere criticato. 2. macchia: s’è fattu na padella, si è procurato una macchia. Padella soprannome. padellada s. f. padellata. Padellì soprannome. padellò s. m. 1. sin. di padaccò. 2. soprannome. padente s. f. patente. Padernu n. p. Paterno. padì v. patire: hu padidu le pene de l'infernu, ho sofferto molto. padidu agg. deperito. Padiò n. p. Padiglione: la strada del Padiò, Via Montefanese. Padionaru soprannome. padre s. m. padre: è un Diu (padre)! (imprecazione); mi padre, mio padre; nome del padre, segno della croce; peggiu padre!, ancor peggio! padreggià v. padreggiare. padrennostru s. m. Padre nostro (preghiera): sabè cume l padrennostru o sabè a mmemoria, ricordare molto bene. padreternu s. m. 1. Padre eterno. 2. chi si dà importanza: pare n padreternu, si dà molta importanza. padrì s. m. padrino. padria s. f. patria. padriarca s. m. patriarca. padrignu s. m. patrigno. padrimoniu s. m. patrimonio. Padrizziu n. p. Patrizio. padrò s. m. padrone: fadigà sotta padrò o stà a ppadrò, lavorare alle dipendenze; padrò de casa, proprietario di casa; pò murì dal freddu Gesù Cristu che è l padrò de le legne?, detto di chi si sente al sicuro. padronu s. m. patrono. padrunadu s. m. patronato. padrunale agg. padronale. padruneggià v. padroneggiare. Padua n. p. Padova. paduanu agg. padovano: gallina paduana, gallina padovana. paesà s. m. paesano. paesaggiu s. m. paesaggio. paese s. m. paese: mannà, ndà a cul paese, euf. mandare, andare a quel paese; paesi bassi, sedere; tuttu l monnu è paese, le cose sono uguali dappertutto. paesu s. m. rur. paese. paga s. f. stipendio: na paga misera, una paga insufficiente. pagà v. 1. pagare: l’hu pagadu caru, l'ho pagato molto; te digu de scì, te pagu da bè, accetto pienamente. 2. Prov. a murì e a ppagà viè sempre a ttempu, il morire e il pagare sono sempre rimandabili. pagamentu s. m. pagamento. paganu agg. pagano. paghetta s. f. piccola somma di denaro data ai figli o ai piccoli apprendisti. pagnagna s. f. (anche pagnagnera) sonno improvviso. pagnagnera s. f. vd. pagnagna. pagnotta s. f. pagnotta: se fadiga pe la pagnotta, si lavora per mangiare; troppe pagnotte c’hai da magnà, sei ancora piccolo o inesperto. pagnu s. m. vestito: ccoie i pagni, raccogliere la biancheria; i pagni, i vestiti; i pagni boni de la messa o de la festa, gli abiti della domenica; me se stregne i pagni addossu, mi diminuisce il tempo a disposizione; me te magnu cu i pagni addossu, ti mangio tutto (minaccia); na muda de pagni, un cambio di vestiti; nun staria nt’i pagni sui, non starei al suo posto; spanne o stenne i pagni, spandere la biancheria; torce i pagni, strizzare la biancheria. pagnuttella s. f. dim. di pagnotta. paì s. m. vd. painu. paia s. f. 1. paglia: ecce la coda de paia, sentirsi in difetto; de na paia fà un paiaru, ingrandire le cose; nun ze moe na paia, non succede niente. 2. Prov. maggiu urtulà, tanta paia, pogu grà, il raccolto è andato male. paiaccettu s. m. abito per bambini. paiacciada s. f. pagliacciata. paiacciu s. m. pagliaccio. paiarecciu s. m. rur. pagliericcio. paiaru s. m. pagliaio: cà da paiaru, persona che sbraita solamente. paìcciu s. m. rur. strato di paglia che si metteva sotto gli animali. paimentu s. m. pavimento. paìnu s. m. (anche paì) 1. damerino: fà l paì, mettersi in mostra; pari n painu, sembri un damerino. 2. soprannome. paiò s. m. rur. pagliericcio. palada s. f. palata. paladu s. m. palato. palanca s. f. tavola. palazzò s. m. accr. di palazzu. palazzu s. m. palazzo. palchè s. m. parquet. palcu s. m. palco. palcuscenigu s. m. palcoscenico. paletta s. f. dim. di pala: porca paletta!, porca miseria! palettada s. f. colpo dato con la paletta. palettu s. m. dim. di palu. palla s. f. 1. euf. per cuioni: ecce calchidù su le palle, non sopportare; ecce le palle (o le saccocce o le scattule) piene, essere stufo; che ppalle!, che noia!; giramentu de palle, irritazione; grattasse le palle, annoiarsi; leede (da le palle), togliti di torno; nu rompe le palle, non scocciare; palle secche, appell. iron.; si na palla pe ride, sei una grossa scocciatura; stà nte le palle, essere indesiderato. 2. palle di occhi, i bulbi oculari; rasgiunamo a palle ferme, discutiamo con calma. 3. palla nvelenada e palla prisgiuniera, giochi. pallada s. f. pallata. palleggià v. palleggiare. Pallì n. p. dim. di Paulu. pallì s. m. pallino. Pallidì soprannome. pallidu agg. pallido. pallidume s. m. pallore (it. lett.). palline s. f. pl. 1. testicoli. 2. sing. soprannome. pallò s. m. pallone: fà la testa cuscì o cume un pallò, riempire la testa; giugà a ppallò, giocare a pallone; ndà a ppallò, fallire. pallosu agg. noioso. pallotta s. f. dim. di palla pallottola. pallottula s. f. dim. di palla pallottola. pallunada s. f. pallonata. palluncì s. m. dim. di pallò palloncino. palluttada s. f. pallottola. palma s. f. palmo della mano. palmu s. m. (anche parmu) spanna: ecce un palmu de musu, essere preoccupato. Palò soprannome. 1palomba s. f. colomba. 2Palomba n. p. di vacca. palpà v. tastare. palpada s. f. tastata. palpidà v. palpitare. palpidazziò s. f. pl. palpitazioni. palu s. m. palo. palumbara s. f. casa colonica. palumbaru s. m. palombaro. Palumbina n. p. Palombina. Pampanì soprannome. pampanu s. m. tipo di uva. pàmpena s. f. foglia della vite. pan s. m. vd. pà. 1panaru s. m. fila della vigna: c’ha un culu grossu cum’un panaru, ha un sedere molto grande. 2panaru agg. vd. lubupanaru. pancià v. ansimare. panciò s. m. nell’espr. ecce l panciò, ansimare. pancottu s. m. pancotto: cù cc’hai l pancottu ntel cervellu?, non capisci niente? pancuttò s. m. accr. di pancottu 1. persona grossa. 2. soprannome. panettò s. m. panettone. panffede! inter. vd. puffede! panì s. m. dim. di pà panino: fatte dà n panì, vai in quel paese o arrangiati. pànniga s. f. sonnellino specie pomeridiano: fasse na panniga, schiacciare un pisolino. pannighella s. f. dim. di panniga. pannu s. m. panno. pannulì s. m. pannolino. panocchia s. f. 1. pannocchia del mais. 2. cicala di mare. Pantera soprannome. pantoffula s. f. pantoffola. Pantuffulò soprannome. panurama s. m. panorama. panza s. f. 1. pancia: a panza per aria, a pancia in su; dulori de panza o mal de panza, dolori di pancia in senso proprio e figurato (specie riferito a grosse spese o eventi imprevisti); tuffu de panza, quando si arriva con la pancia sull’acqua. 2. Prov. la mmaladia de l’agnellu, cresce la panza e cala l’uccellu, la malattia dell’agnello, cresce la pancia e cala l’uccello. panzada s. f. 1. panciata (colpo ricevuto in un tuffo). 2. mangiata abbondante (l’espr. fà na panzada è riferita ad entrambi i significati). panzetta s. f. 1. dim. di panza. 2. pancetta di suino. 3. soprannome. panzò s. m. 1. pancione. 2. offens. paò s. m. pavone. paora s. f. (anche pora) 1. paura: c’ha paora de l'ombra sua, è molto fifone; l culu iè fa lippe lappe pe la paora, trema molto per la paura; la paora, il numero 90 della tombola; mette paora, far paura; passà na paora, impaurirsi. 2. Prov. mal nun fa’, paora nun avè, chi non fa del male, non deve temere. papagna s. f. scoppola (sin. di sgnacchera). papèla s. f. farfalla. papiè s. m. pl. documenti (franc. papier). papòla s. f. vd. pabola. pappa s. f. 1. inf. pappa. 2. fanghiglia. pappà v. pappare: se lu pappa l freddu o le zzille, ha molto freddo. pappacotta s. f. persona di poco valore. pappada s. f. pappata. pappaffigu s. m. beccafico (uccello). pappagallu s. m. pappagallo. pappalardu s. m. uomo sciocco. pappardelle s. f. pl. tipo di pasta. papparella s. f. fanghiglia. pappina s. f. dim. di pappa 1. (per i bambini). pappò s. m. 1. cibo fornito ai poveri dal Comune tramite l’ECA (Ente Comunale di Assistenza). 2. cibo cattivo. pappula s. f. bugia. pappulò s. m. bugiardo. par s. m. vd. paru. parà v. parare: parà l culu, proteggere; para l culu e nun te moe, espr. scherzosa. parabula s. f. parabola. paracadude s. m. paracadute. paraculu s. m. abile nei propri interessi. parada s. f. parata. paradisu s. m. paradiso: è un paradisu, è un luogo meraviglioso o tranquillo; ndà in paradisu, morire. paraentu s. m. 1. paravento. 2. sin. di paraculu. paraffangu s. m. parafango. paraffulmine s. m. parafulmine. paragò s. m. paragone: a paragò, in confronto. paralise s. f. paralisi. paralizzà v. paralizzare. paralizzadu p. pass. di paralizzà e agg. paralizzato. parancu s. m. paranco. paranzola s. f. tipo di pesce. parasegulu s. m. grossa persona che impedisce di vedere. parassida s. m. parassita. parcheggiu s. m. parcheggio. 1parcu s. m. parco. 2parcu s. m. palco. 1parè v. (parsu) parere, sembrare: cù tte pare?, che cosa ti sembra?; cume me pare e piasce, come voglio io; cume te pare, come preferisci; mancu me pare veru, mi sembra impossibile; parè n painu, sembrare un damerino; parè n padreternu, darsi molta importanza. 2parè s. m. rur. parente. parecchiu agg. parecchio. parede s. f. parete. pareggiu s. m. pareggio. parentadu s. m. parentado. parente s. m. parente: iè dà parente, è un suo parente; ndà in parente o ndà a truà i parenti, andare a far visita ai parenti; parente a la longa, parente lontano. parentella s. f. parentela. paridà s. f. parità. Parisgi n. p. Parigi. parisgì agg. parigino. parlà v. 1. parlare: chi cce parla!, tu sei peggiore; parlà al muru, sprecare le parole; parlà cchiaru, dire qualcosa risolutamente; parlà cum’u libbru stampadu, parlare molto bene; parla cume t'ha fattu mammeda, parla semplice; parlà del più e del menu, parlare di argomenti vari; parlà gguzzu, parlare fine; parlà ppianu, parlare sottovoce; parlà quannu piscia le galline, non parlare mai. 2. amoreggiare. parlada s. f. parlata. parladora s. f. rur. parlata. parlasse v. amoreggiare. parmisgianu s. m. formaggio parmigiano. parmu s. m. vd. palmu. parnanza s. f. (anche parnanze) zinale. parnanzada s. f. quanto può essere contenuto in una parnanza. parnanze s. f. vd. parnanza. parnanzò s. m. camice da lavoro, grembiule. parocchia s. f. parrocchia. parola s. f. parola: de poghe parole, non loquace; è nna parola!, non è facile affatto; esse de parola, mantenere la parola data; esse in parola, essere in trattativa; fà dò parole o dò chiacchiare, conversare un poco; leà le parole da la bocca, dire quello che un altro stava per dire; nun spiccigà na parola, rimanere muto; parole ncrusciade, cruciverba; pià in parola, credere a qualcuno; vulè avè sempre l’ultima parola, pretendere di aver sempre ragione. partaccia s. f. 1. comportamento scorretto: m’ha fattu na partaccia, è stato scorretto nei miei confronti. 2. brutta figura. parte s. f. 1. parte: a pparte che, a parte il fatto che; a pparte quessu, non consideriamo questo; da parte a pparte, trapassando; ecce l curtellu da la parte del mannigu, essere in posizione superiore; fà la parte: interpretare o fingere o condividere; mette da parte, accantonare, risparmiare; pe pparte de, indica il parente attraverso il quale si stabilisce un legame; senz'arte nè pparte, senza occupazione né mezzi. 2. Prov. l’occhiu vole la parte sua, conta anche l’apparenza. partescibà v. partecipare. partescibazziò s. f. partecipazione (biglietto con cui si comunica un avvenimento). partì v. 1. partire: partì cul piede giustu (sbaiadu), iniziare bene (male). 2. andarsene: è partida la curente, se ne è andata la corrente elettrica. 3. Prov. né de venere né de marte, nun se sposa, nun se parte, nun se dà princibiu all’arte, né di venerdì, né di martedì non ci si sposa, non si parte, non si iniziano lavori. partida s. f. partita. partidu s. m. partito. 1partigulare s. m. particolare. 2partigulare agg. fuori del comune. partisgianu s. m. partigiano. partu s. m. parto. parturì v. partorire. 1paru s. m. (anche par) paio: ne voiu n paru, ne voglio un paio; un par de cuioni!, espr. di stizza. 2paru agg. pari, uguale: cercà i sgiorni che nun è pari, attaccare briga; le faccenne vanne pare o butta paru, le cose vanno bene; para e ppatta, situazione alla pari. 3paru avv. ecce tuttu al paru de la bocca, avere tutte le comodità; nun butta paru, c’è qualcosa che non va bene (anche in senso ); paru paru, sin. di giustu giustu, a misura. parucchià s. m. parrocchiano. parucchiere s. m. parrucchiere. parulaccia s. f. 1. parolaccia. 2. bestemmia. parulò s. m. parola difficile. pasce s. f. pace: dasse pasce, consolarsi; fà ppasce rappacifficarsi; lassà in pasce, non disturbare; mette pasce, sanare un disaccordo; mettesse la cuscienza in pasce, mettersi la coscienza a posto; mettesse l cor’ in pasce, tranquillizzarsi; nun dà pasce, non lasciare tranquilli; pasce e bbè (iron.), fate come volete, a vostra responsabilità. Pascì n. p. Pacifico.pasciffigu agg. tranquillo. pasciò s. f. rur. 1. pena. 2. passione: l cantu de la Pasciò, il canto della Passione; e la Pasciò l’hu ditta, l’hu ditta assieme a voi, vergara benedetta buttatesce giò l’oi (ritornello), la Passione l’abbiamo cantata, ora, vergara, dateci le uova. pascioccu agg. tranquillo. pasciuccò s. m. persona tranquilla. pasculà v. pascolare. pasculu s. m. pascolo. pasgella s. f. pagella. pasgina s. f. pagina. pasgiu agg. ossu pasgiu, malleolo. Pasqua n. p. 1. Pasqua: crescia de Pasqua, focaccia di Pasqua; cuntentu cume na pasqua, molto felice; Pasqua bassa o alta, a seconda delle date in cui capita (marzo o aprile). 2. Prov. quannu la Pasqua è bassa, l freddu prestu lassa; ma sci casca più in là de mezz'aprile, nun va scalzu né l povru né l gentile, con la Pasqua bassa il freddo se ne va presto, ma se la Pasqua supera la metà di aprile, il freddo si fa sentire da tutti. Pasquà n. p. Pasquale. pasquella n. p. 1. Epifania. 2. Prov. Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno. pasquetta s. f. lunedì dopo Pasqua. passà v. 1. passare: ndù nun passa l freddu, nun passa mancu l caldu, dove non passa il freddo, non passa nemmeno il caldo. 2. filtrare: passà i pumidori, filtrare il succo di pomodoro. 3. essere promosso a scuola. 4. iè se passa, si calma; passà da minchiò, passare per sciocco; passà dal busgiu de la chiae, superare una situazione difficile; passà pe le spicce o pià la strada de la spiccia, agire in modo approssimativo; passacce, vivere una situazione; passalla lisgia, restare impunito; se la passa bè, sta bene economicamente. passabrodu s. m. colabrodo. passada s. f. passata (salsa). passadella s. f. breve malessere. passadu s. m. passato. passadudumà avv. dopodomani. passaggiu s. m. passaggio. passamà s. m. passamano. passamuntagna s. m. passamontagna. passaportu s. m. passaporto. passaru s. m. rur. passero. Passassotta soprannome. Passatempu n. p. Passatempo. passatempu s. m. passatempo. passeggì s. m. passeggino. passeggià v. passeggiare. passeggiada s. f. passeggiata. passeggiu s. m. passeggio (più usato spassu). passera s. f. 1. passera. 2. bella ragazza. 3. la passera de babbu, la cocca di babbo; la passera de casa, la bambina prediletta. 4. vulva. passerettu s. m. dim. di passeru. passerì s. m. vezz. di passeru. passerina s. f. dim. di passera 4. passerottu s. m. dim. di passeru usato come appell. vezzegg. passeru s. m. 1. passero. 2. pene. 3. Prov. un cuntadì, un prede, un passeru, n dù cche lu edi, mmàzzelu, dove vedi un contadino, un prete o un passero, ammazzali. Passeru ecchiu, soprannome. passì s. m. colino. 1passidu s. m. vino passito. 2passidu agg. appassito: ua ppassida, uva passa. passienza s. f. pazienza: purtà ppassienza, avere pazienza; scappà de passienza, perdere la pazienza. passiò s. f. 1. apprensione. 2. cantà la passiò de Cristu, cantare la passione di Cristo. 1passu s. m. 1. passo: a ppassu d’omu, (di veicolo) a velocità ridotta; fà l passu segonnu la gamba (o non più longu de la gamba), regolarsi sulle proprie possibilità; tenè l passu, mantenere il ritmo. 2. Prov. Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno. 2passu s. m. stradina di accesso dalla strada principale alla casa colonica. pasta s. f. pasta; costituzione: so de che pasta è fattu, so che tipo sia. pastarella s. f. biscotto: me costi più te che un sumaru a pastarelle, mi costa più dar da mangiare a te che se dovessi nutrire un asino con i biscotti. pastasciucca s. f. pastasciutta. pastasciuccada s. f. pasto a base di pastasciucca. pasticca s. f. pastiglia. pastina s. f. pasticca. pastò s. m. rur. impasto. pastrocchiu s. m. pasticcio: si un pastrocchiu, sei un pasticcione. pastrucchiò s. m. pasticcione. pastu s. m. pasto. pasturellu s. m. dim. di pastore. patta s. f. punteggio di parità: par’ e patta, in parità. pattà v. pareggiare (nel gioco). pattada s. f. 1. patata: c’ha le pattade ntel cervellu, non ragiona; idemme cun pattade, la stessa cosa; la rcabadura de le pattade, le bucce tolte alle patate; nasu a pattada, naso piccolo e rotondo. 2. soprannome. Pattadina soprannome. pattinà v. pattinare. pattinu s. m. pattino. Pattò n. p. 1. Via Montello. 2. soprannome. pattu s. m. patto: patti chiari, amiscizzia longa, se i patti sono chiari, l’accordo è duraturo. pattuella s. f. patta (chiusura anteriore dei pantaloni). pattuia s. f. pattuglia. Paulu n. p. Paolo. paurosu agg. pauroso. pe prep. (anche p’, per (davanti a voc.), pr, pre, pri) per: è ndadu pri fatti sui, è andato ad occuparsi dei suoi affari; pe ccaridà, per carità (non sia mai); pe ffinta, simulando; pe ggionta, oltre a tutto; pe mmeiu, per il meglio; pe ppogu, per poco; per de più, inoltre; per de qqua, da questa parte; per Osimu, dentro Osimo; per tera, a terra; ppe dd’in ggiò, verso giù; ppe dd’in zzu, verso su; pr esempiu, per esempio; pr un gustu, per prova o per curiosità; pr un pelu, per poco. Pè n. p. Giuseppe (apocope di Peppe). pebe s. m. pepe: ecce l pebe ntel culu, essere irrequieti; mette l pebe ntel culu, sollecitare. peberunada s. f. peperonata. peberuncì s. m. peperoncino: aiu, oiu e peberuncì, aglio, olio e peperoncino (condimento per la pasta). pebetti s. m. pl. tipo di minestra fine. peccà v. peccare: chi dorme nun pecca, dormendo non si pecca. peccadore s. m. peccatore: se disce l peccadu, ma no l peccadore, non si fa la spia. peccadu s. m. 1. peccato: dì l peccadu e no l peccadore, parlare di una colpa senza nominare il responsabile. 2. bestemmia: ha tiradu sgiò dò peccadi, ha bestemmiato un po’. 3. Prov. nun fa l male, ch’è peccadu, nun fa l bè, ch’è spregadu, non fare il male, perchè è peccato, non fare il bene, perchè è inutile. pedada s. f. orma nell’espr. ha presu le pedade del padre, segue le orme del padre. pedagna s. f. (anche pedogna) nell’espr. ndà a pedagna, andare a piedi. pedalà v. pedalare. pedalì s. m. calzino. pedalu s. m. petalo. pedocchiu s. m. 1. pidocchio. 2. pedocchiu rffattu, ex povero. 3. Prov. le chiacchiare fa i pedocchi, le chiacchiere sono inconcludenti. pedogna s. f. vd. pedagna. pedroiu s. m. petrolio. pedruliera s. f. petroliera. peducchiosu agg. pidocchioso. pedulante agg. petulante. peerò s. m. peperone. Pegana soprannome. peggiu avv. 1. peggio: a la menu peggiu, con i minori aspetti negativi; alla peggiu, nell’ipotesi peggiore; ndà ppeggiu, peggiorare; peggiu de ccuscì, non esiste peggio; peggiu padre!, ancor peggio!; più ppeggiu, molto peggio; stà, sentisse peggiu, star peggio. 2. Prov. se staa meiu quannu se staa peggiu, elogio dei tempi andati. peggiurà v. peggiorare. peggiuramentu s. m. peggioramento. Peghicciu soprannome. pegne v. rur. (pentu) dipingere. pegura s. f. pecora: badà le pegure, custodire le pecore; occhi da pegura morta, occhi stanchi. peguraru s. m. pecoraio. pegurella s. f. dim. di pegura 1. pecorina. 2. Prov. celu a pegurelle, acqua a cadinelle, nuvole a bioccoli portano pioggia abbondante. pegurì s. m. formaggio pecorino. pegurina, a la loc. avv. (sin. di a cculu ppuzzò) piegato in avanti; mettesse a la pegurina, umiliarsi. pegurò s. m. accr. di pegura fifone. pelà v. 1. pelare. 2. spellare (far pagare molto): nte cul negozziu te pela, in quel negozio ti spellano. 3. scottare. pelada s. f. pelata (zona del capo priva di capelli). peladu agg. pelato: zzucca pelada, testa senza capelli. peladura s. f. pelatura. pelandrò s. m. fannullone. pella s. f. pelle. pellaccia s. f. pelle dura. pellanciga s. f. pelle cadente. pelle s. f. pelle: fà ncappunà la pelle, suscitare orrore. pellegrì s. m. 1. pellegrino. 2. persona messa male. pelligula s. f. pellicola. pelosu agg. peloso: taiulì pelosi, tagliatelle senza uovo. pelu s. m. 1. pelo: de primu pelu, inesperto; pr un pelu, per poco; spuntà i peli, spuntare i peli. 2. vulva: ndà a ppelu (volg.), cercare una donna. 3. Prov. tira più un pelu de figa che centu bò, la donna ha molto potere sull’uomo. pena s. f. compassione: ffa pena, desta compassione; pruà o padì le pene de l’infernu, soffrire molto; anima in pena, persona preoccupata. penà v. penare. pendulò, a loc. avv. (anche spendulò) penzoloni. pendulu s. m. pendolo. penidenza s. f. penitenza: le penidenze, gioco con scelta di “dire, fare, baciare, lettera, testamento, matrimonio, erbetta”. peniscellina s. f. penicillina. penna s. f. penna: penn'a bbiru, penna a sfera. pennacchiu s. m. pennacchio. pennazza s. f. parte di camicia fuori dei pantaloni. pennazzò s. m. uomo trascurato nel vestire. 1penne s. f. pl. tipo di pasta: spaghetti o penne a la rrabbiada, tipo di cucina. 2penne v. (p. pass. inesistente) 1. pendere. 2. essere omosessuale. 3. Prov. settembre, l’ua fatta e i fighi penne, a settembre sono maturi i fichi e l’uva. pennellada s. f. vd. spennellada. pennellu s. m. pennello. pennenza s. f. pendenza. pennì s. m. pennino. pentegana s. f. 1. topo di fogna. 2. vulva. pentimentu s. m. pentimento. pentisse v. pentirsi. pentu agg. dipinto: cagadu e pentu, molto assomigliante a qualcuno; ou pentu, uovo di Pasqua dipinto. pentula s. f. pentola. pentulì s. m. dim. di pentula pentolino. penzà v. 1. pensare: me rviè pensadu, mi viene pensato; modu de penzà, atteggiamento mentale; penzà differente, pensarla diversamente; penzalla da longu, valutare in prospettiva. 2. Prov. c’era un cà che se chiamaa “penza pe tte”, non bisogna interessarsi agli affari degli altri; chi mal penza, mal fa, chi pensa male, agisce male. penzada s. f. pensata. penziere s. m. rur. vd. penzieru. penzierosu agg. pensieroso. penzieru s. m. 1. pensiero: esse sobra ppenzieru, essere distratto; legge ntel penzieru, intuire; un penzieru boia, un proposito maledetto. 2. preoccupazione: dasse penzieru, preoccuparsi; stà in penzieru, essere preoccupato. penzziò s. f. pensione. penzziunadu s. m. pensionato. Peppe n. p. (f. Peppa) Giuseppe. peppe (o peppè) s. f. pl. inf. scarpe. per prep. vd. pe. 1pera s. f. 1. pera (frutto): pera mizza, pera guasta. Tipi di pera: arancia, binda, cudogna, gustinèlla, sant’Anna, san Vidu, settembrina, sumentina. 2. Prov. esse o cascà da la pera al figu, trovarsi ancora nella stessa indesiderata situazione, se non in una peggiore; tempu rffattu de notte, dura quantu un piattu de pere cotte, il tempo ristabilitosi di notte dura pochissimo (le pere cotte vanno mangiate subito). 2pera s. f. peto. peracotta s. f. persona debole. 1perbè agg. perbene: na perzona perbè, una persona a modo. 2perbè avv. bene: fa’ perbè, comportati bene. perché avv. cong. s. m. perché: dimme l perché e l percume, voglio conoscere i particolari. pèrcigu s. m. persico (pesca). percùme vd. perché. perde v. (persu) 1. perdere: lassà perde, non preoccuparsi; perde d’occhiu, perdere di vista; perde i punti, perdere la reputazione; perde la testa, innamorarsi; perde la vosce, diventare afono; perde llume di occhi, non vederci più; perde ttempu, perdere tempo. 2. Prov. gni lassada è persa, ogni occasione non colta, è perduta. perdettempu s. m. perditempo. perdida s. f. 1. perdita. 2. mestruazione: ecce le perdide, avere le mestruazioni. perdinci inter. di disappunto o meraviglia. perdizziò s. f. perdizione. perdò s. m. (anche perdonu) perdono. perdonu s. m. vd. perdò. perdunà v. perdonare. perella s. f. dim. di pera 1. piccola pera. 2. vd. peretta 1. peretta s. f. 1. interruttore volante della corrente elettrica. 2. sfera di gomma per enteroclismi. perffettu agg. perfetto. perffezziò s. f. perfezione. perffezziunà v. perfezionare. perfidu agg. perfido. perfinu avv. perfino. peridu s. m. perito. perifferia s. f. periferia. perigulosu agg. pericoloso. perigulu s. m. (anche prigulu) pericolo. perimedru s. m. perimetro. periudu s. m. periodo. Perlià soprannome. perlumenu avv. perlomeno. permalosu agg. (anche premmalosu) 1. permaloso. 2. Prov. chi è bellu, è permalosu, chi è bruttu, è dispettosu, chi è bello, è permaloso, chi è brutto, è dispettoso. permessu s. m. permesso. permette v. (permesu) permettere. 1perna s. f. (anche sperna) sfoglia per tagliatelle. 2perna s. f. perla. pernu s. m. perno. 1però cong. però: ma però, però. 2però loc. contr. vd. 2ò. perpedua s. f. perpetua. perpeduu agg. perpetuo. perseguidà v. perseguitare. perseguzziò s. f. persecuzione. pertantè loc. contr. (anche seppertantè) se fosse così: pertantè, me sparu, se fosse così, mi sparerei. pertega s. f. pertica. pertegara s. f. (anche pertegaru) aratro. pertegaru s. m. rur. vd. pertegara. perucca s. f. parrucca. Perusgia n. p. Perugia. perziana s. f. persiana. perzona s. f. persona: è na perzona chiacchiarada, se ne dicono diverse sul suo conto; perzona de core, persona di sentimento; na perzona per bè, una persona distinta. perzu p. pass. di perde e agg. perso: a ttempu perzu, nei momenti di non attività. perzuadè v. (perzuasu) (anche perzuade) persuadere. perzuasiò s. f. persuasione. perzunaggiu s. m. personaggio. perzunale agg. e s. m. personale. pesà v. pesare. pesada s. f. pesata. pesadura s. f. pesatura. pesaresu agg. e s. m. pesarese. pescà v. 1. pescare. 2. considerare: ma chi lu pesca!, non lo considero. pescadore s. m. pescatore. 1pesce s. m. pesce: pesce viu!, grido dei pescivendoli. 2pesce s. f. pece. pescecà s. m. pescecane. pescetonnu s. m. tonno. pesciarolu s. m. (anche spreg.) pescivendolo. pesciu s. m. rur. pesce. pescolla s. f. pozzanghera. Peseru n. p. Pesaro. pestu s. m. pesto. pesu s. m. peso. pettada s. f. 1. colpo di petto. 2. salita ripida. pettegulu agg. e s. m. pettegolo. pettenà v. vd. pettinà. pettenada s. f. pettinata. pettenadura s. f. pettinatura. Pettenì soprannome. pettenina s. f. tipo di pettine. pettinà v. (anche pettenà) pettinare. pettinada s. f. pettinata. pettinadore s. m. mobile con specchio per toletta. pettinadura s. f. pettinatura. pettu s. m. petto: de pettu, di fronte; pià de pettu, affrontare; piassela a ppettu, prendersela con impegno. petturosciu s. m. pettirosso. 1pezza s. f. 1. toppa: esse a le pezze o ecce le pezze ntel culu, essere in miseria; ttaccacce na pezza, cucirci una toppa (in senso , sistemare alla meglio); è tuttu na pezza, ha molte pezze. 2pezza s. (f. di pezzu): arda che pezza de robba!, guarda che roba straordinaria! pezzettu s. m. dim. di pezzu sin. di buccò. pezzola s. f. dim. di pezza 1. pezzu s. m. (f. pezza, vd.) 1. pezzo: a ppezzi e bbuccò, in maniera frammentaria; pezzu de carta, titolo di studio; un pezzu de caulu o de cazzu (nelle risposte irritate) niente. 2. periodo: è un (bel) pezzu, è molto tempo. 3. pezzu de, indica grandezza. 4. rafforz.: pezzu d’omu (anche pezzu de cristu o gesucristu o pezzu de santantò), uomo grosso; pezzu de figa, donna sensuale; pezzu de ciambottu, scemo; pezzu de mmerda, individuo spregevole; pezzu de pà, persona buona; pezzu de sagramentu, omone; pezzu grossu, persona che conta. 5. te raccontu un bel pezzu, ti racconto un caso curioso. 6. Prov. un pezzu cure l cà, un pezzu cure l lepre, a turno, è la volta di tutti. pì s. m. pino. pia s. m. rur. (pl. inv.) 1. piede: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu (fil.), chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto; collu del pia, parte tra la gamba ed il piede; dappia, da piedi; durmì dappia, dormire dalla parte dei piedi (in senso , non essere accorto); me s'è ggeladi i pia, mi si sono gelati i piedi. 2. Prov. chi magna a sedè, magna per tre, chi magna in pia, magna per sia (rur.), chi mangia in piedi, mangia il doppio. pià v. (presu) prendere (sin. di prenne): ha piadu dal padre, assomiglia al padre; ha presu a cullia, ha sposato quella; iè pia cattiu, s’incattivisce; la pianta pia, la pianta attecchisce; me pia certe ampe, mi surriscaldo; me pia le fresche o le fregne o le madonne, mi irrito; m’ha presu na bbiocca, mi sto addormentando; nun ce se pia n cabezzu, non ci si capisce niente o non porta un utile; pià a, cominciare: pià a benvulè, iniziare a voler bene a qualcuno; pià a ccalci (in culu), trattare male; pià a ffadigà, assumere al lavoro; pià a mmuccigotti, prendere a morsi; pià bbè, reagire bene; pià ccampu, prendere campo (diffondersi); pià ccazzi e cazzotti, ricevere offese di tutti i colori; pià cu le bone u cu le cattie, prendere con le buone maniere o con le cattive; pià de, acquisire un sapore (es. pià d’ascedu); pià de mira, tormentare; pià de muffa, essersi ammuffito; pià de pettu, affrontare con decisione; pià de sbiffu, toccare di striscio; pia e parte, parte al volo; pià ffiadu, riprendersi; pià ffogu, incendiarsi; pià ffuga, guadagnare velocità; pià gambò, prendere troppa confidenza; pià i calci ntel culu, essere maltrattato; pià i calori, sentire caldo; pià in giru o pel culu, canzonare; pià in parola, credere a qualcuno; pià ll’acqua, bagnarsi con la pioggia; pià l frescu, prendere il fresco; pià l giornu pe la notte, dormire di giorno; pià l mattu, folleggiare: se me pia l mattu, vorrei fare una cosa insolita; pià l paba pe la barba, eseguire un’impresa non facile; pià l toru pri corni, affrontare con decisione; pià la longa, prendere la strada più lunga; pià la mesada, prendere lo stipendio; pià la mira, prendere la mira; pià la tonniga, farsi prete o monaca; pià le fforze, riprendersi; pià le misure, misurare; pià le piedade o le pieghe, imitare gli aspetti negativi di qualcuno: pià na brutta piega, assumere cattive abitudini; pià mmà, imparare un lavoro; pià mmaggiu, togliere i vestiti invernali; pià mmale, reagire male; pià mmoie o pià mmaridu, sposare; pià na brutta piega, prendere un cattivo andazzo; pià na caldaccia, sentire molto caldo; pià na gnagnera, prendere sonnolenza; pià na gnocca, prendere una sbornia; pià na staggiada, subire una sgridata o una fregatura; pià pe bbonu, accettare come valido; pià pe mmà, tenere per mano; pià pel collu, far pagare caro; pià pel culu o pel de diedru o pià n giru, prendere in giro; pià pel verzu suu, prendere per il giusto verso; pià ppe dd’in zzu, cominciare a salire; pià ppostu, mettersi a sedere; pià sottu gamba, prendere alla leggera; pià sonnu, addormentarsi: i ha presu l zzonnu o i ha presu sonnu, si è addormentato; pià sotta, investire; pià sutt’occhiu calchidù, considerare negativamente qualcuno; pià sul seriu, dare credito a qualcuno; pià un colpu (nelle espr. ingiuriose) prendere un accidente (anche ); piacce, azzeccarci; piacce gustu, prenderci gusto; piacce la mira, farlo apposta; piacce o caacce n cabezzu, capirci qualcosa o portare un utile; pialla alla larga, prenderla alla lontana; piallu o piassela in culu o ntel culu, rimanere fregato: vattela a ppià ntel culu, vai a quel paese; t’ha presu la pibidula?, parli troppo; te parea de pià l paba pe la barba, ti sembrava un’impresa più facile; te piasse la pibidula, imprecazione bonaria. piaga s. f. 1. piaga. 2. Prov. l medigu piedosu fa le piaghe vermenose, il medico pietoso è inefficiente; piaga vermenosa, brutto affare. piagà v. piagare. piagne v. (piantu) 1. piangere: nun c’ha mancu i occhi pe piagne, è molto povero; piagne a bocca sotta, piangere molto; piagne lagrime de sangue, dannarsi; ride pe nun piagne, cercare di reagire. 2. Prov. a piagne sobra l mortu, è lagrime perze, bisognava pensarci prima. piagnerellu s. m. (anche piagnerò e piagnò) piagnucolone. piagnerò s. m. piagnucolone. piagnisteu s. m. piagnisteo. piagnò s. m. piagnucolone. piallà v. piallare. piallada s. f. piallata. Piana, La n. p. Via Trento. pianara s. f. inondazione provocata dal fiume. pianchetta s. f. mattonella. pianeda 1. s. m. pianeta. 2. s. f. oroscopo stampato su un foglietto. piangidu s. m. rur. pavimento. pianì avv. dim. di pianu 3: va ppianì, vai piano. pianta s. f. 1. albero: la pianta pia, la pianta attecchisce. 2. parte inferiore della mano e del piede: purtà in pianta de mà, tenere in grande considerazione. 3. Prov. le piante se ndrizza da piccole, i bambini si educano fin da piccoli. pianterè s. m. piano terreno. piantò s. m. ulivo. piantu s. m. pianto: è tutt’un piantu, è molto lamentoso; fa l piantu gregu, è esasperante. piantunara s. f. rur. piante di ulivo. 1pianu s. m. piano. 2pianu agg. piano: piattu pianu, piatto piano. 3pianu avv. piano: parla ppianu, parla sottovoce; va’ ppianu, lentamente. pianufforte s. m. pianoforte. piascè v. (anche piasce) (piasciudu) 1. piacere: cume me pare e piasce, come voglio io. 2. riuscire gradito: quessu è n argumentu che nun me piasce, è un discorso che non mi va. 3. Prov. : chi nu iè piasce l vì, nun è fiu de Ddiu, non è cosa normale non amare il vino. piascere s. m. 1. piacere: magna ch’è un piascere, mangia molto volentieri. 2. favore: fà i piasceri, fare i favori; ma famme l piascere!, proprio no! piasceru s. m. rur. piacere. piasceule agg. piacevole. piasciudu p. pass. di piasce e agg. 1. piaciuto. 2. Prov. donna baffuda, sempre piasciuda, la donna con i baffi è sempre piaciuta. piasgetta s. f. pannolino per donna e bambino. piasse v. 1. capirsi: nun se piene, non vanno d'accordo. 2. litigare: se piene tutt’un filu, litigano sempre. 3. piassela, offendersi: piassela (a mmale), prendersela; piassela a ccore o de pettu, appassionarsi; piassela calma o comida, fare qualcosa senza affannarsi; piassela ntel zzaccu o ntel culu, rimanere fregato. 4. piasse n accidente o un colpu, sforzarsi molto; piasse n'inculada, prendersi una fregatura; piasse na cagona, impaurirsi; piasse na iacciada, beccarsi un’infreddatura; piasse na scuffia, innamorarsi o ubriacarsi; piasse na stretta de culu o u spaghettu, prendersi una bella paura; te piasse n accidente, ti prendesse un accidente. 5. Prov. chi se ne pia, more, chi more, se ne va, non conviene prendersela molto. piastrì s. m. piastrino. piattellu s. m. dim. di piattu piattello. piattì s. m. (anche piattinu) dim. di piattu piattino: esse tutta in ghingher’ e piattini, essere vestita in modo sfarzoso. piattinu s. m. vd. piattì. piattu s. m. 1. piatto: nun alzà la testa dal piattu, mangiare in fretta; piattu pianu, piatto piano; piattu cubu, piatto fondo; rlaadura di piatti, acqua con cui sono stati lavati i piatti; spudà ntel piattu ndò che se magna, criticare chi ti fa i favori. 2. Prov. tempu rffattu de notte, dura quantu un piattu de pere cotte, il tempo ristabilitosi di notte dura pochissimo (le pere cotte vanno mangiate subito). piattula s. m. 1. piattola. 2. persona loquace stancante: sì na piattula de gnente, sei molto noioso. piattulà v. (anche spiattulà e sbiattulà) parlare noiosamente. piattulò s. m. sin. di piattula 2. piattulosu agg. noioso. piazza s. f. piazza: la Piazza, Piazza del Comune e Piazza Boccolino; la piazza de le curiere o de la funtana, Piazza Boccolino; la tore de piazza, la torre municipale. Piazza de ll’erbe n. p. Mercato comunale. piazzà v. piazzare. Piazzanoa n. p. Via Saffi. pibì s. f. inf. urina. pibìdula s. f. 1. pipita (malattia dei polli): te piasse la pibidula, imprecazione bonaria. 2. t’ha presu la pibidula?, parli troppo. pibina s. f. inf. gallina. pibinaru s. m. aderente al PPI (Partito Popolare Italiano), poi democristiano. pibistrellu s. m. pipistrello. piccà v. 1. pungere. 2. offendere. 3. appiccare: piccà l fogu, appiccare il fuoco (anche piccià). piccada s. f. piccata. piccadò s. m. grossa piccata. Piccarè soprannome. picchettu s. m. picchetto. picchià v. tentare: è un pezzu che ce picchia, è da molto che ci prova. picchiada s. f. picchiata. picchiadellu s. m. picchiatello. picchiu s. m. picchio. Picchiulì soprannome. picciò s. m. (f. picciona) piccione. picciunara s. f. 1. piccionaia. 2. confusione. 3. loggione del teatro. piccò s. m. piccone. piccottu s. m. puntura. piccu, a loc. avv. a picco. picculezza s. f. piccolezza. picculì agg. dim. di picculu. picculu agg. piccolo. piccunada s. f. picconata. pìdria s. f. imbuto. Piè n. p. Pietro (apocope di Piedru). piedà s. f. pietà. Piedà n. p. Pietà (rione): gioppe la Piedà, in Via Pietà. piedada s. f. 1. pedata. 2. orma: pià le piedade de qualchidù, imitare qualcuno in cose negative. piedanza s. f. pietanza. piedanzì s. m. piccolo piatto. piede s. m. piede: a ppiedi, a piedi; ecce i piedi iacci cume l marmu, avere i piedi molto freddi; cui piedi per tera, con concretezza; da ccabu a ppiedi, completamente; dappiedi, dalla parte dei piedi; dasse la zzappa nti piedi, danneggiarsi; durmì dappiedi, essere stordito; durmì in piedi, essere distratto; ecce l cervellu nti piedi o nte le scarpe, non voler ragionare; lassà a ppiedi, lasciare senza auto o in difficoltà; mancà la tera sotta i piedi, essere incostante; me ss’è ndurmidu n piede, ho perso la sensibilità in un piede; mette in piedi, preparare; mette piede, entrare; mette sotta i piedi, umiliare; partì cul piede giustu (sbaiadu), iniziare bene (male); pistà i piedi, dare fastidio; rimette piede, ritornare; sbatte i piedi, far capricci; sbrillasse o storce un piede, storcersi un piede; stà in piedi, essere coerente (detto di ragionamento); strasginà i piedi, trascinare i piedi; tené in piedi, mandare avanti. piedosu agg. 1. pietoso. 2. Prov. l medigu piedosu fa le piaghe vermenose, il medico pietoso è inefficiente. piedra s. f. pietra: ecce l core duru cume na piedra, non avere pietà; mettecce na crosce o na piedra sobra, rinunciare definitivamente. piedrada s. f. pietrata. Piedru n. p. Pietro. piega s. f. piega: nun fa na piega, è perfetto; ha presu na brutta piega, ha un cattivo andazzo; pià le pieghe, imitare gli aspetti negativi di qualcuno. piegà v. piegare. piegada s. f. piegata. piegadura s. f. piegatura. piegamentu s. m. piegamento. pienò s. m. pienone. 1pienu agg. (anche pinu) pieno: ecce le palle (o le saccocce o le scattule) piene, essere stufo; pinu zzeppu, strapieno; sò ppienu de mpicci, ho molti affari da sbrigare. 2pienu s. m. il carico: l pienu de medanu, il pieno di metano. Pieru n. p. Piero. pietta s. f. pannolino. pifferu s. m. piffero. pigna s. f. 1. pentola. 2. frutto conico delle pinifere. pignoccu s. m. pinolo. pignolu s. m. pinolo. pignuleria s. f. pignoleria. pigru agg. pigro (più usato sfadigadu). Piladu n. p. Pilato. pilastru s. m. pilastro. pillula s. f. pillola. piloda s. m. pilota. Pimpeni soprannome. pimpon s. m. ping-pong. pindula s. f. rur. pillola. Pinè soprannome. pinguì s. m. pinguino. Pinocchiu n. p. 1. Pinocchio. 2. soprannome. pintelle s. f. pl. lentiggini. pintellosu agg. avente le pintelle. 1pinu agg. vd. pienu. 2pinu s. m. pino: I tre ppini, inizio di Via Cialdini. pioa s. f. rur. pioggia. piòdu agg. lento. piòe v. (piuudu) 1. piovere: pioe a pisciarella, piovere moltissimo; pioe ch’è na bellezza, piove molto; un giornu che nun pioe tantu, chissà quando. 2. Prov. Candelora, de l’invernu semu ffora; ma se pioe u tira l ventu, de l'invernu semu drentu, alla Candelora siamo fuori dell'inverno, ma se piove o tira vento, siamo ancora dentro; se pioe a santa Bibiana, pioe quaranta dì e na settimana, se piove il 2 dicembre, pioverà per un altro mese e mezzo; se trona, pioe, se la gente parla, c’è dietro qualcosa. piombu s. m. piombo; a ppiombu loc. avv. a piombo. pioppu s. m. pioppo. Pipinazzi soprannome. pippa s. f. 1. pipa. 2. masturbazione: me ffa na pippa, non ho paura di lui. 3. a coccu de pippa, nel modo migliore possibile. pippà v. 1. fumare la pipa. 2. portare via: me s’è pippadu tutti i quadrì, mi ha portato via tutti i soldi. pippada s. f. pipata. Pippu n. p. dim. di Filippu Pippo. pirada s. m. pirata. pirolu s. m. pirolo. piru s. m. bastone. piruetta s. f. piroetta. pirulì s. m. piccolo pirolo. Pirurellu soprannome. piscia s. f. (anche pisciu) urina: fà la piscia, urinare. piscià v. 1. urinare: giugà a ppiscià ntei muri, tipo di gioco; me piscia l nasu, mi goccia il naso; me ssò pisciadu addossu da lu ride, ho riso moltissimo; parla quannu piscia le galline, parla il meno possibile per non sbagliare; piscià ntel badezzu, essere sfortunato; piscià sangue, sopportar sacrifici. 2. parlare: i ha pisciadu tutto, gli ha detto tutto; piscià fora de lu rinale, parlare a sproposito. 3. Prov. chi nun caga, cagherà, chi nun piscia, murirà, si può stare un periodo senza andare di corpo, ma non senza orinare; chi nun piscia in cumpagnia, o è un ladru o è na spia, chi si apparta troppo, desta sospetti. pisciada s. f. 1. pisciata. 2. azione inutile (sin. di cagada). pisciaddossu s. m. fifone. pisciadella s. f. dim. di piscia. pisciadore s. m. orinatoio. pisciagattu s. m. tipo di pianta primaverile. piscialettu s. m. bambino che urina nel letto (anche offens.). pisciarella s. f. pisciarella: pioe a pisciarella, piovere moltissimo (da piscia). Pisciarellu n. p. Via Onofri: gioppe Pisciarellu, lungo Via Onofri. pisciassotta s. m. fifone. pisciasse v. pisciarsi: pisciasse addossu da llu ride, farsela addosso dalle risate; pisciasse sotta, farsela addosso dalla paura. pisciò s. m. 1. chi urina spesso. 2. soprannome. pisciu s. m. vd. piscia. pisciulà v. 1. urinare poco. 2. colare: l sudore me pisciula, il sudore mi cola. pisgiama s. m. pigiama: l sobra del pisgiama, la giacca del pigiama. pissà v. pussare: pissa ia! vattene! Pisse pisse soprannome. pissigolugu s. m. psicologo. pissigulosgigu agg. psicologico. pista s. f. 1. pista. 2. macellazione della carne suina: fà la pista, macellare. pistà v. pestare: è tuttu n pista pista, un pavimento molto calpestato; pistà i piedi, dare fastidio. pistacchiu s. m. pistacchio. pistada s. f. pestata. pistadò s. m. grossa pestata. pistareccia s. f. calpestio. pistarolu s. m. chi fa la pista (vd. pista 2). pistasale s. m. pestello. Pistellì soprannome. pistellu s. m. 1. pestello. 2. pene. pistò s. m. pistone. pistola s. m. bambino piccolo: si n pistola, sei un bricconcello. pistu agg. pesto, vd. musu. pittore s. m. 1. imbianchino (anche mbianchì). 2. pittore. pittura s. f. 1. dipinto. 2. vernice. pitturà v. 1. dipingere. 2. imbiancare: hu pitturadu la cuscina, ho fatto imbiancare le pareti della cucina. piu agg. pio. più avv. più: alla più llonga, al più tardi; chi ppiù, chi mmenu, tutti; de più, ancora; nun guardasse più, non salutarsi più; nun pudenne più, non poterne più; nun vulenne più sabè, non provarne più interesse; parlà del più e del menu, chiacchierare di argomenti vari; per de più, inoltre; più che altru, soprattutto; più de ffuga che de prescia, molto in fretta; più de là che de qqua, mezzo morto; più llargu che llongu, persona grassa; più mmeiu, meglio; più mmortu che viu, stanchissimo; più ppeggiu, molto peggio; più subbidu, più presto; più u mmenu, all’incirca; tantu più cche, inoltre. piuizzigà v. piovigginare. piulà v. pigolare. piumbì s. m. piombino. piumì s. m. piumino. piuosu agg. piovoso. piuttostu avv. piuttosto. pizza s. f. 1. focaccia: pizza cui grascioli, pizza cul furmaggiu, pizza dolce (anche crescia). pizzarolu s. m. pizzaiolo. pizzigà v. 1. pizzicare: pizzigà le recchie, essere omosessuale. 2. beccare: ce l’ho pizzigadu, ce l’ho preso. pizzigasse v. beccarsi a parole. pizzighì s. m. pizzico. pizzighinu agg. piccante, frizzante: acqua pizzighina. pizzigottu s. m. pizzicotto. pizzigu s. m. pizzico. pizzu s. m. 1. punta: l pizzu de la tuaia, il bordo della tovaglia. 2. tessuto pregiato. 3. soprannome. placcà v. placcare. pladea s. f. platea. pladinu s. m. platino. Pladò n. p. Platone. pladonigu agg. platonico. plaffuniera s. f. plafoniera. planà v. planare. plascidu agg. placido. plastiga s. f. plastica. pleure s. f. pleurite. Pludò n. p. Plutone. 1pò agg., pron., s. m., avv. apocope di pogu (vd.). 2pò avv. poi: eppò, poi. Anche rafforz.: figurte pò laggiò, figurati poi laggiù. pòbulu s. m. popolo: la Casa del pobulu, la Casa del popolo. poccia s. f. poppa: dà la poccia, allattare. pocciadedu s. m. bambino che si succhia le dita (anche con valore offens.). pochere s. m. poker. pòeru agg. e s. m. povero. pogu agg., pron., s. m., avv. (apocopato in pò) 1. poco: a ddì ppogu, almeno; a ppogu, a basso prezzo; ch’è pogu, da poco; de poghe parole, non loquace; dobu pogu, poco dopo; gni pogu, a tratti; manca pogu che, sta per avvenire; pe ppogu, per poco; pogu gnè, poco niente; n pò, un po’ (usato anche come rafforz.: arda n pò, dimme n pò); stà pogu, stare per; un bel ppò, molto; un pò pe sorta, variato; un pogu de bonu, disonesto. 2. Prov. chi spenne pogu, spenne troppu, chi risparmia, non ci guadagna. pòiu s. m. rur. (pl. puii) pollo. pòllisce s. m. pollice. pollu s. m. pollo: fà ride i polli, essere ridicolo; ndà a ddurmì cu i polli, andare a letto presto. polu s. m. polo. polvera s. f. rur. polvere. polzu s. m. polso. pomisce s. f. pomice. ponce s. m. punch. pone v. (p. pass. non usato) porre. ponta s. f. rur. punta. Ponte, il n. p. Via Marcelletta. poppecorne loc. sost. pop-corn. por agg. vd. 2poru. 1pora s. f. vd. paora. 2pora agg. femm. di poru. porcu s. m. (pl. porchi) (anche orcu) 1. porco: ma va’ a bbadà i porchi, cialtrone!; pacca de porcu, parte di maiale. 2. (rafforz.): biastimà cum'un porcu, bestemmiare molto; fa schiffu al porcu o al cazzu, fa molto schifo; tirà le mele al porcu, lavorare grossolanamente. 3. nelle bestemmie e nelle imprecazioni: porca ffregna, porca fresca, porca madina, porca madosca, porca mastella, porca mignotta, porca mpestada, porca paletta, porcu diaulu, porcu Giuda, porcu monnu, ecc. 4. Prov. chi llea un fiu solu, llea un porcu, un figlio unico cresce male; porcu sadollu nun cunosce l disgiù, chi possiede tanto non concepisce la miseria. porcuspì s. m. porcospino. porpura s. f. porpora. porta s. f. porta: aprì le porte, rendere possibile una condizione migliore. portabagai s. m. portabagagli. Porta Borgu n. p. Porta San Giacomo. Porta Caldarara n. p. Porta Musone. portamunnezza s. m. cassetta della spazzatura. portu s. m. porto: portu de mare, luogo molto affollato. portughese agg. portoghese. Portunou n. p. Portonovo. Portureganadi n. p. Portorecanati. Portusciidanoa n. p. Portocivitanova. 1poru s. m. porro. 2poru agg. (anche por, povru, pur) povero: pora bestia, povera bestia (riferito anche a persona); poru cà (f. pora cagna), povero uomo; poru cristu o poru disgrazziadu o purettu, poveretto; pur omu, poveruomo. posciò (anche pusciò) s. f. rur. podere. posta s. f. 1. posta. 2. corriera. postu s. m. posto: a ppostu!, va bene!; ecce la cuscienza a ppostu, non avere nulla da rimproverarsi; ecce la testa a ppostu, essere assennato; esse del postu, abitare in loco; esse pradigu del postu, conoscere il posto; mette (o rimette) a ppostu, riordinare; mette la testa a ppostu, diventare serio; pià ppostu, mettersi a sedere; piedela in cul postu, vai al diavolo; postu de laoru, occupazione stabile; scaldà l postu, essere presenti senza lavorare; stà al postu suu, non intromettersi; tenè la lengua a ppostu, frenarsi nel parlare; tenè le mà a ppostu, astenersi dal picchiare o dal palpare. povru agg. e s. m. vd. poru. pozzu s. m. 1. pozzo. 2. gran quantità: un pozzu de quadrì, tanto denaro. ppaccà v. spezzare: hu ppaccadu un pò de legne, ho tagliato un po’ di legna. ppannà v. appannare. pparecchià v. apparecchiare. ppareggià v. pareggiare. pparentasse v. imparentarsi. pparì v. (pparsu) apparire. pparizziò s. f. apparizione. ppartamentu s. m. appartamento. ppassì v. appassire. 1ppassidu p. pass. di ppassì e agg. appassito. 2ppassidu s. m. vino passito. ppassiunadu p. pass. di ppassiunà, agg. e s. m. appassionato. ppesantì v. appesantire. ppesta s. f. grossa puzza. ppestà v. (anche mpestà) puzzare molto: ppesta che ffoga, puzza da affogare chi gli sta vicino; ppuzza che ppesta, puzza tanto. ppesulasse v. agganciarsi. ppi s. f. pi (la lettera dell’alfabeto). ppiantà v. 1. piantare. 2. abbandonare: l’ha ppiantadu la moie, l’ha abbandonato la moglie; ppiantà baracca e burattì, abbandonare tutti. ppiantada s. f. rur. piantagione. ppiantadu p. pass. di ppiantà 1. piantato. 2. sistemato economicamente. 3. abbandonato dal coniuge. ppiantò s. m. rur. ulivo. ppiattì v. appiattire. ppiccià v. accendere: ha ppicciadu n furminante, ha acceso un fiammifero. ppicciada s. f. accensione. Ppignà n. p. Appignano. ppindiscide s. f. appendicite. ppressu avv. vicino: è llì ppressu, si trova vicino. pprezzà v. gradire. ppruà v. provare. ppruffittà v. approfittare. ppuggià v. appoggiare. ppuggiamà s. m. appoggiamani. ppuggiapiedi s. m. appoggiapiedi. ppuggiasse v. farsi aiutare da qualcuno per ottenere qualcosa. ppuggiatesta s. m. appoggiatesta. ppullaiasse v. appollaiarsi. ppuntà v. 1. puntare. 2. appuntare. ppuntada s. f. appuntatura. ppuntì, a loc. avv. a puntino. ppuppede inter. si dice quando cade un bambino. ppuzza s. f. puzza: ecce la ppuzza sott'al nasu, darsi arie di superiorità; - l’hi vistu?- mancu la ppuzza, - l’hai visto? – niente affatto. ppuzzà v. 1. puzzare: ppuzza che ppesta o che ffoga!, puzza molto; ppuzzà de latte, essere molto giovane; sta faccenna me ppuzza, ho dei sospetti; te ppuzza i quadrì, non vuoi il denaro; te ppuzza l fiadu, hai il fiato cattivo o vuoi litigare; te ppuzza la salude, rischi troppo. 2. Prov. la mmerda, più la smusgini, più ppuzza, più si indaga sulle persone scorrette, più cose si trovano. ppuzzò s. m. disonesto, spregevole (usato anche in senso affettivo); stà a culu ppuzzò, stare piegato in avanti. ppuzzu s. m. grossa puzza: manna un ppuzzu, emana cattivo odore. ppuzzulente s. m. e agg. 1. spregevole. 2. puzzolente. ppuzzunada s. f. porcata. pr prep. vd. pe. pradiga s. f. pratica. pradigà v. praticare. pradigu agg. 1. pratico. 2. esperto: dillu a llù che è pradigu, chiedilo a lui che è esperto; è pradigu del postu, conosce il luogo. pradu s. m. prato. pranzà v. pranzare. pranzu s. m. pranzo: dobu pranzu, nel pomeriggio; prima de pranzu, nella tarda mattinata. pre prep. vd. pe. prebarà v. preparare: prebarà le carte o fà le carte preparare i documenti per sposarsi. prebaradiu s. m. preparativo. prebarazziò s. f. preparazione. prebudente agg. e s. m. e f. prepotente. prebudenza s. f. prepotenza. prede s. m. 1. prete: scherzzu da prede, cattivo scherzo. 2. telaio per riscaldare il letto. 3. soprannome. 4. Prov. un cuntadì, un prede, un passeru, n dù cche lu edi, mmàzzelu, dove vedi un contadino, un prete o un passero, ammazzali. predenne v. (predesu) pretendere. predenzziò s. f. pretesa. predestinadu agg. predestinato. predestu s. m. pretesto. predì v. (predittu) predire. prediga s. f. predica. predigà v. predicare. predigadore s. m. predicatore. predore s. m. pretore. predura s. f. pretura. preede v. (preistu) prevedere. preentiu s. m. preventivo: mette in preentiu, prevedere. prefferì v. preferire. prefferidu p. pass. di prefferì e agg. preferito. preffettu s. m. prefetto. pregà v. 1. pregare. 2. Prov. chi c’ha l santu, se lu prega, chi si può raccomandare a qualcuno, lo faccia; pregà i morti pe ffregà i vivi, ostentare onestà per nascondere disonestà. pregna agg. incinta. pregu inter. prego. preidente agg. previdente. preisiò s. f. previsione. preistu p. pass. di preede e agg. previsto. premià v. premiare. premiazziò s. f. premiazione. premiu s. m. premio. premmalosu agg. vd. permalosu. prencibià v. rur. iniziare. prencibiu s. m. principio. prencibu s. m. rur. principe. prenne v. (presu) sin. di pià (vd.). prepostu s. m. prevosto. presa s. f. presa: presa de sale, pizzico di sale; presa in giru o presa pel culu, derisione. presbide s. m. presbite. prescedenza s. f. precedenza. prescettu s. m. precetto. prescia s. f. rur. fretta: ecce prescia, avere fretta; più de ffuga che de prescia, molto in fretta. prescisiò s. f. precisione. prescisu agg. preciso. presciulosu agg. frettoloso: la gatta presciulosa fa i fii sceghi, a chi ha fretta le cose vengono male. presebiu s. m. presepio. presempiu loc. avv. vd. esempiu. presentà v. presentare. presentadore s. m. presentatore. presentasse v. arrivare. presente agg. presente: ecce presente, ricordare; tenè presente, ricordarsi. presentimentu s. m. presentimento. presgiudizziu s. m. pregiudizio. presgiuttu s. m. prosciutto: ecce l presgiuttu nti occhi, avere gli occhi foderati. presina s. f. dim. di presa pizzico: na presina de sale, un pizzico di sale. pressà v. pressare. pressiò s. f. pressione. prestidu s. m. prestito. prestisgiadore s. m. prestigiatore. prestu avv. 1. presto: fà pprestu, fare in fretta o senza esitazioni; prestu c’è, prestu nun c’è, ci sta poco; prestu u ttardi, prima o poi. 2. Prov. la pulenta presto tira e presto llenta, la polenta si digerisce subito. presuntuosu agg. e s. m. presuntuoso. presunzziò s. f. presunzione. preuccubà v. preoccupare. preuccubazziò s. f. preoccupazione. preuride s. f. pleurite. prezziosu agg. prezioso. prezzu s. m. prezzo. priadu agg. privato. prigulu s. m. vd. perigulu. priilesgiu s. m. privilegio. 1prima prep. prima: prima de notte, di sera; prima de pranzu, nella tarda mattinata; prima de scena, nel tardo pomeriggio; prima de tuttu, anzitutto; prima del tempu, precocemente. 2prima avv. a ttempu prima, nel passato. prima, in loc. avv. mettesse in prima, mettersi sull’attenti. primaera s. f. primavera. primidiu agg. primitivo. primitempi, a loc. avv. a primavera (cfr. il franc. printemps). primu agg. primo: de primu pelu, inesperto; prima cucchiara, capomastro (anche n. p.). princibale agg. principale. princibe s. m. principe (f. princibessa). princibià v. rur. cominciare. princibiante s. m. principiante. princibiu s. m. principio. printantu avv. intanto. prisgiò s. f. prigione. prisgiunia s. f. prigionia. prisgiunieru s. m. e agg. prigioniero: giugà a ppalla prisgiuniera. prisintì v. presentire. prisintimentu s. m. presentimento. 1prò avv. però. 2prò loc. per ognuno, vd. ò 2. proa s. f. prova. probiu avv. proprio, completamente: lù pprobiu, proprio lui; s’è pprobiu ndurmidu, si è veramente addormentato. prontu agg. pronto. pròspera s. f. vd. prosteda. prosperu s. m. fiammifero (da fosferu con accostamento paretimologico a Prosperu). pròsteda s. f. (anche prospera) prostata: ecce la prosteda, avere male alla prostata. pruà v. 1. provare: è unu che ce proa, è un tentatore; pruà o padì le pene de l’infernu, soffrire molto. 2. Prov. a pruà nun costa gnente, è meglio provare. prubabbile agg. probabile. prubabbilidà s. f. probabilità. prubaganna s. f. propaganda. prubblema s. m. problema. prubiedà s. f. proprietà. prubiedariu s. m. proprietario. pruboscide s. f. proboscide. prubosta s. f. proposta. pruccubà v. preoccupare. pruccubazziò s. f. preoccupazione. prudagunista s. m. protagonista. prudegge v. (prudettu) proteggere. prudesta s. f. protesta. prudestà v. protestare. prudestante s. m. protestante. prudestu s. m. protesto. prudettore s. m. protettore. prudezziò s. f. protezione. prudottu s. m. prodotto. pruducollu s. m. protocollo: foiu a pruducollu, carta protocollo. prudusce v. (p. pass. non usato) produrre. pruduzziò s. f. produzione. pruede v. (pruistu) 1. provvedere. 2. Prov. Diu ede e pruede, Dio provvede in base a quanto vede; Diu pruede, ma nun careggia, bisogna favorire la provvidenza. pruenna s. f. provenda. pruerbiu s. m. proverbio. pruffeda s. m. profeta. prufferì v. proferire, proporre, promettere. pruffessiò s. f. professione. pruffessore s. m. professore. pruffezzia s. f. profezia. pruffilu s. m. profilo. pruffittà v. approfittare. pruffittadore s. m. profittatore. pruffittu s. m. profitto. pruffonnu agg. profondo. pruffumà v. profumare. pruffumu s. m. profumo. prugramma s. m. programma. prugressu s. m. progresso. pruì s. m. provino. pruibì v. proibire. pruidenza s. f. provvidenza: spettà la manna o la pruidenza, aspettare che avvenga qualcosa senza far niente. pruidimentu s. m. provvedimento. pruiettà v. proiettare. pruiettore s. m. proiettore. pruiezziò s. f. proiezione. pruincia s. f. provincia. pruisoriu agg. provvisorio. pruista s. f. provvista. prulonga s. f. prolunga. prumessa s. f. promessa. prumesu p. pass. di prumette. prumette v. (prumesu; rur. prumestu) 1. promettere. 2. Prov. prumette mare e monti, far promesse eccessive. prumoe v. (prumossu) promuovere. prumossu p. pass. di prumoe e agg. promosso. prumuzziò s. f. promozione. prunospra s. f. peronospera. prununcia s. f. pronuncia. prununcià v. pronunciare. pruposta s. f. proposta. prupriedà s. f. proprietà. pruscedura s. f. procedura. pruscessà v. processare. pruscessiò s. f. vd. purcessiò. pruscessu s. m. processo. prusgettu s. m. progetto. pruspettia s. f. prospettiva. prusseguì v. proseguire. prussume v. rur. (prussumadu) presumere. pruugà v. provocare. pubazzu s. m. pupazzo. pubbligà v. pubblicare. pubbligazziò s. f. pubblicazione. pubbligu s. m. e agg. pubblico. pubbliscidà s. f. pubblicità. pubetti s. m. pl. bigliardino. pubì s. m. inf. pupetto. pubilla s. f. pupilla. pubò s. f. inf. cacca. pubu s. m. 1. pupo. 2. piccolo figlio. 3. scemo. pubulare agg. popolare. pubulazziò s. f. popolazione. puccettina s. f. dim. di poccia piccola tetta. puccià v. 1. pocciare: ancora pocci, sei piccolo; puccià l dedu, essere ingenuo. 2. bere. 3. consumare specie denaro (sin. di ciuccià). pucciada s. f. poppata. pucciolu s. m. capezzolo. pucciona s. f. tettona. pudà v. potare. pudadura s. f. potatura. pudè v. (pududu) (anche pulè) potere: ce pudessi rmane, imprecazione; nun pudenne più, essere stufo; nun pudesse vede, odiarsi; possi esse maledettu, possa tu essere maledetto; possi murì mmazzadu o stecchidu, ha due sensi: invettiva e meraviglia; pudiesse (rur.), può essere (formato da pudè, da, esse); pudria diesse, potrebbe essere; puesse o pole esse, può essere, forse; pu stà?, può essere? pudente agg. potente. pudenza s. f. potenza. 1pudere s. m. potere. 2pudere s. m. podere. pudestà s. m. podestà. pudifferiu s. m. putiferio. pueda s. m. poeta. puedessa s. f. poetessa. puedigu agg. poetico. puema s. m. poema. puertà s. f. povertà. puesia s. f. poesia. puesse loc. avv. vd. pudè. pùffede! inter. (anche panffede!) puff! pugnalà v. pugnalare. pugnalada s. f. pugnalata. pugnetta s. f. (volg.) 1. (anche sega, zaghena) atto di masturbazione maschile. 2. cosa di poco conto. 3. persona bassa: mezza pugnetta. 4. imbroglio: è na bella pugnetta, è un bell’imbroglio. pugnettu s. m. piccola quantità: damme un pugnettu de farina, dammi un po’ di farina. pugnu s. m. 1. pugno. 2. piccola quantità: un pugnu de sale, d’erba, una piccola quantità di sale, di erba. 3. Prov. giugnu, la falcia in pugnu, a giugno si miete. Puia n. p. Puglia. puiana s. f. poiana. puiarolu s. m. rur. pollivendolo. puiaru s. m. rur. 1. pollaio. 2. luogo pieno di confusione. puisìa s. f. poesia. puiu s. m. rur. pollo. pula s. f. 1. pula: esse a le pule, essere diventato povero; mannà a le pule, mandare in povertà o vincere. 2. soprannome. pulacca s. f. pasta. pulaccu agg. e s. m. polacco. pulare agg. polare. pularoide s. f. polaroid. pulcì s. m. (anche pulcinellu) pulcino. pulcia s. f. pulce. pulcinellu vd. pulcì. pulciu s. m. pulce: mette n pulciu nte na recchia, destare sospetti. 1pulè s. f. vd. pulenta. 2pulè v. vd. pudè. pulemiga s. f. polemica. pulenta s. f. (anche pulè) 1. polenta. 2. Prov. la pulenta presto tira e presto llenta, la polenta si digerisce subito. pulentada s. f. mangiata di polenta. pulentò s. m. 1. tipo di polenta. 2. persona lenta. pulì v. pulire: me ce pulisciu l culu, non conta niente. pulida s. f. pulita. pulidiga s. f. politica. pulidigò s. m. ruffiano. pulidigu agg. politico. pulidu agg. 1. pulito: l tempu pulidu, il sereno. 2. Prov. l più pulidu c’ha la rogna, nessuno è pulito. pulistirolu s. m. polistirolo. 1pulizzìa s. f. pulizia. 2pulizzìa s. f. polizia. pulizziottu s. m. poliziotto. pullarolu s. m. pollivendolo. pullaru s. m. pollaio. pullastrellu s. m. dim. di pullastru. pullastru s. m. pollo. Pullenza n. p. Pollenza. pulmò s. m. polmone. pulmunide s. f. polmonite. Pulonia n. p. Polonia. pulpacciu s. m. polpaccio. pulpetta s. f. polpetta. pulpettò s. m. polpettone. pulpidu s. m. pulpito. pulsì s. m. polsino. pultrì v. poltrire. pultrò s. m. poltrone. pultrona s. f. poltrona. pulverella s. f. dim. di polvera. Pulverisgi n. p. Polverigi. pulverò s. m. polverone. pulverosu agg. polveroso. pulzante s. m. pulsante. pulzì s. m. polsino. pulzudu p. pass. rur. di pudè potuto. pumada s. f. pomata. pumellu s. m. pomello. pumidoru s. m. (pl. pumidori) pomodoro: ncannà i pumidori, avvolgere la pianta del pomodoro attorno alle canne piantate in verticale sul terreno; passà i pumidori, filtrare il succo di pomodoro. pumidurada s. f. pomodorata. pumiscià v. pomiciare (scambiarsi effusioni intime). pumisciada s. f. pomiciada (lo scambiarsi effusioni intime). pumisciò s. m. pomicione (chi ama pomiciare). pumpà v. 1. pompare. 2. praticare il coito orale. pumpada s. f. coito orale. pumpetta s. f. dim. di pompa. Pumpeu n. p. Pompeo. pumpì s. m. coito orale. Pumpì n. p. Pompilio. pumpiere s. m. pompiere. pumpinara s. f. donna che pratica i pumpì (anche offens.). punente s. m. 1. ponente. 2. Prov. gobba a leante, luna calante; gobba a punente, luna crescente, se la parte convessa del profilo lunare è verso levante, la Luna è calante, se invece è verso ponente, la Luna è crescente. punizziò s. f. punizione. punta s. f. punta: daie de punta, lavora con la punta; fà la punta, corteggiare; punte d’agu, tipo di minestra sottile. puntà v. 1. puntellare. 2. corteggiare (anche fà la punta). puntada s. f. puntata. puntadore s. m. puntatore. punteggiu s. m. punteggio. puntellà v. puntellare. puntirolu s. m. punteruolo. puntiscellu s. m. dim. di ponte. puntu s. m. punto: a bon ppuntu, ben avviato; a stu puntu, stando così le cose; fina n certu puntu, non completamente; perde i punti, perdere la reputazione; punt'a ccrosce, punto croce; punt'a mmaia, punto lavorato con i ferri; puntu debbule, lato debole; puntu de ista, punto di vista; punt’e bbasta, senza obiezioni; puntu mortu, situazione di stasi; puntu nterugadiu, punto interrogativo. puntura s. f. iniezione. puppada s. f. poppata. pur agg. vd. poru. purcaccia s. f. dispr. di porca:purcaccia della miseria!, porca miseria! purcacciò s. m. porcaccione. purcada s. f. porcata. purcaria s. f. (anche purcheria) 1. sporcizia. 2. sin. di purcada. 1purcaru s. m. porcaio (luogo molto sporco). 2purcaru s. m. guardiano di porci. purcellana s. f. porcellana. purcessiò s. f. (anche prucessiò) processione. purcheria s. f. vd. purcaria. purchetta s. f. porchetta. purchettu s. m. dim. di porcu; purchettu de Santantò, onisco. pure avv. pure: cabasce pure, forse; ce vuria pure che, sarebbe il colmo che. purettu agg. e s. m. 1. povero: i puretti, la povera gente (contrapposto ai signori); purett'a mme!, povero me! 2. Prov. fa l pà un purettu, iè se slama l fornu, i poveri sono anche sfortunati. purgà v. purgare. purgada s. f. purgata. purgadoriu s. m. 1. purgatorio. 2. confusione: è un purgadoriu, c’è una gran confusione (anche casì). purì s. m. (anche purinu) poveretto. purinu s. m. vd. purì. purosu agg. poroso. purpurina s. f. porporina. purtà v. 1. portare: l contu nun porta o la cosa non quadra, ci sono sospetti; ndu porta la strada, dove va la strada; purtà a ccasa, guadagnare; purtà a llettu, possedere sessualmente; purtà a spassu, illudere o portare a passeggio; purtà a ttaula, servire un pasto; purtà aanti, proseguire un lavoro; purtà bbè, portare fortuna; purtà bbè i anni, apparire giovane; purtà ia, rubare o far morire; purtà in giru, canzonare; purtà in pianta de mà, tenere in grande considerazione; purtà l luttu, essere in lutto; purtà l maluguriu, portare male; purtà la crosce, essere rassegnati; purtà la tonniga, essere un religioso; purtà mmale i anni, apparire più vecchio; purtà na candela a san Giuseppe, essere soddifatti di come è andata; purtà pe llengua o purtà pe bbocca, dire male di qualcuno; purtà ppassienza, avere pazienza; purtà scarogna, portare scalogna; purtà un vestidu, indossare un vestito; purtalla pe le longhe, portarla per le lunghe. 2. Prov. a Uffagna, chi nun ce porta, nun ce magna, gli Offagnesi sono spilorci. purtachiae s. m. portachiave. purtada s. f. portata: a purtada de mà, vicino o a disposizione. purtàdile agg. portatile. purtaffoiu s. m. portafogli. purtaffrutta s. m. portafrutta. purtaffudugraffie s. m. portafotografie. purtaffurtuna s. m. portafortuna. purtalampada s. m. portalampada. purtamunnezza s. m. pattumiera. purtapacchi s. m. portapacchi. purtapenne s. m. portapenne. purtapiatti s. m. portapiatti. Purtarella n. p. la porta in fondo alla Strigola. purtaritratti s. m. portaritratti. purtasabò s. m. portasapone. purtascibria s. m. portacipria. purtasciugamà s. m. portasciugamani. purtaspazzulì s. m. portaspazzolini. purtaspille s. m. portaspilli. purtasse v. purtasse bè, comportarsi bene. purtassigherette s. m. portasigarette. purtassigheri s. m. portasigari. purtastecchì s. m. portastecchini. purtaumbrelle s. m. portaombrelli. purtiere s. m. portiere. purtinaru s. m. portinaio. purtineria s. f. portineria. purtò s. m. 1. portone. 2. Prov. l Zignore, se chiude na finestra, apre un purtò, bisogna sperare nella provvidenza. purtroppu avv. purtroppo. Purtugallu n. p. Portogallo. purtulà s. m. abitante del porto (anche spreg.). purtulottu s. m. abitante del porto (Porto Recanati). purtuncì s. m. dim. di purtò. puru avv. rur. pure: lù ppuru, anche lui. purzziò s. f. porzione. pusà v. posare. pusada s. f. posata (utensile). Pusadora n. p. Posatora. pusadu agg. posato. pusciò s. f. vd. posciò. pusidiu agg. positivo. pusizziò s. f. posizione. pussa ia! loc. inter. pussa via! pusse s. m. pus. pussedè v. possedere (più usati avè, ecce). pussibbile agg. possibile. pussibbilidà s. f. possibilità. pustà? loc. verb. può essere? (da po (può) stà (stare)). pustale agg. postale. pustarellu s. m. dim. di postu 1. posticino. 2. piccolo impiego. pusteggià v. posteggiare. pusteggiu s. m. posteggio. pustì s. m. postino. pusticciu agg. posticcio. puttacchiu s. m. 1. potaggio. 2. soprannome. puttana s. f. puttana. 1. Imprecazioni: pputtana de la miseria!, pputtana miseria, porca pputtana ecc. 2. A la più pputtana, nella peggiore delle ipotesi; ndà a pputtane, frequentare prostitute o andare a rotoli; mannà a pputtana, far deteriorare, rovinare. puttanada s. f. sciocchezza, cosa senza valore. puttanieru s. m. puttaniere. puttanò s. m. puttanona. puttanghera s. f. euf. per puttana. Puzzettu soprannome. puzzula s. f. puzzola.
Q
qqua avv. qua: de qqua e per de qqua, da questa parte; è più de là che de qqua, è più morto che vivo; ndà de qqua e de là, girare senza meta; qqua ntornu, qua attorno; qqua e llà, in più punti. quaderna s. f. quaterna. quadernu s. m. quaderno. quadrà v. quadrare: la cosa non quadra, ci sono sospetti. quadradu s. m. e agg. quadrato. quadrelletti s. m. pl. (anche quadrelli e quadrellini) tipo di pasta fatta in casa. quadrelli s. m. pl. vd. quadrelletti. quadrellini s. m. pl. vd. quadrelletti. quadrettu s. m. dim. di quadru: arda che bel quadrettu che fade, che bel gruppo che siete. quadrì s. m. pl. 1. quattrini, denaro: bussà a qquadrì, chiedere soldi; chi c’ha poghi quadrì, sempre li conta, chi c’ha la moie bella sempre la guarda (stornello), chi ha poco denaro, sta sempre a contarlo, chi ha una bella moglie, sta sempre a guardarla; l diu quadrì, il prezioso denaro; i quadrì nu rria mai, il denaro è sempre poco; mette i quadrì pe ccurtellu, risparmiare; pippà i quadrì, portare via i soldi a qualcuno; te ppuzza i quadrì, non vuoi il denaro; trillà nt’un quadrì, essere abile a ballare; un mascellu o un pozzu de quadrì o un zzaccu de quadrì, tanto denaro. 2. Prov. i quadrì e i buffi è cume i dulori: chi ce l’ha, se li tiene, il denaro è come i debiti: chi ce l’ha, lo tiene per sè; i quadrì gna tennelli accontu quannu c’è, quannu nun c’è se tiè accontu da per lora, bisogna essere moderati nello spendere; i quadrì manna l’acqua per d’in zu, col denaro si fa tutto; quadrì tira quadrì, i soldi portano i soldi (oppure i quadrì va cu i quadrì). quadrifoiu s. m. quadrifoglio. quadrinellu s. m. dim. di quadrì poco denaro. quadru s. m. quadro. quaggiò avv. quaggiù. quaia s. f. quaglia. quaiò avv. rur. quaggiù. Quaiu soprannome. quale agg. quale: tal’e qquale, identico; sost. solo nell’espr. nun esse tantu pe la quale, non essere decoroso. qualidà s. f. qualità. qualiffiga s. f. qualifica. qualsiase agg. qualsiasi. qualu agg. e pron. (f. quala, pl. quali, quale) quale: qualu oi?, quale vuoi? quannu avv. quando: cume quannu, come se. quantidà s. f. quantità. quantidadiu s. m. quantitativo. quantu agg. pron. avv. (anche ntu) quanto: nt'è brau lù!, quanto è bravo lui!; quantu te ce ole?, quanto ti ci vuole? quaranta num. 1. quaranta. 2. Prov. quaranta mulinari, quaranta mascellari, quaranta osti, fa centuventi ladri giusti giusti, i molinai, i macellai e gli osti sono ladri. quaresema s. f. quaresima. quartì s. m. un quarto di litro. 1quartu s. m. un quarto di litro. 2quartu agg. quarto. quarzu s. m. quarzo. quattordiscesimu agg. quattordicesimo. quattordisci num. quattordici. quattrocchi s. m. chi porta gli occhiali (offens.). quattru num. quattro. quattruscentu num. quattrocento. quattrumila num. quattromila. què pron. vd. questu. quellu agg. e pron. (f. quella, pl. quelli, quelle; spesso con l'avverbio lì o là: quellu là, quello) quello: quella de tu surella, risposta nervosa; quelli de casa, i familiari; quellu dell'altri, altrui; una de quelle, una prostituta; unu + sostantivo + de quelli, indica un grado alto del sostantivo. querella s. f. querela. quessu pron. (f. quessa, pl. quessi, quesse; spesso con l'avverbio lì o là: quessu lì, codesto) codesto: quessa è noa, è una cosa nuova. questiò s. f. lite. questre agg. equestre: l circu questre, il circo equestre. questu agg. e pron. (f. questa, pl. questi, queste; spesso con l'avverbio qui) (anche què) questo: questu attrezzu qqui. qui avv. (rur. chi) qui: qui de oltra o qui de ò, qui intorno; qui de sgiò, giù di qui; qui de su, su di qui; viè cchi, vieni qui; rafforza l'agg. dimostr.: stu libbru qqui, questo libro. quidara s. f. vd. ghidara. quinnescina s. f. 1. quindicina. 2. paga di quindici giorni: hu presu la quindescina, ho riscosso lo stipendio. quinniscesimu agg. quindicesimo. quinnisci num. quindici. quintalada s. f. 1. quantità di un quintale circa. 2. grossa quantità. quintu agg. quinto. quistiò s. f. questione, alterco (sin. di cagnara): fà a qquistiò, litigare. quitta avv. rur. qui. quizze s. m. quiz. quoda s. f. quota.
R
raaioli s. m. pl. ravioli. raanellu s. m. ravanello. raastò, a loc. avv. in maniera disordinata, senza una meta precisa. raba s. f. 1. rapa: testa de raba, testa dura. 2. Prov. caà l zzangue da na raba, eseguire una cosa impossibile. rabarberu s. m. rabarbaro. rabasce agg. rapace. rabbia s. f. vd. rrabbia. rabia s. f. vd. rrabbia. racchiu agg. sgraziato. raccoidicciu agg. raccogliticcio. raccoie v. (raccoltu) raccogliere (più usato ccoie). raccontu s. m. racconto. raccumannà v. raccomandare. raccumannada s. f. raccomandata. raccumannazziò s. f. raccomandazione. raccuntà v. raccontare: te ne raccontu una, ti riferisco un caso; te raccontu un bel pezzu, ti racconto un caso curioso. rachidigu agg. e s. m. rachitico. rachidinoso agg. rachitico. 1rada s. f. rata. 2rada s. m. radar. raddoppiu s. m. raddoppio. radduppià v. raddoppiare. radente prep. rasente. radiadore s. m. radiatore. radiga s. f. rur. radice. radisce s. f. radice. radu agg. rado: de radu, raramente. radunà v. 1. radunare. 2. rur. raccogliere i caalletti. radunada s. f. radunata. radunu s. m. raduno. raffe, de loc. avv. vd. riffe. Raffè n. p. dim. di Raffelle. Raffelle n. p. Raffaele. raffreddà v. raffreddare. raffreddadura s. f. raffreddatura. ragai s. m. pl. interiora di animali. ragazzu s. m. 1. ragazzo. 2. fidanzato: è lu ragazzu de lia, è il suo fidanzato. 3. escl. (rafforz.) che robba, ragazzi! raggiada s. f. rovescio di pioggia. raggiu s. m. raggio. raghenu s. m. ramarro. ragnu s. m. 1. ragno. 2. soprannome. Rai soprannome. raià v. 1. ragliare. 2. parlare noiosamente. raioli s. m. pl. ravioli. raiu s. m. raglio. Raldu n. p. Eraldo. rallentà v. rallentare. rallentadore, a loc. avv. con eccessiva lentezza. rama s. f. rur. 1. ramo. 2. nell’espr. c’ha na rama de mattu, è un poco matto. ramaiolu s. m. mestolo. Rambona soprannome. ramengu agg. sost. nelle espr. mannà a ramengu, mandare in malora; ndà a ramengu, andare in malora. rametta s. f. dim. di ramu. ramì s. m. 1. ramino (gioco di carte). 2. soprannome. ramina s. f. 1. paglietta di acciaio per pulire le pentole. 2. piccola pentola. rammullidu agg. rammollito. rampada s. f. rampata. rampì s. m. gancio. rampigasse v. (anche rampignasse e rampinasse) arrampicarsi. rampignasse vd. rampigasse. rampignò, a loc. avv. carponi. rampinasse vd. rampigasse. rampinellu s. m. appoggio per salire. ramu s. m. ramo. ranciasse v. arrangiarsi. rancidu agg. vd. rancigu. rancighidu p. pass. di rancighisse e agg. vd. rancigu. rancighisse v. (anche rancisse) rancidirsi. ràncigu (anche ranciu, rancidu, rancighidu) rancido. ranciò agg. arancione. rancisse v. vd. rancighisse. 1ranciu agg. vd. rancigu. 2ranciu s. m. rancio. ranocchia s. f. rana. Ranucchiò soprannome. rapà v. rapare. rapportu s. m. rapporto. rappresentà v. rappresentare. rappresentazziò s. f. rappresentazione. raru agg. raro. rasà v. rasare. rasadura s. f. rasatura. rasagne s. f. pl. lasagne. rasagnolu s. m. mattarello. rasagnulada s. f. colpo dato col mattarello. raschià v. (anche rastià) raschiare. raschiada s. f. raschiata. raschiadore s. m. raschietto. raschiadura s. f. raschiatura. rasella s. f. pezzetto di parmigiano. rasentà v. sfiorare. rasgiò s. f. ragione: dà rasgiò, riconoscere per buone le argomentazioni di qualcuno; la rasgiò è di fessi, si dice quando non si riesce ad ottenere un consenso. rasgiunà v. ragionare: rasgiunamo a palle ferme, discutiamo con calma; rasgiunalla, conversare. rasgiunamentu s. m. ragionamento: rasgiunamentu del cazzu, tesi balorda. rasgiuniere s. m. ragioniere. Rasmu n. p. Erasmo. rasoiu s. m. rasoio. rasore s. m. rasoio. raspà v. raspare. raspu s. m. raspo. rassegnada s. f. (sin. di rassegnazziò) rassegnazione: urmai me so ddattu na rassegnada, ormai mi sono rassegnato. rassegnasse v. rassegnarsi. rassegnazziò s. f. rassegnazione. rassumià v. (anche rsumià) assomigliare. rastellà v. rastrellare. Rastellina soprannome. rastellu s. m. rastrello. rastià v. vd. raschià. rasu agg. colmo: un bicchiere rasu, un bicchiere pieno. rasuterra avv. rasente il terreno. rattrappidu agg. rattrappito. rattuppà v. rattoppare. raugu agg. rauco. Ràule n. p. Raoul. razza s. f. 1. razza: mmazza mmazza, è tutta na razza, in fondo sono tutti uguali. 2. tipo: che razza de robba è?, che tipo di merce è? razzaccia s. f. spreg. di razza cattiva gente. razziò s. f. razione. rballà v. riballare. rbassà v. ribassare. rbatte v. (rbattudu) 1. battere di nuovo. 2. controbattere: ar ce rbatte, ci ritorna col discorso. rbee v. (rbeudu) ribere. rbiastimà v. bestemmiare di nuovo. rbrillà v. rigirare. rbrillasse v. girarsi. rbuccà v. rientrare. rbullì v. ribollire. rbussà v. ribussare. rbuttà v. ributtare. rbuttunà v. riallacciare. rcaà v. ricavare. rcabà v. 1. scegliere. 2. mondare. rcabadura s. f. (anche rcabezzadura) 1. mondatura. 2. il prodotto della mondatura: la rcabadura de le pattade, le bucce tolte alle patate. rcabezzà v. 1. tirar fuori: nun c’ho rcabezzadu gnente, non ci ho tratto niente. 2. trovare. rcabezzadura s. f. vd. rcabadura. rcabezzasse v. raccapezzarsi: nun me ce rcabezzu pre gnè, non ci capisco niente. rcabidà v. capitare di nuovo: c’hai da rcabidà, ci ricapiterai. rcaccià v. 1. vomitare (sin. di risgettà e dà ffora). 2. riporre. rcagà v. 1. defecare di nuovo. 2. ridire: ha rcagadu tuttu, ha rivelato tutto. rcalà v. ricalare. rcantà v. ricantare. rcarigà v. ricaricare. rcascà v. ricadere. rcenne v. (rcesu) riaccendere. rchiamà v. richiamare. rchiappà v. riprendere. rchiude v. (rchiusu) chiudere di nuovo. rcoie v. (rcoltu) raccogliere: chi se la rcoie? non la sposa nessuno; chi se lu rcoie?, chi lo considera? rcolta s. f. 1. raccolta. 2. sistemata: datte su na rcolta, tirati su, riprenditi. rcosce v. (rcottu) ricuocere. rcresce v. (rcresciudu) ricrescere. rcubrì v. (rcubertu) coprire di nuovo. rcumannà v. raccomandare. rcumannazziò s. f. raccomandazione. rcumedà v. riaggiustare. rcumenzà v. rur. ricominciare. rcumincià v. ricominciare. rcumpagnà v. riaccompagnare. rcumpenzà v. ricompensare. rcumprà v. ricomprare. rcuncià v. riacconciare. rcuncilià v. riconciliare. rcunfessasse v. riconfessarsi. rcunosce v. (rcunusciudu) 1. riconoscere: l’hu rcunusciudu subbidu, l’ho subito riconosciuto. 2. ammettere: rcunosciu che nun hu fattu be, ammetto che mi sono comportato male. rcunsulà v. vd. cunsulà. rcuntà v. 1. raccontare: male me la rconti, mi dai una cattiva notizia. 2. ricontare. rcuppià v. ricopiare. rcurdasse v. ricordare: nun se rcorda de quant’è llongu, dimentica tutto. rcusgì v. ricucire. rcusgidura s. f. ricucitura. rcustruì v. ricostruire. rdà v. (rdattu) ridare: e rdaie!, loc. inter. ancora!; rdà ggiò, peggiorare di salute; rdà su, riprendersi. rdattà v. riadattare. rdì v. (rdittu) ridire: cù c’ha da rdì?, che cosa ha da ridire?; te l’hu dittu e rdittu, te l’ho ripetuto più volte. rduentà v. ridiventare. rdumannà v. richiedere. re s. m. 1. re. 2. Prov. chi nun è bbonu pel re, nun è bbonu mancu pe la resgina, chi non è valido per il servizio militare, non lo è nemmeno per le donne. readu s. m. reato. reazziò s. f. reazione. reccamà v. vd. riccamà. reccamu s. m. vd. riccamu. recchia s. f. 1. orecchio: aprì le recchie, ascoltare bene; ceppu de recchia, orecchio del maiale; ecce le recchie fuderade de presgiuttu, sentire poco; iè pizzigà le recchie, è omosessuale; la mmerda iè rriva nte le recchie, è molto sporco; me zzilla le recchie, mi sibilano gli orecchi; mette n fiore o un pulciu nte na recchia, destare sospetti; nun ce senti da sa recchia, non vuoi proprio capire; stirà le recchie, tirare gli orecchi, ammonire; te staccu le recchie, espr. di minaccia; ttappasse le recchie, coprirsi le orecchie. 2. omosessuale (sin. di frosgiu). 3. soprannome. recchiemederna s. f. requiem aeterna. recchiò s. m. 1. omosessuale. 2. chi ha orecchie grandi. 3. Prov. l sumaru m’ha dittu recchiò, emette critiche chi ha difetti. recchiola s. f. ansa. reclamà v. reclamare. reclame s. f. réclame. reclamu s. m. reclamo. recluda s. m. recluta. recuberà v. recuperare. recuberu s. m. recupero. recurde s. m. record. reddidu s. m. vd. rendidu. rede s. f. rete. redìna s. f. retina. redru s. m. vd. retru. redusce s. m. reduce. reduscesse v. (redottu) ridursi. reffezziò s. f. refezione. Reganadi n. p. Recanati. regge v. (rettu) reggere: regge e nun regge, sta per cedere; regge l llume, fare da mezzano; regge l mmocculu, essere di troppo tra due innamorati. reggimentu s. m. reggimento. reggipettu s. m. reggiseno. regnu s. m. regno. regula s. f. regola. regulà v. regolare. regulada s. f. regolata: dasse na regulada, regolarsi. regulamentu s. m. regolamento. regulare agg. regolare. regulasse v. moderarsi. regulu s. m. regolo. reisiò s. f. revisione. reladiu agg. relativo. relazziò s. f. relazione. relisgiò s. f. religione. relisgiosu agg. religioso. remà v. remare. remada s. f. remata. remanenza s. f. rimanenza. remediu s. m. rimedio. remodu agg. remoto. rempì v. (anche rimpe) riempire: rempì la testa, confondere. rempisse v. riempirsi: rempisse l gargalozzu o l gozzu, mangiare abbondantemente. rempimentu s. m. riempimento. remu s. m. remo. Remu n. p. Remo. rena s. f. sabbia. Renadu n. p. Renato. rendesse v. (resu) (anche rennesse) arrendersi, piegarsi, anche rèndidu s. m. reddito: dichiarazziò di rendidi, dichiarazione dei redditi. rendimentu s. m. rendimento. renga s. f. aringa. renghiera s. f. ringhiera. renne v. (resu) 1. rendere, dare risultato. 2. Prov. quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. rennesse v. vd. rendesse. rènnida s. f. rendita. renu s. m. rene. repertoriu s. m. repertorio. repubbliga s. f. repubblica. repubbliganu agg. e sost. repubblicano: i repubbligani, il partito repubblicano. repudazziò s. f. reputazione. resce v. vd. rescì. rescì v. (rescidu) (anche resce) riuscire. rèscida s. f. recita. rescìda s. f. riuscita. rescidà v. recitare. rescidazziò s. f. recitazione. rescintu s. m. recinto. resciprugu agg. reciproco. resgia s. f. regia. resgina s. f. 1. regina. 2. Prov. chi nun è bbonu pel re, nun è bbonu mancu pe la resgina, chi non è valido per il servizio militare, non lo è nemmeno per le donne. resgiò s. f. regione. resgista s. m. regista. resgistrà v. registrare. resgistru s. m. registro. resiste v. (resistidu) resistere. respigne v. (respintu) respingere. respirà v. respirare. respirazziò s. f. respirazione. respiru s. m. respiro. respunsabbile s. m. e agg. responsabile. respunsabbilidà s. f. responsabilità. ressurezziò s. f. risurrezione. restà v. restare (più usato rmane). restu s. m. (anche arestu) resto: dà arestu, dare il resto o ascoltare: nun sabè a chi dà arestu, avere troppo da fare; de restu, peraltro. Reticchiu soprannome. retru s. m. (anche redru) dietro: de redru, di dietro. 1retta s. f. azienda agricola. 2retta s. f. nell’espr. dà retta, ascoltare, seguire i consigli. rettangulu s. m. rettangolo. rettarolu s. m. rur. operaio agricolo di una retta. rettiffiga s. f. rettifica. rffà v. (rffattu) (anche arffà e riffà) rifare; rffacce, ripetere: quantu è bboni sti maccarò, è da rffacce, quanto sono buoni questi maccheroni, bisogna riprenderli. rffasse v. (anche arffasse e riffasse) rifarsi: l tempu s’è rffattu, il tempo è migliorato; rffasse i occhi, contemplare qualcosa di bello; rffasse la bocca, mangiare bene dopo aver mangiato male; rffassela, intendersela, amoreggiare; rffassene, vantarsene. rffattu p. pass. di rfà e agg. (anche riffattu) rifatto: pà riffattu, pane indurito; omu rffattu o pedocchiu rffattu, nuovo ricco; tempu rffattu de notte, dura quantu un piattu de pere cotte, il tempo ristabilitosi di notte dura pochissimo (le pere cotte vanno mangiate subito). rfiadà v. fiatare. rfischià v. ripetere insistentemente: ce rfischi n’antra ò?!, lo ripeti ancora? rfrisge v. (rfrittu) rifriggere. rfurmasse v. formarsi di nuovo. rgettà v. gettare di nuovo. rgirà v. rigirare. rgiustà v. riaggiustare. rguadagnà v. riguadagnare. rgci ricapiterai.uardà v. 1. guardare di nuovo. 2. interessare. rguarì v. guarire di nuovo. rguastà v. riguastare. ria s. f. riva: la ria del mare, la riva del mare. riabrì v. (riabertu) riaprire. riaè v. (riaudu) riavere. rialzu s. m. rialzo posto sotto il tacco delle scarpe. riassuntu s. m. riassunto. riavviscinasse v. riavvicinarsi. riba s. f. ripa. ribellasse v. ribellarsi. ribustu agg. rur. robusto. ricaduda s. f. ricaduta. ricariga s. f. ricarica. ricattà v. ricattare. ricattu s. m. ricatto. ricau s. m. ricavo. riccamà v. (anche reccamà) ricamare. riccamu s. m. (anche reccamu) ricamo. ricchisse v. arricchirsi. riccià v. arricciare: riccià l nasu, non essere convinti o disapprovare o provare disgusto. 1ricciu s. m. 1. riccio (dei capelli). 2. animale. 2ricciu s. m. truciolo. ricciulì s. m. bambino con i capelli ricci. ricciulu s. m. riccio (dei capelli). riccò s. m. accr. di riccu riccone. riccu agg. e s. m. 1. ricco: riccu sfunnadu, molto ricco. 2. Prov. è meiu nasce furtunadi che ricchi, è meglio nascere fortunati che ricchi. riccuntà v. rur. raccontare. richiamu s. m. richiamo. ricoeru s. m. ricovero. ricordu s. m. ricordo. ricorzu s. m. ricorso. ricreazziò s. f. ricreazione. ricuerà v. ricoverare. ricumpenza s. f. ricompensa. ricurdì s. m. ricordino. Rida n. p. Rita. ridarella s. f. risata senza freni. ride v. (risu, ridudu, risudu) ridere: fà ride (i polli), essere ridicolo; fà spanzà da lu ride, far scoppiare dal ridere; fà venì da ride, far ridere; iè ride i occhi, è visibilmente felice; lu ride! (sostant.), il gran ridere!; me ssò pisciadu addossu da lu ride, ho riso moltissimo; pe ride, molto: si na palla pe ride, sei una grossa scocciatura; ride a crebapelle, ridere moltissimo; ride, che mammeda ha fattu i gnocchi!, ridi senza motivo; ride pe nun piagne, cercare di reagire; ride sotta i baffi, ridere di nascosto; sbudellasse da lu ride, scoppiare dal ridere. ridigulu agg. ridicolo. ridò s. m. tenda. ridottu p. pass. di ridusce e agg. ridotto. ridusce v. (ridottu) ridurre. riduzziò s. f. riduzione. riede v. (riistu) vedere di nuovo. riedecce, a inter. arrivederci. rielà v. rivelare. rielazziò s. f. rivelazione. riellu loc. eccolo di nuovo (da ri- e ellu). rierberu s. m. riverbero. rierì v. riverire. riersìna s. f. risvolto del lenzuolo. riesse v. (rstadu) riessere: aggià rsede qui?, siete già qui di nuovo?; ce rsemu!, ci risiamo! riffà v. vd. rffà. riffasse v. vd. rffasse. riffattu p. pass. di riffà e agg. vd. rffattu. riffe, de loc. avv. nell’espr. de riffe u de raffe, in ogni modo. rifferì v. riferire. rifferimentu s. m. riferimento. riffinì v. rifinire. riffinidura s. f. rifinitura. riffiudà v. rifiutare. riffiudu s. m. rifiuto. rifflessu s. m. riflesso. riffulu s. m. refolo. riffurmadoriu s. m. riformatorio. riffurnimentu s. m. rifornimento. riffusgiu s. m. rifugio. riga s. f. 1. riga. 2. scriminatura (sin. di scrime). rigà v. rigare: rigà drittu, rigare dritto. rigadò s. m. pl. rigatoni. rigalà v. regalare. rigalu s. m. regalo. rigambià v. ricambiare. Righettu n. p. dim. di Rigu. rigotta s. f. ricotta: si na rigotta, sei debole. Rigu n. p. Enrico. riguardà v. riguardare: è na faccenna che nun te riguarda, è un affare che non ti riguarda. rigulizzia s. f. liquerizia. riincida s. f. rivincita. riista s. f. rivista. rilegà v. rilegare. rimbalzà v. rimbalzare. rimbalzu s. m. rimbalzo. rimbambidu s. m. rimbambito. rimbambisse v. rimbambirsi. rimbescillisse v. rimbecillirsi. rimboccu s. m. rimbocco. rimbombu s. m. rimbombo. rimbuccasse v. rimboccarsi. rimbulzà v. seminare il grano dove si è già raccolto. rimbumbà v. rimbombare. rimbursà v. rimborsare. rimediu s. m. rimedio. rimesa s. f. rimessa (perdita). rimette v. (rimesu, rimestu) (anche rmette) 1. mettere di nuovo: rmette al monnu, risollevare, far riprendere; rimette piede, ritornare. 2. perdere: c’hu rmesu n bel pò, ci ho rimesso molto. 3. Prov. chi se caa la maia prima de San Vittore, se la rmette sa pogu unore, non si devono togliere gli abiti pesanti prima di san Vittore. rimettesse v. rimettersi. Rimò (f. Rimona) soprannome. rimorchiu s. m. rimorchio. rimore s. m. rur. rumore. rimorsu s. m. rimorso. rimpastà v. rimpastare. rimpe v. vd. rempì. rimpebotte s. m. tipo di uva. rimpettu, de loc. avv. di rimpetto. rimpiagne v. (rimpiantu) rimpiangere. rimpiccigà v. riappiccicare. rimpicciulì v. ridurre. rimpone v. (rimpostu) mettersi sullo stomaco. rimproeru s. m. rimprovero rimpruerà v. (più usato sgaggià) rimproverare. rimpulpà v. rimpolpare. rimurchià v. rimorchiare. rinaccià v. rammendare. rinacciu s. m. rammendo. rinalada s. f. il contenuto di un vaso da notte. rinale s. m. vaso da notte: piscià fora de lu rinale, parlare a sproposito. rinasce v. (rinadu) rinascere. rinchinasse v. umiliarsi. rincignidu agg. rattrappito. rincuiunisse v. rimbecillirsi. rinculà v. indietreggiare. rincumincià v. ricominciare. rincuntrà v. rincontrare. rincurà v. rincuorare. rindà v. riandare. rindiera s. f. ringhiera. rindurmisse v. riaddormentarsi. rinfaccià v. 1. rinfacciare. 2. me se rinfaccia quellu ch’hu magnadu, risento in gola il sapore di ciò che ho mangiato. rinforzu s. m. rinforzo. rinfrescà v. rinfrescare. rinfrescada s. f. rinfrescata. rinfrescu s. m. ricevimento. rinfurzà v. rinforzare. ringalluzzisse v. rimettersi in forma. ringiuanì v. ringiovanire. ringrazzià v. ringraziare. ringrazziamentu s. m. ringraziamento. rinnamurasse v. innamorarsi di nuovo. rinnegà v. rinnegare. rinnuà v. rinnovare. rinnuulasse v. annuvolarsi di nuovo. rinsabunà v. rinsaponare. rinsecchisse v. rinsecchirsi. rintanasse v. rintanarsi. rintoccu s. m. rintocco. rintrunà v. rintronare. rinuncià v. rinunciare. rinvenisse v. riprendere i sensi. rinvernisgià v. riverniciare. rinvià v. rinviare. rinvidà v. vd. rvidà. rinviu s. m. rinvio. rinzega s. f. risega (ammaccatura della pelle). rinzuzzà v. rinsozzare. riolta s. f. rivolta. ripa s. f. riva. riparà v. riparare. riparada s. f. riparata. riparazziò s. f. riparazione. riparu s. m. riparo. ripassà v. (anche rpassà) 1. passare di nuovo. 2. rivedere: ripassà la lezziò, ripassare la lezione. ripassu s. m. ripasso. ripede v. (ripedudu) ripetere. ripedente s. m. ripetente. ripedidore s. m. ripetitore. ripedizziò s. f. 1. ripetizione. 2. lezione privata. ripià v. riprendere. ripidu agg. ripido. ripienu s. m. 1. ripieno. 2. soprannome. riposu s. m. riposo. riprudusce v. (riprudottu) riprodurre. ripruduzziò s. f. riproduzione. ripusà v. 1. riposare. 2. Prov. l lettu è na rosa: se nun dormi, te riposa, anche se non dormi, comunque il letto ti fa riposare. risada s. f. risata. riscaldà v. riscaldare. riscaldamentu s. m. riscaldamento. riscappà v. uscire di nuovo. riscee v. (risceudu) ricevere. risceimentu s. m. ricevimento. riscerca s. f. ricerca. riscetta s. f. ricetta. risceuda s. f. ricevuta. rischià v. rischiare. rischiarà v. risciacquare: butta su e rischiara, agisci approssimativamente. rischiu s. m. rischio. risciacquà v. risciacquare. risciacquada s. f. risciacquata. riscode v. (riscossu, riscududu) riscuotere. risfascià v. rompere di nuovo. risgenu s. m. ricino nell’espr. oiu de risgenu, olio di ricino. risgettà v. vomitare (sin. di dà ffora e rcaccià). risgidu agg. 1. rigido. 2. molto freddo. risigà v. 1. rischiare. 2. Prov. chi nu risiga, nu rosiga, chi non rischia, non ottiene niente. rìsigu s. m. rischio. risiste v. (risistidu) resistere. risistenza s. f. resistenza. risottu s. m. risotto. risparmià v. risparmiare (più usato sparagnà). risparmiu s. m. risparmio. rispettà v. rispettare. rispettu s. m. rispetto. risplenne v. (p. pass. non usato) risplendere. risponne v. (rispostu) 1. rispondere. 2. mancare di rispetto: è unu che risponne, non ha rispetto. rispuiasse v. spogliarsi di nuovo. rispulverà v. rispolverare. rispusasse v. risposare. rissalida s. f. risalita. rissentisse v. risentirsi. rissolve v. (p. pass. non usato) risolvere. rissorge v. (rissortu) risorgere. rissuluzziò s. f. risoluzione. rissunà v. risuonare. rissurgimentu s. m. risorgimento. rissurrezziò s. f. resurrezione. rissuscidà v. risuscitare. rissuvvenì v. vd. suvvenì. ristregne v. vd. ristrigne. ristrigne v. (ristrettu) (anche ristregne) restringere. ristugradigu s. m. e agg. aristocratico (sin. di signore). ristugrazzia s. f. aristocrazia. risturante s. m. ristorante. risturnasse v. ritornare indietro. risu s. m. riso. risultadu s. m. risultato. risveiasse v. risvegliarsi. risvoltu s. m. risvolto. ritaià v. ritagliare. ritaiu s. m. ritaglio. ritardà v. ritardare. ritardadu s. m. e agg. che presenta un ritardo mentale. ritardu s. m. ritardo. ritenuda s. f. ritenuta. ritirà v. ritirare. ritirada s. f. ritirata. ritoccu s. m. ritocco. ritornu s. m. ritorno. ritrattu s. m. ritratto: è lu ritrattu spiccigadu de lu zziu, assomiglia molto allo zio. rittemediga s. f. aritmetica. rituccà v. ritoccare. rituccadina s. f. ravviata. riturnellu s. m. 1. ritornello. 2. ripetizione noiosa. riultà v. rivoltare. riultella s. f. rivoltella. riultura s. f. turbine. riuluzziò s. f. rivoluzione. riuluzziunariu s. f. e agg. rivoluzionario. riuniò s. f. riunione. riurdinà v. riordinare. rivìe v. (p. pass. non usato) rivivere. rizzà v. rizzare. rizzasse v. entrare in erezione. rizzu agg. rizzo. rlaà v. vd. laà. rlaada s. f. lavata: rlaada de testa, ammonizione. rlaadura s. f. acqua con cui è stato lavato qualcosa: rlaadura di piatti. rlaapiatti s. m. lavapiatti. rlassà v. 1. lasciare di nuovo. 2. rilassare. rleà v. allevare. rleccà v. rileccare. rlegge v. (rlettu) rileggere. rliccadu agg. molto curato. rlisgià v. vd. llisgià. rlusce v. (p. pass. non usato) rilucere. rmagnà v. mangiare di nuovo. rmalasse v. riammalarsi. rmane v. vd. armane. rmaneggià v. maneggiare. rmannà v. rimandare. rmaridasse v. risposarsi. rmasta s. f. rur. zitella (anche rmasta pe sant’Antò). rmedià v. rimediare: vede de nu rmedià dù stiaffi, stai attento a non prenderle. rmenà v. bastonare di nuovo. rmette v. vd. rimette. rmettesse v. vd. rimettesse. rmoe v. (rmossu) 1. smuovere. 2. muovere di nuovo. rmudernà v. rimodernare. rmuntà v. risalire. rmucchià v. ammucchiare. rmuiasse v. riprendere moglie. rmullà v. bagnare di nuovo. rmuntà v. risalire. rmusginà v. vd. smusginà. rnasce v. (rnadu) rinascere: se rnasciu, me ffo frade, se rinasco, divento frate (per evitare preoccupazioni). rnengue v. (p. pass. non usato) nevicare di nuovo. 1rnuà v. prendere botte: ha rnuadu, le ha prese. 2rnuà v. rinnovare. rnuasse v. rinnovarsi: rnuasse un vestidu, mettersi un vestito nuovo per la prima volta. rnugulasse v. rur. riannuvolarsi. rnuulasse v. riannuvolarsi. Rò n. p. Rosa. robba s. f. 1. roba: che ppezza de robba!, che roba straordinaria!; che robba, ragazzi!, che roba!; robba che, quasi che; robba da chiodi, assurdità; robba da matti! esclamazione di critica; robbe de scartu, cose da scartare; un mmassagru o un sfrasgellu de robba, una gran quantità di roba. 2. Prov. la robba de i aari va nte le mà dei spregadori, ciò che è risparmiato dai prodighi, viene sciupato dagli spreconi; robba truada nun è mai rubbada, ciò che si trova, si può tenere. robbà v. (anche rubbà) 1. rubare: rubbà cu i occhi, guardare con molto desiderio. 2. Prov. la casa nasconne, ma nu robba, tutto ciò che è in casa prima o poi lo si ritrova; robba truada nun è mai rubbada, ciò che si trova, si può tenere; tantu c’ha colpa chi robba, quantu chi ttiè l saccu, è colpevole anche il complice. robbamazzu s. m. rubamazzo (gioco di carte). rocculu s. m. roccolo. roda s. f. ruota: è na roda che gira, oggi a me, domani a te. rode v. (p. pass. non usato) rodere. rodulu s. m. rotolo. rogna s. f. 1. scabbia: cercà rogna, cercare grane. 2. Prov. l più pulidu c’ha la rogna, sono tutti sporchi (moralmente). rogu s. m. rur. rovo. roidu s. m. urlo: iè t’ha dattu u rroidu, gli ha urlato forte. rola s. f. arola. rompe v. (rottu) (anche roppe) 1. rompere: rompe l culu, bastonare con veemenza; rompe le palle, scocciare; s'è rrottu pure l grisgiliu, si è rotto tutto. 2. (sottinteso i ciarimbuli, i cuioni, i marò, i minchiò, le palle, le scattule, i zibidei, il cazzu) scocciare: hi rottu ben bè, hai scocciato molto. ròmpesse (anche rompèsse, rumpesse) 1. rompersi. 2. scocciarsi. rompicuioni s. m. scocciatore. rompipalle s. m. scocciatore. ronca s. f. rur. roncola. rondula s. f. 1. rondine. 2. Prov. a san Benedettu tutte le rondule sott’al tettu, per il 21 marzo le rondini sono ritornate. roppe v. vd. rompe. rosa s. f. 1. rosa: frescu cume na rosa, riposato; mela rosa, un tipo di mela. 2. Prov. l lettu è na rosa: se nun dormi, te riposa, anche se non dormi, comunque il letto ti fa riposare. rosbiffe s. m. rosbif. roscheni s. m. pl. agretti. rosciolu s. m. rosciolo. 1rosciu agg. 1. rosso: duentà rosciu, arrossire; è ndada lisgia cume un rosciu d’ou, è andata molto bene; i rosci, i comunisti; rosciu nte la faccia, con la faccia rossa; vì rosciu, vino rosso. 2. Prov. rosciu de sera, bon tempu se spera, il tramonto rosso fa sperare il tempo buono. 2rosciu s. m. 1. tuorlo: va sgiò cum’u rosciu d’ou, si mangia o beve facilmente. 2. vino rosso: lu rosciu è più bbonu, il vino rosso è migliore. 3. soprannome. 1rospu s. m. rospo. 2rospu agg. e s. m. avaro. rotta s. f. 1. rottura: m’ha fattu na rotta, mi ha molto scocciato. 2. cure a rotta de collu, correre a più non posso. rottinculu s. m. disgraziato (offens.), fortunato. 1rottu p. pass. di rompe e agg. rotto: culu rottu, fortunato o disgraziato. 2rottu s. m. rutto. rpagà v. ripagare. rparlà v. riparlare. rpartì v. ripartire. rpassà v. vd. ripassà. rpassada s. f. ripassata. rpattà v. pareggiare. rpentisse v. ripentirsi. rpenzà v. ripensare. rperde v. (rpersu) riperdere. rperdunà v. riperdonare. rpesà v. ripesare. rpescà v. 1. ritrovare. 2. ripescare. rpettinà v. ripettinare. rpià v. (anche rprenne) riprendere. rpiagne v. (rpiantu) piangere di nuovo. rpiantà v. ripiantare. rpiasse v. riprendersi. rpicchià v. ritentare: è un pezzu che ce rpicchia, è da molto che ci prova. rpiccià v. riaccendere. rpioe v. (rpiuudu) ripiovere. rpiscià v. orinare di nuovo. rprenne v. vd. rpià. rpresentà v. ripresentare. rpruà v. riprovare. rprumette v. (rprumesu, rprumestu) promettere di nuovo. rpulì v. ripulire. rpulida s. f. ripulita. rpulidura s. f. ripulitura. rpurtà v. riportare. rpusà v. posare di nuovo. rrabbì v. arrabbiare. rrabbia s. f. (anche rabbia, rabia) rabbia. rrabbidu agg. 1. arrabbiato: cà rrabbidu, cane arrabbiato (anche ). 2. appassionato: è gnente rrabbidu de ndà a ballà, è molto appassionato del ballo. 3. (rafforz.): caru rrabbidu, molto costoso; seccu rrabbidu, molto magro; tristu rrabbidu, molto cattivo. rabbisse v. arrabbiarsi. rrabbiada, a la loc. spaghetti o penne a la rrabbiada, tipo di cucina. rrabbiadura s. f. arrabbiatura. rrià v. 1. arrivare: la mmerda iè rriva nte le recchie, è molto sporco; ndù rria, lassa l segnu, lascia sempre la sua impronta; ndù rriu, strongu, arrivo dove posso; se nun ce rria, ce tira l cappellu, vuole arrivare comunque. 2. essere sufficiente: i quadrì nu rria mai, il denaro è sempre poco; nun ce rriene, non hanno denaro a sufficenza. 3. comprendere: nun ce rria, non capisce. 4. riuscire: nun so rriadu a vedellu, non sono riuscito a vederlo. 5. raggiungere: l’ho rriadu, l’ho raggiunto. 6. è rriadu, è uscito di senno. 7. Prov. chi rria prima, mascina, chi arriva prima è privilegiato. rrudà v. 1. arrotare: rrudà i denti, fare il prepotente; rrudà un curtellu, arrotare un coltello. 2. mettere sotto le ruote. rrudì s. m. arrotino. rrustì v. arrostire. rsabè v. (rsabudu) risapere: s’è venudu a rsabè, si è venuto a sapere. rsaludà v. risalutare. rsentì v. risentire: ce rsentimu, ci risentiamo. rsestà v. sistemare. rsugnà v. risognare. rsulà v. risuolare: rsulà le scarpe, risuolare le scarpe. rsuladura s. f. risuolatura. rsumià v. vd. rassumià. rsumianza s. f. rassomiglianza. rsumiu s. m. rur. ritratto. rsuscidà v. (anche arsuscidà) risuscitare. rtaccà v. 1. riattaccare. 2. riprendere: ha rtaccadu a cantà, ha ripreso a cantare. rtaià v. tagliare di nuovo. rtardà v. ritardare. rtegne v. (rtentu) ritingere. rtenè v. (rtenudu) tenere: la rtene a lora, sostiene loro; l tempu l’ha rtenuda, non è piovuto. rtenesse v. trattenersi. rtirà v. tirare di nuovo o a propria volta. rtiradu s. m. e agg. spilorcio. rtraerzà v. riattraversare. rtruà v. 1. ritrovare. 2. Prov. quel che se ffa, se rtroa, in futuro si ritrovano i risultati di ciò che si è fatto. rtuccà v. 1. ritoccare. 2. spettare di nuovo: rtocca a llù, è ancora il suo turno. rturnà v. vd. arturnà. rturnasse v. ritornare indietro. rubbà v. vd. robbà. rubbaccia s. f. spreg. di robba 1. robaccia. 2. cattivo elemento. rubberia s. f. ruberia. rubbetta s. f. roba di poco conto. rubbò s. m. ladrone. rubbriga s. f. rubrica. Rubertu n. p. Roberto. rubotte s. m. robot. rubustu agg. robusto. rucchettu s. m. rocchetto. rucciulà v. arrotolare. ruda s. f. ruta. rudaggiu s. m. rodaggio. rudaia s. f. rotaia. rudazziò s. f. rotazione. rudella s. f. 1. dim. di roda piccola ruota: iè manca qualche rudella oppure c’ha calche rudella fori postu o de menu, è un poco scemo. 2. rotula. Rudò n. p. vd. Rudolfu. Rudolfu n. p. (anche Rudò) Rodolfo. rudulà v. rotolare. rudulò s. m. rozzolone. ruesciu s. m. rovescio: lu ruesciu del vestidu, la parte interna del vestito. ruffià s. m. ruffiano. ruffianada s. f. ruffianata. ruffianasse v. arruffianarsi. rugà v. rur. sgridare. rugantì s. m. persona arrogante. rugara s. f. rur. zona di rovi. rugnò s. m. rene di animale. rugnosu agg. rognoso. rugula s. f. erba di campo. ruidà v. urlare (da roidu). ruidu agg. ruvido. ruina s. f. rovina: la ruina de le famie, chi o che deteriora i rapporti familiari. ruinà v. rovinare. ruinadu p. pass. di ruinà e agg. guasto. Rulandu n. p. Rolando. rullu s. m. rullo. rulotte s. f. roulotte. rumadismu s. m. reumatismo. rumagnolu s. m. e agg. romagnolo. Rumania n. p. Romania. rumantigu agg. romantico. rumanu s. m. e agg. romano: fà a la rumana, pagare tutti una parte uguale. rumanzina s. f. ramanzina. rumanzu s. m. romanzo: nun te possu fà u rumanzu, non ti posso raccontare tutto. Rumeu n. p. Romeo. Rumichini soprannome. rumìdu s. m. solitario. rumigà v. rur. 1. ruminare. 2. biascicare. 3. borbottare. rumigò s. m. 1. persona che biascica (anche ). 2. persona che borbotta. rumme s. m. rum. rumpesse v. rompersi: rumpesse l’ossu del collu, rompersi l'osso del collo. rundò s. m. vd. rundulò. rundulò s. m. (anche rundò) 1. rondone. 2. chi mira qualcosa o corteggia qualcuna. runffià v. russare. runffiò s. m. persona che russa molto. ruprì v. rur. (rupertu) aprire. Rusalba n. p. Rosalba. Rusalia n. p. Rosalia. Rusanna n. p. Rosanna. rusariu s. m. rosario. Ruscettu soprannome. Ruscì soprannome. rusciastru agg. rossastro. rusciolu s. m. triglia. rusciulada s. f. scottatura della pelle. rusciulasse v. scottarsi la pelle al sole. rusetta s. f. rosetta (panino). rusge v. rur. (p. pass. non usato) urlare, brontolare. rusgena s. f. rur. ruggine. rusgenì v. arrugginire. rusgenidu p. pass. di rusgenì e agg. 1. arrugginito. 2. sporco. rusgine s. f. ruggine. rusginellu agg. nell'espr. mela rusginella, un tipo di mela. Rusì n. p. Rosina. rusicci s. m. pl. avanzi del pasto. rusigà v. 1. rosicchiare. 2. Prov. chi nu risiga, nu rosiga, chi non rischia, non ottiene niente. rusighì s. m. tormento: c’ho u rusighì, ho un tormento. rusignolu s. m. rur. usignolo. rusoiu s. m. rosolio. ruspà v. razzolare. ruspante agg. genuino. russà v. russare. russettu s. m. rossetto. russu agg. e s. m. russo. rustigu agg. rustico. rusulà v. rosolare. rusulada s. f. rosolata. rusulìa s. f. rosolia. rutonnu agg. rotondo. ruttura s. f. 1. rottura. 2. fastidio: ruttura de scattule o de palle o de cuioni, scocciatura; si na ruttura de gnente!, rompi molto. ruzzu agg. 1. rozzo. 2. ruvido. ruzzula s. f. ruzzola. ruzzulà v. ruzzolare. rvanzà v. vd. vvanzà. rvede v. (anche rvedè) (rvistu) rivedere. rvedesse v. rivedersi: ce rvedemu, arrivederci. rvegne v. (rventu) vincere di nuovo. rvenì v. (rvenudu) tornare: i conti nun rviene, i conti non tornano; me rviè pensadu, mi viene pensato. rvenne v. (rvennudu) rivendere. rvestì v. rivestire. rvidà v. (anche rinvidà) avvitare di nuovo. rvudà v. vuotare o votare di nuovo. rvulè v. (rvuludu) rivolere. rvultà v. rivoltare. rvumidà v. vomitare e vomitare di nuovo.
S
1sa prep. rur. con: è riadu sa llù, è arrivato con lui; sa qquessu nun ce cai un cabezzu, con costui non ci concludi niente. 2sa agg. f. di su codesta. 3sa inter. sai: sa, cusa me sce ole loc. sinonima di nun me sce ole gnente, sono in grado di farlo subito; (usato isolatamente come rafforz.) sa!, lo sappiamo tutti. sabbedu s. m. sabato. sabbiò s. m. sabbione. sabè v. (sabudu) (anche zzabè) 1. sapere: ce lu so, lo so; chi lu ssa?, non si sa; cusa sai?, forse; già se sa, è risaputo; me sa fadiga, mi dispiace; nun sabè a chi dà arestu, avere troppo da fare; nun sabè ndù mette le mà, non sapere cosa fare; nun sabè ndù sbatte la testa, non sapere a chi rivolgersi; nun vulenne più sabè, non provarne più interesse; nun zza né discore né stà zzittu, non sa parlare; nun zzo cù famme, non so cosa fare; pe nun sabè né legge né scrie, per cautela e buonsenso; sabè cume l padrennostru o sabè a mmemoria, ricordare molto bene; sabè ida, morte e miraguli de tutti, conoscere tutto di tutti; sabè nome e cugnome de tutti, essere un pettegolo; sabecce ffà, essere abile; sabella longa, essere furbo; sessà, vd. sessà; so na mmadonna!, non so niente; venì a sabè o rsabè, apprendere. 2. aver sapore: nun sa de gnè o nun sa d'un caulu o nun zza né de me né de te, non ha sapore. 3. me sa che, penso che; me sa fadiga, mi dispiace; me sa mmi anni, non vedo l’ora (da me sanno mill’anni, cioè “mi sembrano mille anni”); nun iè sa mmai ora, non è mai disposto; sai cusa sc’è?, loc. che anticipa una novità; su bè che su meiu (rur.), dunque. sabienza s. f. sapienza. sabò s. m. sapone. sabore s. m. sapore. sabudaggiu s. m. sabotaudu p. pass. di sabè e s. m. saputo: fà l sabudu, credere di sapere tutto. sabunetta s. f. saponetta. saburidu agg. saporito. saccò s. m. figurante della processione del Venerdì santo. saccoccia s. f. vd. zzaccoccia. saccu s. m. vd. zzaccu. sadellide s. m. satellite. sàdigu s. m. e agg. sadico. sadollu agg. 1. satollo. 2. Prov. porcu sadollu nun cunosce l disgiù, chi possiede tanto non concepisce la miseria. sadullà v. satollare. Sadurnu n. p. Saturno. Saeriu n. p. Saverio. saffari s. m. safari. sagramentu s. m. 1. sacramento. 2. uomo grosso: è un pezzu de sagramentu, è un omone. 3. capitombolo: ha fattu un sagramentu, ha fatto un capitombolo. 4. giopp'el sagramentu, in Via Sacramento. sagrestà s. m. sacrestano. sagrestia s. f. sacristia. sagriffigà v. sacrificare. sagriffisciu s. m. sacrificio. sagrilesgiu s. m. sacrilegio. sagrima s. f. goccia. sagru agg. sacro. sàguma s. f. sagoma. salà v. salare. salàda s. f. parti del maiale poste sotto sale dopo la pista. saladu s. m. salame. saladu agg. 1. salato: saladu moru, molto saporito. 2. oneroso: pagà un contu saladu, pagare un conto oneroso. salame s. m. 1. salame. 2. scemo. salameleccu s. m. grosso scemo. salciccia s. f. salsiccia: salcicce de fedigu, salsicce di fegato. salcicciò s. m. 1. salsiccione. 2. persona grossa e pesante: si un salsicciò che mancu te moi, sei tanto pesante che fai fatica a muoverti. saldà v. congiungere con saldatura. saldadura s. f. saldatura. 1saldu s. m. saldo. 2saldu agg. saldo. sale s. m. sale: na presa de sale, un pizzico di sale; spudà sale o sangue, faticare oltremodo; un filu o un pugnu de sale, un po’ di sale. salìa s. f. saliva. salida s. f. salita. salimperiu s. m. vd. cazzimperiu. salina s. f. 1. sale fino da cucina. 2. soprannome. salmò s. m. salmone. salò s. m. salone. salottu s. m. salotto. saltà v. saltare: saltà addossu, aggredire; ve fanne saltà i nervi, vi fanno perdere il controllo; voia de fadigà salteme addossu, fadiga te per me, che iu nun possu (fil.), voglia di lavorare saltami addosso, lavora per me, perchè io non posso. saltamartì s. m. cavalletta. saltarellu s. m. saltarello (danza popolare). saltu s. m. salto: fà l saltu del ciambottu, fare un salto non riuscito; fà quattru salti, ballare; fà un saltu, passare da qualcuno. saluda s. f. rur. salute. saludà v. salutare. salude s. f. salute: maia de la salude, canottiera; te ppuzza la salude, rischi troppo. saludu s. m. saluto. saluttì s. m. salottino. salvà v. 1. nascondere. 2. salvare: madonna mia, salvace!, escl. 3. salvannuie ll’anima, senza volere che si danni l’anima. salvadaggiu s. m. salvataggio. salvadore s. m. salvatore. salvasgente s. m. salvagente. salvietta s. f. tovagliolo. salvu agg. salvo. salza s. f. salsa. sambugu s. m. sambuco. sammartì s. m. festa di san Martino: fà l sammartì o la scena de sammartì, festeggiare con una cena. San Bartulumeu n. p. San Bartolomeo: diedru san Bartulumeu, nel quartiere di San Bartolomeo. San Biasgiu n. p. San Biagio. Sandru n. p. dim. di Alessandro. sangiuesa agg. f. tipo di uva. sangiuese n. p. sangiovese. sangue s. m. vd. zzangue. Sanguinariu soprannome. sanidà s. f. sanità. sanidariu agg. e s. m. sanitario. San Mmarì n. p. San Marino. San Padregnà n. p. San Paterniano. San Savì n. p. San Sabino. San Seerì n. p. San Severino Marche. Sansellu soprannome. sant’Anna s. f. tipo di pera. santantò s. m. uomo grosso: un pezzu de santantò. Santantone, le soprannome. santarellu s. m. dim. di santu bigotto. santì s. m. 1. santino. 2. gioco. Santì n. p. Sante. santidà s. f. santità. santiffigà v. santificare. santinella s. f. sentinella. santissimu agg. e s. m. santissimo. santu s. m. e agg. 1. santo: ecce un santu pe ccontu suu, riuscire a cavarsela bene; campu santu, cimitero; mà santa, aiuto provvidenziale; santa gnacchera!, esclamaz. con vari sensi; santu scelu!, santo cielo!; vin santu, vino da dessert. 2. Prov. chi c’ha l santu, se lu prega, chi si può raccomandare a qualcuno, lo faccia; scherzza sa i fanti, ma lassa stà i santi, non scherzare con le cose di religione. santulu s. m. 1. padrino. 2. soprannome. santumergu s. m. “Tantum ergo”: si llongu cume l santumergu, sei molto lento e noioso. Santu Steffenu n. p. Santo Stefano. sanu agg. 1. sano. 2. intero. 3. genuino. San Valentì n. p. San Valentino (fosso). san Vidu s. m. tipo di pera. Sanzò n. p. 1. Sansone. 2. uomo molto robusto. sapa s. f. mosto cotto: pulenta cu la sapa, polenta condita con la sapa. sarà! inter. forse (fut. di esse). saracca s. f. sventola. Saraffì n. p. Serafino. saraghina s. f. tipo di pesce minuto. sarascenu s. m. e agg. saraceno. sarascinesca s. f. saracinesca. sardegnolu s. m. e agg. sardo. sardella s. f. 1. sardina. 2. manrovescio: te dò na sardella, se nu stai bonu!, ti picchio se non ti fermi. sardò s. m. grossa acciuga. sarduncì s. m. acciuga. sargente s. m. sergente. sartore s. m. (anche sartu) sarto. sartu s. m. vd. sartore. sarturia s. f. sartoria. sasgeradu agg. esagerato. sasgerazziò s. f. esagerazione. sassada s. f. sassata. sassu s. m. 1. sasso. 2. soprannome. Sassuferadu n. p. Sassoferrato. Sa Steffenu n. p. rur. Santo Stefano. Saunicchia soprannome. sazzià v. saziare. sazziedà s. f. sazietà. sazziu agg. sazio. sbaà v. 1. sporcare di bava. 2. desiderare molto. sbaadura s. f. sbavatura. sbadacchià v. sbatacchiare. sbadadu agg. disattento. sbadià v. sbadigliare. sbadiarella s. f. sequenza di sbadigli. sbadìu s. m. sbadiglio. sbaduccà v. suonare (detto della campana) (da badoccu). sbaduccamentu s. m. lo sbaduccà delle campane. sbaffà v. sbafare. sbaffasse v. mangiare con gusto. sbaffu s. m. sbaffo. sbaffu, a loc. avv. a spese altrui. sbaià v. sbagliare: cume fai, sbai, sbagli comunque. sbaiadu p. pass. di sbaià e agg. sbagliato: partì cul piede giustu (sbaiadu), iniziare bene (male). sbaicchià v. sbavare. sbaicchiò s. m. bavoso. sbaiu s. m. sbaglio: l'annu de lu sbaiu, l'anno sfortunato; mancu pe sbaiu, nemmeno involontariamente. sbalestrà v. scombussolare. sballà v. sballare. sballigà v. dondolare (di un veicolo). sballuttà v. sballottare. sbalurdì v. sbalordire. sbalzà v. far balzare. sbalzu s. m. balzo. sbancà v. sbancare. sbancamentu s. m. sbancamento. sbandà v. sbandare. sbandada s. f. sbandata. sbandamentu s. m. sbandamento. sbara s. f. sbarra. sbarà v. sbarrare. sbaraccà v. sgombrare. sbaraià v. sbaragliare. sbaraiu s. m. sbaraglio. sbaramentu s. m. sbaramento. sbarazzì s. m. ragazzo vivace. sbarbadellu s. m. sbarbatello. sbarbasse v. sbarbarsi. sbarcà v. sbarcare. sbarcu s. m. sbarco. sbardasciada s. f. bambinata. sbarzelletta s. f. barzelletta. sbasgiucchià v. sbaciucchiare. sbassà v. abbassare. sbatte v. (sbattutu) 1. sbattere: nun sabè ndù sbatte la testa, non sapere a chi rivolgersi; sbatte i oi, frullare le uova; sbatte i piedi, far capricci; sbatte la testa ntel muru, disperarsi; te sbattu per tera, ti butto a terra. 2. possedere sessualmente. sbatteccà v. 1. battere. 2. redarguire. sbatteccada s. f. colpo di bacchetta. sbattesse v. sbattersi: nun te sbatte tantu, non agitarti; sbattessene (le palle), fregarsene. sbattuda s. f. lo sbattere in modo sommario. sbattudu s. m. vd. battudu. sbattudu agg. sbattuto: è un pò sbattudu, è un po' stanco; ou sbattudu, tuorlo d'uovo mescolato con zucchero fino a montare. sbeccà v. 1. rompere specie un recipiente. 2. sorprendere qualcuno. sbeccu s. m. smerlo. sbeffeggià v. irridere. Sbeffi soprannome. sbeffolcu s. m. vd. beffolcu. sbeffulcasse v. mangiare sconsideratamente. sbelà v. vd. belà. sbelada s. f. verso della pecora (anche ). sbelancià v. sbilanciare. sbelligasse v. sbellicarsi. sberla s. f. 1. schiaffo, ceffone. 2. cosa grossa. sberlò s. m. grosso schiaffo. sberluccigà v. risplendere. Sbernò soprannome. sbiaì v. sbiadire. sbiaidu p. pass. di sbiaì e agg. sbiadito. sbiancà v. sbiancare. sbiascigà v. biascicare. sbiascigamentu s. m. il biascicare: cus’è tuttu stu sbiascigamentu?, perché masticate rumorosamente? sbiattulà vd. piattulà. sbicchierada s. f. sbicchierata. sbidorzulu s. m. bitorzolo. sbiegu agg. storto; de sbiegu, di traverso. sbiellà v. sbiellare. sbiffu, de loc. avv. appena: l'ha presu de sbiffu, l'ha toccato di striscio. sbilanciasse v. sbilanciarsi. sbilencigu agg. sbilenco. sbilencu agg. sbilenco. sbillongu agg. bislungo. sbinnonnu s. m. bisnonno. sbircià v. sbirciare. sbiru s. m. impertinente. sbiscicchiadu agg. e s. m. vd. biscicchiò 2. sbiscicchiasse v. togliersi la cispa. sbisgià v. scivolare: sbisgia cume l’oiu, è molto scivoloso. sbisgiada s. m. scivolata. sbisgiadò s. m. grossa scivolata. sbisgiarella s. f. scivolatina: giugà a la sbisgiarella, tipo di gioco. sbisogne v. (sbisuntu) ungere. sbisonta s. f. un’onta maggiore. sbisontu agg. molto unto (anche usato per offendere): ontu e sbisontu, molto unto. sbizzarisse v. sbizzarirsi. sbluccà v. sbloccare. sboba s. f. (anche sbobbia e bbobba) cibo cattivo. sbobbia s. f. vd. sboba. sbocca n. p. foce: vo sgiò la Sbocca, vado alla foce del Musone. sboccu s. m. sbocco: te piasse u sboccu de sangue, ti prendesse un accidente. sbonu nell'espr. boni e sboni, buoni e cattivi. sbora s. f. sperma. sborgna s. f. sbornia da vino o amorosa. sbracciada s. f. sbracciata. sbracciasse v. 1. denudarsi le braccia. 2. correre per la fretta (sin. di spallasse): me so sbracciadu pe riallu, ma nu iè l'hu fatta, ho corso molto per raggiungerlo, ma non ci sono riuscito. sbragaladu agg. scomposto. sbragasse v. lasciarsi andare. sbraidà v. sbraitare. sbramà v. vd. sbranà. sbranà v. (anche sbramà) sbranare. sbrancià v. togliere le foglie ad una pianta. sbrancigà v. brancicare con frequenza. sbrasgiulada s. f. cotta di braciole. sbrasgiuladu agg. scomposto. sbrasgiulò s. m. confusionario. sbregà v. fare a pezzi: u la va u la sbrega, tentare il tutto per tutto. sbregadura s. f. rottura. sbregasse v. rompersi: sbregasse i corni, tentare in tutti i modi. sbregò s. m. 1. grossa spaccatura. 2. grossa fandonia. sbregu s. m. spacco. sbrigadìu agg. sbrigativo. sbrigasse v. sbrigarsi. sbrillasse v. 1. storcersi: s'è sbrilladu un piede, si è storto un piede. 2. girarsi: nun sai ndù sbrillatte, non sai dove girarti. sbrillada s. f. storta. sbrilluccigà v. risplendere. sbrinà v. sbrinare. sbrindellà v. rompere in mille pezzi. sbrisgiulà v. spezzettare il pane. sbriudu s. m. 1. disgraziato. 2. svergognto. sbroda s. f. cibo cattivo. sbrontulu s. m. rimprovero. sbronzu agg. sbronzo. sbrozzu s. m. (anche sbrozzulu) sasso appuntito. Sbrozzula n. p. Via Sbrozzola. sbrozzulu s. m. vd. sbrozzu. sbrudà v. 1. togliere il brodo. 2. macchiare. 3. Prov. chi se loda, se sbroda, chi loda se stesso, ottiene l'effetto opposto. sbrudulà v. macchiare. sbrudulamentu s. m. il macchiare. sbrudulò s. m. (anche brudulò) chi si sporca facilmente. sbruffà v. sbuffare. sbruffò s. m. chi si mette in mostra. sbruffu s. m. schizzo. sbruià v. sbrogliare: è na madassa che nun se sbroia, è una situazione molto imbrogliata. sbruntulà v. brontolare. sbruntulò s. m. brontolone. sbrusciuladu s. m. pieno di foruncoli (da brusciolu). sbruzzulosu agg. bitorzoluto. sbuccà v. sboccare. sbuccacciadu s. m. chi dice parolacce. sbuccià v. sbocciare. sbudellà v. 1. togliere le budella. sbudellasse v. sbudellasse da lu ride, scoppiare dal ridere; sbudellasse de fadiga, ammazzarsi di fatica. sbudelladu agg. 1. sciatto: si tuttu sbudelladu, nun vedi?, sei molto sciatto, non te ne accorgi? 2. sbudelladu!, disgraziato! sbuffà v. sbuffare. sbugà v. vd. sbusgià. sbuientà v. colpire con l’acqua bollente. sbuientada s. f. azione dello sbuientà. sbullà v. (anche sbullettà) togliere i chiodi. sbullettà v. vd. sbullà. sbulugnà v. licenziare, mandare via. sbumbà v. saltare in aria per l'ira. sburà v. eiaculare. sburada s. f. eiaculazione. sburgnasse v. prendere una sbornia. sburgnò s. m. sbornione. sburu s. m. sperma. sburzà v. sborsare. sbusgià v. 1. bucare (vd. bbugà). 2. sbucare: da ndò si sbusgiadu, te?, da dove provieni? sbusgiadu p. pass. di sbusgià e agg. bucato: i calzetti sbusgiadi, i calzini buchi. sbussuladu agg. vestito senza cura. sbuttunà v. sbottonare. sbuttunasse v. parlare apertamente. sbuzzà v. ammaccare. sbuzzadura s. f. ammaccatura. scaà v. scavare. scaadore s. m. scavatore. scaadrisce s. f. scavatrice. scaalcà v. scavalcare. scabacciò s. m. scapaccione. scabeccià v. intrecciare i capelli. scabecciadu p. pass. di scabeccià e agg. con i capelli arruffati. scabecullasse v. correre velocemente. scabriulasse v. correre facendo capriole. scabuccià v. scappucciare (togliere il cappuccio). scacchià v. levare i cacchi. scaccialepre s. m. tipo di erba. scaccu s. m. scacco. scacculà v. coccolare. scadaffasciu, a loc. avv. a rotoli. scadafossu s. m. burrone. scadaracchià v. scatarrare. scadaracchiosu agg. catarroso. scadaracchiu s. m. scaracchio (sputo catarroso). scadassà v. sfasciare una cadassa. scadè v. (scadudu) (anche scade) scadere. scadenà v. scatenare. scadurcià v. aprire una porta (togliere il cadorciu). scaestru s. m. vd. scavestru. scaezzacollu s. m. scavezzacollo. scaffandru s. m. scafandro. scagaccia s. f. fifa. scagaccià v. sporcare di merda. scagacciadura s. f. impronta dello scagaccià. scagacciu s. m. impronta dello scagaccià. scagarellasse v. 1. avere la diarrea. 2. affrettarsi. scagnarà v. bisticciare. scagnarada s. f. bisticcio. scagnozzu s. m. persona mediocre. scaia s. f. 1. scaglia. 2. forfora. scainà v. guaire. scaiola s. f. 1. frumento. 2. gesso. scala s. f. scala: fà tutte le scale a scudulò, scivolare per le scale; giugà a scala quaranta, tipo di gioco a carte; nun ce vurrà la scala de seda, non è molto difficile. scalà v. licenziare. scalamaradu agg. persona con grandi occhiaie (da calamaru). scalcagnadu agg. persona malridotta. scalcià v. tirare calci. scalcinà v. raschiare calcina. scalcinadu agg. trasandato, ridotto male. scaldà v. scaldare: scaldà l postu, essere presenti senza lavorare. scaldabagnu s. m. scaldabagno. scaldada s. f. riscaldata. scaldalettu s. m. 1. scaldaletto. 2. persona che vale poco. scaldamà s. m. gioco infantile. scaldì s. m. scaldino. scalerciu s. m. e agg. di nessun valore. scalesse s. m. persona ridotta male. scalì s. m. 1. scalino. 2. soprannome. scalozzi s. m. pl. piccola soffitta a scala. scalmanadu s. m. scalmanato. scalpidà v. scalpitare. scalzacà s. m. persona che vale poco (da scalzà e cà). scalzasse v. scalzarsi. scalzu agg. 1. scalzo: ndà a ddurmì scalzu, andare a letto senza cena. 2. Prov. a marzu gni villà va scalzu, a marzo le temperature iniziano a salire. scamisgiasse v. rimanere in camicia. scampà v. scampare. scampagnada s. f. gita in campagna. scampanà v. suonare le campane. scampanada s. f. suono delle campane. scampulà v. scampare. scampulu s. m. scampolo. scancellà v. cancellare. scancelladura s. f. cancellatura. scandaiada s. f. esplorazione veloce. scandulosu agg. scandaloso. scandulu s. m. 1. scandalo. 2. persona scandalosa. scannà v. scannare. scannaffoia s. f. vd. cannafoia. scannaffuià v. rur. levare le foglie al tutolo. scannuccià v. pulire il canneto. scantinà v. arrabbiarsi. scantinadu s. m. cantina. scantunà v. scantonare. scanzà v. scansare. scanzafadighe s. m. indolente. scanzasse v. 1. scansarsi. 2. allontanarsi. scanzìa s. f. credenza (da cucina). scanzunadu agg. scanzonato. scappà v. 1. uscire (“scappare” si dice scappà o fuggì ia): scappà de passienza, perdere la pazienza; scappà fora, uscire. 2. uscirci finanziariamente: nun me sce scappa, non ho soldi a sufficienza. 3. ce scappa na cagnara, ci esce una lite; è scappada la messa, è cominciata la messa; me scappa da un fiancu, mi risulta nuova; me scappa la cacca o la piscia, devo defecare o mingere; scappà nzieme, avere una relazione amorosa. 4. Prov. chiude la stalla quannu i bò è scappadi, apportare un rimedio tardivo. scappada s. f. 1. sfuggita. 2. trovata. scappadella s. f. scappatella. scappamentu s. m. scappamento. scappellà v. 1. riverire. 2. scoprire il glande. scarabeu s. m. scarabeo. scarabocchiu s. m. 1. scritto illeggibile. 2. persona sgraziata. scarabucchià v. scarabocchiare. scarabucchiadura s. f. azione dello scarabucchià. scarabucchiò s. m. scarabocchione. scaraffaggiu s. m. scarafaggio. scarcà v. (anche scarigà) scaricare. scarcerà v. scarcerare. scarcerazziò s. f. scarcerazione. scarcioffenu s. m. (anche scarcioffu e carcioffu) carciofo: sì u scarcioffenu, sei un buono a nulla. scarcioffu s. m. (anche carcioffu) vd. scarcioffenu. scarigà v. vd. scarcà. Scarigadore s. m. luogo dove si scaricavano i rifiuti (attualmente vi sorge il maxi parcheggio in Via C. Colombo). scarigu s. m. scarico. scarmià v. spettinare. scarmiadu p. pass. di scarmià e agg. arruffato. scarnì v. scarnificare. scarogna s. f. scalogna: purtà scarogna, portare scalogna. scarola s. f. tipo di indivia. scarpa s. f. scarpa: ecce l cervellu nti piedi o nte le scarpe, non voler ragionare; fà le scarpe, ingannare slealmente; rsulà le scarpe, risuolare le scarpe. 1scarpada s. f. pendio. 2scarpada s. f. colpo dato con una scarpa. scarparu s. m. 1. scarpaio. 2. maldestro. scarpellà v. scalpellare. scarpellu s. m. scalpello. scarpetta s. f. nell'espr. fà la scarpetta, raccogliere il sugo nel piatto con un pezzo di pane. scarpì v. 1. carpire. 2. sradicare. scarpinà v. camminare su terreno disagevole. scarpinada s. f. camminata lunga e faticosa. scarpirella s. f. pellicola delle unghie. scarpò s. m. scarpone. scarseggià v. scarseggiare. scarsu agg. scarso. scartà v. 1. scartare: scartà grassu, scartare molto. 2. schivare (nel calcio). scartarellu s. m. dim. di scartu. scartina s. f. carta da gioco di poco valore. scartozzu s. m. rur. pannocchia. scartu s. m. scarto: robbe de scartu, cose da scartare. scartuccià v. sin. di scannaffuià. scarugnadu agg. sfortunato. scaruzzà v. portare a passeggio con l’auto. scarzu agg. scarso. scasà v. scasare. scasamentu s. m. lo scasare. 1scassà v. cancellare. 2scassà v. rompere. scassina s. f. vd. cancellina. scassinà v. scassinare. scattà v. scattare. scattu s. m. scatto. scattula s. f. 1. scatola. 2. euf. testicoli: ecce le palle (o le saccocce o le scattule) piene, essere stufo; fà girà le scattule, fare irritare; giramentu de scattule, nervosismo; me fuma le scattule, sono molto nervoso; rompe le scattule, scocciare. scattulò s. m. 1. accr. di scattula. 2. soprannome. scatuzzà v. rur. levare le foglie del tutolo. scau s. m. scavo. scautte s. m. boy-scout. scavestru s. m. (anche scaestru) scapestrato. scazzuttà v. fare a pugni. scazzuttada s. f. scambio di pugni. sce avv. vd. ce. scega s. f. 1. cieca. 2. ceca (smussatura). scegu agg. cieco: mosca scega, moscacieca (gioco) (sostantiv. ccegu). sceie v. (sceltu) scegliere. scelleradu agg. e s. m. scellerato. scelu s. m. vd. celu. scemu agg. scemo. scemunidu agg. deficiente. scena s. f. vd. cena. scenisgia s. f. vd. cenisgia. scenne v. (scesu) scendere. scennilettu s. m. scendiletto. scenza s. f. scienza. scenziadu s. m. scienziato. scerca s. f. (anche cerca) 1. cerca. 2. questua: ndà pe la scerca, questuare. scercà v. cercare: ndà scerchenne, andare in cerca. sceriffu s. m. sceriffo. scerimonia s. f. cerimonia: fà le scerimonie, manifestare eccessiva cortesia. scerqua s. f. rur. 1. quercia. 2. Prov. le scerque nun ha fattu mai i melaranci, tale il padre, tale il figlio. scertu agg. vd. certu. scervellu s. m. vd. cervellu. scesciula s. f. sassola. scesta s. f. 1. cesta. 2. una certa quantità: na scesta. scheledru s. m. scheletro. schermu s. m. schermo. scherzzà v. 1. scherzare. 2. Prov. scherzza sa i fanti, ma lassa stà i santi, non scherzare con le cose di religione. scherzzeule agg. scherzoso (it. lett. scherzevole). scherzzu s. m. scherzo: scherzzu da prede, cattivo scherzo; stà ai scherzzi, essere capace di accettare gli scherzi. schiaà v. schiavare. schiacchiarà v. vd. chiacchiarà. schiaffà v. schiaffare. schiaffena s. f. (anche stiaffena) efelide. schiaffu s. m. (anche stiaffu) schiaffo: faccia da schiaffi, arrogante; vede de nu rmedià dù stiaffi, stai attento a non prenderle. schiaidù s. f. schiavitù. schiantà v. schiantare. schiantu s. m. schianto. schiappa s. f. persona imbranata. schiarì v. schiarire. schiarida s. f. schiarita. schiassada s. f. lite violenta. schiau s. m. vd. stiau. schicchera s. f. movimento dell'indice sul pollice per colpire o lanciare. schiena s. f. schiena: l filu de la schiena, spina dorsale; te sfasciu la schiena, ti rompo la schiena. schierigadu agg. senza chierica. schiffenza s. f. schifezza: è na schiffenza, è una porcheria. schiffì v. schifire. schiffignosu agg. schifiltoso. schiffosu agg. schifoso; (usato anche come improperio): bruttu schiffosu!, disgraziato! schiffu s. m. schifo: fa schiffu al porcu o al cazzu, fa molto schifo. schiffuseria s. f. schifezza. schina s. f. rur. schiena (cfr. ted. schiene). schioppi s. m. pl. morbillo. schioppu s. m. fucile. schiribizzu s. m. sghiribizzo. schiumà v. levare la schiuma. schiumadura s. f. schiumatura. schiumarola s. f. schiumaiola. schiuppà v. schioppare. Schiupparu soprannome. schiuppettà v. schioppettare. schiuppettada s. f. schioppettata. schizzignosu agg. schizzinoso. scì avv. (anche scè, a volte scine) 1. sì: dì de scì, accettare; scì e nno, forse o circa; te digu de scì, te pagu da bè, accetto pienamente; un annu scì, un annu no, ad anni alterni (anche per giornu, mese, settimana ecc.). 2. rafforz. è na baa, scì, è proprio una rottura. sci cong. rur. se: sci lu vulede, se lo volete; sci per ttant’è, se per caso. scià v. sciare. sciaatta s. f. ciabatta. sciaattà v. strascicare i piedi. sciaattada s. f. colpo di ciabatta. sciabà s. m. nell’espr. fà sciabà, divertirsi molto (da shabbad ‘sabato’ del gergo ebraico). sciabada s. f. scemata. sciabigottu s. m. molto sciabu 2. sciabisse v. diventare insipido. sciabottu s. m. var. di sciabu 2. sciabu agg. 1. insipido: la minè è sciaba, la minestra è insipida. 2. scemo: quantu si sciabu, come sei scemo; sciabu mizzu, proprio scemo. sciabula s. f. sciabola. sciabulada s. f. sciabolata. sciabulò s. m. 1. var. di sciabu 2. 2. soprannome. sciacculà v. stare largo (detto di un vestito o altro oggetto). sciacculò s. m. disordinato nel vestire. sciacquà v. sciacquare. sciacquada s. f. lo sciacquarsi in fretta; na sciacquada de testa, un rimprovero. sciacquadenti s. m. manrovescio. sciacquadura s. f. l’acqua usata per sciacquare. sciacquarolu s. m. scarico del lavandino. sciacquasse v. sciacquarsi: rlaede (o sciacquede) la bocca prima de discorre cu mme, bada come parli. sciacquetta s. f. donna frivola. sciacquu s. m. lo sciacquare: fatte i sciacqui nti denti, sciacquati i denti. sciadiga s. f. sciatica. scialà v. scialare. scialappa s. f. 1. gialappa. 2. soprannome. Scialidu soprannome. scialisse v. perdere sapore. sciallu s. m. scialle. scialpa s. f. sciarpa. scialpà v. intonacare. scialpada s. f. effetto dell'intonacare. Scialpì soprannome. Scialpona soprannome. scialpu s. m. intonaco. scialu s. m. scialo. sciamannadu s. m. e agg. trasandato (da sciamanno). sciamannò s. m. molto trasandato. Sciamì soprannome. sciampagne s. f. champagne. sciampu s. m. shampoo. sciancadu s. m. e agg. storpio. sciattà v. stancare: nun te sciattà troppu, non ti stancare troppo. sciattu agg. trasandato. scibria s. f. cipria. scicche s. m. chic. sciccosu agg. elegante (da chic). scietta s. f. (anche ciuetta, sciuetta) civetta: fà scietta, sbagliare; le gambe m'ha fattu scietta, le gambe mi hanno ceduto; nasu a ciuetta, naso adunco. sciffra s. f. costo elevato: è na bella sciffra, costa un bel po’. sciga s. f. cicca (della sigaretta). scigadrisce s. f. cicatrice. scigala s. f. cicala: tuccà l culu a la scigala, provocare. scigna s. f. cinta. scigogna s. f. cicogna. scigurà v. rur. assicurare. sciguru agg. rur. sicuro: de sciguru, sicuramente. sciile agg. civile. sciiltà s. f. civiltà. scima s. f. vd. cima. scimia s. f. scimmia: che scimia!, che donna brutta! sciminiera s. f. ciminiera. scimiottu s. m. persona brutta. Scina n. p. (anche Cina) Cina. scine avv. rafforz. di scì. scinghia s. f. cinghia: tirà la scinghia, campare a stento. scinisgia s. f. vd. scenisgia. scinnò avv. rur. sennò. scinquantina s. f. cinquantina. scinque num. cinque. scinquescentu num. cinquecento: la Scinquescentu, l’auto Cinquecento. scinquina s. f. cinquina. scinta s. f. cinta: scinta de le calze, cinta dei pantaloni. scintantu avv. rur. intanto. scintura s. f. cintura. 1sciò! inter. per allontanare persone o animali molesti. 2sciò s. m. rur. tubo di plastica dell’acqua. 3sciò pron. ciò: solo nell’espr. cun tuttu sciò, tuttavia. scioberu s. m. sciopero. sciocche s. m. shock. scioie v. (scioltu) sciogliere: scioie na fattura, togliere una fattura. scioilengua s. m. scioglilingua. sciolta s. f. diarrea. scioltu p. pass. di scioie e agg. libero. sciroppu s. m. sciroppo. scirucchettu s. m. vento. sciruppasse v. sopportare una persona o una cosa fastidiosa. sciste s. f. cisti. scisterna s. f. cisterna. scistide s. f. cistite. scittà s. f. città. scittadì s. m. cittadino. scituffunà v. citofonare. sciubà v. 1. sciupare. 2. dimagrire: s’è sciubadu na mucchia, è molto dimagrito. sciubadu p. pass. di sciubà e agg. 1. logoro. 2. magro. sciuberà v. scioperare. sciuberadu s. m. scansafatiche. sciubò s. m. sprecone. sciuccà v. 1. asciugare. 2. togliere tutto il denaro: m’ha sciuccadu, ho perso tutti i soldi. sciuccamà s. m. (anche sciugamà) asciugamano. sciucchezza s. f. cosa di poco valore. sciuccu agg. (anche sciuttu) 1. asciutto. 2. senza denaro: su rmastu sciuccu, ho speso tutti i soldi. sciuetta s. f. vd. scietta. sciuettò s. m. civettone (persona vanitosa e frivola). sciuffè s. m. vd. ciuffè. sciugamà s. m. vd. sciuccamà. sciughetti s. m. pl. (anche sughetti) dolce fatto col mosto e la farina. sciuimentu s. m. scioglimento. sciulu s. m. scivolo (per bambini). sciurà v. rur. raffreddare. sciurma s. f. atteggiamento preoccupato, nelle espressioni: stà cu la sciurma e ecce na sciurma. sciuttu agg. vd. sciuccu. scoba s. f. 1. scopa. 2. gioco di carte. scobu s. m. scopo. Scocciabrocche soprannome. scode v. (scossu) scuotere. scoiu s. m. scoglio. scola s. f. scuola: ecce la scola de qualchidù, essere istruiti da qualcuno; fà scola, insegnare; Mariola, pia l libbru e va a la scola. A la scola nun ce vò ndà, la maestra iè menerà. Iè menerà sa na battecca, Mariola benedetta!, Mariola, prende il libro e va a scuola. A scuola non ci vuole andare, la maestra la picchierà. La picchierà con una bacchetta, Mariola benedetta (fil.); ndà a scola, frequentare la scuola; scola lementare, scuola elementare. scoltu s. m. ascolto: dà scoltu, ascoltare (anche dà retta). scolu s. m. 1. scolo. 2. blenorragia. scomidu agg. scomodo. scontru s. m. scontro. scontu s. m. sconto. scoppiu s. m. scoppio. scoppula s. f. scappellotto. scorfenu s. m. 1. scorfano (pesce). 2. donna molto brutta: è u scorfenu. scorsa s. f. 1. scorza. 2. Prov. i antighi magnaene le scorse e buttaa ia i fighi, gli antichi erano primitivi; la scorsa de l'ou, il guscio dell’uovo. scorta s. f. rur. scorciatoia. scorzu agg. scorso. scosce v. (scottu) scuocere. scossu agg. turbato: è ora scossa, siamo in ritardo; ecce i nervi scossi, sistema nervoso turbato; mattu scossu, molto pazzo. scottadedi, a loc. avv. (anche a scottadedu) cucinato e subito mangiato. scottu agg. scotto. screbasse v. (anche screbulasse) creparsi. screbadura s. f. crepa. screbulasse v. vd. screbasse. scremà v. scremare. scremadura s. f. scrematura. scriania s. f. scrivania. scrianzadu s. m. villano. scricchià v. scricchiolare. scricchiu s. m. scricchiolio. scricciu s. m. scricciolo. scriccu s. m. scricchiolio. scrie v. (scrittu) scrivere: maghina da scrie, macchina per scrivere; pe nun sabè né legge né scrie, per cautela e buonsenso. scrime s. m. scriminatura nei capelli (anche riga). scrittu s. m. scritto. 1scroccu s. m. scrocco: a scroccu, a spese altrui. 2scroccu s. m. schiocco. scrosciu s. m. scroscio. scrubulosu agg. scrupoloso. scrubulu s. m. scrupolo: fasse scrubulu, preoccuparsi. scruccà v. scroccare. scruccaffusu s. m. tipo di dolce. scrucchià v. crocchiare. scrucchiulà v. bastonare intensamente. scruccò s. m. scroccone. scruellà v. ridurre male a bastonate. scruscefissadu agg. molto misero. scruscià v. 1. emettere un rumore antipatico. 2. scruscià de bbotte, picchiare con veemenza. scrusciulà v. ridurre male a bastonate. scrustà v. scrostare. scrustadura s. f. scrostatura. scuà v. scovare. scubà v. 1. scopare. 2. (volg.) (sin. di chiaà, fotte, muntà, trumbà) avere un rapporto sessuale. scubada s. f. 1. scopata. 2. (volg.) (sin. di chiavada e trumbada) rapporto sessuale. scubadura s. f. lo scubà 1. e il suo risultato. scuberchià v. scoperchiare. scuberchiada s. f. azione dello scoperchiare. scuberta s. f. scoperta. scubertine s. f. pl. nell'espr. fà le scubertine, cogliere di sorpresa. scubetta s. f. dim. di scoba. scubettò s. m. accr. di scoba. scubettu s. m. dim. di scoba. scubì s. m. spazzino. scubò s. m. accr. di scoba. scubrì v. (scubertu) scoprire: cus’ì scubertu, l’Ameriga?, non hai detto niente di nuovo; scubrì i altarì o i brudetti, scoprire i sotterfugi. scubridore s. m. scopritore. scubrimentu s. m. scoprimento. scucchia s. f. mento (anche cchieppa). scucchiarada s. f. vd. cucchiarada 2. scuccià v. scocciare. scucciadura s. f. scocciatura. scucciulà v. fare a pezzetti. scucciuladu p. pass. di scucciulà e agg. fatto a pezzi, decadente, rotto. scudella s. f. scodella. scudettu s. m. scudetto. scudu s. m. 1. scudo. 2. scudo (moneta): m’ha custadu solu dù scudi, l’ho pagato poco. scudulasse v. vd. cudulasse. scudulò avv. nella loc. a scudulò, scivolando: ha fattu tutte le scale a scudulò, è scivolato per le scale. scuffia s. f. 1. cuffia. 2. scoppola. 3. cotta: piasse na scuffia, innamorarsi o ubriacarsi. scuffiottu s. m. accr. di scuffia 1. scuiattulu s. m. scoiattolo. scuiera s. f. scogliera. scuiunà v. 1. stancare. 2. annoiare. scuiunadu agg. 1. esigente: è gnente scuiunadu!, è molto esigente. 2. depresso, annoiato: è scuiunadu neru, è molto depresso. scuiunadura s. f. voglia, desiderio: leasse na scuiunadura, togliersi un desiderio. sculà v. scolare. sculabrodu s. m. scolabrodo. sculacciada s. f. sculacciata. sculadura s. f. effetto e prodotto dello scolare. sculapiatti s. m. scolapiatti. scularu s. m. scolaro. sculastigu agg. scolastico. sculettà v. far ondeggiare le natiche camminando. scullà v. scollare. sculladura s. f. scollatura. sculpì v. scolpire. scultà v. ascoltare. scultriccià v. raccogliere i rimasugli di cereali rimasti nel campo. sculurì v. scolorire. sculurina s. f. scolorina. scumbinà v. scombinare. scumbinadu p. pass. di scumbinà e agg. confusionario. scumbussulà v. scombussolare. scumbussulamentu s. m. scompiglio. scumidà v. rur. scomodare. scummessa s. f. scommessa. scommette v. (scummesu) scommettere. scumpagnà v. separare. scumpagnadu p. pass. di scumpagnà e agg. dissimile. scumpagnu agg. (anche scumpagnadu) diverso. scumparì v. (scumparidu) scomparire. scumpone v. (scumpostu) scomporre. scumpostu p. pass. di scumpone e agg. disordinato. scumpusizziò s. f. scomposizione. scumudà v. scomodare. scumunniga s. f. scomunica. scumunnigà v. scomunicare. scuncassà v. sconquassare. scunclusiunadu agg. incongruente. scundidu agg. scondito. scunfinà v. sconfinare. scunfinfferà v. quadrare: a mme nu mme scunfinffera pre gnè, non mi quadra affatto. scunfitta s. f. sconfitta. scunfortu s. m. sconforto. scunfurtasse v. sconfortarsi. scungelà v. scongelare. scungelamentu s. m. scongelamento. scungiurà v. scongiurare. scungiuru s. m. scongiuro. scunquassà v. sconquassare. scunsagrà v. sconsacrare. scunsià v. sconsigliare. scunsuladu agg. desolato. scuntà v. 1. scontare. 2. far pagare: tantu te le fagu scuntà tutte, certamente te le farò pagare tutte. scuntentà v. scontentare. scuntentu agg. scontento. scuntrasse v. scontrarsi. scuntrì s. m. scontrino. scuntrosu agg. scontroso. scunucchià v. ridurre in cattive condizioni (da conocchia). scunucchiada s. f. azione e l'effetto dello scunucchià. scunusciudu agg. sconosciuto. scunvolge v. (scunvoltu) sconvolgere. scunzià v. sconsigliare. scunzuladu agg. sconsolato. scuppià v. scoppiare. scuppulò s. m. sganascione. scuraggià v. scoraggiare. scuraggiamentu s. m. scoraggiamento. scurazzà v. scorrazzare. scurbudigu agg. scorbutico. scurcià v. vd. ccurcià. scurciadoia s. f. accorciatoia. scurciadura s. f. accorciatura. scurdà v. scordare. scurdadu p. pass. di scurdà e agg. scordato: fà da scurdadu, dimenticarsi. scurdarecciu agg. chi si dimentica facilmente. scurdeule agg. chi si dimentica facilmente. scure v. (scurzu) scorrere. Scureggì soprannome. scureggia s. f. scoreggia. scureggià v. scoreggiare. scureggiò s. m. scoreggione. scurettu agg. scorretto. scurì v. scurire. scurimentu s. m. scorrimento. scurnà v. 1. rompere le corna. 2. andare a sbattere. scurnada s. f. (anche ncurnada) battuta: ha dattu na scurnada ntell’alberu, ha battuto contro l’albero. scurnadu agg. cornuto. scurpellà v. lacerare la pelle o altro. scurpiò s. m. scorpione. scursa s. f. scorsa: daie na scursa, dagli uno sguardo. scursu p. pass. di scure. scurtà v. accorciare: le sgiurnade se scorta, le giornate si accorciano. scurtigà v. scorticare. scurtigadura s. f. scorticatura: fasse na scurtigadura, prodursi una scorticatura. 1scuru s. m. 1. imposta: chiude i scuri, chiudere le imposte. 2. buio: se ffa scuru, si fa buio; a lu scuru, al buio. 2scuru agg. 1. colore tendente al nero. 2. senza luce: ecce casa scura e lettu iacciu, essere in pessime condizioni. scurzò s. m. vd. sdulzò. scusasse v. scusarsi. scusciadu agg. che lascia scoperte le cosce (detto di vestito). scusciasse v. accosciarsi. scusge v. (scusgidu) (anche scusgì) scucire. scusgì v. vd. scusge. scusgidura s. f. scucitura. scustà v. scostare. scustumadezza s. f. scostumatezza. scustumadu agg. maleducato. scuttà v. scottare. scuttadura s. f. scottatura. scuzzese agg. e s. m. 1. scozzese. 2. soprannome. sdebbidasse v. sdebitarsi. sdedada s. f. (anche sdidada) ditata (da dedu). sdentada s. f. vd. dentada. sdentadu agg. sdentato. sderenà v. sfinire. sderenadu p. pass. di sderenà e agg. sfinito. sdermasse v. 1. perdere la forma originale. 2. sforzarsi: lù nun se sderma, non si sforza. sdidada s. f. vd. sdedada. sdiluià v. diluviare. sdingula s. f. altalena. sdingulà v. vd. dindulà. sdingulamentu s. m. dondolamento. sdràbbiu s. m. 1. straccio. 2. vestito malconcio. 3. attrezzo agricolo per spianare le zolle. sdraiasse v. sdraiarsi. sdraiu s. m. sedia a sdraio. sdrega s. f. 1. strega. 2. donna cattiva: si na sdrega!, sei cattiva! sdregà v. stregare. sdregò s. m. stregone. sdreguneria s. f. stregoneria. sdròsgia s. f. donnaccia. sdrucciuladu s. m. truciolato. sdrusgenidu agg. mal ridotto. sdugà v. percuotere fortemente: te sdogu, te ne dò tante. sdugada s. f. bastonata. sdulurada s. f. dolore. sdulzò s. m. (anche scurzò, sdurzò e stulzò) persona grossolana: frade sdulzò, frate che non è sacerdote. sduppià v. sdoppiare. sdurzà v. scialare: hi fenidu a sdurzà, hai finito di scialare. sdurzò s. m. vd. sdulzò. 1se cong. 1. se: se ccume famu, come facciamo; “se” è mortu a Castellu, ti devi decidere; se pper ttant’è, se fosse vero; s’in casu, se fosse il caso. 2. (pleon.) cusa sai s’in che pianeda arai d’andà a fenì, non sai come andrai a finire. 2se (anche ze) pron. impers. si: se disce ch’è llù, si dice che sia lui. 3se pron. rifl. si: se rlaa tuttu, si lava tutto. secca s. f. siccità. seccà v. 1. far diventare secco. 2. importunare. 3. bocciare (scolast.). seccadore s. m. seccatore. seccadura s. f. seccatura. secchiada s. f. secchiata. secchiò s. m. (scolast.) alunno molto studioso senza troppe capacità. secchiu s. m. secchio. seccome cong. e avv. (anche seccume e siccume) 1. siccome. 2. come. seccu agg. 1. secco: palle secche, appell. iron. 2. magro: seccu rrabbidu o seccu cum' u spì o cume n alisciu, molto magro. 3. a seccu, improvviso: na curva a seccu, una curva coperta; rmane a seccu, restare senza benzina o denaro o altro. seccume cong. e avv. vd. seccome. seda s. f. seta: nun ce vurrà la scala de seda, non è molto difficile. sedaccià v. setacciare. sedacciu s. m. setaccio. seddiscesimu agg. sedicesimo. seddisci num. sedici. seddonca avv. (rur. siddonca) 1. dunque: siddonca è successu questu, dunque è successo questo. 2. oppure: siddonca nun ce vai, oppure non ci vai. 1sede s. f. sete: mette sede, far venire sete. 2sede s. f. sede. 3sede v. (sedudu) (anche sedè) sedere: a sede per tera, seduto in terra; mette a sede, far fallire. sedè v. vd. sede 3. sedenu s. m. (anche sendulu) sedano. sedia s. f. sedia: sedia del paba, gioco. sediò s. m. (anche seggiulò) seggiolone. sedula s. f. setola. seduda s. f. seduta. Seerì n. p. Severino. seeridà s. f. severità. seeru agg. severo. sega s. f. 1. sega. 2. (sin. di pugnetta) atto di masturbazione maschile. 3. cosa di poco conto: mezzasega, cosa o persona di poco valore; nun vale na sega, non vale niente. segà v. segare. segacciu s. m. saracco. segadicciu s. m. segatura. segadura s. f. segatura: ecce la segadura ntel cervellu, non capire niente. seggiula s. f. seggiola (più usato sedia). seggiulì s. m. seggiolino. seggiulò s. m. vd. sediò. seghì s. m. vd. balìu. segnà v. 1. annotare. 2. segnare (dei fattucchieri). 3. segnare un goal. segnu s. m. (anche zzegnu) segno: (è) segnu che piuea, significa che pioveva (anche se ede che piuea); ndù ria, lassa l segnu, lascia sempre la sua impronta. 1segonnu agg. secondo: de segonna mà, usato. 2segonnu prep. secondo: segonnu lù, secondo lui. Segonnu n. p. Secondo. segredariu s. m. segretario. segrederia s. f. segreteria. 1segredu s. m. segreto. 2segredu agg. segreto. segu s. m. sego. seguestrà v. sequestrare. seguestru s. m. sequestro. seguì v. seguire (più usato ndà ddiedru). seguidà v. seguitare. seguidu s. m. seguito. sègule s. f. pl. 1. esequie. 2. Prov. sobr’ al mortu, se canta le segule, chi è morto, non ha più voce in capitolo. segulu s. m. secolo. 1seiscentu num. seicento. 2seiscentu s. f. la Seiscentu, la FIAT 600. selezziò s. f. selezione. selleri s. m. pl. tipo di pasta (anche selleretti). sèlleru s. m. rur. sedano. sellì s. m. sella di moto o biciclette. selvadigu agg. selvatico: fenocchiu caallì o selvadigu, finocchio forte. selze s. m. 1. seltz. 2. soprannome. semafferu s. m. semaforo. sembula s. f. semola. sembulì s. m. semolino. Sembulò soprannome. seme s. f. pl. semi di zucca. semente s. f. pl. semi di piante. seminà v. seminare. seminariu s. m. seminario. semisgia s. f. piccolo chiodo usato dai calzolai. semmancu loc. avv. contr. se nemmeno: semmancu lù lu sa, se nemmeno lui lo sa. semplisce agg. semplice. sempliscidà s. f. semplicità. semplisciottu s. m. sempliciotto. sempliffigà v. semplificare. semplisciottu s. m. e agg. sempliciotto. semproniu s. m. tipo strano. senadore s. m. senatore. senadu s. m. senato. sendulu s. m. vd. sedenu. Senigaia (anche Sinigaia) n. p. Senigallia: Senigaia, mezzu ebreu e mezzu canaia, detto poco civile. sensazziò s. f. sensazione. sensibbile agg. sensibile. sensibbilidà s. f. sensibilità. sente v. vd. sentì. sentì v. (anche sente) 1. sentire: ce senti?!, arrivi a capirlo?; fasse sentì, difendere le proprie ragioni; nun ce senti da sa recchia, non vuoi proprio capire; nun sentì legge, essere senza regole; pe sentidu dì, in modo indiretto e vago; sentì a calchidù, sentire qualcuno; sentirai la bbotta se nun si sordu, ti accorgerai delle conseguenze. 2. ascoltare: sent’a zziu, ascoltami bene; sente!, ascolta; sente che sinfunia!, senti che predica!; sentì l’aradiu, ascoltare la radio; stà a sentì, ascoltare. 3. avvertire: sente che musiga, senti che tanfo o che cosa sgradita. sentimentu s. m. sentimento. sentisse v. sentirsi: sentisse mosciu, sentirsi fiacco; sentisse peggiu, star peggio. sentudu p. pass. rur. di sentì sentito. senza prep. senza: senza de lù, senza lui. senzale s. m. sensale. senzamenu avv. certamente. senzu s. m. senso: fà senzu, provocare disgusto. separazziò s. f. separazione (dei coniugi). seppellì v. seppellire. seppertantè loc. contr. vd. pertantè. 1sera s. f. 1. sera: da la madina a la sera, per tutto il giorno; ier sera, ieri sera; stassera, questa sera. 2. Prov. sera da leò, madina da cuiò, chi fa le ore piccole, al mattino rende poco. 2sera s. f. serra. serada s. f. serata. seradura s. f. serratura. Seraffì n. p. Serafino. seranna s. f. serranda. serbadoiu s. m. serbatoio. serenada s. f. serenata. serenu agg. sereno. seriu agg. serio: sul seriu, veramente; pià sul seriu, dare credito a qualcuno. sermuncì s. m. preghierina. serpa s. f. rur. serpe. servì v. servire. servidore s. m. servo. servidù s. f. servitù. servizziu s. m. servizio: donna de servizziu, collaboratrice domestica; fori servizziu, non funzionante; ndà, stà a servizziu, fare il domestico. servu s. m. servo. sessà! loc. inter. contr. (anche ssà e ce sessà) si sa, nel senso di “è ovvio” (composto di se, si e sa, sa). 1sessantanoe num. sessantanove. 2sessantanoe s. m. coito orale reciproco. sessè v. inf. sedere: mettede a sessè, mettiti a sedere. sessu s. m. sesso. sessula s. f. attrezzo per spulà. sestà v. sistemare. sestema s. m. rur. sistema. sestemà v. rur. sistemare. 1sestu s. m. ordine: nun c’ha n sestu, è disordinato. 2sestu agg. sesto. sette num. 1. sette: sett’ottu, un certo numero. 2. strappo: c’ha un sette nte le calze, ha uno strappo nei pantaloni. 3. escl. di sorpresa (anche settete). settembre s. m. 1. settembre. 2. Prov. settembre, l’ua fatta e i fighi penne, a settembre sono maturi i fichi e l’uva. settembrina s. f. tipo di pera. settemmezze s. m. gioco di carte. Settesaccocce soprannome. settescentu num. settecento. settete inter. vd. sette. Settì n. p. Settimio e Settimia. settimì agg. settimo figlio. settimu agg. settimo. sezziò s. f. sezione. sfaccennà v. affaccendarsi. sfaccennadu s. m. ozioso. sfacchinà v. lavorare molto. sfacchinada s. f. lavoro pesante. sfacciadu agg. sfacciato. sfadigadu agg. sfaticato. sfaldà v. asfaltare. sfaldu s. m. 1. asfalto. 2. strada asfaltata. sfallà v. sbagliare. sfalzà v. sfalsare. sfalzadu p. pass. di sfalzà e agg. sfalsato. sfamà v. sfamare. sfamidu agg. molto affamato. sfangà v. scampare un pericolo o una difficoltà: pure sta ò l’hu sfangada, anche questa volta ci sono riuscito. sfarfallà v. sfarfallare. sfarfuià v. vd. farfuià. sfasadu agg. disorientato. sfascià v. sfasciare: te sfasciu la schiena, ti rompo la schiena. sfasciacarozze s. m. sfasciacarrozze. sfasciò s. m. persona poco delicata. sfasgiulà v. 1. andare a genio. 2. convincere: sta faccenna nun me sfasgiola, questa cosa non mi convince. sfasgiulada s. f. mangiata di fagioli: me su ffattu na sfasgiulada che nun te digu, mi sono fatto una bella scorpacciata di fagioli. sfebbrada s. f. febbre alta. sfedigadu agg. sfegatato. sfenì v. sfinire. sfiaccà v. fiaccare. sfiadasse v. 1. far rimanere senza voce. 2. fuoriuscire da un condotto (detto dell’aria o gas). sfialuda s. f. fiammata. sfiammà v. sfiammare. sfiancà v. sfiancare. sfiarà v. bruciare. sfiarada s. f. lingua di fuoco. sficcanasà v. ficcanasare. sficchettà v. ficcanasare. sfidà v. sfidare. sfidusciadu agg. sfiduciato. sfiezza s. f. vd. fiezza. sfiezzadu agg. chi ha le fiezze. sfiezzò agg. chi ha le fiezze. sfiga s. f. (sin. di maluguriu) iella: che sfiga! sfigadu agg. e s. m. iellato. sfigurà v. sfigurare. sfilà v. sfilare (detto del filo). 2. rompersi la spina dorsale. 3. estrarre. 4. sfilare in una sfilata. sfilaccià v. sfilacciare. sfilada s. f. sfilata. sfiladinu s. m. filoncino di pane. sfiluncì s. m. vd. filuncì. sfilza s. f. serie. sfinì v. sfinire. sfissià v. asfissiare. sfissiante agg. asfissiante. sfiudu s. m. puzza. sfiurà v. sfiorare. sfiurì v. sfiorire. sfogu s. m. sfogo. sfoia s. f. strato di pasta. sfoiu s. m. spoglio: fà lu sfoiu di vodi, fare lo spoglio dei voti. sfonnu s. m. sfondo. sforzu s. m. sforzo. sfotte v. (sfuttudu) deridere. sfradasse v. deporre la tonaca di frate. sfragasciu s. m. fracco. sfragassà v. fracassare. sfragne v. (sfrantu) schiacciare. sfrangiuladu agg. spezzettato. 1sfrantu p. pass. di sfragne e agg. schiacciato. 2sfrantu s. m. frescone, piagnucolone. sfrappa s. f. dolce di carnevale. sfrasgellasse v. tritolare. sfrasgellu s. m. 1. sciagura (sin. di casì). 2. persona messa male. 3. abbondanza: un sfrasgellu o un massagru de robba, una gran quantità. sfrattà v. sfrattare. sfrattu s. m. sfratto. sfregà v. sfregare. sfregada s. f. lo sfregare sommariamente. sfregnadu agg. e s. m. incontentabile. sfrenà v. sfrenare. sfrenadu p. pass. di sfrenà e agg. senza freni. sfrisge v. vd. frisge. sfrisgià v. sfregiare, graffiare. sfrisgiada s. f. azione ed effetto dello sfregiare. sfrisgiu s. m. graffio. sfrittellasse v. sporcarsi gli abiti mangiando. sfrunnà v. rur. levare le fronne. sfrunnò s. m. sproposito. sfruntadu agg. sfacciato. sfruttà v. sfruttare. sfruttadore s. m. sfruttatore. sfruttamentu s. m. sfruttamento. sfuderà v. levare la fodera. sfugà v. 1. sfogare. 2. vd. ffugà 1. sfugasse v. sfogarsi. sfugge v. (sfuggidu) sfuggire: a sfugge, di sfuggita. sfuggida s. f. visitina: dacce na sfuggida, farci una piccola visita; de sfuggida, rapidamente. sfuià v. 1. sfogliare. 2. levare le foglie. sfuiadella s. f. sfogliatella. sfullà v. sfollare. sfumadura s. f. sfumatura. sfumì v. affumicare. sfumigà v. affumicare. sfunnà v. sfondare. 1sfunnadu p. pass. di sfunnà. 2sfunnadu agg. 1. riccu sfunnadu, molto ricco. 2. con molto appetito (senza fondo). sfurà v. sforare. sfurbisciada s. f. forbiciata. sfurchettada s. f. vd. furchettada. sfurcunada s. f. forconata. sfuriada s. f. sfuriata. sfurmà v. sformare. sfurnà v. sfornare. sfurtuna s. f. sfortuna. sfurtunadu agg. sfortunato. sfurzà v. forzare. sfurzadura s. f. forzatura. sfurzasse v. sforzarsi. sfusu agg. sfuso. sfutticchià v. andar cercando (sin. di strufficchià). sgabellu s. m. sgabello. sgabuzzì s. m. ripostiglio. sgaggià v. 1. urlare. 2. rimproverare: i ha sgaggiadu l padre, il padre lo ha rimproverato. sgaggiada s. m. rimprovero. sgaggiò s. m. persona che urla molto. sgaggiosu agg. appariscente: un vestidu sgaggiosu, un abito appariscente. sgaggiu s. m. 1. urlo. 2. rimprovero. sgambadu agg. scosciato. sgambettà v. dimenare le gambe. sgambià v. scambiare. sgambiu s. m. scambio. sgancià v. 1. sganciare: sgancià calchidù, piantare qualcuno. 2. scoreggiare. sganghenadu agg. messo male. sgappà v. rur. uscire, scappare: sgappà fora, uscire. sgarà v. sgarrare. sgarbadu agg. sgarbato. sgarberia s. m. sgarbo. sgarbu s. m. sgarbo. sgarbunà v. sin. di pumiscià. sgardaffò s. m. 1. tafano. 2. persona piccola e brutta. 1sgardezzà v. scardassare. 2sgardezzà v. rimuovere la brace. sgardezzada s. f. atto del rimuovere la brace. sgaruffà v. fare tentativi vani: hi voia a sgaruffà, è inutile che ci provi. sgaruffasse v. scompigliarsi: te se sgaruffa i cabelli, ti si scompigliano i capelli. sgaruffò s. m. rimestatore. sgarzellì s. m. 1. inesperto. 2. spiritoso. Sgattò soprannome. sgente s. f. (pl. le sgente) (anche gente) 1. gente: gente de mezza tacca, persone di condizione sociale media; mancu pe la gente che lu ede, è una vergogna; u sterminiu de sgente, moltissima gente. 2. Prov. gente trista, numinada e vvista, se si nomina una cattiva persona, compare. sgeugraffia s. f. geografia. sgeumedria s. f. geometria. sghei s. m. pl. soldi (voce lombardo-veneta?). sghidarrada s. f. lode per avere qualcosa. sgiarattiera s. f. giarrettiera. sgiardì s. m. giardino. sgida s. f. gita. sginastiga s. f. ginnastica. sgiò avv. vd. giò. sgionta s. f. giunta: mettecce la sgionta, rincarare la dose. sgiornu s. m. (anche giornu) 1. giorno: cercà i sgiorni che nun è pari, attaccare briga; ecce i sgiorni cuntadi, stare per morire; fasse sgiornu, albeggiare; i sgiorni de la merla, la fine fredda di gennaio; ndà a ggiorni, essere volubile; nun ze ffa mai sgiornu, non si arriva mai a completare qualcosa; orlu a giornu, orlo eseguito con il punto a giorno; pià l giornu pe la notte, dormire di giorno; un giornu che nun pioe tantu, chissà quando. 2. Prov. campa n giornu e campelu bè, vivi poco, ma bene; santa Luscia, l giornu più ccortu che ce sia, il giorno di santa Lucia è (era) il più corto dell’anno. sgippe s. f. jeep. sgirà v. vd. girà. sgiraffa s. f. giraffa. sgiungla s. f. giungla. sgiuntura s. f. giuntura. sgiurnada s. f. giornata: le sgiurnade se scorta, le giornate si accorciano. sgnaccà v. schiaffare. sgnacchera s. f. ceffone (sin. di papagna). sgnagnarà v. vd. gnagnarà. sgnaulà v. vd. gnaulà. 1sgombru s. m. scombro. 2sgombru agg. sgombro. sgonfiu agg. sgonfio. sgorbiu s. m. sgorbio. sgraasse v. partorire. sgraffià v. (anche sgranffignà) graffiare. sgraffiu s. m. (anche sgranffignottu) graffio. sgramadura s. f. escoriazione. sgramasse v. escoriarsi. sgranà v. sgranare. sgranchisse v. sgranchirsi. sgranciu s. m. 1. granchio. 2. persona deperita: si u sgranciu, sei deperito. sgrandulà v. rur. (anche grandulà) grandinare. sgrandulada s. f. vd. grandulada. sgranffignà v. 1. sin. di sgraffià. 2. rubare. sgranffignottu s. m. vd. sgraffiu. sgranu s. m. nell’espr. fasgioli da sgranu, tipo di fagioli. sgranucchià v. mangiare a piccoli morsi. sgrascià v. pulire. sgrasciada s. f. pulita. sgrassà v. sgrassare. sgrassada s. f. sgrassata. sgrazziadu agg. sgraziato. sgricciulu s. m. scricciolo. sgrizzà v. schizzare. sgrizzada s. f. lo schizzare. sgrizzu s. m. 1. schizzo. 2. soprannome. sgrugnà v. rovinare (specie un mobile o una siperficie metallica). sgrugnadura s. f. azione dello sgrugnà. sgrullà v. (anche grullà) smuovere: sgrullà la tuaia, agitare la tovaglia per lasciar cadere le molliche; sgrullà le spalle, non ascoltare. sgrullada s. f. mossa: daie na sgrullada, dagli una mossa. sgrullò s. m. raffica di pioggia. sgrullu s. m. sin. di sgrullada. sgrussà v. sgrossare. sgrussada s. f. sgrossata. sgualcì v. sgualcire. sgualcidura s. f. sgualcitura. sguardada s. f. sguardo dato di traverso. sguardu s. m. sguardo. sguarnì v. sguarnire. sguatteru s. m. sguattero. sguazzà v. sguazzare. sgubbà v. sgobbare. sgubbada s. f. sgobbata. sgubbò s. m. sgobbone. sguccià v. (anche sgucciulà) sgocciare. sguccignà v. sgocciolare (detto della pioggia). sgucciulà v. vd. sguccià. sgucciuladura s. f. lo sgocciolare. sguerciasse v. rovinarsi la vista affaticandola. sguinciu, de loc. avv. obliquamente. sguinzaià v. sguinzagliare. sguizzà v. sguizzare. Sguizzera n. p. Svizzera. sguizzeru s. m. e agg. svizzero. sgulasse v. 1. arrochirsi. 2. parlare a lungo. sgulfenadu s. m. persona senza misura nel mangiare. sgulfenasse v. mangiare troppo. sguluppà v. rur. sviluppare. sguluppu s. m. rur. sviluppo. sgumbrà v. sgombrare. sgumbrada s. f. atto dello sgombrare. sgumidada s. f. sgomitata. sgunfià v. sgonfiare. sgunfiada s. f. atto dello sgonfiare. sgurbia s. m. 1. tipo di scalpello. sgurgula s. f. luogo imprecisato: ndù vai, giò la sgurgula?, non sai nemmeno tu dove vai. 1sguzzà v. sgozzare. 2sguzzà v. spuntare: me s’è sguzzadu l labbisse, la matita mi si è spuntata. si cong. rur. se: si vvoi, se vuoi. sia num. 1. sei. 2. Prov. chi magna a sedè, magna per tre, chi magna in pia, magna per sia, chi mangia in piedi, mangia il doppio. sibariu s. m. sipario. siccume cong. vd. seccome. siccumu cong. rur. siccome. siddonca avv. rur. vd. seddonca. siduazziò s. f. situazione. sieru s. m. siero. siffilide s. f. sifilide. siffilidigu agg. sifilitico. siffò s. m. sifone. Sigherai soprannome. sigheretta s. f. sigaretta. sigheru s. m. sigaro. signiffigà v. significare (sin. di volè dì). signiffigadu s. m. significato. signore s. m. (anche zignore) (f. signora) 1. persona distinta. 2. ricco o nobile: i signori, i nobili o i ricchi. 3. fà l porcu signore, vivere agiatamente; l Zignore, Signore Dio; l Zignore è mortu in crosce, non mi chiamare signore; la signora del tuppè va a la messa che nun c’è; iè se rompe na ciaatta, la signora è mezza matta (fil.), la signora del toupet va alla messa quando non c’è; le si rompe una ciabatta, la signora è mezza matta. 3. Prov. l Zignore, se chiude na finestra, apre un purtò, bisogna sperare nella provvidenza. signozzu s. m. singhiozzo. signurì s. f. signorina (per chiamare). signurina s. f. signorina. signurottu s. m. signorotto. silenziosu agg. silenzioso. silenziu s. m. silenzio. silleba s. f. sillaba. siluru s. m. siluro. silusse s. m. silos. Silvà n. p. Silvano. simbulu s. m. simbolo. Simò n. p. Simone. simpadìa s. f. simpatia: ndà a simpadia, comportarsi secondo le proprie preferenze. simpadigò s. m. simpaticone. simpadigu agg. simpatico. sincasannumai cong. casomai. sinceridà s. f. sincerità. sinceru agg. sincero. sincube s. f. sincope. sinfunia s. f. predica: sente che sinfunia!, senti che predica! singhiozzu s. m. singhiozzo. singulare agg. singolare. Sinigaia n. p. vd. Senigaia. sinistru agg. sinistro. sinnagadu s. m. sindacato. sinnagalista s. m. sindacalista. sinnigu s. m. sindaco. sintantu cong. finché. sintedigu agg. sintetico. sintumu s. m. sintomo. sintunia s. f. sintonia. Sippe n. p. SIP. sippertant’è loc. se per caso (e non si vorrebbe che fosse). Sirolu n. p. 1. Sirolo. 2. Prov. chi va a Luredu e nun va a Sirolu, vede la madre, ma nun vede l fiolu, chi va a Loreto trova la Madonna, chi va a Sirolo trova il figlio. sisa s. f. totocalcio (da SISAL). Siscilia n. p. Sicilia. siscilianu agg. e s. m. siciliano. sisgillà v. sigillare. sisgillu s. m. sigillo. sistema s. m. modo di comportarsi: arda che sistemi!, che modi! sistemà v. sistemare. sistemasse v. 1. raggiungere una stabilità economica. 2. riordinare la persona. slabbrà v. slabbrare. slabbradura s. f. slabbratura. slaccià v. slacciare. slagnà v. lagnarsi. slagrimà v. lacrimare. slaladu agg. sfinito (dal pollo malato che trascina le ali a terra). slamasse v. vd. llamasse. slanciu s. m. slancio. slanguidisse v. illanguidirsi. slanguisse v. vd. languisse. slargà v. allargare. slargu s. m. slargo. slau agg. e s. m. slavo. slegà v. slegare. slentà v. allentare. sleppa s. f. sberla. sliccà v. vd. liccà. slisgià v. vd. llisgià. slisgiada s. f. adulazione. slisgiadura s. f. lisciatura. slittà v. slittare. slittì s. m. dim. di slitta slittino. slongà v. vd. slungà. sluccigà v. vd. luccigà. slugà v. slogare. slugadura s. f. slogatura. sluggià v. sloggiare. slungà v. (anche llongà, llungà) allungare: fà slungà o stirà l collu, far desiderare; slungà le gambe, morire; slungà le mà, tastare. smà, de loc. avv. fuori mano (da mà). smacchià v. smacchiare. smaderià v. infuriarsi. smadunnà v. bestemmiare. smaghinà v. lavorare con la macchina da cucire. smaghinada s. f. viaggio faticoso in auto. smaià v. smagliare. smaiadura s. f. smagliatura. smaltà v. sporcare di fango. smaltì v. smaltire. smaltu s. m. smalto. smammà v. andarsene forzatamente. smaneggià v. maneggiare illecitamente o furtivamente. smanettà v. correre in moto. smanià v. smaniare. smaniosu agg. smanioso. smannigà v. rompere nel manico. smantà v. scoprire (detto di vestiti o panni). smarà v. far perdere il filo ad una lama. smaradura s. f. azione ed effetto dello smarà. smarcà v. smarcare. smartellà v. battere col martello. smartellada s. f. colpo dato col martello. smascherà v. smascherare. smatteggià v. sfuriare. smattisse v. 1. impazzire. 2. affaticarsi a cercare qualcosa. smazzà v. smazzare. smedulladu s. m. e agg. smidollato. smelà v. smielare. smelanguladu agg. di forma irregolare. smemuradu agg. smemorato. smenà v. 1. lavorare la pasta. 2. dimenare. smerdà v. 1. sporcare di merda. 2. disonorare. smerià v. smerigliare. smeriada s. f. (anche smeriadura) smerigliatura. smeriadura s. f. vd. smeriada. smeriu s. m. smeriglio. smette v.(smesu) smettere (più usato lassà ndà). smezzà v. dimezzare. smiaulà v. 1. miagolare. 2. parlare noiosamente. smiccià v. sbirciare. smicciada s. f. sbirciata. smigragnadu agg. squattrinato. smilzu agg. smilzo. sminchiunadu agg. incontentabile. sminchiunadura s. f. sfizio. Smindulu soprannome. sminestrà v. voler dirigere. smistà v. smistare. smisuradu agg. smisurato. Smitrà soprannome. smiulà v. miagolare. smoe v.(smossu) smuovere: smoe mezzu monnu, darsi molto da fare. smogne v. (smontu) palpeggiare. Smomme n. p. SMOM. smontu p. pass. di smogne e agg. pallido, malaticcio. smorciu agg. spento. smortu agg. smorto. smubbilidà v. smobilitare. smucchià v. ridurre. smuccigà v. mordere a tratti. smuccigasse v. mordersi: smuccigasse i labbri, mordersi le labbra. smucculà v. bestemmiare. smucculadu agg. pieno di moccio (da mucculu). smudernà v. rimodernare. smudernada s. f. atto ed effetto dello smudernà. smuesse v. (smossu) muoversi. smugugnà v. mugugnare. smulligà v. cospargere di briciole. smunnigasse v. smonacarsi. smuntà v. smontare. smuntu agg. sfinito: quantu si smuntu!, sei sfinito. smurà v. smurare. smurcià v. spegnere. smurfficchià v. cercare accuratamente, rovistare. smurffiosu agg. smorfioso. smusà v. manifestare disgusto. smusada s. f. smorfia di disgusto. smuscià v. ammosciare. smusginà v. 1. rimestare. 2. Prov. la mmerda, più la smusgini, più ppuzza, più si indaga sulle persone scorrette, più cose si trovano. snà avv. vd. snì. snasà v. annusare. snellì v. snellire. snellu agg. snello. snerbà v. snervare. snì avv. sì: nell’espr. o snì o snà, o sì o no (richiesta di decisione netta). snobbe s. m. snob. snudà v. snodare. 1sobra 1. avv. e prep. sopra: de sobra o su de sobra, di sopra; esse sobra ppenzieru, essere distratto; labbru de sobra, labbro superiore; lissobra o lassobra, sopra. 2. sostant. l sobra del pisgiama, la giacca del pigiama. 2sobra nelle espr. sobratté, sobrallù, lo sai solo tu, lo sa solo lui (forse da sabrai, sabrà, fut. di sabè e lù, lui). sobraccuberta s. f. sopraccoperta. sobrammà s. m. sopraffilo. sobrattuttu avv. soprattutto. sobre avv. e prep. rur. sopra. sobrossu s. m. soprosso. 1sodu agg. sodo. 2sodu s. m. rur. coltivazione di foraggio. Soffia soprannome. soffiu s. m. soffio. sogna s. f. grasso di maiale. sognu s. m. (anche zognu) sogno. Sograde n. p. Socrate. soia s. f. soglia. soiula s. f. sogliola. sola s. f. 1. suola. 2. esse na mezza sola, valere poco; pià na sola, subire un inganno. soldu s. m. 1. soldo, denaro: fà i soldi, arricchirsi; gambià i soldi, cambiare il denaro in spicciolinun c’ho un soldu pe ffà cantà un cegu, sono a corto di denaro; soldi spicci, monete spicciole; vvanzà i soldi, essere creditore. 2. Prov. i soldi manna l'acqua per d’in zu, con il denaro si fanno anche le cose impossibili. solfena s. f. solfa: è la solida solfena, è sempre la stessa musica. 1solidu agg. solito: cum’al solidu, come di consueto; è la solida solfena, è sempre la stessa musica; per solidu, di solito. 2solidu agg. solido. solu agg. solo: mettesse da solu, iniziare un’attività in proprio; ndà solu, fare i primi passi; solu che llù, solo lui; solu solu, tutto solo; stà ssolu, non essere sposato. sonu s. m. suono. sor s. m. signor. sora s. f. 1. suora. 2. signora. sorba s. f. cosa sgradita, fastidio (da sorba, frutto del sorbo): probiu a me duea cabidà sa sorba, proprio a me doveva capitare questa cosa sgradita. sorcia s. f. 1. f. di sorciu. 2. vulva. sorciu s. m. 1. topo. 2. Prov. quannu nun c’è l gattu, i sorci balla, quando non è presente il principale, i subordinati non lavorano. sordu s. m. e agg. sordo: sentirai la bbotta se nun si sordu, ti accorgerai delle conseguenze; sordu cum’ un bancu o più sordu de na campana, molto sordo. sordumudu s. m. e agg. sordomuto. sòreda s. f. tua sorella (anche offens.). sòrema rur. mia sorella. sorgu s. m. sorgo. sorta s. f. sorte (appartiene anche al linguaggio lett.): un pò pe sorta, variato. sorzu s. m. sorso. sosceru s. m. 1. suocero. 2. Prov. nee marzola dura quantu la soscera e la nora, la neve di marzo è effimera. sosciu s. m. socio. sotta 1. avv. e prep. (anche sutta) sotto: a bbocca sotta, guardando a terra; de sotta, sotto, di sotto; fasse sotta, farsi avanti; giò de sotta, giù sotto; labbru de sotta, labbro inferiore; là sotta o lì sotta, giù sotto; mette sotta, far lavorare molto o incaricare; mette sotta i piedi, umiliare; mettesse sotta, impegnarsi; ndà sotta, andare in passivo; pià o cchiappà sotta, investire con un automezzo; pisciasse sotta, farsela addosso dalla paura; ride sotta i baffi, ridere di nascosto; sotta casa, vicino casa; sotta gamba, sottogamba; sotta i feri, nel corso di un intervento chirurgico; sotta padrò, dipendente; sotta sotta, nell'intimo o di nascosto; sotta tera, sottoterra; sottascedu, sottaceto; stà sotta, nei giochi; sutt’oiu, sott'olio; tenè sotta, dominare. 2. (sostant.) l sotta, la parte inferiore. sottascedu s. m. sottoaceto. sottesobra s. m. e agg. sottosopra. sottocchiu avv. nell'espr. pià sottocchiu calchidù, considerare negativamente qualcuno. sottubracciu avv. a braccetto. sottuentu avv. sottovento. sottueste s. f. sottoveste. sottuffonnu s. m. sottofondo. sottugamba avv. con leggerezza: fà le cose sottugamba, agire con leggerezza. sottumà avv. a portata di mano. sottuosce avv. sottovoce. sottupadrò avv. alle dipendenze. sottuscala s. m. sottoscala. spaaldu agg. spavaldo. spabaradu agg. rilasciato. spaccà v. spaccare: la testa me se spacca, ho un forte mal di testa; n accidente o un colpu che se lu spacca, un accidente che lo colpisce (cattiva risposta); spaccà la faccia, bastonare; spaccà le legne, spaccare la legna; u la va u la spacca (o la sbrega), tentarle tutte. spaccadura s. f. spaccatura. spacciu s. m. negozio di tabacchi. spaccò s. m. spaccone. spaccu s. m. spacco. spadrunà v. cambiare padrone. spaentà v. spaventare. spaentapasseri s. m. 1. spaventapasseri. 2. persona brutta (sin. di bruttoriu). spaentosu agg. spaventoso. spaentu s. m. spavento (più usato paora). spaghettu s. m. 1. spaghetto: spaghetti a la garbunara, spaghetti alla carbonara; spaghetti o penne a la rrabbiada, tipo di cucina. 2. paura: me su ppresu u spaghettu, mi sono preso una bella paura. Spagna n. p. Spagna: pan de Spagna, torta soffice. spagnola s. f. 1. febbre spagnola. 2. tipo di masturbazione eseguita dalla donna. spagnolu agg. e s. m. spagnolo. spagnuletta s. f. spagnoletta. spagu s. m. spago. spaide s. f. spider. spalà v. spalare. spalancà v. spalancare. spalla s. f. spalla: ecce la testa su le spalle, essere responsabile; ecce le spalle cuberte, essere protetti; ecce le spalle grosse o ecce bone spalle, saper sopportare; sgrullà le spalle, non ascoltare; vultà le spalle, abbandonare. spallada s. f. spallata. spallasse v. correre con molta fretta. 1spalletta s. f. stipite. 2spalletta s. f. parte del maiale. spalmà v. spalmare. spalpettà v. muovere le palpebre. spampanadu agg. allargato, schiacciato. spanà v. far perdere il filo (della vite). spanne v. (spasu) spandere: spanne i pagni, spandere la biancheria. spanucchià v. spannocchiare. spanzà v. scoppiare: m'ha fattu spanzà dallu ride, mi ha fatto scoppiare dal ridere. spappulà v. spappolare. spara s. f. strofinaccio per i piatti. sparà v. sparare. sparada s. f. sparata. sparadoria s. f. sparatoria. sparagnà v. 1. risparmiare. 2. Prov. omu de pogu unore, cunzuma l lume e sparagna l zole, una persona di poco onore vive di notte. sparagnì s. m. tirchio. sparagnu s. m. risparmio: piazza de la cassa de sparagnu, Piazza Gallo. sparagu s. m. asparago. sparambià v. rur. risparmiare. sparàmbiu s. m. rur. risparmio. sparecchià v. sparecchiare. sparecchiada s. f. lo sparecchiare: dà na sparecchiada. spareggiu s. m. spareggio. sparge v. (sparsu) spargere. sparì v. sparire. sparniccià v. spargere (sin. di sparpaià). sparò s. m. grossa spara. sparpaià v. spargere (sin. di sparniccià). Spartegu n. p. Spartaco. spartì v. dividere, separare; nun c’ho gnente da spartì cun quellu, non ho nulla a che vedere con quello. 1spartidu p. pass. di spartì e agg. separato. 2spartidu s. m. separato legalmente. spartidura s. f. riga dei capelli. spartimentu s. m. riga dei capelli. spartisse v. separarsi: s'è spartidu dalla moie, si è separato dalla moglie. spartizziò s. f. spartizione. sparu s. m. sparo. spasa s. f. 1. lo spandere 2. confusione di oggetti: arda che spasa ch’i fattu!, guarda quanta confusione hai fatto; ha fattu na spasa, ha sparpagliato tutto. spasginà v. spaginare. spasimà v. spasimare. spasimu s. m. spasimo. spassasse v. divertirsi. spasseggià v. passeggiare. spasseggiu s. m. passeggio. spassiunadu agg. spassionato. spassosu agg. spassoso. spassu s. m. passeggio: esse a spassu, essere disoccupato; mannà a spassu calchidù, togliergli il lavoro; ndà a spassu, andare a passeggio; purtà a spassu, portare a passeggio o illudere. spastigu agg. e s. m. spastico. spattuelladu agg. con la pattuella aperta. spauracchiu s. m. 1. spauracchio. 2. soprannome. spaurì v. impaurire. spazzacamì s. m. spazzacamino. spazziale agg. spaziale. spazziosu agg. spazioso. spazziu s. m. spazio. spazzula s. f. spazzola. spazzulada s. f. spazzolata. spazzulì s. m. spazzolino. spazzulò s. m. spazzolone. specchià v. specchiare. specchiolu s. m. né testa né croce. specchiu s. m. specchio. spedalà v. spedalare. spedì v. spedire. spedizziò s. f. spedizione. speducchià v. spidocchiare. 1spegne v. (spentu) (anche spigne) spingere. 2spegne v. (spentu) spegnere. spegulà v. speculare. spegulazziò s. f. speculazione. spelà v. pelare. spelacchià v. pelare. spellà v. spellare. spelladura s. f. lacerazione della pelle. spendulò, a loc. avv. vd. pendulò, a. spennà v. spennare. spennacchiadu agg. 1. senza penne. 2. estens. senza soldi. spennacciò s. m. spendaccione. spennazzà v. andar girando muovendo la gonna. spenne v. (spesu) 1. spendere. 2. Prov. chi spenne pogu, spenne troppu, chi risparmia, non ci guadagna. spennellà v. spennellare. spennellada s. f. (anche pennellada) spennellata. spenta s. f. rur. spinta. spentu p. pass. di spegne1. e agg. potente. spenzieradezza s. f. spensieratezza. spenzieradu agg. spensierato. spera s. f. lancetta dell’orologio. sperà v. 1. sperare. 2. Prov. chi vie sperannu, more cagannu, chi vive sperando, muore cacando. sperania s. f. rur. tipo di erba. Speranzì n. p. rur. di vacca. sperde v. (spersu) perdere, sperdere. sperella s. f. nell'espr. na sperella de sole, un poco di sole. spergiuru s. m. spergiuro. speriguladu agg. spericolato. sperimentu s. m. esperimento. sperna s. f. vd. perna. spernà v. fare la perna. spertu agg. esperto. sperzu agg. spaesato. spesa s. f. spesa: esse nte le spese, dover fare delle spese; fà spesa, fare la spesa. spesà v. spesare. 1spesce s. f. nell'espr. fà spesce, meravigliare negativamente. 2spesce avv. soprattutto. spesciale agg. speciale. spescialidà s. f. specialità. spescialista s. m. specialista. spesciffigà v. specificare. spesciffigu agg. specifico. spessu avv. spesso. spettà v. aspettare: spettà la manna o la pruidenza, aspettare che avvenga qualcosa senza far niente. spettadore s. m. spettatore. spettagulu s. m. spettacolo. spettegulà v. spettegolare. spettenà v. vd. spettinà. spettinà v. (anche spettenà) spettinare. spetturadu agg. con pochi vestiti addosso. spezzà v. spezzare. spezzadì s. m. spezzatino. spezzie s. f. pl. aromi. spì s. m. spino: seccu cume u spì, molto magro; stà nti spì, stare sulle spine (in ansia, impazienza ecc.). spia s. f. 1. spia: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu (fil.), chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto. 2. Prov. chi nun piscia in cumpagnia, o è un ladru o è na spia, chi si apparta troppo, desta sospetti; ladri e spia, fora de casa mia, non voglio in casa né ladri né spie. spià v. spiare. spiadu p. pass. di spià spiato e agg. spigliato. spiaggia s. f. spiaggia: tibu da spiaggia, esibizionista. spianà v. 1. spianare: spianà la strada, rimuovere le difficoltà. 2. sti discorzi nun me spiana, questi discorsi non mi convincono. spianada s. f. spianata. spianadora s. f. spianatoia. spianozzu s. m. pialla corta. spiantà v. spiantare. 1spiantadu p. pass. di spiantà. 2spiantadu s. m. ridotto in miseria. spiantu s. m. spianto: mannà a spiantu, mandare in rovina; ndà a spiantu, andare in rovina. spiattulà v. vd. piattulà. spiazzà v. spiazzare. spiazzale s. m. piazzale. spiazzu s. m. spiazzo. spiccà v. spiccare. spicchiu s. m. (anche spicciu) spicchio. spiccià v. cambiare banconote in spiccioli. spicciasse v. affrettarsi. spiccigà v. spiccicare: nu spicciga na parola, rimane muto. spiccigadu agg. identico: è lu ritrattu spiccigadu de lu zziu, assomiglia molto allo zio; uguale spiccigadu o spiccigadu identigu, proprio uguale. 1spicciu s. m. vd. spicchiu. 2spicciu agg. libero: falla spiccia, agire in fretta; passà pe le spicce o pià la strada de la spiccia, agire in modo approssimativo. 3spicciu agg. spicciolo: soldi spicci, monete spicciole. spiccosu agg. sgargiante. spiedadu agg. spietato. 1spiegà v. chiarire. 2spiegà v. aprire: spiegà i lenzoli, aprire le lenzuola. spiegazziò s. f. spiegazione. spifferà v. raccontare cose riservate. spigà v. rur. spigolare. spigarola s. f. donna che spiga. spigne v. vd. spegne. Spigulò soprannome. spigulu s. m. spigolo. spilla s. f. spilla: spilla abbalia, spilla da balia. spillò s. m. spillone. spilluccherà v. spiluccare. spilorciu s. m. spilorcio. spinarelli s. m. pl. morbillo. spinasci s. m. pl. spinaci. Spinellu n. p. Via Fonte Magna: oltra pe Spinellu, diedru Spinellu, per Via Fonte Magna. spintadò s. m. spintone. spiò s. m. spione. spioe v. (spiuudu) spiovere. spiombu, a loc. avv. a piombo. spippasse v. finire tutto il mangiare. spippettà v. fumare (iron.). spirapolvere s. m. aspirapolvere. spiridadu agg. impaurito. spiridosu agg. spiritoso. 1spiridu s. m. spirito, carattere. 2spiridu s. m. alcool. 3spiridu s. m. fantasma. spirina s. f. aspirina. spirlungò s. m. spilungone. spiscià v. bagnare di urina. spisciale agg. speciale. spiscialidà s. f. specialità. spisciulà v. gocciolare. spiuizzigà v. piovigginare. spiumbà v. non essere a piombo. spizzà v. smussare. spizzigà v. spizzicare. splenne v. (p. pass. non usato) splendere. splennore s. m. splendore. sponna s. f. sponda: giugà de sponna, giocare di sponda (nel biliardo o nelle bocce). spontà v. rur. vd. spuntà 2. sporcu agg. sporco. sporge v. (sportu) sporgere. sporta s. f. borsa della spesa. sporte s. m. sport. sposu s. m. 1. sposo: vestidu da sposu o da sposa, vestito da matrimonio o anche molto bello. 2. Prov. sposa mmullada, sposa furtunada, se piove durante il matrimonio, si ha fortuna. spredasse v. spretarsi. spreèngulu s. m. 1. scellerato. 2. anima in pena. spreffonnu s. m. sprofondo (sede dell'inferno). spregà v. 1. sprecare: se sprega, ce ne sono tanti. 2. Prov. nun fa l male, ch’è peccadu, nun fa l bè, ch’è spregadu, non fare il male, perchè è peccato, non fare il bene, perchè è inutile. spregadore s. m. 1. sprecone. 2. Prov. la robba de i aari va nte le mà dei spregadori, ciò che è risparmiato dai prodighi, viene sciupato dagli spreconi. spregadu p. pass. di spregà e agg. sprecato: fiadu spregadu, consiglio inascoltato. spregheria s. f. spreco. spregò s. m. sprecone. spregu s. m. spreco. spreme v. (spremudu) spremere. spremuda s. f. spremuta. sprepusidadu s. m. chi non conosce limiti. spresgiudigadu agg. spregiudicato. sprinte agg. sprint. sprisgiunà v. scarcerare. spruburzziò s. f. sproporzione. spruburzziunadu agg. sproporzionato. spruffumadu agg. molto profumato. spruffunnà v. sprofondare. spruistu agg. sprovvisto. sprunà v. spronare. spruposidu s. m. 1. errore madornale o cosa senza senso: ha dittu n spruposidu, ha detto una cosa insensata. 2. soprannome. spruscedadu s. m. persona senza misura (soprattutto nel mangiare). spruzzà v. spruzzare. spruzzada s. f. spruzzata. spruzzadore s. m. spruzzatore. spruzzu s. m. spruzzo. spubulà v. avere molto successo. spudà v. 1. sputare: spudà ntel piattu ndò che se magna, criticare chi ti fa i favori; spudà sale o sangue, faticare oltremodo. 2. Prov. chi spuda per aria, iè casca addossu, chi se la prende col cielo, ne pagherà le conseguenze. spudacchiò s. m. accr. di spudu. spuderadu s. m. sfacciato. spudu s. m. sputo. spuià v. spogliare. spuiadoiu s. m. spogliatoio. spuiarellu s. m. spogliarello. spuiasse v. 1. spogliarsi. 2. spretarsi. spulà v. rur. pulire il grano, il cece, i fagioli ecc. spuladora s. f. attrezzo per spulà. spulcià v. spulciare. Spuledu n. p. Spoleto. spulentada s. f. polentata. spuletta s. f. spoletta. spulmunasse v. spolmonarsi. spulpà v. spolpare. spulverà v. spolverare. spulverada s. f. spolverata. 1spuntà v. far perdere la punta: ho spuntadu l’agu, ho spuntato l’ago. 2spuntà v. (rur. spontà) spuntare, venir fuori: spunta l sole, spunta il sole; spuntene i corni, arriva il tradimento; spuntene i peli, vengono fuori i peli; spuntalla, riuscire ad ottenere: nun se moe fintantu che non l’ha spuntada, non si muove fintanto che non ha ottenuto ciò che vuole. spuntadure s. f. pl. budella di animale cucinate. spuntaneu agg. spontaneo. spuntò s. m. sporgenza. spurcà v. sporcare. spurcacciò s. m. sporcaccione. spurchizzia s. f. sporcizia. spurgà v. spurgare. spurgu s. m. spurgo. spurtada s. f. chiusura violenta della porta. spurtellada s. f. colpo di sportello. spurtellu s. m. sportello. spurtìu agg. sportivo: campu spurtiu, stadio; strada del campu spurtiu, Via Olimpia. spusà v. 1. sposare: spusà in chiese, contrarre matrimonio religioso. 2. Prov. né de venere né de marte, nun se sposa, nun se parte, nun se dà princibiu all’arte, né di venerdì, né di martedì non ci si sposa, non si parte, non si iniziano lavori. spusarizziu s. m. matrimonio. spustà v. spostare. spustadu p. pass. di spustà, s. m. e agg. pazzo. spustamentu s. m. spostamento. sputtanà v. sputtanare. sputtaneggià v. fare la prostituta. spuzzà v. togliere la puzza. squacquarà v. ridere sguaiatamente. squacquarada s. f. risata sguaiata. squadrà v. squadrare (guardare attentamente). squadrada s. f. sguardo minaccioso: dà na squadrada. squadrinadu s. m. squattrinato. squadrò s. m. squadrone. squadru s. m. squadro: mette in squadru, sistemare o mettere ad angolo retto. squaià v. squagliare. squaiassela v. svignarsela. squàiu s. m. cioccolata in tazza. squaliffiga s. f. squalifica. squaliffigà v. squalificare. squartà v. squartare. squattrinadu agg. senza soldi. Squicqueru soprannome. squilibradu agg. squilibrato. squillà v. squillare. squillu s. m. squillo. Squinquinettu soprannome. squinternadu agg. squinternato. squisidu agg. squisito. ssa! inter. vd. sessà. ssaburà v. assaporare. ssaggià v. assaggiare. ssassinà v. assassinare. ssassinu 1. s. m. assassino. 2. inter. brigante! ssedadu agg. assetato. ssennadu agg. assennato. ssigura s. f. sicura. ssigurà v. assicurare. ssigurada s. f. assicurata. ssigurazziò s. f. assicurazione. ssigurezza s. f. sicurezza. ssiguru agg. sicuro: de siguru o siguru, sicuramente; ndà sul siguru, non rischiare. ssiste v. (ssistidu) assiste. ssole s. m. vd. zole. ssonnu s. m. vd. zzonnu. ssu agg. vd. zu. ssubisse v. assopirsi. ssuggettasse v. assoggettarsi. ssugna s. f. grasso (specie sporco). ssuluzziò s. f. 1. soluzione. 2. assoluzione. ssunzziò s. f. assunzione. ssurbente agg. assorbente. sta agg. vd. stu. stà v. 1. stare: lassa stà, lascia perdere o non molestare; me sta, mi sembra; me sta bè, mi va bene; me sta ntel cazzu, lo odio; ndà a stà bbè, andare incontro ad una situazione peggiore; nun stà né in cielu né in tera, essere assurdo; nu stacce cu la testa o ndà ia de testa, impazzire; sta ntra le gambe, risposta volgare a chi non trova niente; stà a buttega, lavorare come apprendista; stà a cculu ppuzzò, stare piegato in avanti; stà a ggalla, galleggiare; stà a gguardà, tenersi in disparte; stà a la casca, dipendere; stà a mmollu, stare a mollo; stà a ppadrò, lavorare alle dipendenze; stà a sentì, ascoltare; stà a servizziu, fare il domestico; stà a vvede che (loc.), indica attesa; stà addossu, incalzare; stà ai scherzzi, essere capace di accettare gli scherzi; stà al chiodu, stare forzatamente alle dipendenze; stà al monnu, stare in società, vivere; stà al postu suu, non intromettersi; stà ttente, ascoltare con attenzione o essere prudente; stà bbonu, stare tranquillo; stà bruttu, non sta bene; stà cu la Juve, tifare per la Juve; stà cu unu, essere fidanzato con una persona; stà cul musu o cu la sciurma, essere molto serio; stà cume n paba, stare benissimo; stà de casa, abitare; stà de mà, si trova sul mio itinerario; stà ddiedru, far la corte o seguire; stà ffrescu, illudersi o essere rovinato; stà in penzieru, essere preoccupato; stà in piedi, essere coerente (detto di ragionamento); stà male, stare male (detto di un vestito); stà mmeiu, migliorare; stà ntel core, essere molto amato; stà ntel gozzu, stare antipatico o un problema che non si risolve; stà nti cuioni, sta nti pagni de calchidù, stare al posto di qualcuno; stà nti spì, stare sulle spine (in ansia, impazienza ecc.); stà ntornu, stare vicino a qualcuno; stà nzieme, avere una relazione sentimentale; stà pogu, stare per; stà ppeggiu, star peggio; stà sotta, nei giochi; stà ssolu, non essere sposato; stà su, rimanere sveglio fino a tardi o farsi coraggio; stà nti cuioni, nte le palle o sul cazzu, essere indesiderato; stà su lu stomigu, pesare sullo stomaco; sta ttente, stai attento; sta zzittu che, espressione che introduce l’esternazione di una sensazione improvvisa; sta zzittu e bbonu, non ti muovere; stacce, essere consenziente, partecipare; stamme bè, arrivederci. 2. Prov. se staa meiu quannu se staa peggiu, elogio dei tempi andati. stabbile agg. stabile. stabbilì v. stabilire. stabbilimentu s. m. stabilimento. stabbiu s. m. rur. stabbio. staccà v. 1. staccare: nun staccà i occhi da, non levare gli occhi da; staccà la bulletta, morire; te staccu le recchie, espr. di minaccia. 2. finire la giornata lavorativa: oggi hu staccadu a le scinque, oggi ho terminato di lavorare alle cinque. staccia s. f. staccio: staccia, stacciola e staccia minaccia sono gli inizi di filastrocche. staccià v. stacciare. stacciola s. f. dim. di staccia, vd. stacciunada s. f. staccionata. staccu s. m. stacco. stadale agg. statale: la Stadale, la strada statale Adriatica. stadera s. f. statera. Stadi Unidi n. p. Stati Uniti (più comune l'Ameriga). stadistiga s. f. statistica. 1stadu s. m. stato: stadu de famia, certificato di stato di famiglia. 2stadu p. pass. di stà. staduina s. f. dim. di statua: l giogu de le belle staduine. stadura s. f. statura. Staffulu n. p. Staffolo. staggia s. f. staggio. staggià v. sgridare. staggiada s. f. sgridata: dà, pià na staggiada, dare, subire una sgridata o una fregatura. stagnà v. stagnare (chiudere): la porta nu stagna, la porta non è a chiusura stagna. stagnì s. m. stagnino. stagnu s. m. stagno. staiccià v. tagliuzzare. stalla s. f. 1. stalla. 2. Prov. chiude la stalla quannu i bò è scappadi, apportare un rimedio tardivo. stamadina avv. stamattina. stampà v. stampare. stampu s. m. stampo. stancà v. stancare (più usato straccà). stanga s. f. persona molto alta. stangà v. stangare. stangada s. f. stangata. stangò s. m. spilungone. stanotte avv. questa notte. stantiulidu agg. (anche stanziulidu) stantio. stantiulisse v. diventare stantio. stantuffu s. m. stantuffo. stanzìa s. f. credenza. stanziòlu s. m. rur. piccolo locale. stanziulidu agg. vd. stantiulidu. stanzò s. m. grossa stanza. stappà v. stappare. stasgiò s. f. stagione: fori stasgiò, fuori stagione. stasgiunà v. stagionare. stassera avv. questa sera. stazziò s. f. stazione: la Stazziò (dd’Osimu), Osimo Stazione. Ste n. p. (anche Steffenu) Stefano. stebbidì v. (anche stiebbidì) stiepidire. stebbidida s. f. (anche stiebbidida) scaldatina. stecca s. f. stonatura. stecchettu, a loc. avv. in dieta o in ristrettezze economiche. stecchì s. m. 1. stuzzicadenti. 2. persona molto magra. stecchia s. f. stecco. stecchidu agg. sul colpo: possi murì sstecchidu!, possa morire subito! Stèffenu n. p. vd. Ste. stegne v. (stentu) stingere. stella s. f. stella: vede le stelle, provare un forte dolore. Stella n. p. rur. di vacca. stelladu agg. stellato. stema s. m. stemma. stemiu agg. astemio. stemperasse v. consumarsi: me ssò stemperadu la testa, mi sono scervellato. stempiadu agg. stempiato. stenne v. (stesu) stendere: stenne i pagni, stendere il bucato; stenne o slongà le gambe, morire. stentà v. stentare. stentu s. m. stento. sterà v. sterrare. sterilizzà v. sterilizzare. sterlacca s. f. allodola. sterminadu agg. sterminato. sterminiu s. m. 1. sterminio. 2. gran quantità: c’era u sterminiu de sgente, c’era moltissima gente. sterneffula s. f. fionda. sternudì v. starnutire. sternudu s. m. 1. starnuto. 2. soprannome. sterpu s. m. rur. sterpo. steru s. m. scavo. sterzà v. sterzare. sterzada s. f. sterzata. sterzu s. m. sterzo. stesa s. f. 1. rincorsa. 2. lo stendere i panni. stessu agg. stesso: li stessu (rur.), ugualmente. stesu p. pass. di stenne e agg. steso: longu stesu, tutto lungo. stia s. f. stiva. stiaccià v. schiacciare. stiaffena s. f. vd. schiaffena. stiaffu s. m. vd. schiaffu. stiale s. m. stivale. stiau s. m. (anche schiau) schiavo. stibu s. m. rur. recinto del maiale. stidigu agg. e s. m. 1. stitico. 2. avaro: è gnente stidigu, è molto spilorcio. stiebbidì v. vd. stebbidì. stiebbidida s. f. vd. stebbidida. stignà v. vincere la tigna. stilla s. f. goccia (termine lett.). stima s. f. rur. stima: fà la stima, fare la stima. stimà v. stimare. stimadu p. pass. di stimà e agg. che gode di stima. stimulà v. stimolare. stimulu s. m. stimolo. stincu s. m. stinco. stipenniu s. m. stipendio. stirà v. 1. stirare. 2. tirare: stirà le recchie, tirare gli orecchi. 3. fà llungà o stirà l collu, fare aspettare molto; stirà l collu, perdere la vita. stirada s. f. 1. stirata. 2. tirata: na stirada de recchie, una tirata d’orecchi. stiradura s. f. stiramento. stirilizzà v. sterilizzare. stiringomma s. f. vd. ciccingomma. stirpà v. rur. sistemare il terreno dopo l'aratura. stirpadore s. m. rur. attrezzo per stirpà. stiru s. m. stiro: feru da stiru, ferro da stiro. stiuppettada s. f. rur. schioppettata. stizzasse v. 1. stizzarsi. 2. rompere il fidanzamento. stomigu s. m. stomaco: fermà lu stomigu, mangiare qualcosa; mal de stomigu, mal di stomaco e grossa seccatura; me sta nte lu stomigu o su lu stomigu, non riesco a digerire (o sopportare) una cosa o una persona; mbarazzadu de stomigu, sofferente di pesantezza di stomaco; mmazzà lu stomigu, far male allo stomaco; tappà lu stomigu, saziare; traaià lu stomigu, far soffrire lo stomaco; traaiu de stomigu, mal di stomaco. stoppe s. m. stop. storce v. (stortu) torcere: storce i occhi, la bocca, un piede ecc., torcere gli occhi, la bocca, un piede ecc.; storce l nasu, arricciare il naso. 1stornu agg. scemo. 2stornu s. m. storno. stortu p. pass. di storce e agg. storto. straaccasse v. stravaccarsi. straagante agg. stravagante. strabaltà v. vd. trabaltà. strabaltò s. m. ribaltone. strabazzà v. strapazzare. strabazzada s. f. strapazzata. strabazzò s. m. persona confusionaria. strabazzu s. m. strapazzo. strabigu agg. strabico. strabuccà v. traboccare. stracca s. f. stanchezza (sin. di stracchezza). straccà v. stancare. straccali s. m. pl. bretelle. stracchezza s. f. stanchezza (sin. di stracca). stracchì s. m. stracchino. straccia s. f. 1. sin. di stracciu. 2. straccia minaccia, tutti giò la piazza…, inizio di una filastrocca. stracciadella s. f. stracciatella. stracciarolu s. m. vd. stracciaru. stracciaru s. m. (anche stracciarolu) straccivendolo. stracciu s. m. straccio: stracciu pe pulì per tera, straccio per lavare i pavimenti; u stracciu de maridu, un marito qualsiasi. straccu agg. stanco: nadu straccu, nato stanco; straccu mortu o mizzu, molto stanco. stracottu agg. stracotto. strada s. f. strada: a mmezza strada, a metà tra la partenza e l’arrivo; donna de strada, prostituta; esse nte la bona strada, essere nella giusta direzione; fà strada, guidare; fasse strada, farsi largo; gambià strada, fare scelte diverse; l ciu de la strada, il margine della strada; la strada noa, Via Cialdini; ndu porta la strada, dove va la strada; passà pe le spicce o pià la strada de la spiccia, agire in modo approssimativo; spianà la strada, rimuovere le difficoltà; strada de tera, carraia; truasse in mezzu a na strada, essere in condizioni gravi. stradella s. f. dim. di strada: fà la stradella, ritornarci diverse volte. stradellu s. m. dim. di strada sentiero. stradì s. m. cantoniere. stradò s. m. accr. di strada: stradò de Campucaallu, stradone di Campocavallo (Via Cagiata). stradu s. m. strato. straecchiu agg. stravecchio. straede v. (straistu) stravedere. straffà v. strafare. straffalciò s. m. strafalcione. strafforu, de loc. avv. di nascosto. straffregassene v. non preoccuparsene affatto. straffugu, de loc. avv. di nascosto. straffuttente agg. strafottente. strainisse v. diventare più che strano (di persona). strainu agg. più che strano (di persona). straizzi s. m. pl. stravizi. straizzià v. straviziare. stramaledì v. (stramaledittu) stramaledire. strambòligu agg. molto strano (di persona). strambu agg. molto stranu. stramisgiò, a loc. avv. vd. strasginò, a. strampaladu agg. strampalato. strampalò s. m. confusionario. stramu s. m. rur. parte bassa del fusto del grano. strangulà v. strangolare. stranieru agg. e s. m. straniero. stranisse v. stranirsi. stranu agg. strano. straoltu agg. stravolto, sfinito. strapagà v. strapagare. strappà v. strappare. strappacamisgia s. m. gioco di carte. strappasse v. strapparsi: strappasse l culu sa i dedi, arrabbiarsi molto. strappu s. m. strappo. strapunta s. f. trapunta. strasge s. f. strage. strasgialada s. f. impresa faticosa. strasginà v. trascinare, portarsi dietro: strasginà i piedi, trascinare i piedi. strasginada s. f. donna non seria. strasginadu p. pass. di strasginà e agg.: cauli strasginadi, cavolfiori cotti in padella. strasginasse v. spostarsi a fatica. strasginò, a loc. avv. (anche a stramisgiò) trascinando i piedi. strattada s. f. tirata. strauiesse v. (straoltu) rotolarsi. straurdinariu agg. straordinario. strazziu s. m. strazio. streccià v. strecciare. strecciada s. f. il districare. stregne v. (strettu) stringere: è na medicina che stregne, è un astringente; me se stregne i pagni addossu, mi diminuisce il tempo a disposizione; me se stregne l culu, ho una grossa paura. strenghetta s. f. 1. tipo di pasta. 2. nastro per busto. Strenghì soprannome. stretta s. f. paura: me su ppresu na stretta de culu, mi sono molto impaurito. strettu p. pass. di stregne e agg. stretto. strià v. strigliare. stride v. (strisu) stridere: hi voia a stride!, aspetta senza speranza. stridulà v. stritolare. Strigula n. p. Via Strigola. strigulà v. spezzettare. strigulì s. m. pezzetto. strillà v. strillare. strillò s. m. strillone. strillu s. m. 1. strillo. 2. soprannome. striminzidu agg. striminzito. strimpellà v. strimpellare. strincigà v. trinciare: te strincigu, ti faccio a pezzi. strippà v. rur. sin. di stirpà. strippasse v. mangiare troppo. strippe s. m. strip (più usato spuiarellu). strisgia s. f. striscia. strisgià v. strisciare. strisgiò, a loc. avv. strisciando. strisgiu, de loc. avv. di striscio. strisu p. pass. di stride. stroffa s. f. strofa. strolligu s. m. 1. astrologo, indovino. 2. persona strana. strongu agg. 1. tronco. 2. sfinito. stronzu 1. s. m. escremento. 2. s. m. e agg. persona spregevole. stroppa s. f. rur. aggiunta di animali per tirare il birocciu. stroppiu agg. storpio. strozzapredi s. m. tipo di pasta. struccà v. rur. rompere. struffà v. strofinare. struffada s. f. strofinata: dà na struffada, pulire sommariamente. strufficchià v. andar cercando (sin. di sfutticchià). struffinà v. strofinare. struffinacciu s. m. straccio per pulire. struffinada s. f. lo struffinà. struggesse v. (struttu) struggersi. struì v. istruire. struidu p. pass. di struì e agg. istruito. strulligà v. strologare. strumbazzà v. strombazzare. strumbettà v. strombettare. strumbettada s. f. strombettata. strumentu s. m. strumento (più usato urdegnu). strunà v. intontire. strunadu p. pass. di strunà e agg. 1. stordito. 2. svitato. strungà v. stroncare: ndù rriu, strongu, arrivo dove posso; su laoru te stronga le fforze, questo lavoro ti taglia le forze. strungasse v. 1. spezzarsi. 2. Prov. la corda, a tiralla troppu, se stronga, il troppo stanca. strunzada s. f. sciocchezza. strunzigò s. m. torso dei frutti. struppià v. storpiare. struppiamentu s. m. storpiamento. struse s. f. pl. cascami della filatura della seta. strusge v. (struttu) 1. struggere, fondere. 2. consumarsi per una pena. struttiu agg. istruttivo. 1struttu s. m. strutto. 2struttu p. pass. di strusge e agg. sciolto. struzzà v. 1. strozzare. 2. mangiare a forza. 3. Prov. gna struzzà quel che c’è, bisogna mandar giù quel che c’è; quel che nun strozza, ngrassa, mangiare senza porre tanta attenzione. struzzasse v. 1. strozzarsi. 2. Prov. chi mmagna da per lù, se strozza, bisogna stare in compagnia. struzzì s. m. strozzino. struzziò s. f. istruzione. struzzu s. m. struzzo. stu agg. (f. sta, pl. sti, ste; spesso accompagnato dall'avv. chi, qui) questo: de sti tempi, al giorno d’oggi; st'affare qqui, questa cosa (da questu). stubbidisse v. istupidirsi. stubbididà s. f. stupidità. stubbidu s. m. e agg. stupido. stuccà v. 1. stuccare. 2. tranciare. stuccaffissada s. f. mangiata di stoccafisso. stuccaffissu s. m. (anche tuccaffissu) stoccafisso. 1stuccu s. m. stucco. 2stuccu s. m. forfait. studà v. rur. spegnere: studa la luma, spegni la luce (lat. volg. extutare). studià v. studiare. studiu s. m. studio. stuffa s. f. stufa: la stuffa ecunomiga, la stufa per riscaldare e cucinare. stuffà v. stufare (annoiare). stuffada s. f. lo stuffà: fasse na stuffada, mangiare molto. stuffarecciu agg. che si stanca facilmente. stuffasse v. stancarsi, annoiarsi. stuffu agg. stanco: a stuffu, loc. avv. in abbondanza. stulzò agg. vd. sdulzò. stumigà v. stomacare. stumigosu agg. stomacante. stunà v. stonare. stunadu p. pass. di stunà e agg. stonato. stunadura s. f. stonatura. stuppacciosu agg. duro (riferito a carne e piante). stuppì s. m. stoppino: duentà u stuppì, dimagrire molto. sturà v. rur. stappare. sturcesse v. (stortu) torcersi. sturculada s. f. bastonata (da torculu). sturdì v. stordire. sturdidu p. pass. di sturdì e agg. stordito. sturnacchiò s. m. incostante, superficiale. sturnasse v. tornare indietro (sin. di arturnasse). sturnellu s. m. stornello. stuzzigà v. stuzzicare. stuzzighì s. m. spuntino. 1su agg. (f. sa, pl. si, se; spesso accompagnato dall'avv. lì) codesto: si dò, questi due; damme su bicchiere lì, dammi codesto bicchiere (da quessu). 2-su agg. poss. encl. suo: lu zzisu, suo zio; nonnesu, suo nonno. 3su prep. e avv. vd. zu. sua agg. e pron. rur. (f. sua, pl. sua) suo: del sua, suo: c’ha del sua, ha propri possedimenti. subbidu avv. subito: più subbidu, più presto; tuttu e subbidu, si dice a chi pretende. subì v. subire. subina, a la loc. avv. disteso sulla schiena. subrabbidu s. m. soprabito. subracciiu s. m. sopracciglio. subrannome s. m. soprannome. subranu s. m. soprano. subrapenzieru, de loc. avv. senza pensarci. subrappiù s. m. soprappiù. subrapprezzu s. m. sovrapprezzo. subrattassa s. f. soprattassa. subrattuttu avv. soprattutto. subravvie v. (p. pass. non usato) sopravvivere. succede v. (successu) accadere. 1successu s. m. successo. 2successu p. pass. di succede. succhià v. succhiare (sin. di ciuccià). succhiada s. f. succhiata (sin. di ciucciada). succhiottu s. m. livido. succorsu s. m. soccorso. sudà v. sudare: sudà a gronne, vd. gronna. sudada s. f. sudata. sudarella s. f. sudatina: fà venì le sudarelle, mettere spavento. sudde s. m. sud. suddisfà v. soddisfare. suddisfattu agg. soddisfatto. suddisfazziò s. f. soddisfazione. sudore s. m. sudore: grunnà de sudore, grondare di sudore; l sudore me pisciula, il sudore mi cola; zzuppu de sudore, madido. suffà s. m. sofà. sufferenza s. f. sofferenza. Suffia n. p. Sofia. suffià v. soffiare. suffiada s. f. 1. il soffiare. 2. spiata. suffiadò s. m. grossa suffiada 1. suffiasse v. soffiarsi: suffiasse l nasu, soffiare il naso. suffiettu s. m. soffietto. suffiottu s. m. soffione (barba di becco comune). suffiscente agg. sufficiente. suffistigu agg. complicato. suffitta s. f. (anche suffittu) soffitta. suffittu s. m. vd. suffitta. suffrì v. (suffertu) 1. soffrire. 2. Prov. chi bellu vo cumparì, calche dulore ha da suffrì, occorrono sacrifici per ottenere risultati. suffrisge v. (suffrittu) soffriggere. 1suffrittu s. m. soffritto. 2suffrittu p. pass. di suffrisge. suffugà v. soffocare. suggerì v. suggerire. suggettu s. m. tipo poco raccomandabile. suggezziò s. f. soggezione: ecce, mette suggezziò, avere, mettere soggezione. suggiornu s. m. soggiorno. sughè s. m. (anche zughè) un non so che: fa un zughè a guardallu, fa pena a guardarlo. sugheru s. m. sughero. sughetti s. m. pl. vd. sciughetti. sugnà v. (anche nzugnà) sognare: te lu sogni!, non ci sperare. sugnò s. m. accr. di sogna. sugu s. m. sugo. sulamente avv. solamente. sularu s. m. solaio. suldadu s. m. soldato: fà l suldadu, fare il servizio militare. suldarellu s. m. dim. di soldu: c’ho calche suldarellu da parte, ho una sommetta da parte. suleggiadu agg. soleggiato. sulenne agg. solenne. suletta s. f. dim. di sola. suletto agg. dim. di solu solo: solu sulettu, tutto solo (voce poetica). sulfamidigu s. m. sulfamidico. 1sulidariu s. m. solitario (gioco di carte). 2sulidariu agg. solitario: vermine sulidariu, tenia. sulla s. f. tipo di erba. sulleà v. sollevare (più usato tirà su). sulustru s. m. riverbero del sole. sulvente s. m. solvente. sumaru s. m. 1. somaro: me costi più te che un sumaru a pastarelle, mi costa più dar da mangiare a te che se dovessi nutrire un asino con i biscotti. 2. ignorante. 3. Prov. l sumaru m’ha dittu recchiò, emette critiche chi ha difetti. sumenta s. f. rur. seme, semenza. sumentà v. rur. seminare. sumentina s. f. tipo di pera. sumià v. somigliare. sumiada s. f. il somigliare. sumianza s. f. somiglianza. summà v. sommare. 1sunà v. (anche zunà) 1. suonare: cume me soni, te ballu, mi comporto in conseguenza delle tue azioni; sunà a bbadoccu, il suono delle campane nei funerali; sunà a mmortu, suonare per un funerale (detto di campane). 2. essere familiare o conosciuto: te sona?, conosci questa cosa?. 3. Prov. cume me canti, te sonu, il mio comportamento è adeguato al tuo. 2sunà v. bastonare: se nu mme bbedisci, te sonu, se non mi ubbidisci, ti bastono. sunada s. f. suonata. sunadore s. m. suonatore. sunadu p. pass. di sunà e agg. 1. suonato: è le otto sunade, sono passate da poco le otto. 2. deficiente: è sunadu cume na campana, è scemo. sunaiettu s. m. vd. sunaiolu. sunaiolu s. m. (anche sunaiu, sunaiettu) sonaglio (per bambini). sunaiu s. m. vd. sunaiolu. sunareccia s. f. schiamazzo. suneria s. f. soneria. sunnambulu s. m. sonnambulo. sunnecchià v. sonnecchiare. sunnulentu agg. sonnolento. sunnulenza s. f. sonnolenza. sunoru agg. tremendo: iè dò n urlu de quelli sunori, gli lancio un forte urlo. sunsulì inizio di una filastrocca: Sunsulì, sunsulì, chi ha magnadu l casgiu qqui? ecc. Sunta n. p. Assunta. Suntina n. p. dim. di Sunta. superà v. superare. superbu agg. superbo. superomu s. m. superuomo. supestizziò s. f. superstizione. supestizziosu agg. superstizioso. supì agg. supino. suppe prep. vd. su. suppergiò avv. su per giù. suppliga s. f. supplica. suppligà v. supplicare. supplizziu s. m. supplizio. suppurtà v. sopportare. suppurtabbile agg. sopportabile. suppurtazziò s. f. sopportazione. surbettà v. sopportare con fatica. surbì v. sorbire. surella s. f. 1. sorella. 2. suora. surgente s. f. sorgente. surpassà v. sorpassare. surprenne v. (surpresu) sorprendere. surpresa s. f. sorpresa. surtì v. rur. uscire. surtilesgiu s. m. sortilegio. surveià v. sorvegliare. surveiante s. m. sorvegliante. suscedà s. f. società: la Suscedà Uperaia, la Società Operaia. susciale agg. sociale. suscialismu s. m. socialismo. suscialista s. m. e agg. socialista: i suscialisti, il partito socialista. suspenne v. (suspesu) sospendere. suspensoriu s. m. cinto erniario. suspenzziò s. f. sospensione. suspettà v. sospettare. suspettosu agg. sospettoso. suspettu s. m. sospetto. suspirà v. 1. sospirare. 2. Prov. chi c’ha, magna, chi nun c’ha, suspira, non tutti hanno le stesse possibilità. suspiru s. m. sospiro. susta s. f. sudiciume. sustanza s. f. sostanza: in sustanza, insomma. sustegnu s. m. sostegno. sustenè v. (sustenudu) sostenere. sustenudu s. m. nell’espr. fà l sustenudu, darsi importanza. sustiduì v. sostituire. sutta avv. e prep. vd. sotta. suttana s. f. gonna: ha fattu più battaie la tua suttana che tutta la marina amerigana (fil.), inizio di uno stornello. suttanì s. m. sottogonna. sutterà v. sotterrare. suttiletta s. f. sottiletta. suttintesu agg. sottinteso. suttocchiu avv. nell’espr. pià sutt’occhiu, considerare negativamente una persona. suttrazziò s. f. sottrazione. suttueste s. f. sottoveste. suttumesu p. pass. di suttumette e agg. docile. suttumette v. (suttumesu)sottomettere. suu agg. pron. (f. sua, pl. sui, sue) suo: ecce na casa del suu, avere una casa propria. Anche encl., vd. –su. suvvenì v. (p. pass. non usato) ricordare: me suvviè che c’erene, mi ricordo che c’erano. suvverzziu agg. sovversivo. svagadu agg. distratto. svagasse v. svagarsi. svagu s. m. svago. svalisgià v. svaligiare. svaluda s. f. svalutazione. svampà v. svampare. svampada s. f. lo svampà. svampì v. svanire. 1svampidu part. pass. di svampì. 2svampidu agg. svanito. svanì v. svanire. svanidu p. pass. di svanì e agg. svampito. svantaggiu s. m. svantaggio. svanzà v. vd. vvanzà. svanzighe s. f. pl. soldi (dal ted. zwanzig). svapurà v. svaporare. svasà v. svasare. svastiga s. f. svastica. svecchià v. svecchiare. sveia s. f. 1. sveglia. 2. botta. sveià v. svegliare: nu lu sveia mancu le cannunade, dorme profondamente; sveià a tutti, svegliare tutti. sveiasciambotti s. m. situazione che fa adoperare il cervello. sveiu agg. 1. sveglio. 2. furbo: quantu si sveiu!, quanto sei furbo! svelà v. svelare. svelenì v. svelenire. sveltì v. sveltire. sveltina s. f. rapporto sessuale rapido. sveltru agg. rur. svelto. sveltu agg. 1. veloce. 2. intelligente. svenà v. svenare. svenì v. svenire. svenimentu s. m. svenimento. svenne v. (svennudu) svendere. sventada s. f. ventata. sventadu agg. sbadato. sventrà v. sventrare. sventula s. f. 1. grosso schiaffo. 2. cotta amorosa. sventulà v. sventolare. sventulada s. f. lo sventolare. Sventulina soprannome. sventulò s. m. accr. di sventula schiaffone. svercià v. vd. sverzà. sverginà v. deflorare. svergugnà v. svergognare. svergugnadu agg. spudorato. svernà v. svernare. svernisgià v. sverniciare. sverza, a la loc. avv. alla rovescia. sverzà v. (anche svercià) nell’espr. sverzà i occhi, stralunare gli occhi. sverzellì s. m. pivello. svezzà v. svezzare. svidà v. svitare. svidadu p. pass. di svidà e agg. scemo. svigulà v. svicolare. sviluppà v. sviluppare. sviluppu s. m. sviluppo. svinà v. rur. togliere la feccia dal vino. svizzià v. sviziare. svodu agg. vd. vodu. svudà v. vuotare. svuiadezza s. f. svogliatezza. svuiadu agg. svogliato. svuiadura s. f. sfizio. svuiasse v. perdere la voglia. svultà v. svoltare. svultada s. f. lo svoltare. svultulà v. svolgere (aprire). svuricchià v. sin. di svultulà.
T
tabaccaru s. m. tabaccaio. tabaccu s. m. tabacco. Tabacculò soprannome. tabacculu s. m. rur. custode del bestiame (dal lat. stabulum?). tabàru s. m. tabarro (ampio mantello). tabellò s. m. tabellone. tabernagulu s. m. tabernacolo. Tabuzzi soprannome. tacca s. f. rango sociale: gente de mezza tacca, persone di condizione sociale media. taccagnu agg. tirchio. tacchì s. m. tacchino. Tacchinu soprannome. Taccò soprannome. taccu s. m. tacco: daie de taccu, daie de punta, quant’è bbona la fia de Sunta, nel saltarello, dare colpi di tacco e di punta del piede. taccula s. f. taccola. 1taia s. f. taglia. 2taia s. f. rur. albero da frutto. taià v. tagliare: c’ha na lengua che taia e cusge, è molto maldicente; c’era na nebbia che se pudea taià cul curtellu, c’era una nebbia molto fitta. taiada s. f. il tagliare: datte na taiada ai cabelli, tagliati i capelli. taiadelle s. f. pl. tagliatelle. taiaffiè s. m. tagliafieno (attrezzo per tagliare il fieno). taiandu s. m. tagliando. taiasse v. tagliarsi: se nun è veru, me taiu i cuioni, è impossibile che sia falso. taiecusge s. f. macchina per cucire. taiola s. f. tagliola. taiu s. m. taglio: taiu cesariu, taglio cesareo. taiulì s. m. pl. tagliatelle: taiulì pelosi, tagliatelle senza uovo. talcu s. m. talco. tale agg. e pron. tale: tal’e qquale, identico. taleffenu s. m. rur. telefono. talià agg. e s. m. italiano. Talianì soprannome. talpà v. 1. tastare. 2. toccare per esplorare. tamarisciu s. m. pianta cespugliosa. tamburu s. m. tamburo. tampò s. m. tampone. tampunà v. tamponare. tampunamentu s. m. tamponamento. tana s. f. 1. punto finale nel gioco del nascundinu. 2. tana! inter. nel gioco del nascundinu e in quello di tina, tana e ngozzula. Tananai soprannome. tanfu s. m. tanfo. Tanfu soprannome. tanniga s. f. tanica. tantì dim. di tantu. tantinellu dim. di tantu. tantinì dim. di tantu. tantu agg. e avv. tanto: a ddì ttantu, al massimo; de tantu in tantu, talvolta; fintantuchè, fintantochè; gni tantu, ogni tanto; na olta tantu, una buona volta; se pper ttant’è, se per caso; se tantu me dà tantu, le premesse promettono bene; tant’è che, cosicché; tante le olte, per caso; tantu meiu, meglio ancora; tantu più cche, inoltre. tantumergu s. m. Tantum ergo (inno religioso): si un tantumergu, sei lungo. tappedu s. m. tappeto. tappu s. m. 1. tappo. 2. persona bassa. 3. occlusione dell’orifizio anale. tarazzu s. m. terrazzo. Tarcì n. p. Tarcisio. tardà v. tardare. tardarellu avv. un po’ tardi: era un pò tardarellu. tardi avv. tardi: fà ttardi, essere in ritardo; più ttardi che bunora, piuttosto tardi; prestu u ttardi, prima o poi. tardò s. m. celibe (per offendere). targadu agg. targato. tarlà v. tarlare. tarlu s. m. tarlo. tarpà s. m. avaro, ottuso. tartaià v. balbettare. tartuffu s. m. tartufo. Tarza n. p. Tarzan. taschì s. m. taschino. tassellu s. m. pezzetto: tassellu de l'inguria, pezzetto di cocomero. tassu s. m. tasso. tastà v. tastare, palpeggiare. tastada s. f. il tastare. tastò, a loc. avv. alla cieca. tastu s. m. tasto. tata s. f. inf. bambina. tatà s. m. o f. inf. 1. bambino o bambina. 2. soprannome. tattiga s. f. tattica, modo di fare. tattu s. m. tatto. tattuaggiu s. m. tatuaggio. tatu s. m. inf. bambino. 1taula s. f. asse. 2taula s. f. tavolo: la taula nvida, servitevi da soli; purtà a ttaula, servire un pasto. taulada s. f. tavolata. tauletta s. f. dim. di taula 1. taulì s. m. tavolo: le zzampe di taulì, le gambe dei tavoli. taulò s. m. 1. accr. di taula 1. 2. soprannome. taulu s. m. tavolo. te pron. tu: te che si brau, tu che sei bravo. te pron. ti: nun zza né de me né de te, è insipido oppure è senza senso; quantu te ce ole?, quanto ti ci vuole? teadrì s. m. dim. di teadru teatrino: è un teadrì, è una situazione comica. teadru s. m. teatro: piazza del teadru, Piazza Marconi. tedenu s. m. tetano. tedescu s. m. e agg. tedesco. Tèere n. p. Tevere. tega s. f. 1. baccello dei legumi. 2. pene. tegne v. (tentu) (anche tigne) tingere. tegnigu s. m. e agg. tecnico. Tègula, santa n. p. santa Tecla. tegula s. f. tegola. teia s. f. teglia. tela! inter. via! telà v. filarsela. telaru s. m. telaio. Telecomme n. p. TELECOM. teleffunà v. telefonare. teleffunada s. f. telefonata. teleffunu s. m. telefono. teleisiò s. f. 1. televisore. 2. televisione. telò s. m. 1. telone. 2. sipario del teatro. 3. schermo del cinema. telu s. m. telo. Temenu soprannome. temperà v. temperare. temperadura s. f. temperatura. temperì s. m. temperamatite. tempu s. m. 1. tempo: a pprimi tempi, a primavera (cfr. il franc. printemps); a ttempu de l'ua, quando si raccoglie l’uva; a ttempu mia, ai miei tempi; a ttempu perzu, nei momenti di non attività; a ttempu prima, nel passato; ai tempi del fasciu, durante il fascismo; al tempu!, aspetta!; al tempu de na ò, una volta; de sti tempi, al giorno d’oggi; esse in tempu, non essere in ritardo; fà in tempu, riuscire a concludere; l tempu l’ha rtenuda, non è piovuto; l tempu pulidu, il sereno; l tempu s’è rffattu, il tempo è migliorato; l tempu tristu, il cattivo tempo; maltempu o tempu bruttu, cattivo tempo; mmazzà l tempu, passare il tempo; perde ttempu, perdere tempo; prima del tempu, precocemente; quantu tempu c’ha?, quanti anni ha?; tempu bazzottu, tempo incerto; tempu bonu o cattiu, bello o brutto tempo; viè a ttempu o in tempu, c’è tempo: a murì e a ppagà viè sempre a ttempu, il morire e il pagare sono sempre rimandabili. 2. Prov. chi c’ha tempu, nun perde tempu, il tempo è prezioso; tempu rffattu de notte, dura quantu un piattu de pere cotte, il tempo ristabilitosi di notte dura pochissimo (le pere cotte vanno mangiate subito). tempurale s. m. temporale. tenaie s. f. pl. tenaglie. tendò s. m. tendone. tenè v. (tenudu) (anche tiene) 1. tenere: nun c’è cristu che tiene, non c’è possibilità di scelta; tenè a badezzu, fare da padrino o madrina; tenè a bbada, sorvegliare i bambini; tenè a bbattecca, far rigare dritto; tenè a ccontu, conservare bene o risparmiare; tenè a ddieda, tenere a dieta; tenè a mmollu, tenere a mollo; tenè bbonu, conservarsi il favore di qualcuno; tenè ccontu, valutare; tenè dd’occhiu, sorvegliare; tenè fforte, tenere strettamente; tenè i occhi aperti, stare attento; tené in piedi, mandare avanti; tenè l passu, mantenere il ritmo; tenè la bocca cchiusa, non raccontare niente; tenè la lengua a ppostu, frenarsi nel parlare; tenè le distanze, non dare confidenza; tenè le mà a ppostu, astenersi dal picchiare o dal palpare; tenè presente, ricordarsi; tenè sotta, dominare. 2. Prov. tantu c’ha colpa chi robba, quantu chi ttiè l saccu, è colpevole anche il complice. teneru agg. tenero. tenesse v. aggrapparsi. tenna s. f. tenda. tennise s. m. tennis. tenta s. f. tinta. tentà v. tentare. tentadiu s. m. tentativo. tentazziò s. f. tentazione. tentu 1. p. pass. di tegne e agg. tinto, sporco: bocca tenta, appellativo scherzoso (anche musu tentu). 2. agg. sostant. sporcaccione: è più tentu lù che l culu de la padella, è un poco di buono. tentura s. f. tintura: la tentura d'odiu, la tintura di iodio. tenturì s. m. tipo di uva. tenuda s. f. tenuta. teppa s. f. canaglia. tera s. f. terra: a ttera, sgonfio o abbattuto; buttà a ttera, demoralizzare o indebolire; cu i piedi per tera, con concretezza; cul culu per tera, in miseria; è bbonu solu a fà la tera pel cesciu, gli rimane solo da morire; laurà la tera o zzappà la tera, fare il contadino; mancà la tera sotta i piedi, non riuscire a fermarsi (sin. di nun truà logu); ndà a ffà la tera pel cesce, morire; nun stà né in cielu né in tera, essere assurdo; per tera, in basso, a terra; sotta tera, sottoterra; tera mmucchiada, strada in salita; tera tera, rozzo. terazza s. f. terrazzo. Terè n. p. Teresa. teremodu s. m. terremoto. terenu s. m. terreno. terenucciu s. m. dim. di terenu. teribbile agg. terribile. teridoriu s. m. territorio. terina s. f. terrina. termomedru s. m. termometro. termusse s. m. thermos. termussiffò s. m. termosifone. ternu s. m. terno. Terzì n. p. Tersilio. terzì s. m. terzino. terzu agg. terzo. tesoru s. m. tesoro. tesse v. (tessudu) tessere. tesseramentu s. m. tesseramento. tesserì s. m. tesserino. tessidura s. f. tessitura. tessudu s. m. tessuto. testa s. f. testa: a ttesta, per persona; a ttesta alta, con orgoglio; a ttesta d’in ggiò, con la testa in basso, capovolto; alzà la testa, ribellarsi; cu la testa dentr’al zzaccu, senza pensare; dà de testa, dare i numeri; dubrà la testa, ragionare; ecce i grilli pe la testa, avere idee bizzarre; ecce nte la testa, avere in mente; ecce la testa a ppostu, essere assennato; ecce la testa ntra le gambe o ntra le nuule o per aria o su la luna, essere distratto; fà la testa cuscì o cume un pallò, riempire la testa; fora de testa, matto; girà la testa, avere il capogiro; giramentu de testa, capogiro; i senza testa, gli Osimani; la testa me se spacca, ho un forte mal di testa; leà dalla testa, dimenticare; mal de testa, dolore al capo o grattacapo; mette la testa a ppostu, diventare serio; mettesse nte la testa, capire o convincersi; nu stacce cu la testa o ndà ia de testa, impazzire; nun alzà la testa dal piattu, mangiare in fretta; nun ecce testa, essere sbadato; nun sabè ndù sbatte la testa, non sapere a chi rivolgersi; perde la testa, innamorarsi; rempì la testa, confondere; rlaada o sciacquada de testa, ammonizione; sbatte la testa ntel muru, disperarsi; stemperasse la testa, scervellarsi; su n testa (rur.), sulla testa; testa de cazzu o de caulu, imbecille; testa dura o testa de raba, stupido; testa e crosce, gioco; testa fina, persona istruita. testada s. f. testata. testamentu s. m. testamento. testardu agg. testardo: testardu cume un mulu, irremovibile. testarella s. f. testicciola; nell’espr. testarella d’agnellu, testicciola d’agnello, stupido. teste s. m. test. testimoniu s. m. (anche tistimoniu) testimone. tesftimunià v. testimoniare. testò s. m. scemo. testulina s. f. dim. di testa persona capricciosa (anche testulina d’agnellu). tettè s. m. inf. cane. tettu s. m. 1. tetto: ndù va? pe i tetti?, finirà come dico io. 2. Prov. a san Benedettu tutte le rondule sott’al tettu, per il 21 marzo le rondini sono ritornate. teuria s. f. teoria. tì s. m. tino. tibacciu s. m. 1. che ha un caratteraccio. 2. brutto ceffo. tibograffu s. m. tipografo. tibu s. m. tipo: arda che ttibu!, che tipo strano!; tibu da spiaggia, esibizionista. tibugraffia s. f. tipografia. tidulare s. m. titolare. tidulu s. m. titolo. tiè inter. (anche toh) tieni! tiebbidu agg. tiepido. tiene v. vd. tenè. tiffosu s. m. tifoso. tiffu s. m. 1. tifo (malattia). 2. tifo (sostegno sportivo). tigame s. m. tegame. tigamellu s. m. tegamello. tighetta s. f. vd. edighetta. tigna s. f. 1. cocciutaggine: c’ha na tigna che nun finisce più, ha una grandissima cocciutaggine. 2. malattia della pelle. 3. soprannome. tigne v. vd. tegne. tignosu agg. tignoso, insistente. timbru s. m. timbro. Timbu soprannome. timidu agg. timido. timò s. m. timone. timpenu s. m. timpano. Timu n. p. TIMO (società dei telefoni, poi SIP, Sippe e TELECOM, Telecomme). tina, tana e ngozzula loc. gioco. tinturia s. f. tintoria. tira tira s. m. attrazione. tirà v. 1. tirare: me tira, provo uno stimolo erotico; me tira l zzaccu, mi dispiace; nun tira un filu d’aria, non si muove l’aria; oggi iè tira, oggi è nervoso; quadrì tira quadrì, i soldi portano i soldi (oppure i quadrì va cu i quadrì); tirà a ccampà, vivere senza pensieri; tirà a ffà calcò, attrarre a fare qualcosa; tirà aanti, vivere faticosamente; tirà ddrittu, andare avanti con decisione; tirà ffora, estrarre; tirà ggiò, mettere in un luogo più basso; tirà ggiò n mocculu o un peccadu, bestemmiare; tirà l collu, uccidere; tirà l collu a la gallina, strozzare la gallina; tirà l culu, essere irritati o essere superlativi; tirà l culu ndiedru, indietreggiare, arrendersi; tirà la caretta, lavorare molto; tirà la scinghia, campare a stento; tirà le mele al porcu, lavorare grossolanamente; tirà le recchie, ammonire; tira n’ariaccia, è un momentaccio; tirà nnanze, tirare avanti con la vita; tirà su, inspirare col nasu, alzare da terra, costruire, risollevare l’umore, educare; tirà su la furcella, vd. furcella; tirà vvia, affrettarsi; tirasse ia, avvenisse presto. 2. Prov. la corda, a tiralla troppu, se stronga, il troppo stanca; la pulenta presto tira e presto llenta, la polenta si digerisce subito; tira più un pelu de figa che centu bò, la donna ha molto potere sull’uomo. tirada s. f. tirata: tutta na tirada, senza sosta. tirabasgi s. m. ricciolo sulla fronte. tirabusgiò s. m. cavatappi (dal franc. tire-bouchon). tirada s. f. tirata: tirada de culu, irritazione; tutta na tirada, senza sosta. tiradore s. m. tiretto (cassetto). tiradu agg. spilorcio. tiraggiu s. m. tiraggio. tirasse v. tirarsi: tirasse in là, mettersi da parte; tirasse su, sollevarsi, alzarsi. tirchiu agg. e s. m. tirchio. tirellu s. m. rur. freno di macchina agricola. tiridella s. f. tiritera. tiru s. m. tiro. tìsgigu agg. (anche tisigu) tisico. tisigu agg. vd. tisgigu. tistimoniu s. m. vd. testimoniu. Tittu n. p. Tito. Tizzianu n. p. Tiziano. tizziu s. m. tizio. tizzò s. m. tizzone. tizzu s. m. tizzone: cuiò, che ttizzu!, che noia! toba s. f. 1. topa. 2. vulva. tobu s. m. topo. toccaferu s. m. gioco. 1toccu s. m. pezzo: che toccu de fiola!, che bella ragazza! 2toccu s. m. tocco (rintocco della campana). 3toccu agg. 1. marcio. 2. scemo. togu agg. ottimo. toh inter. vd. tiè. tombula s. f. 1. tombola: caà la tombula, estrarre la tombola; fà ttombula, raggiungere un obiettivo prefissato. 2. botta. tòmmigu agg. atomico: la bomba tommiga. tonniga s. f. tonaca: pià la tonniga, farsi prete o monaca; purtà la tonniga, essere un religioso. 1tonnu s. m. tonno. 2tonnu agg. tondo. 3tonnu avv. intorno: brillasse tonnu, girare su se stessi; girà ttonnu, girare attorno; ndà ttonnu o girasse tonnu, girare intorno; tonnu tonnu, tutt’intorno. tontu agg. tonto. tonu s. m. tono. torce v. (tortu) 1. storcere. 2. strizzare: torce i pagni, strizzare la biancheria. torchiu s. m. torchio. torcigollu s. m. torcicollo. tòrculu s. m. bastone. tordu s. m. tordo: grassu cume n tordu, magro. tore s. f. torre: la tore de piazza, la torre municipale. tornacontu s. m. tornaconto. torniu s. m. tornio. tornu avv. attorno: tornu tornu, tutto attorno. tortu s. m. torto: ecce tortu, sostenere cose ingiuste; dà ttortu, non approvare qualcosa; nun ecce tutti i torti, avere quasi ragione. tortula s. f. tortora. toru s. m. 1. toro: l toru de Ghergu (per anton.); pià l toru pri corni, affrontare con decisione. 2. uomo vigoroso: quell’è n toru, è un fusto. 1tosce s. f. tosse: attaccu de tosce, attacco di tosse; la tosce lu ffoga, la tosse lo affoga; tosce cunvulza, pertosse. 2tosce v. (tusciudu) (anche tuscì) tossire: hi voia a ttosce, dovrai attendere molto. toscia s. f. rur. tosse. tossigu agg. tossico. tostu agg. 1. sodo: ou tostu, uovo sodo. 2. impegnativo. 3. degno di considerazione. 4. in carne. 5. faccia tosta, sfacciato. totte s. m. tot. tozza s. f. gonfiore. 1tozzu s. m. pezzo: a tozzi e buccò, faticosamente o a tratti; tozzu de pà, pezzo di pane. 2tozzu agg. sin. di figu 2: è gnente tozzu, è molto fico traaià v. travagliare: traaià lu stomigu, far soffrire lo stomaco. traaiu s. m. 1. travaglio del parto. 2. sofferenza: traaiu de stomigu, mal di stomaco. traasà v. travasare. traasu s. m. travaso. trabaltà v. (anche strabaltà) trabaltare. trabaltò s. m. trabaltamento. trabenu s. m. trapano. trabuccà v. traboccare. trabucchettu s. m. trabocchetto. tracagnottu agg. basso e deforme. tradì v. tradire. tradidore s. m. traditore. tradimentu s. m. tradimento: magnapà a tradimentu, fannullone, mantenuto. tradizziò s. f. tradizione. tradizziunale agg. tradizionale. Tradotta soprannome. tradusce v. (p. pass. non usato) tradurre. traduzziò s. f. traduzione. trae s. m. trave. traerza s. f. traversa. traerzà v. traversare. traerzada s. f. traversata. traerzu avv. nelle loc. a ttraerzu o de traerzu o pe traerzu, di traverso; ndà a ttraerzu, detto del cibo che si arresta in gola; ndà de traerzu, andare storto (anche ). traestì v. travestire. traffigà v. trafficare. traffighì s. m. chi fa piccoli e continui imbrogli. traffigu s. m. traffico. traffoiu s. m. tipo di erba. trafforu s. m. traforo. traffugu, de loc. avv. di nascosto. traffurà v. traforare. traghettu s. m. traghetto. tragu s. m. rur. trave. traguardu s. m. traguardo. tralciu s. m. tralcio. tramezzu s. m. tramezzo. tramme s. m. (anche tranve) tram. tramontu s. m. tramonto. tramudà v. tramutare. tramuntana s. f. tramontana. trancià v. tranciare. tranquillu agg. tranquillo. transìstu s. m. transistor. tranve s. m. vd. tramme. tranzenna s. f. transenna. tranzidu s. m. transito. traò s. m. accr. di trae grosso trave. trapanà v. trapanare. trapassà v. trapassare. trapenu s. m. trapano. trapezziu s. m. trapezio. trapiantà v. trapiantare. trappula s. f. 1. trappola. 2. bugia. trappulò s. m. grosso bugiardo. trascurà v. trascurare. trascuradu p. pass. di trascurà e agg. trasandato. trasferì v. trasferire. trasferimentu s. m. trasferimento. trasfurmà v. trasformare. trasfurmadore s. m. trasformatore. trasfurmazziò s. f. trasformazione. trasgedia s. f. tragedia. trasgigu agg. tragico. trasmette v. (trasmesu) trasmettere. trasmissiò s. f. trasmissione. trasparì v. trasparire. trasportu s. m. trasporto. traspurtà v. trasportare. traspurtadore s. m. trasportatore. trastullasse v. sin. di badurlasse. trastullu s. m. trastullo. trattà v. trattare: trattà a calci n culu, trattare molto male; trattà cui guanti bianchi, trattare molto bene; trattà malamente, trattare sgarbatamente. trattamentu s. m. trattamento. trattenè v. vd. trattiene. trattiene v. (trattenudu) (anche trattenè) trattenere. tratturia s. f. trattoria. trau s. m. trave. Tre archi n. p. Porta Vaccaro. trebbià v. trebbiare. trebbiadura s. f. trebbiatura. treccia s. f. treccia. Estens. sfilza: treccia de cibolle, sfilza di cipolle. treddisci num. tredici. treggia s. f. slitta agricola senza ruota, trainata da animali. tremà v. tremare. tremodu s. m. 1. terremoto. 2. persona molto agitata: è un tremodu, è molto agitato. trence s. m. impermeabile (dall’ingl. trench). trenta num. trenta: hi fattu trenta, fa’ trentunu, se sei arrivato a questo punto, puoi procedere ancora. trenu s. m. treno. trescentu num. trecento. trespulu s. m. trespolo. tressette s. m. gioco di carte. tria s. f. triglia. triangulu s. m. triangolo. tribbulà v. tribolare: tribbula l magnà, ha poco da mangiare. tribbuladi s. m. pl. i poveri. tribbulazziò s. f. tribolazione. triblu s. m. triplo. tribudu s. m. tributo. tricculore s. m. tricolore. tricheccu s. m. tricheco. tridà v. tritare. triduu s. m. triduo. triella s. f. trivella. triffoiu s. m. trifoglio. trillà v. trillare: trillà nt’un quadrì, essere abile a ballare. trincà v. trincare. trincettu s. m. trincetto. trinchettu avv. nell’espr. me ffà trinchettu le gambe, mi si incrociano le gambe (sin. di me ffà ffigu). trinidà s. f. trinità. trionffu s. m. trionfo. trippò s. m. persona con grossa pancia. trisciglu s. m. triciclo. trisse s. m. tris. tristi inter. guai!: tristi a chi ttocca!, guai a chi capita! tristu agg. 1. tristo, cattivo: è tristu rrabbidu, è molto cattivo; l tempu tristu, il cattivo tempo. 2. triste. 3. Prov. gente trista, numinada e vvista, se si nomina una cattiva persona, compare. triunffà v. trionfare. trobbidu agg. torbido. trocca s. f. rur. trogolo (dal long. trog). trucchià v. rur. torchiare. troccu s. m. rur. mangiatoia per i maiali. tròcculu s. m. persona sgraziata. tròdenu s. m. persona troppo attiva. troia s. f. (volg.) (sin. di lecca) 1. scrofa. 2. puttana. troncu s. m. tronco. 1tronu s. m. tuono. 2tronu s. m. trono. troppu agg. e avv. 1. troppo (l’avverbio ha anche la forma f.: è troppa bona). 2. Prov. chi spenne pogu, spenne troppu, chi risparmia, non ci guadagna. trotta s. f. trota. trottu s. m. trotto. trottula s. f. trottola. truà v. 1. trovare: nun truà logu, non fermarsi mai; truà da discore, rischiare di bisticciare; truà mmaridu, trovare marito. 2. visitare: su ndadu a truà i parenti, sono andato a visitare i parenti. 3. Prov. robba truada nun è mai rubbada, ciò che si trova, si può tenere. truada s. f. 1. buona idea. 2. invenzione. 3. battuta. truadellu s. m. trovatello. truasse v. trovarsi: truasse bè o male, trovarsi a proprio agio o no; truasse in mezzu a na strada, essere in condizioni gravi. trubbidume s. m. (anche turbidume) insieme di cose torbide. truccà v. truccare. truccu s. m. trucco. trucculò s. m. accr. di trocculu. truella s. f. trivella. truellà v. trivellare. truellì s. m. 1. dim. di truellu. 2. soprannome. truellu s. m. rur. succhiello. truffa s. f. brocca. truffà v. truffare. truffellu s. m. 1. calamaro. 2. donna grossa e sgraziata. truffeu s. m. trofeo. truiada s. f. carognata. trumbà v. vd. scubà 2. trumbada s. f. vd. scubada 2. trumbadore s. m. chi tromba molto. trumbetta s. f. trombetta. trumbò s. m. 1. trombone. 2. persona grossa. trumò s. m. trumeau (mobile). trunà v. 1. tuonare. 2. Prov. se trona, pioe, se la gente parla, c’è dietro qualcosa. trunchese s. f. pl. tronchese. trusamarì s. m. rosmarino. tru tru s. m. inf. cavallo. truttà v. trottare. ttaccà v. 1. attaccare. 2. iniziare: hu ttaccadu a fadigà, ho iniziato a lavorare; ttaccà bbuttò, tentare un approccio; ttaccà na manfrina de quelle, cominciare una grossa lagna. 3. riuscire: quessa nun ttacca, non ha risultato. 4. la nee ha ttaccadu, la neve caduta non si scioglie; ttaccà n mocculu, bestemmiare; ttaccacce na pezza, cucirci una toppa (in senso figurato, sistemare alla meglio). ttaccabuttò s. m. attaccabottoni. ttaccadu agg. spilorcio (sottinteso ai quadrì). ttaccadura s. f. attaccatura. ttaccagnulu s. m. taccagno. ttaccàia s. f. attaccaglia. ttaccapagni s. m. attaccapanni. ttaccasse v. 1. attaccarsi. 2. litigare. 3. ttaccasse al cazzu, essere impotenti in una difficile situazione: ttaccade al cazzu!, fottiti! ttaccatuttu s. m. attaccatutto. ttacchede inter. voce onomatopeica che riproduce un piccolo rumore. ttalpò, a loc. avv. alla cieca: ndà a ttalpò, procedere alla cieca. ttappà v. chiudere, coprire: su rmastu ttappadu drentu casa, sono rimasto chiuso in casa; ttappà la bocca a calchidù, rispondere con argomentazioni convincenti; ttappà lu stomigu, saziare. ttappabughi s. m. tappabuchi. ttappasse v. chiudersi: ttappasse l nasu, chiudersi il naso o adattarsi ad una situazione sgradevole; ttappasse la bocca, non parlare; ttappasse le recchie, coprirsi le orecchie. 1ttappettu s. m. dim. di ttappu. 2ttappettu s. m. sin. di tappedu. tte pron. vd. te. ttenè v. (ttenudu) ottenere. ttente agg. attento: sta ttente, stai attento. tti s. f. ti (lettera dell’alfabeto). tticche s. m. ticket. tticchiu s. m. ticchio. Ttiliu n. p. Attilio. ttilladu agg. attillato. ttirà v. attirare: nu mme ttira de ndà lì, non mi attira di andare lì. ttizzà v. (anche ntizzà) 1. attizzare. 2. attirare sessualmente. 3. aizzare: iè ttizzi l cà, gli aizzi il cane. ttràcchede inter. trac. ttrappìdu agg. attrappito. ttrezzadu agg. attrezzato. ttuffasse v. tuffarsi. 1ttuffu s. m. tuffo: tuffu a bomba, tuffo col corpo raggomitolato; tuffu de panza, quando si arriva con la pancia sull’acqua. 2ttuffu s. m. arenaria. ttunnà v. arrotondare. tturà v. otturare. tu pron. sogg. rur. tu (inesistente nel dialetto cittadino, che usa te). tu agg. vd. tuu. tua agg. e pron. rur. tuo. tuaia s. f. tovaglia: l pizzu de la tuaia, il bordo della tovaglia; sgrullà la tuaia, agitare la tovaglia per lasciar cadere le molliche. tubazziu s. m. topazio. tubettu s. m. tubetto. tubu s. m. 1. tubo. 2. soprannome. Tubulì n. p. 1. Topolino (fumetti). 2. Topolino (auto). tuccà v. 1. toccare: nun m’ha tuccadu n dente, ho ancora fame; tuccà feru, gesto fatto come scongiuro. 2. spettare: tocca a tte, spetta a te. 3. dovere, bisognare: me tocca da ffà, devo fare. 4. toccare in sorte: tocca a tte. 5. parlare male: nu iè tuccà la moie, non gli criticare la moglie. 6. Prov. tuccà l culu a la scigala, provocare. tuccadina s. f. colpo apoplettico non mortale. tuccaffissu s. m. vd. stuccaffissu. tuccasse v. toccarsi (come scongiuro). tucchettu s. m. dim. di toccu 1. tuda s. f. tuta. tudale s. m. totale. Tudò n. p. Totò. tuducalciu s. m. totocalcio (più usato sisa). tudulu s. m. tutolo. tughetta s. f. (anche tughina) erba di campo. tughina s. f. vd. tughetta. Tulentì n. p. Tolentino. tuletta s. f. toletta. tulipà s. m. tulipano. Tulminu n. p. Tolmino. Tulumeu n. p. Tolomeo. tumbì s. m. tombino. Tummasu, san n. p. san Tommaso: esse cume san Tummasu, essere increduli. tunnigò s. m. persona sciatta. tuntulò s. m. affett. imbecille. tuppè s. m. toupet: la signora del tuppè va a la messa che nun c’è; iè se rompe na ciaatta, la signora è mezza matta (fil.), la signora del toupet va alla messa quando non c’è; le si rompe una ciabatta, la signora è mezza matta. tuppede inter. inf. indica un piccolo salto. turacciulu s. m. turacciolo. turasce s. m. torace. turbidume s. m. vd. trubbidume. turchì agg. vd. turchinu. turchinu agg. (anche turchì) azzurro. turcu agg. e s. m. turco: bee (o biastimà) cume n turcu, bere (o bestemmiare) molto. turellu s. m. dim. di toru torello: si un turellu, sei robusto. turente s. m. torrente. tureru s. m. torero. turetta s. f. dim. di tore torretta. Turette n. p. Torrette. Turinu n. p. Torino. turismu s. m. turismo. turistigu agg. turistico. turlonia s. f. sin. di casagranna. turmentà v. tormentare. turmentu s. m. tormento (anche ). turnà v. vd. arturnà. turneu s. m. torneo. turnì v. tornire. turnidore s. m. tornitore. turnidura s. f. tornitura. turò s. m. torrone. turtellì s. m. pl. tortellini. turtura s. f. tortura. turturà v. torturare (anche ). turuncì s. m. dim. di turò. tusà v. tosare. tusadura s. f. tosatura. tusarella s. f. tipo di insalata. Tuscana n. p. Toscana. tuscanu agg. toscano. tuscì v. vd. tosce. tustà v. tostare. tuttaia cong. tuttavia. tuttò s. f. pl. inf. botte: dà le tuttò, bastonare (voce onomatopeica). tuttossi loc. agg. vd. tuttu. tuttu agg. e pron. 1. tutto: cun tuttu che, benchè; cun tuttu sciò, tuttavia; del tuttu, completamente; è tutt'un caulu o un cazzu, è inutile; è tutt’un culu un par de braghe, è molto simile o è d’accordo; esse nte la bocca de tutti, costituire argomento generale; fa tuttu n’arte, è lagnoso; fatt'e ttuttu, completamente realizzato; in tutt’i modi, in ogni modo; ndà pe le mà de tutti, essere toccato da tutti; prima de tuttu, anzitutto; sobrattuttu, soprattutto; tutt’e ddo, ttre..., tutti e due, tre...; tutt’ossi, magrissimo; tuttu casa e bbuttega, tutto famiglia e lavoro; tuttu d’un fiadu, riferito al mangiare o bere velocemente; tuttu e subbidu, si dice a chi pretende; tutt'un filu, continuamente; tuttu nt’u mmumentu, improvvisamente. 2. molto o completamente: tutta na tirada, senza sosta; tuttu mattu, molto matto; è tuttu na pezza, ha molte pezze. 3. e ttuttu, compreso tutto: cu la roda e ttuttu, compresa la ruota e quanto di attinente. tutù s. m. e f. inf. automobile. tuu agg. e pron. (anche tu) tuo. Anche encl., vd. –du. U
1u cong. o : u magni sa minestra u salti sa finestra, ordine categorico. 2u art. vd. un. 3u pron. vd. ò. ua s. f. 1. uva: a ttempu de l'ua, quando si raccoglie l’uva; cabu d’ua, grappolo; cciaccà l’ua, spremere l’uva; famu l giogu de l'ua, ugnunu a ccasa sua, è ora di sloggiare; grappu d'ua, grappolo; settembre, l’ua fatta e i fighi penne, a settembre sono maturi i fichi e l’uva. Tipi di uva: cchiapparó, cimiscia, de la Madonna, dulcì, fràgula, grègu, làgrema, luiòla, merecana, montepulcià, muscadellu, pàmpanu, passida, rimpebotte, sangiu(v)esa, tenturì. 2. Prov. è la vida che nun fa l’ua, è una persona inconcludente. uatta s. f. ovatta. ubbiede s. f. pl. vd. biede. ubbiettiu s. m. obbiettivo. ubbligà v. obbligare. ubbligadoriu agg. obbligatorio. ubbligu agg. obliquo. ublò s. m. oblò. ucaristìa s. f. eucarestia. uccasiò s. f. occasione. uccellu s. m. (anche cellu) 1. uccello. 2. pene: mette l’uccellu a mmollu o in gabbia, coire; uccellu mortu, pene inerte. 3. Cellu mudu, soprannome. 4. Prov. la mmaladia de l’agnellu, cresce la panza e cala l’uccellu, la malattia dell’agnello, cresce la pancia e cala l’uccello; uccellu in gabbia, se nun canta d’amore, canta de rabbia, si dice di una persona in difficoltà. ucchiada s. f. occhiata: dà n'ucchiada, dare uno sguardo. ucchiali s. m. pl. occhiali: ucchiali da ista, occhiali da vista; ucchiali da sole, occhiali da sole. ucchialì s. m. (anche ucchiulì) occhietto: fa l’ucchialì, fare l’occhietto. ucchialò s. m. persona antipatica. ucchiellu s. m. occhiello. ucchiettinu s. m. dim. di occhiu. ucchiulì s. m. vd. ucchialì. uccore v. (uccorsu) (anche accure) occorrere: c’uccorre che sgaggi?, non c’è bisogno che urli; n’uccore che, non c’è bisogno che. uccubà v. occupare. uccubazziò s. f. occupazione. uculista s. m. oculista. ùderu s. m. (anche lutru) utero. udià v. odiare. udide s. f. otite. ùdile agg. utile. udiosu agg. odioso. udore s. m. odore. udumadigu agg. e s. m. vd. uttumadigu. udurà v. 1. annasare. 2. profumare. uè inter. ohè. uetta s. f. dim. di ua uva passa. uffa 1. inter. che noia!. 2. (loc. avv.) a uffa, gratis. Uffagna n. p. 1. Offagna. 2. Prov. a Uffagna, chi nun ce porta, nun ce magna, gli Offagnesi sono spilorci. Uffemia n. p. Eufemia. uffenne v. (uffesu) offendere. ufferta s. f. offerta. uffesa s. f. offesa. uffesu p. pass. di uffenne e agg. offeso. uffisciale agg. e s. m. ufficiale. uffiscina s. f. officina. uffisciu s. m. ufficio: uffisciu de cullugamentu, ufficio del collocamento. uffrì v. (uffertu) offrire. 1uffu, a loc. avv. inutilmente. 2uffu s. m. ufo. uggettu s. m. oggetto. ughei avv. okay. ugnada s. f. rur. colpo d’unghia. ugnadura s. f. sporgenza. ugnora avv. sempre (ant. lett.). ugnunu pron. ognuno. uguaianza s. f. uguaglianza. uguale agg. uguale: uguale spiccigadu o spiccigadu identigu, proprio uguale. ugula s. f. ugola. uguri s. m. pl. auguri: i hu fattu i uguri, gli ho fatto gli auguri. Ugustu n. p. vd. Gustu. uià v. ungere (anche ogne). uiada s. f. 1. oliata (lubrificazione). 2. elargizione di denaro per ottenere favori. Ulanda n. p. Olanda. ulandese agg. olandese. ulè v. vd. vulè. uleandru s. m. oleandro. ulia s. f. oliva. Ulimpia n. p. Olimpia. ulimpiade s. f. pl. olimpiadi. uliu s. m. olivo. Ulivieru n. p. Oliviero. ultimu agg. ultimo: è sempre l’ultimu cume amme, ritarda sistematicamente. um art. vd. un. umacciò s. m. peggior. accr. di omu grosso omaccio. umacciu s. m. peggior. di omu omaccio. umaggiu s. m. omaggio. Umana n. p. Numana. umanu agg. umano. umbrasse v. innervosirsi. umbrella s. f. ombrello. umbrellada s. f. ombrellata. umbrellì s. m. ombrellino. umbrellò s. m. ombrellone. umbrettu s. m. ombretto. umbrisciu s. m. lombrico: nudu cume n umbrisciu, tutto nudo. umbrosu agg. 1. in ombra. 2. scontroso. umentà v. aumentare. umentu s. m. aumento. Umeru n. p. Omero. umettu s. m. dim. di omu ometto: chi fa la spia, more in pia; nun è fiu de Maria, nun è fiu de Gesù; quannu more va laggiò, va laggiò da cull'umettu, che se chiama l diaulettu (fil.), chi fa la spia muore in piedi; non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù; quando muore va laggiù, va laggiù da quell'ometto, che si chiama il diavoletto. umiscidiu s. m. omicidio. ummidì v. umidire. ummidicciu agg. umidiccio. ummidu 1. agg. umido. 2. s. m. umido (metodo di cottura). umò s. m. accr. di omu. un art. m. (anche n; u davanti a parole inizianti con s impura; um davanti a parole inizianti con b o p; unu) un: n antru; um bancu; un calciu; u sbirru. F. una (anche na e nna): e nna mmiseria!; n’anziana; na saccucciada. uncì s. m. uncino. uncinellu s. m. gangherello. uncinettu s. m. uncinetto. undada s. f. ondata. Undina n. p. Ondina. undiscesimu agg. undicesimo. undisci num. undici. unduladu agg. ondulato. unestà s. f. onestà. unestomu s. m. uomo onesto. unestu agg. onesto. unidà s. f. unità. unidu agg. unito. unierzale agg. universale. unierzidà s. f. università. unierzu s. m. universo. uniò s. f. unione. unnigu agg. unico. unnipudente agg. onnipotente. unore s. m. 1. onore. 2. Prov. omu de pogu unore, cunzuma l lume e sparagna l zole, una persona di poco onore vive di notte. untu agg. unto. unu num. e art. ind. uno: è unu che ce proa, è un tentatore; mancu unu, nemmeno uno; una de quelle, una prostituta; unu de ffora, forestiero. unurà v. onorare. unureule s. m. onorevole. upagu agg. opaco. uperaiu s. m. e agg. (anche upraiu) operaio: la Suscedà Uperaia, la Società Operaia. uperazziò s. f. operazione. uperetta s. f. operetta. upertu p. pass. di uprì e agg. rur. aperto. upiniò s. f. opinione. upprime v. (uppressu) opprimere. uppuramente avv. rur. oppure. uppure avv. oppure. uppusizziò s. f. opposizione. upraiu s. m. vd. uperaiu. uprì v. rur. (upertu) aprire. upusculu s. m. opuscolo. uradore s. m. oratore. uradoriu s. m. oratorio. urale agg. orale. urangu s. m. orango. urariu s. m. orario. urazziò s. f. orazione: dì l’urazziò, pregare. Urazziu n. p. Orazio. urcera s. f. vd. lucciula. urchestra s. f. orchestra; sente che urchestra!, senti che puzza! urchidea s. f. orchidea. urdegnu s. m. (sin. di attrezzu) attrezzo. urdinà v. ordinare. urdinadu p. pass. di urdinà e agg. che è in ordine. urdinariu agg. ordinario (di poco valore). Urè n. p. vd. Ureliu. urecchì s. m. orecchino (sin. di buccula). urecchiette s. f. pl. orecchiette (tipo di pasta). urecchioni s. m. pl. parotite. ureffisce s. m. orefice. ureffisceria s. f. (anche uriffisceria) oreficeria. Ureliu n. p. (anche Urè) Aurelio. urellu s. m. 1. orlo. 2. orifizio anale: c’ha n urellu!, ha molta fortuna. urfanellu s. m. orfano. urfanutroffiu s. m. orfanotrofio. urganizzà v. organizzare. urganizzazziò s. f. organizzazione. urghenettu s. m. organetto. urgoiu s. m. orgoglio. urientale agg. orientale. Urietta n. p. Orietta. uriffisceria s. f. vd. ureffisceria. urisginale agg. originale. urisgine s. f. origine. uriundu agg. oriundo. urizzonte s. m. orizzonte. urizzuntale agg. orizzontale. 1urlà v. urlare. 2urlà v. orlare. urladura s. f. orlatura. Urlandu n. p. Orlando. urloggiu s. m. (anche urlosgiu, urulosgiu e uruloggiu) orologio: l'urloggiu è aanti, l'orologio indica un'ora più avanzata. urlosgiu s. m. vd. urloggiu. urlu s. m. urlo. urlusgiaru s. m. (anche urulusgiaru) orologiaio. urmai avv. ormai (sin. di ammò). urnà v. ornare. urnamentu s. m. ornamento. Urnella n. p. Ornella. Uropa n. p. Europa. urora s. f. aurora (anche n. p.). uroscubu s. m. oroscopo. ursettu s. m. dim. di orsu. urtà v. urtare: me urta i nervi, mi innervosisce. urtiga s. f. ortica. urtigaia s. f. orticaria. urtu s. m. urto: urtu de nervi, attacco di nervi. urtulà s. m. 1. ortolano. 2. Prov. maggiu urtulà, tanta paia, pogu grà, il raccolto è andato male. uruloggiu s. m. vd. urloggiu. urulosgiu s. m. vd. urloggiu. urulusgiaru s. m. vd. urlusgiaru. urupeu agg. europeo. urzarolu s. m. vd. urzolu. urzolu s. m. (anche urzarolu) orzaiolo (foruncolo presso l’occhio). usanna s. m. osanna. usceanu s. m. oceano. usemà agg. e s. m. osimano. Usgè n. p. (anche Usgeniu) Eugenio. Usgeniu n. p. vd. Usgè. usignolu s. m. usignolo. uspedale s. m. ospedale: mannà all'uspedale, ferire gravemente; strada dell'uspedale, Via Leopardi. uspidà v. ospitare. uspizziu s. m. ospizio. ussadura s. f. ossatura. ussavariu s. m. ossario. usservà v. osservare. usservadore s. m. osservatore. usservadoriu s. m. osservatorio. usservazziò s. f. osservazione. ussessiò s. f. ossessione. ussia cong. ossia. ussisgenu s. m. ossigeno. usteria 1. s. f. osteria. 2. inter. u!, esprime meraviglia. ustinadu agg. ostinato. ustinazziò s. f. ostinazione. Ustralia n. p. Australia. ustralià agg. e pron. australiano. ustriagu agg. e s. m. austriaco. usu 1. agg. abituato: è usu a ffà ccuscì, è abituato in questo modo. 2. s. m. uso: usu negozziu, come negozio. Usvaldu n. p. Osvaldo. Utellu n. p. Otello. utograffu s. m. autografo. Uttaiu n. p. Ottavio. uttanta num. ottanta. uttau agg. ottavo. uttò s. m. ottone. uttobre s. m. ottobre. uttuscentu num. ottocento. uttumadigu (anche udumadigu) 1. agg. automatico. 2. s. m. bottone automatico. utturà v. otturare. utumobbile s. f. automobile. utunnu s. m. autunno. uturidà s. f. autorità. uturizzà v. autorizzare. uturizzazziò s. f. autorizzazione. utustrada s. f. autostrada. uzzià v. oziare. uzziosu agg. e s. m. ozioso.
V
va! inter. espr. perlopiù di sorpresa (vd. varda!). Vadiganu n. p. Vaticano. vaevviè s. m. andirivieni. vaffe s. m. wafer (biscotto). vagabonnu agg. e s. m. vagabondo. vaganza s. f. vacanza. vagò s. m. vagone. vagu agg. vago. vaia s. m. vaglia. vaiolu s. m. vaiolo. va là loc. inter. 1. espr. di minaccia: va là che tte piu!, prima o poi ti prendo. 2. espr. di rassegnazione: va là, pudea ndà peggiu, consolati, poteva andare peggio (da va’ e là). valca s. f. gualchiera. valè v. (valudu, valzu, rur. valzudu) (anche vale) valere: cusa me vale?, che cosa ci guadagno?; nun vale gnè o na sega o un caulu o un cazzu, non vale niente; vali quantu un dò de coppe, non vali niente. Valentì n. p. Valentino. validu agg. valido. valisge s. f. valigia. Valladu s. m. piccolo canale parallelo al fiume Musone. Valte n. p. Walter. valtri loc. pron. voi. valuda s. f. valuta. valvula s. f. valvola. valze s. m. (anche valzere) valzer. valzudu p. pass. di valé rur. valso: n’è valzuda la pena?, ne è valsa la pena? vampada s. f. vampata. vampiru s. m. vampiro. vandulu agg. e s. m. vandalo. vaneggià v. vaneggiare. vangà v. vangare. vangelu s. m. vangelo: è vvangelu, è cosa vera. vanidà s. f. vanità. vaniia s. f. vaniglia. vanidosu agg. vanitoso. vannalu agg. vandalo. vantasse v. vantarsi. vapurettu s. m. vaporetto. vardà v. guardare: varda! (anche arda! e va’!), toh! varià v. variare. variedà s. f. varietà. varighina s. f. varechina. variu agg. vario. vasellina s. f. vaselina. vassallu s. m. discolo. vasu s. m. vaso. vate s. m. vater. vatte s. m. watt. fà la gaetta, fare l’apprendista 1ve pron. vi. 2ve inter. asseverativa. 3vè agg. vero: è vè che pii moie?, è vero che ti sposi? vecchiarellu s. m. dim. di vecchiu vecchierello. vecchiettu s. m. dim. di vecchiu vecchierello. vecchiu agg. e s. m. (anche ecchiu) vecchio: nadu ecchiu, giovane che dimostra maturità; vecchiu bacuccu, vecchio rimbecillito. vede vede (anche ede e vedè) 1. vedere: chi s'è vvistu ss'è vvistu, decidiamo che sono arrivati tutti; dà a vvede, mostrare; ecce i occhi pe vvede, essere in grado di verificare; fasse ede, mettersi in mostra o sottoporsi a visita medica; gente trista, numinada e vvista, se si nomina una cattiva persona, compare; mancu pe la gente che lu ede, è una vergogna; modu de ede, punto di vista; nun pudè vvede, avere in forte antipatia; nun vvede da qui a llì, vederci molto poco; nun vvede ll’ora, essere impaziente; nun vedecce mancu a biastimà, non vederci affatto; se ede che, significa che (equivale a: è segnu che); sta a vvede che, indica attesa per qualcosa di inaspettato o di sgradito; vede le stelle, provare un forte dolore; vedè nasce, conoscere una persona fin dalla nascita. 2. ma vede n pò, proprio no; nun hu istu più, non me lo sarei mai creduto. 3. vede a calchidù, vedere qualcuno. 4. Prov. Diu ede e pruede, Dio provvede in base a quanto vede; i frutti se edene a la ffine, i risultati si vedranno alla fine; occhiu nun vede, core nun dole, ciò che non si vede, non fa male. vederinariu s. m. veterinario. 1vedrada s. f. vetrata. 2vedrada agg. f. che contiene vetri: carta vedrada, carta vetrata. vedreria s. f. vetreria. vedrina s. f. vetrina. vedrinaru s. m. veterinario. vedriolu s. m. vetriolo. vedru s. m. (pl. edri) vetro. veduda s. f. veduta. vedudu p. pass. rur. di vede visto. veduu s. m. vedovo. vegghia s. f. rur. veglia. vegne v. (ventu) (anche vence e vigne) vincere. veia s. f. veglia. veià v. vegliare. veigulu s. m. veicolo. veiò s. m. veglione. veladu agg. coperto. velè s. m. (anche velenu) veleno. velenosu agg. velenoso. velenu s. m. vd. velè. velludu s. m. velluto. velosce agg. veloce. velu s. m. velo. veluscidà s. f. velocità. vena s. f. 1. vaso sanguigno. 2. sorgente di acqua. venadura s. f. venatura. venardì s. m. venerdì: iè manca un venardì, è scemo; nun ecce tutti i venardì, essere strano. vence v. vd. vegne. vendema s. f. rur. vendemmia. vendemà v. rur. vendemmiare. vendemia s. f. vendemmia. vendigà v. vendicare. vendigadiu agg. vendicativo. Venedu n. p. Veneto. venere s. m. venerdì, solo nel prov. né de venere né de marte, nun se sposa, nun se parte, nun se dà princibiu all’arte, né di venerdì, né di martedì non ci si sposa, non si parte, non si iniziano lavori. Venezzia n. p. Venezia. venezzianu agg. e s. m. veneziano. vengu s. m. vinco. venì v. (venudu) 1. venire: cume viè o cume viè viè, come capita; fà venì da, provocare: me fai venì da ride, mi fai ridere; fà venì i cabelli bianchi, procurare dispiaceri; fà venì la barba, essere noioso; me viè da dì, sto per dire; ne viè da lù, deriva da lui o lui è il responsabile; ne vienu da piazza, vengo dalla piazza; un va e viè, un andirivieni; venì a ccabu, trovare una soluzione o arrivare un’infezione; venì a ggalla, scoprirsi; venì a rsabè, apprendere; venì aanti, entrare; venì al monnu, nascere; venì bbè, risultare bene; venì da gnente o da la gaetta, essere di umili origini; venì ddobu, seguire; venì fatta, riuscire; venì ffora, uscire; venì ggiò, scendere; venì in (o a) mmente, affacciarsi al pensiero; venì ncontru, andare incontro o aiutare; venì in tempu o a ttempu, essere rimandabile; venì la manzola, stancarsi; venì oltra, avanzare; venì su, salire; venì vvia, andarsene. 2. diventare: quessu viene granne, questo diventa grande. 3. eiaculare. 4. costare: quantu viene quessu?, quanto costa codesto? 5. stare: se viè prebarennu, si sta preparando. venne v. (vennudu) 1. vendere: venne pe bbonu, far passare per nuova una cosa vecchia. 2. Prov. quannu la bocca magna e l culu renne, un colpu a le mediscine e a chi le venne, è sufficiente mangiare e andare di corpo per evitare le medicine. vennida s. f. vendita. venta s. f. vinta: dà de venta, dare ragione. ventada s. f. ventata. ventaiu s. m. 1. ventaglio. 2. soprannome. ventiladore s. m. ventilatore. ventilazziò s. f. ventilazione. ventiscellu s. m. dim. di ventu. ventosu agg. ventoso. ventriori s. m. pl. interiora degli animali. 1ventu s. m. vento. Tipi di venti: curina, garbì, gregu, scirucchettu, ventu de leante. 2ventu p. pass. rur. di vegne. ventula s. f. ventola. Venuda s. f. arrivo della Madonna di Loreto; foghi de la Venuda, fuochi che si accendono per festeggiare l'evento. verbu s. m. verbo. verciu s. m. imitazione fatta col viso per ironia: fà i verci, fare le imitazioni. verdicchiu s. m. verdicchio. verdò s. m. 1. verdone (uccello). 2. color verde intenso. verdura s. f. verdura: finché ddura, ffa verdura, gustiamolo fintanto che c’è. vergaru s. m. rur. il più anziano della famiglia: e la Pasciò l’hu ditta, l’hu ditta assieme a voi, vergara benedetta buttatesce giò l’oi (stornello), la Passione l’abbiamo cantata, ora, vergara, dateci le uova. vergogna s. f. vergogna: mancu pe la vergogna di cristià, se non altro per non dare scandalo. vergugnà v. nell’espr. vergognede la faccia, vergognati. vergugnasse v. vergognarsi. vergugnosu agg. 1. vergognoso. 2. vergognati! veridà s. f. verità. veriffigà v. verificare. vermenosu agg. 1. che ha vermi: piaga vermenosa, brutto affare. 2. Prov. l medigu piedosu fa le piaghe vermenose, il medico pietoso è inefficiente. vermenu s. m. (anche vermine) verme: vermine sulidariu, tenia. vermine s. m. vd. vermenu. vermude s. m. vermouth. vernisge s. f. vd. vernisgia. vernisgia s. f. (anche vernisge) vernice. vernisgià v. verniciare. vernisgiadura s. f. verniciatura. Veronniga n. p. Veronica. versò s. m. bersò (dal franc. berceau). vertigale agg. verticale. vertisce s. m. vertice. vertisgine s. f. vertigine. veru agg. vero: a ddì l veru, sinceramente; manch'è vveru, non è vero; mancu iè pare veru de giugà, prova molto piacere a giocare; quant’è vveru Ddiu, assolutamente; se nun è veru, me taiu i cuioni, è impossibile che sia falso. verzà v. versare. verzamentu s. m. versamento. 1verzu s. m. verso: ndà a vverzu, andare a genio; ndà pel verzu drittu, andare bene; nun c’è verzu, non c’è modo; pià pel verzu suu, prendere per il giusto verso. 2verzu prep. verso: è ndadu verzu Piazza, è andato verso la Piazza. vescuu s. m. vescovo. vesgedale agg. vegetale. vesgedarianu agg. e s. m. vegetariano. vesgilia s. f. vigilia. vespera s. f. (anche vespra) vespa. vespra s. f. vd. vespera. vespraru s. m. vespaio. vestaia s. f. vestaglia. vestì v. vestire. vestina s. f. veste di bambine. vestidu s. m. vestito: l drittu d'un vestidu, la parte esterna di un vestito; lu ruesciu del vestidu, la parte interna del vestito; purtà un vestidu, indossare un vestito; rnuasse un vestidu, mettersi un vestito nuovo per la prima volta; vestidu da sposu e da sposa, vestito da matrimonio o anche molto bello; vestidu miseru, vestito piccolo; vestidu nou o de le feste o de la messa o de la dumenniga, vestito nuovo; vestidu sgaggiosu, un abito appariscente. Vettoriu n. p. Vittorio. vì s. m. (anche vin) 1. vino: a San Martì gni mostu è vì, per la festa di san Martino, il mosto è diventato vino; buttà l vì, versare il vino; caà l vì, attingere il vino; vì a occhiu de gallu, vino né bianco né rosso; vì bbiancu, vino bianco; vì bbuccadellu, vino gradevole; vì ccottu o brulè, sciroppo d’uva dolce; vì de la chiaetta, vino migliore; vì rosciu, vino rosso; vin santu, vino da dessert. 2. Prov. careggia l vì e bee l’acqua, lavora e non guadagna; chi nu iè piasce l vì, nun è fiu de Ddiu, non è cosa normale non amare il vino; l vì bonu sta nte le botte piccole, le buone qualità si trovano nelle persone minute. 1via s. f. vd. ia1. 2via inter. evviva: via la faccia de lora, evviva loro. viaccada s. f. vigliaccata. viaccò s. m. accr. di viaccu. viaccu s. m. vigliacco, disgraziato. via cruscisse s. f. via crucis. viaggià v. viaggiare. viaggiadore s. m. viaggiatore. viaggiu s. m. viaggio. vibrà v. vibrare. vibrazziò s. f. vibrazione. 1vida s. f. (anche ida) 1. vita: sabè ida, morte e miraguli de tutti, conoscere tutto di tutti. 2. Prov. è la vida che nun fa l’ua, la vita è difficile (gioco di parole); la ida è na lutteria, la vita è imprevedibile. 2vida s. f. vite metallica. 3vida s. f. vite dell’uva. videllò s. m. accr. di videllu. videllu s. m. (f. vidella) 1. vitello. 2. Prov. Nadale, un passu de maiale; Pasquella, un passu de vidella; Sant’Antò, un passu de bò, indica l’allungamento progressivo del giorno. Vidu n. p. Vito. vie v. (p. pass. non usato) 1. vivere. 2. Prov. chi vie sperannu, more cagannu, chi vive sperando, muore cacando. vigariu s. m. vicario. vigna s. f. vd. igna. vigne v. vd. vegne. vigulu s. m. vicolo. Villa, La n. p. La Villa (già Villa San Paterniano). villà s. m. 1. contadino. 2. Prov. a marzu gni villà va scalzu, a marzo le temperature iniziano a salire. villanu s. m. villano. villarolo s. m. abitante della Villa. vin s. m. vd. vì. Vincè n. p. Vincenzo. vincidore s. m. vincitore. vincisgrassi s. m. pl. lasagne. vinellu s. m. specie di vino. Vinisciu n. p. Vinicio. Virgì n. p. Virgilio. virgula s. f. virgola. virtù s. f. potere di guarire. Virtusse s. f. Virtus. virusse s. m. virus. visce s. m. vice. vischiu s. m. vischio. viscì 1. agg. (anche viscinu) vicino. 2. s. m. vicino di casa. 3. prep. viscinu a llù, vicino a lui. 4. avv. lì vviscì, vicino. viscinadu s. m. 1. vicino. 2. vicinato. viscinanza s. f. vicinanza. viscinu agg. s. prep. avv. vd. viscì. visciula s. f. vd. guisgiula. visgilia s. f. vd. vesgilia. visgiula s. f. vd. guisgiola. visida s. f. visita: marcà visida, assentarsi. visidà v. visitare. visidadore s. m. visitatore. visiò s. f. visione. visò s. m. visone. visperu agg. vispo. vista s. f. vd. ista. Vittò n. p. Vittorio. Vittore, san n. p. 1. San Vittore. 2. Prov. chi se caa la maia prima de San Vittore, se la rmette sa pogu unore, non si devono togliere gli abiti pesanti prima di san Vittore. viu agg. e s. m. (anche vivu) 1. vivo: fasse viu, comparire o dare notizie; me te magnu viu cui pagni addossu, grossa minaccia; pesce viu!, grido dei pescivendoli. 2. Prov. pregà i morti pe ffregà i vivi, ostentare onestà per nascondere disonestà. viulenza s. f. violenza. viulì s. m. violino. vivasce agg. vivace. vivu agg. e s. m. vd. viu. vizzià v. viziare. vizziadu p. pass. di vizzià, agg. e s. m. viziato. vizziu s. m. vizio. 1vò pron. 1. voi (2.a pers. pl.). 2. voi (forma allocutiva nei confronti di un anziano): vò, cusa fade?, voi che cosa fate? 2vò s. f. vd. 1ò. 1vodu s. m. voto: fà lu sfoiu di vodi, fare lo spoglio dei voti. 2vodu agg. (anche svodu) vuoto. 3vodu s. m. vuoto. voia s. f. 1. voglia: de mala voia, contro voglia; ecce le voie, avere le voglie (delle gestanti); hi voia a stride!, aspetta senza speranza; hi voia a ttosce, dovrai attendere molto; mette voia, far venire il desiderio; murì da la voia, desiderare intensamente; nun ecce voia, non avere desiderio o intenzione; voia de fadigà salteme addossu, fadiga te per me, che iu nun possu (fil.), voglia di lavorare saltami addosso, lavora per me, perchè io non posso. 2. macchia delle gestanti causata da un desiderio insoddisfatto. volpa s. f. rur. volpe. voltastomigu s. m. voltastomaco. voltru avv. rur. vd. oltra. volu s. m. 1. volo. 2. grossa caduta: hu fattu un volu, sono caduto. vomeru s. m. rur. vomere. vomidu s. m. vomito. vongula s. f. vongola. vorta s. f. (anche olta) volta: na vorta, una volta. vosce s. f. (anche osce) voce: alzà la vosce, rimproverare, litigare; dà na vosce, chiamare; perde la vosce, diventare afono. vostru agg. e pron. vostro. vuà pron. rur. (anche vualtri) voi. vualtri loc. pron. rur. vd. vuà. 1vudà v. vuotare. 2vudà v. votare. vudazziò s. f. votazione. vugabulariu s. m. vd. bugabulariu. vugazziò s. f. vocazione. vuiosu agg. ghiotto. 1vulà s. m. volant. 2vulà v. volare. vulada s. f. volata. vulante agg. volante. vulantì s. m. volantino. vulcanu s. m. vulcano. vulè v. (vuludu, rur. vulzudu) (anche ulè) 1. volere: ce lu vole, occorre; ce vuria pure che, sarebbe il colmo che; che ccaulu o ccazzu o madosca voi?, che cosa vuoi?; mal vulè o vulè mmale, malvolere; me sce ole tantu, ci impiego tanto tempo; nun vulenne più sabè, non provarne più interesse; nun vulennu, senza volere; pià a benvulè, iniziare a voler bene a qualcuno; quantu te ce ole?, quanto ti ci vuole?; voiu dì, espressione intercalare che rafforza ciò che si è detto; vulè avè sempre l’ultima parola, pretendere di aver sempre ragione; vulè bbè o ben vulè, amare; vulè ddì, significare. 2. Prov. chi nu vole bè a le bestie, nu vole bè mancu ai cristià, chi non ama gli animali, non ama nemmeno le persone; vulè la botte piena e la moie mbriaga, volere tutto. vulentieri avv. volentieri. vulgarottu agg. maleducato. vulpò s. m. persona astuta. vulsudu p. pass. rur. di vulè. vultà v. voltare: vultà l culu, girare le spalle; vultà le spalle, abbandonare. vultada s. f. voltata. vultasse v. girarsi. vulterana s. f. volterrana. vulume s. m. volume. vuluntà s. f. volontà. vuluntariu agg. e s. m. volontario. vumidà v. vomitare. vuricchiu s. m. fagotto (da nvuricchià). vvantaggiasse v. avvantaggiarsi. vvantaggiu s. m. vantaggio. vvanvera, a loc. avv. a caso. vvanzà v. (anche rvanzà e svanzà) 1. avanzare. 2. essere creditore: vvanzu i soldi da te, mi devi del denaro. 3. Prov. se te vvanza n zzuccacciu, lasselu per marzacciu, a marzo può far freddo. vvanzadicciu agg. avanzo. vvanzu s. m. vd. avvanzu. vverasse v. avverarsi. vversidà s. f. pl. avversità. vvertì v. avvertire. vvezzà v. avvezzare. vvezzu agg. abituato. vviasse v. avviarsi. vvilidu p. pass. di vvilisse e agg. avvilito. vvilisse v. avvilirsi. vvisà v. avvisare. vviscinasse v. avvicinarsi. vvu s. f. vu (lettera dell’alfabeto).
Z
zabaiò s. m. zabaione. Zaffri soprannome. zaghena s. f. (volg.) sin. di pugnetta. zaora s. f. zavorra. ze pron. rifl. vd. 3se. zebradu agg. zebrato. zeda s. f. zeta (lettera dell’alfabeto). Zenobia n. p. appellativo ironico. Zerì soprannome. zeru s. m. zero: zeru garbunella, proprio zero. zibidei s. m. pl. euf. per cuioni: nun rompe i zibidei, non disturbare (dal nome degli apostoli, figli di Zebedeo?). Zibinu soprannome. zidellò s. m. accr. di zidellu. zidellu s. m. scapolo. zidu s. m. sito (luogo che non si vuol nominare): deu ndà nt’un zidu, devo andare in un posto. zighe zaghe, a loc. avv. a zig zag. zignore s. m. vd. signore. zimbellu s. m. zimbello. zinalada s. f. quanto entra in un zinale. zinale s. m. grembiale. Zinzu soprannome. zittellu s. m. rur. scapolo. Zo soprannome. zognu s. m. vd. sognu. zole s. m. (anche ssole) 1. sole: a la lusce del zole, apertamente; cala l zole, tramonta il sole; ce dà l zole, ci batte il sole; colpu de sole, insolazione; de sole, verso meridione; na sperella de sole, un poco di sole; s’alza l zole, si leva il sole; spuntà l zole, spuntare il sole; ucchiali da sole, occhiali da sole. 2. Prov. omu de pogu unore, cunzuma l lume e sparagna l zole, una persona di poco onore vive di notte. zorciu s. m. (pl. ssorci) topo: fà la ffine del zorciu, rimanere incastrato. zorzu s. m. sorso. zozu agg. spilorcio. zu prep. e avv. (anche su, ssu, zzu) su: buttà su, mandare in alto, porre; butta su e rischiara, agisci superficialmente; mette su, organizzare, installare, istigare; mette su o aprì bbuttega, aprire un’attività; mette su ccasa o famia, formare una famiglia; n zu o d’in zu o ppe dd’in zzu, in su: pià ppe dd’in zzu, cominciare a salire; ndà su, aumentare o salire; ndà su e ggiò, passeggiare; rdà su, riprendersi; sta su, tienti su, fatti coraggio; su ccasa, in casa; su ddrentu, (rur.) in Osimo; su n cima, sopra; su n testa (rur.), sulla testa; su ppel corzu, per il corso; su pper ggiò, su per giù; sul seriu, veramente; suppe, su per; tirà su, inspirare col nasu, alzare da terra, costruire, risollevare l’umore, educare; tirasse su, sollevarsi, alzarsi; vagu su, vado su; venì su, salire. zulù s. m. una persona rozza. zumbreru s. m. sombrero. zunà v. vd. sunà. zza! inter. toh! zzabè v. vd. sabè. zzaccarò s. m. persona trasandata, sudicia. zzacchede! inter. zac! zzacchetta s. f. sacchetta. zzacchettu s. m. sacchetto. zzacchì s. m. non si sa chi: - chi l'ha dittu? - l zzacchì, - chi l'ha detto? - non si sa (forse da nun si sa chi). zzaccò s. m. persona che partecipa alla processione del venerdì santo. zzaccoccia s. f. (anche saccoccia) tasca: ecce le palle (o le saccocce o le scattule) piene, essere stufo; ma va in zzaccoccia.!, vai in quel paese! zzaccu s. m. (anche saccu) 1. sacco: cu la testa dentr’al zzaccu, senza pensare; me tira l zzaccu, mi dispiace; mettela ntel zzaccu, dare una fregatura; piassela ntel zzaccu, rimanere fregato. 2. gran quantità: me dispiasce un zzaccu, mi dispiace molto; un zzaccu o un zzaccu e na sporta, tanto; un zzaccu de quadrì, tanto denaro. 3. Prov. tantu c’ha colpa chi robba, quantu chi ttiè l saccu, è colpevole anche il complice. zzaccuccì s. m. dim. di zzaccu taschino. zzaccucciada s. f. quantità che può essere contenuta in una tasca. zzacculò s. m. persona trasandata. zzafferà s. m. zafferano. zzainu s. m. zaino. zzallò agg. rur. 1. vd. zzallu. 2. soprannome. zzallu agg. rur. giallo: zzallò, molto giallo; zzallu mizzu, giallo smorto. zzampa s. f. zampa: le zzampe di taulì, le gambe dei tavoli. zzampada s. f. calcio: i ha dattu na zzampada ntel culu, gli ha dato un calcio nel sedere. zzampettà v. zampettare. zzampettu s. m. zampetto. zzampì s. m. dim. di zampa nell’espr. mettecce lu zzampì, ficcare il naso. zzampò s. m. zampone. zzampu s. m. gamba del tavolo. zzampugnaru s. m. zampognaro. zzandula s. f. (la pronuncia varia nel rur.) sandalo. zzangue s. m. (anche sangue) 1. sangue: ecce ntel zzangue, essere predisposto; guastasse o nnascidisse o nvelenasse l zzangue, addolorarsi molto; l zzangue nun mente, talis pater, talis filius; leà l zangue a unu, togliere molto denaro a qualcuno; piagne lagrime de sangue, dannarsi; piscià sangue, sopportar sacrifici; sboccu de sangue, accidente (nelle imprecazioni); spudà sale o sangue, faticare oltremodo. 2. Prov. caà l zzangue da na raba, eseguire una cosa impossibile; carne fa carne, vì fa sangue, l pà te mantiè, le foie nun fa gnè, le qualità dei cibi. zzanguinacciu s. m. tipo di insaccato. zzappa s. f. 1. zappa: dasse la zzappa nti piedi, danneggiarsi. 2. grosso dente. zzappà v. zappare: zzappà la tera, fare il contadino. zzappada s. f. zappata. zzappettà v. zappettare. Zzappona soprannome. zzardà v. azzardare. zzardu s. m. azzardo. zzàzzara s. f. zazzera. zzazzarò s. m. (anche zzazzerò) zazzerone. zzazzerò s. m. vd. zzazzarò. zze vd. 2se. zzeccà v. azzeccare. zzecchera s. f. zecca. zzegnu s. m. vd. segnu. zzèngheru s. m. 1. zingaro. 2. disgraziato. zzeppa s. f. 1. zeppa (sin. di guizza). 2. rimedio: mettesce na zzeppa!, trovaci un rimedio!. 3. soprannome. 1zzeppu s. m. zeppa. 2zzeppu agg. nell’espr. pinu zzeppu, proprio pieno. zzeppula s. f. ciambella fritta. zziffò s. m. sifone. zzigumu s. m. zigomo. zzilla s. f. cetonia: me se pappa le zzille, sento molto freddo. zzillà v. sibilare: me zzilla le recchie, mi sibilano gli orecchi. zzillò s. m. damerino. zzillu s. m. sibilo. zzingu s. m. zinco. zzisu s. m. suo zio. zzittà v. (anche zittì) zittire. zzittì v. vd. zittà. zzittu agg. zitto: buccaccia (o lenguaccia) mia, statte zzitta!, è meglio che non parli; nun zza né discore né stà zzittu, non sa parlare; sta zzittu che, espressione che introduce l’esternazione di una sensazione improvvisa; sta zzittu e bbonu, non ti muovere; zzittu e mmosca!, silenzio assoluto. zziu s. m. zio: sent’a zziu, ascoltami bene; zzida! (offens.); zzidu, tuo zio; zzocca s. f. testa (da zzucca): duru de zzocca, tardo a capire. zzoccu s. m. ciocco: durmì cume n zzoccu, dormire profondamente. zzoccula s. f. prostituta. zzocculada s. f. colpo di zoccolo. zzocculu s. m. zoccolo. zzodigu s. m. e agg. zotico. zzolcu s. m. rur. solco. zzolfenu s. m. zolfo. zzompu s. m. salto: fà dò zzompi, ballare un poco. zzonnu s. m. (anche ssonnu) sonno: c’hu sonnu, ho sonno; i ha presu l zzonnu o i ha presu sonnu, si è addormentato. zzonzu, a loc. avv. a passeggio senza meta: ndà a zzonzu, camminare senza meta. zzoppu agg. zoppo. zzozzu 1. s. m. sporcizia: arda quantu zzozzu c’è, guarda quanta sporcizia; miseria zzozza!, imprecaz. 2. agg. sozzo. zzu prep. vd. zu. zzuava, a la loc. agg. alla maniera degli zuavi. zzucca s. f. 1. zucca. 2. testa: famu zzucca (inf.), battiamo la testa insieme; zzucca pelada, testa senza capelli. zzuccacciu s. m. 1. spreg. di zzoccu. 2. Prov. se te vvanza n zzuccacciu, lasselu per marzacciu, a marzo può far freddo. zzuccheru s. m. 1. zucchero. 2. soprannome. zzucchina s. f. zucchina. zzuccò s. m. zuccone. zzucculà v. fare rumore camminando con gli zoccoli. zzucculanti s. m. pl. frati zoccolanti (Osservanti). Zzucculetta soprannome. zzughè loc. verb. vd. sughè. zzulfanellu s. m. solfanello. zzumpà v. saltare. zzumpettà v. saltellare. zzuppa s. f. zuppa. zzuppà v. azzoppare. zzuppasse v. 1. azzopparsi. 2. bagnarsi molto. zzuppetta s. f. dim di zzuppa: fà la zzuppetta, bagnare il pane in un liquido (latte, vino ecc.). zzuppigà v. zoppicare. zzuppisse v. azzopparsi. 1zzuppu agg. zuppo: mmollu zzuppu, bagnato fradicio; zzuppu de sudore, madido. 2zzuppu s. m. zolla. zzuzzeria s. f. sozzeria. zzuzzò (f. zzuzzona) s. m. accr. di zzozzu. zzuzzùme s. m. sozzume. zzuzzunada s. f. porcheria. zzuzzùra s. f. sozzura.
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